Tramite il racconto di una comunità il film di Marco Bergonzi e Michael Petrolini affronta temi di grande attualità, come la libertà di opinione, di espressione e di azione. Il 7 novembre in anteprima mondiale al Festival dei Popoli.
Honeydew è una località tra le colline della California, uno degli ultimi luoghi a conservare tracce del sogno post-hippy che in tanti hanno inseguito a partire dagli anni '70. Persone che si sono allontanate da una società in cui non si riconoscevano per incontrarsi in questa zona in mezzo ai boschi dove sperimentare un'altro modo di stare al mondo. In molti hanno iniziato a coltivare marijuana per auto-consumo e per integrare le finanze precarie. Con il tempo, quella che era un'attività di nicchia si è convertita nel principale motore economico della zona. La legalizzazione promette ricchezza e attira la speculazione, ma per i piccoli produttori si converte in un incubo burocratico.
Abbiamo avuto l'opportunità di osservare la scomparsa di un microcosmo che riflette la società contemporanea: Honeydew ha rappresentato l'ultimo baluardo dei valori di libertà e autodeterminazione di un’epoca in cui era possibile affermare sé stessi senza compromessi.
Honeydew - di cui vediamo una clip in esclusiva su MYmovies - avrà la sua prima mondiale al Festival dei Popoli. Il film è stato girato nell'omonima località della California, dove i registi Marco Bergonzi e Michael Petrolini hanno seguito da vicino le storie di alcune persone che a partire dagli anni Settanta hanno realizzato il sogno di vivere libere da ogni costrizione, coltivando cannabis, fino a quando nel 2016 l'uso ricreativo della marijuana è stato legalizzato.
Da quel momento nuove regole favoriscono imprenditori avidi di business a discapito dei coltivatori storici, che così testimoniano la messa in atto su scala locale di un sistema palesemente fallimentare, ma imposto ovunque: quello capitalistico.