stefania colombo
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domenica 13 luglio 2025
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mediocre, caricaturale
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Una pletora di personaggi che rischia a momenti di far apparire sfilacciato l'intreccio. La solita narrazione stantia sul ruolo di destra e sinistra (io sono di sinistra e antifascista, sia chiaro). Personaggi troppo tipizzati per non diventare caricaturali al limite della modalità cinepanettone: primo fra tutti l'agghiacciante ragazzino secchione (se oggi non inserisci qualcuno dallo spettro autistico conclamato, le narrazioni sembrano non funzionare). Una Ferilli ormai dal volto quasi paralizzato dagli interventi estetici, perciò costretta ad apparire rternamente imbronciata.
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sabato 12 luglio 2025
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al solito.....
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Altra recensione pasticciata, come sempre. Non si capisce niente del film.
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emilio concettoni
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lunedì 17 febbraio 2025
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virz? torna a ventotene con ottimi risultati
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Virzì torna a Ventotene e con lui le due famiglie Molino e Mazzalupi. Tornano, dunque, ad incontrarsi e scontrarsi due diverse famiglie e due diverse "Italie", anche se sono passati ventisei anni e ciò non può essere irrilevante. La famiglia Molino vi torna per stare al fianco del malato Sandro, il giornalista dell'Unità interpretato da Silvio Orlando, mentre quella dei Mazzalupi per il matrimonio o, meglio, il "magic moment" tra Sabrina (A. Ferraioli Revel), influencer notissima di Roma Sud e Cesare. Il film è un sequel sotto tutti gli aspetti, ma in parte anche un remake, cavalcando alcune situazioni già raccontate nel primo, un po' come se la storia si ripetesse, se Ruggero (il compianto Fantastichini) si affannava a mettere l'antenna nella giusta posizione così che moglie e figli potessero vedere bene i programmi televisivi serali preferiti; quasi trent'anni dopo, Cesare (Vinicio Marchioni) cerca di "scroccare" la password del wifi di una casa-vacanze vicina.
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Virzì torna a Ventotene e con lui le due famiglie Molino e Mazzalupi. Tornano, dunque, ad incontrarsi e scontrarsi due diverse famiglie e due diverse "Italie", anche se sono passati ventisei anni e ciò non può essere irrilevante. La famiglia Molino vi torna per stare al fianco del malato Sandro, il giornalista dell'Unità interpretato da Silvio Orlando, mentre quella dei Mazzalupi per il matrimonio o, meglio, il "magic moment" tra Sabrina (A. Ferraioli Revel), influencer notissima di Roma Sud e Cesare. Il film è un sequel sotto tutti gli aspetti, ma in parte anche un remake, cavalcando alcune situazioni già raccontate nel primo, un po' come se la storia si ripetesse, se Ruggero (il compianto Fantastichini) si affannava a mettere l'antenna nella giusta posizione così che moglie e figli potessero vedere bene i programmi televisivi serali preferiti; quasi trent'anni dopo, Cesare (Vinicio Marchioni) cerca di "scroccare" la password del wifi di una casa-vacanze vicina. Un altro ferragosto è più triste del primo film, più malinconico, per entrambe le famiglie. Non solo i Molino stanno vivendo il dramma della malattia (e dei pochi giorni di vita che rimangono a Sandro) ma anche i Mazzalupi non sono felicissimi, e lo sviluppo del film e del matrimonio tra i due influencer, esaltato dai media, farà tornare a galla tormenti e infelicità di tanti componenti della famiglia. Virzì con il suo tocco, a metà tra dramma e commedia, racconta anche con oggettività com'è cambiata l'Italia socialmente (digitale, influencer, costante utilizzo di parole inglesi) e politicamente (l'avvento della destra meloniana al potere) e lo fa in modo originale e serio. Interessante anche il voler ricordare gli esiliati a Ventotene durante il fascismo da parte di Sandro (a cui appariranno in sogno come fantasmi). il sequel non è peggio del primo, come tanti altri film lasciano pensare, ma tende a concludere in modo concreto, seppur con tristezza e malinconia, l'incontro-scontro tra due famiglie romane e due visioni della vita opposte e lo fa, a mio parere, con ottimi risultati.
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lucio virzã¬
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venerdì 30 agosto 2024
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una chiusura emozionante
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Una chiusura emozionante, quella che vede Pertini, Altieri e Hirschmann lasciare Ventotene assieme a Sergio, per rifare l'Italia e creare l'Europa. In fondo Sandro questo voleva, fin dal 1996, rifare l'Italia, contrastare l'imbarbarimento e la perdita dei valori. Non ci riesce, ma lascia alla giovane speranza, suo figlio Altiero, il compito di provarci ancora. Un film che racconta molto di più di quello che c'è dietro alla commedia, alle battute, agli stereotipi.
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angelo.panzacchi
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domenica 4 agosto 2024
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che delusione
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fa venire i brividi pensare dove vanno a finire i soldi che siamo obbligati a pagare alla rai e alla regione lazio per propinarci ciofeche del genere
Trent'anni dopo l'uscita di "Ferie d’agosto", Paolo Virzì tenta di riportare in vita la magia di quel Ferragosto del 1996 con "Un altro Ferragosto".
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fa venire i brividi pensare dove vanno a finire i soldi che siamo obbligati a pagare alla rai e alla regione lazio per propinarci ciofeche del genere
Trent'anni dopo l'uscita di "Ferie d’agosto", Paolo Virzì tenta di riportare in vita la magia di quel Ferragosto del 1996 con "Un altro Ferragosto". Purtroppo, questa operazione si rivela un disastro nostalgico, privo di sostanza e di originalità, che finisce per essere una delusione su tutta la linea.
La trama si sviluppa attorno ad Altiero Molino (Andrea Carpenzano), ora imprenditore di successo grazie a un'app irrinunciabile, e a Sabry Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel), influencer di grido. Questi personaggi, insieme ai loro familiari e a una serie di nuovi e vecchi volti, si riuniscono a Ventotene per una nuova battaglia ideologica e personale. Tuttavia, la narrazione si perde in una serie di scenette prevedibili e scontate, incapaci di suscitare vera comicità o riflessione.
Il cast, composto da talenti noti come Sabrina Ferilli e Cristian De Sica, non riesce a salvare il film. Ferilli brilla solo in brevi momenti grazie alla sua verve naturale, mentre De Sica appare perso nei suoi soliti manierismi. La presenza di Silvio Orlando, malato e nostalgico, tenta di aggiungere gravità alla storia, ma si riduce a un inutile e triste intermezzo che non riesce a risollevare il film dalla sua insipidezza di fondo.
Virzì, un tempo acuto osservatore del cambiamento sociale, sembra ora avere le idee confuse. "Un altro Ferragosto" oscilla tra la critica della generazione social e la celebrazione della comunità LGBTQ+, senza trovare una coerenza tematica o narrativa. Questo approccio disorganizzato risulta in un film che cerca di criticare ma finisce per normalizzare l'anomalo, mancando completamente l'obiettivo di una vera satira sociale.
Laura Morante, tra i volti di ritorno, si distingue più per le sue recenti dichiarazioni pubbliche che per il suo ruolo nel film, contribuendo poco alla trama. Il tentativo di Virzì di inserire riflessioni storiche sull'isola di Ventotene come luogo di confino fascista appare superficiale e mal gestito, aggiungendo solo confusione e ulteriori distrazioni a una narrazione già frammentata.
In sintesi, "Un altro Ferragosto" è un film grottesco che non riesce a far ridere né a offrire una critica sociale incisiva. L'accumulo di tematiche e la presenza di un cast numeroso ma sprecato ne fanno un'opera incoerente e pretenziosa. Virzì, cercando di richiamare i fasti passati, finisce per realizzare un'operazione nostalgica che fallisce su tutta la linea, risultando più irritante che commovente. Un film che, come molti sequel mal concepiti, avrebbe fatto meglio a non esistere affatto.
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luca bomber
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mercoledì 17 luglio 2024
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film prodotto solo per propaganda politica
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Il sequel è chiaramente solo una scusa per partorire un film che ha l'unico scopo di esprimere il proprio pensiero politico. Il regista teme fortemente il ritorno dei "vecchi tempi" al punto da sentire il bisogno di cacciare un prodotto abborracciato, noioso e slegato, che si regge su alcune (presunte) battute e che ovviamente è infarcito dei migliori stereotipi del caso. Troviamo quindi la classica spocchia di chi si sente intellettualmente e moralmente superiore, la macchietta della destra ignorante, la presa in giro della premier, l'esaltazione di quelli bravi belli e buoni a prescindere per la sola appartenenza, insomma una tribuna politica/elettorale dal primo all'ultimo minuto con qualche parolaccia giusto per spezzare il suono monocorde dell'antifa' su celluloide.
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andrea pilotti
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lunedì 24 giugno 2024
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l''afa estiva si trasforma in brividi di gelo
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A distanza di 30 anni da "𝐅𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐝'𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨", il sequel "𝐔𝐧 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐟𝐞𝐫𝐫𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨", girato sempre da 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐕𝐢𝐫𝐳ì, non ha tradito le mie aspettative. Come per il primo, un film corale, con una bella interpretazione di Sabrina Ferilli, a mio avviso colonna portante del titolo.
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A distanza di 30 anni da "𝐅𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐝'𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨", il sequel "𝐔𝐧 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐟𝐞𝐫𝐫𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨", girato sempre da 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐕𝐢𝐫𝐳ì, non ha tradito le mie aspettative. Come per il primo, un film corale, con una bella interpretazione di Sabrina Ferilli, a mio avviso colonna portante del titolo. Uno sguardo ancora più disilluso sull'umanità in un girotondo esistenziale senza lieto fine. Come per il primo, mi è piaciuto, anche se questa volta, l'afa estiva si è trasformata in brividi di freddo.
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pigi51
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lunedì 24 giugno 2024
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l''italia che ci meritiamo
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E' la vita che passa, per chi non è più tanto giovane la nostra vita, un una società che cambia (in peggio) di giorno in giorno. Un libro bianco che Paolo Virzì analizza anche con una certa dose di disgusto per come si è ridotta questa"Italietta", scegliendo due campioni di gruppi sociali contrapposti : nel 96 con Fantastichini che capeggiava una famiglia di beceri qualunquisti che buttavano la mondezza in mare, sparavano ai gabbiani e guardavano la televisione, e dall'altra Silvio Orlando , l'intellettuale radical chic, allora ancora battagliero che cantava le canzoni della rivoluzione, oggi un vecchio allo stremo con una famiglia ancora più piena di "frociaggine" come dice papa Francesco, con due vecchie lesbiche e un figlio cresciuto in America con tanto di marito platinato al seguito, e spinelli a volontà.
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E' la vita che passa, per chi non è più tanto giovane la nostra vita, un una società che cambia (in peggio) di giorno in giorno. Un libro bianco che Paolo Virzì analizza anche con una certa dose di disgusto per come si è ridotta questa"Italietta", scegliendo due campioni di gruppi sociali contrapposti : nel 96 con Fantastichini che capeggiava una famiglia di beceri qualunquisti che buttavano la mondezza in mare, sparavano ai gabbiani e guardavano la televisione, e dall'altra Silvio Orlando , l'intellettuale radical chic, allora ancora battagliero che cantava le canzoni della rivoluzione, oggi un vecchio allo stremo con una famiglia ancora più piena di "frociaggine" come dice papa Francesco, con due vecchie lesbiche e un figlio cresciuto in America con tanto di marito platinato al seguito, e spinelli a volontà. La memoria storica dell'isola di Ventotene è il pensiero fisso del vecchio, che, aiutato dal nipote, vuole scrivere un documento sulla storia dell'isola, terra di confino per gli antifascisti, tra cui il futuro Presidente Pertini.In contrasto con l'Italia che fu c'è il trash mediatico, con la figlia di Fantastichini, prossima alle nozze, una deficiente con un milione di followers che dice "beati quelli al confino, si facevano gli aperitivi sulla spiaggia, con questi panorami...non gli ha buttato neanche male..", e vite sconfitte e rassegnate, di chi ha sbagliato tutto, in un paese senza più vergogna, senza più memoria storica, dove si abbatte un chiosco diroccato dove si riunivano i dissidenti di allora per scrivere le loro lettere, allo scopo di fare un gazebo per la cerimonia nuziale, forse senza futuro e speranza. E soprattutto senza Fantastichini e Natoli, i due cognati che "riempivano" la prima pellicola con il loro squallido modo di vivere, improntato al Berlusconismo degli anni 90, quando non si sapeva neanche cosa fosse il "politicamente corretto", che oggi ha trasformato anche il nostro modo di vivere.
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cristina pezzini
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venerdì 21 giugno 2024
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cruda realtà di questo paese!
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Ieri sera ho visto questo film di Virzì, che dire se non che quest'uomo è riuscito con questa pellicola a fare una "risonanza magnetica" del nostro paese. Ventotene, emblema dell'Italia antifascista oramai dimenticata. Due famiglie di ceti diversi con idee politiche ben distanti. Uno spaccato amaro di questa Italia che ti lascia l'amaro in bocca.....
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uppercut
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giovedì 20 giugno 2024
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francesco bruni, una garanzia
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Finalmente un film italiano ben scritto e ben diretto in una stagione disastrosa per il nostro cinema. L'apporto di Francesco Bruni alla sceneggiatura è sempre garanzia di qualità e Un altro Ferragosto lo conferma. Ma anche la regia di Virzì riprende piglio, nerbo, incisività. Ottime tutte le prove attoriali. Meno male, dai... Tra decine di commedie di cui vergognarsi (Come può uno scoglio su tutte...), film intrisi di ingiustificata presunzione (Enea...), "capolavori" degni di uno sketch di 3 minuti su raitre (C'è ancora domani...), un film degno di questo nome. Peccato la parlata romanesce intesa ormai come lingua nazionale.
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Finalmente un film italiano ben scritto e ben diretto in una stagione disastrosa per il nostro cinema. L'apporto di Francesco Bruni alla sceneggiatura è sempre garanzia di qualità e Un altro Ferragosto lo conferma. Ma anche la regia di Virzì riprende piglio, nerbo, incisività. Ottime tutte le prove attoriali. Meno male, dai... Tra decine di commedie di cui vergognarsi (Come può uno scoglio su tutte...), film intrisi di ingiustificata presunzione (Enea...), "capolavori" degni di uno sketch di 3 minuti su raitre (C'è ancora domani...), un film degno di questo nome. Peccato la parlata romanesce intesa ormai come lingua nazionale. Mettetevelo in testa: Roma è uno sputo rispetto alla penisola. NUN VE SE CAPISCEEE!
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