
Titolo originale | Frères |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Olivier Casas |
Attori | Yvan Attal, Mathieu Kassovitz, Victor Escoudé-Oury, Enzo Bonnet, Viggo Ferreira-Redier Fernand Texier, Alma Jodorowski, Jeanne Abraham, Cécile Morel, Anaïs Parello. |
Uscita | lunedì 3 marzo 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Movies Inspired |
MYmonetro | 2,90 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 3 marzo 2025
Basato su una storia vera, il film racconta di come due fratelli sono cresciuti da soli nella foresta, vivendo come animali selvatici, e il loro incontro molti anni dopo. In Italia al Box Office La storia di Patrice e Michel ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 16,2 mila euro e 4,7 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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1948. Michel e Patrice, due bambini di 5 e 7 anni, dopo essere stati abbandonati dalla madre in un campo estivo nei pressi di La Rochelle, fuggono nella foresta in seguito alla scoperta del cadavere del proprietario del posto che si è suicidato. Lì sopravvivono per sette anni e affrontano insieme continue avversità che fortificano ancora di più il loro legame. Patrice protegge sempre Michel arrivando pure a digiunare pur di far mangiare lui. Trascorrono molti anni. Michel si è sposato, ha due figli ed è diventato architetto. Patrice invece è medico ed è il direttore di una clinica ma un giorno sparisce. Così Michel molla tutto e lascia la sua famiglia per ritrovare il fratello che si è rifugiato in Canada. I segreti del loro passato continueranno però a tormentarli, anche a distanza di tempo e dall'altra parte del mondo.
Una vecchia foto in bianco e nero. È l'unica immagine che è rimasta durante l'infanzia di Patrice e Michel. Il film diretto da Olivier Casas, al secondo lungometraggio dopo Baby Phone del 2016, è tratto infatti dalla storia vera dei due fratelli, portati sullo schermo quando sono diventati adulti da Mathieu Kassovitz e Yvan Attal che conservano sui loro volti le cicatrici e i demoni del passato.
Il cineasta francese ha ricostruito i momenti più importanti della loro esistenza in una continua alternanza tra passato e presente, con consistenti fratture temporali proprio per lasciare emergere progressivamente alcuni episodi determinanti: Michel che pensava di morire dopo che il fratello era scomparso, l'incontro con l'uomo che raccoglie le ostriche, l'abbandono davanti la colonia estiva e l'apparizione improvvisa della madre.
In La storia di Patrice e Michel la dimensione avventurosa cede il passo a quella intimista. Poteva invece essere maggiormente messo a fuoco l'istinto di sopravvivenza, la natura solitaria e l'incontro con gli altri - visti anche come alieni - come, per esempio, nella parte dell'incontro con i gitani amplificando così la loro 'infanzia selvaggia' con possibili echi dell'anarchia dal cinema di François Truffaut. Prevale però la voce-off di Michel, la sua visione personale e lo sguardo quasi 'soggettivo' sul fratello.
Al di là di qualche eccesso ridondante soprattutto evidente sia a livello musicale sia in soluzioni di montaggio che mostrano la stessa azione dei fratelli in due momenti differenti della loro vita come nella scena della caccia, il film riesce a mettere adeguatamente in evidenza il differente inferno interiore di Patrice e Michel, il loro scollegamento con la loro realtà professionale e soprattutto familiare che ha la consistenza di fugaci flash. Anche se in maniera diversa, Attal e Kassovitz giocano abilmente di sottrazione. Le loro espressioni, i loro gesti, prevalgono sui dialoghi. Resta soprattutto istintivo il rapporto e il richiamo con la natura, dai boschi oscuri dell'infanzia alle vaste distese innevate del Canada dell'età adulta, che rappresenta l'unico modo per confrontarsi con il loro differente vuoto esistenziale, a dimostrazione del fatto che il film riesce a dare il meglio proprio nelle parti meno narrate.
Può un brano musicale racchiudere in sé il respiro di un film? Il regista Oliver Casas rende possibile questa magia, inserendo, verso la fine del film La storia di Patrice e Michel (titolo originale Frères) il magnetico brano Diamond and rust, scritto e cantato da Joan Baez. Il testo, come si evince dal titolo originale della canzone, parla di una profonda relazione (in quel caso amorosa) tra due persone, [...] Vai alla recensione »
D'istinto verrebbe da pensare al film positivista di Truffaut Il ragazzo selvaggio, ma poi si pensa anche a Il barone rampante di Calvino, al Kipling de Il libro della giungla, oppure, si può pensare a Tarzan per una mitologia più moderna o anche agli avi di una perduta e remota antichità come Romolo e Remo. Ma La storia di Patrice e Michel diretto dal francese Olivier Casas non è nulla di tutto questo [...] Vai alla recensione »
Due ragazzi selvaggi. A François Truffaut ne era bastato uno solo, così come lo aveva descritto il medico parigino Jean Itard. Alla fine del '700 un paio di contadini dell'Aveyron avevano scoperto un ragazzo vissuto allo stato brado, quasi un animale. Aveva gli artigli, si esprimeva a grugniti, e se necessario azzannava. Scappava e poi tornava, primo segno di un legame con il dottore che cercava di [...] Vai alla recensione »
La storia vera di due bambini di 5 e 7 anni che nel 1948, abbandonati dalla madre in un campo estivo, fuggono nella foresta, dove sopravvivono per sette anni, stringendo un legame che li unirà per sempre. Decenni dopo, i due fratelli, divenuti un architetto e un medico, lasciano tutto per ritrovarsi. Ma il passato e i segreti li raggiungono, anche dall'altra parte del mondo.
Verrebbe proprio voglia d'incontrare i veri protagonisti di questa fratellanza mistery per capire come fu possibile sopravvivere da ragazzini, 5 e 7 anni, in una foresta (nel 1947), abbandonati dalla madre e convinti di aver commesso un omicidio. Questa ricostruzione nella vita adulta è insieme avventurosa, un po' illustrata, efficace grazie al duo Attal/Kassovitz che ci riporta in misura esatta al [...] Vai alla recensione »
Lo si potrebbe leggere come il trionfo della natura, la forza dei legami di sangue che salvano contro ogni evidenza, trovando clemenza nell'analogo selvaggio di un'ambiente soggiogato solo alle sue leggi. La storia di Patrice e Michel è di quelle per cui dici immediatamente: ci faranno un film. E difatti. 1948, Francia. Due fratellini di 5 e 7 anni, abbandonati al loro destino da una madre snaturata, [...] Vai alla recensione »
Frères (titolo originale del film) vuol dire fratelli. Patrice e Michel sono due fratelli di sette e cinque anni, molto somiglianti, dalla pelle ambrata, riccioli castani chiaro, corpicini magri e scattanti. Sembrano quasi due gemelli se non fosse per la statura, uno dei due è un poco più grande dell'altro. Sono stati lasciati dalla madre in una bella casa in campagna di proprietà di una coppia di [...] Vai alla recensione »
Due fratelli. Un legame che attraversa il tempo dal 1948 fino ai giorni nostri. Michel (5 anni) e Patrice (7 anni) scappano nel bosco in fuga da una madre assente e da una umanità desolante. Il senso di colpa li trattiene fuori dalla civiltà per 7 anni, sopravvivendo alle insidie della natura. Michel è più razionale, costruisce un rifugio. Patrice è più istintuale, coraggioso, e si prende cura del [...] Vai alla recensione »
Ci sono traumi dell'infanzia che non ti abbandonano più e quando risorgono chiedono il conto. Patrice e Michel sono due fratellini abbandonati da una madre anaffettiva dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Convinti di aver commesso un omicidio, scappano per paura nella foresta, dove rimangono per sette lunghi anni, dimenticati da tutti. Tempo dopo Patrice fugge in Canada: Michel, che nel frattempo [...] Vai alla recensione »