Titolo internazionale | Robot Dreams |
Anno | 2023 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Spagna, Francia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Pablo Berger |
Uscita | giovedì 4 aprile 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,36 su 21 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 30 marzo 2024
Tratto dalla graphic novel omonima di Sara Varon, Robot Dreams segna l'esordio nel lungometraggio d'animazione di Pablo Berger. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, ha vinto un premio ai European Film Awards, 4 candidature e vinto 2 Goya, In Italia al Box Office Il mio Amico Robot ha incassato 126 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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New York, anni 80, settembre. Dog, cane antropomorfo, vive un'esistenza solitaria, fatta di televisione e cibi preconfezionati. Durante una serata malinconica, consulta dei modelli di robot da acquistare e ne ordina uno per corrispondenza. Quando Robot gli viene recapitato a domicilio, nasce un'intensa amicizia tra questi e Dog: i due girano Manhattan in lungo e in largo, condividendo esperienze inebrianti. Dopo una giornata trascorsa in spiaggia Robot si blocca e non riesce più a rialzarsi: Dog cerca una soluzione, ma al suo ritorno trova lo stabilimento chiuso fino alla stagione successiva. Costretti a rimanere separati l'uno dall'altro per molti mesi, Dog e Robot finiranno per trovare soluzioni alternative alla rispettiva solitudine.
Lo spagnolo Pablo Berger, già autore dell'audace Blancanieves, si cimenta nella trasposizione animata della graphic novel omonima di Sara Varon, dando vita a un film interessante, del tutto peculiare rispetto al panorama del cinema di animazione internazionale.
Il mio amico robot infatti non cerca la perfezione verista del digitale né si accosta all'animazione contemporanea. Quella di Berger è un'operazione dichiaratamente vintage e nostalgica, tanto nel tratto adottato - semplice, colorato, privo di ombreggiature e tridimensionalità, dalle parti di Tintin - che nei contenuti, calati nell'epoca aurea della Grande Mela di inizio anni Ottanta, al termine della creatività inesauribile dei '70 e appena prima del reaganismo. Nello sguardo che Berger pone sul mondo e sui suoi "simili" - altri animali bipedi ma umanizzati in ogni aspetto, alla maniera di quanto avviene in Bojack Horseman - non c'è traccia dell'ottimismo del Candido di Voltaire. Questa "umanità" è prigioniera dei consueti vizi di avidità e menefreghismo, proprio come quella che conosciamo al di fuori dell'allegoria. Nonostante ciò, Dog cerca e spera in un domani migliore e la coppia che forma con Robot, una bromance tenera e platonica, sembra estrarre il lato migliore di New York, un immenso potenziale sociale e creativo nascosto sotto la coltre di stress e arrivismo. Non è un caso che la colonna sonora del sodalizio dei due sia un brano nostalgico come "September" di Earth, Wind & Fire, ricordo di una stagione memorabile e invito alla sua rievocazione attraverso il ballo e il movimento del corpo. Nella sua seconda metà Il mio amico robot rivela così la sua natura più autentica, quella di un film sull'elaborazione di una separazione più che sull'amicizia, sul rimpianto più che sulle opportunità. Il distacco forzato tra Dog e Robot eleva il livello della sceneggiatura, restituendo lo smarrimento di due singolarità, convinte di aver trovato l'anima gemella e poi improvvisamente costrette a perderla e a rispettare le imperscrutabili leggi del destino, arbitro beffardo e inflessibile, ma mai reversibile. Divertente e istruttivo, nostalgico ma adatto anche alle nuove generazioni o a un pubblico inconsapevole dei molti riferimenti, Il mio amico robot sembra ideale per rivolgersi a un target più ampio e garantire maggiore notorietà al nome di Berger, dentro e fuori il cinema di animazione.
Il Mio Amico Robot è tra i lungometraggi animati più belli, innovativi e audaci degli ultimi anni, capace di fari portatore di problematiche e tematiche complesse, rendendole però accessibili sia al pubblico più giovane che a quello adulto. Il Mio Amico Robot è uno di quei film d'animazione completamente diversi dalla norma, per certi versi anche distanti dalla [...] Vai alla recensione »
New York, anni Ottanta. Le Torri Gemelle (il tempo che passa, che è passato su di noi) ancora fanno ombra su un quotidiano inconoscibile. Un cane è solo o, meglio, sente di essere solo. Gioca disperatamente con dei videogiochi che ci appaiono fuori tempo e fuori luogo. La tv, sua unica compagna, attraverso una pubblicità gli suggerisce un amico virtuale.
Manhattan anni Ottanta. II cane Dog - si chiama cosi - cammina eretto, abita da solo, si sente solo. Alla tv vede la pubblicità di un robot da compagnia. Lo ordina, lo assembla. Dog e Robot diventano amici inseparabili. Vanno a Central Park. Vanno al mare, Coney Island. Gran divertimento in acqua. Ma l'acqua danneggia Robot. Non si muove più, e Dog non riesce a riportarlo a casa, pesa troppo.
Elegia della solitudine, dell'amicizia e dello struggimento della perdita, orchestrata da una splendida animazione muta e popolata da animali antropomorfi di ogni razza che abitano la New York degli anni Ottanta. Un cane mite e timido trova in un robot il compagno ideale, ma la vita li separa e il film dello spagnolo Berger segue i loro mesti destini paralleli.
E' il titolo della settimana. Sicuro, un film d'animazione. Perché resistete? Certi attori disegnati sono tanto più espressivi degli attori veri, basta rivedere la meravigliosa sequenza in cui il ratto di "Ratatouille", chiuso in un barattolo di vetro, implora pietà dal cuoco Linguini. "Dog" - il cane protagonista, sta scritto anche sul citofono - vive nella Manhattan anni 80 (quella di Tama Janowitz [...] Vai alla recensione »
Vi è piaciuto Il ragazzo e l'airone del maestro Hayao Miyazaki, premio Oscar quale migliore animazione e record di incassi sia negli Usa che in Italia? Vi siete fatti trascinare dai pargoli a vedere Kung Fu Panda 4, con il plantigrado marziale Po vociato da Fabio Volo? Bene, ma c'è di meglio: Il mio amico robot, debutto nell 'animazione del regista spagnolo Pablo Berger, già meritevole nel live action [...] Vai alla recensione »
È un canto che s'innalza per placare la frenesia del vivere in una metropoli - soli benché nella folla - a dar vita al film d'animazione di Pablo Berger che è stato tra i candidati alla recente edizione degli Oscar (vinto, invece, da Miyazaki). Cruciale il brano «September» degli Earth Wind & Fire, che ciclicamente si ripropone a suggellare quella danza dell'amicizia che avvicina e allontana i protagonisti [...] Vai alla recensione »
Primo film d'animazione per il regista spagnolo Pablo Berger, Il mio amico robot era uno dei candidati agli Oscar di quest'anno (premio vinto poi meritatamente da Il ragazzo e l'airone di Miyazaki Hayao). Ed è sicuramente una novità stilistica nel panorama animato della cinematografia europea. Esso riprende non solo l'idea ma anche la linea pulita e lo stile volutamente un po' naïf, un po' acerbo e [...] Vai alla recensione »
New York, anni '80. In una città abitata da animali antropomorfi, Dog il cane si strugge nella solitudine: mangia maccheroni al formaggio su vassoi mono-porzione scaldati al microonde davanti alla tv, sognando una compagnia. La trova in un robot (molto simile al "Bender" di "Futurama") comprato per posta e assemblato con la speranza di non essere più solo.
New York, anni Settanta. Dog vive a Manhattan e stanco della solitudine si costruisce un robot che diventa il suo miglior amico. Ma quando Robot dopo una giornata al mare finisce in avaria, Dog è costretto ad abbandonarlo sulla spiaggia e attendere la successiva stagione balneare. Riusciranno i due a ritrovarsi? Tratto dalla graphic novel omonima di Sara Varon, diretto da Pablo Berger al suo esordio [...] Vai alla recensione »
Alcune volte il cinema, quando parla del passato, si proietta nel futuro. Nel cartone animato Il mio amico robot di Pablo Berger siamo a New York negli anni Ottanta. In un mondo di animali, il protagonista è un cane che soffre di solitudine. Ordina da una televendita un robot, che diventa il suo migliore amico. Dopo una giornata al mare, i due si perdono di vista.
Dog è un cane antropomorfo che ordina per corrispondenza un robot. Questi diventa il suo migliore amico finché un evento improvviso li separerà. E su questo tasto batte l'intero film, centrato sull'elaborazione della separazione più che sulla coltivazione di un'amicizia. Disegni ben fatti, trama che a tratti commuove, sceneggiatura convincente. Cannes difficilmente esporta titoli dubbi.
La semplicità del tratto grafico e la vivacità del colore potrebbero farlo credere un film per bambini. Al contrario, Il mio amico robot parla agli adulti quanto ai piccoli, pieno com'è di riferimenti cinematografici e musicali che è bello riconoscere ma, al tempo stesso, semplice e commovente. Il cane Dog, che vive in una Manhattan stile anni Ottanta (aleggia la canzone September degli Earth, Wind [...] Vai alla recensione »
Sì, l'Oscar l'ha vinto Hayao Miyazaki con Il ragazzo e l'airone, ma vuoi mettere? Quarto lungometraggio e primo d'animazione del sessantenne spagnolo Pablo Berger, Il mio amico robot, in originale Robot Dreams, è un capolavoro. O ci si avvicina molto. Debbo usare, per poco, la prima persona. Avendolo perso a Cannes 2023, dove passò in Special Screenings, rientrato in Italia chiesi e ottenni da un'amica [...] Vai alla recensione »
In Il mio amico Robot l'animazione a linea chiara di Pablo Berger e del suo team di animatori (tutti di livello altissimo, dal José Luis Ágreda di Buñuel - Nel labirinto delle tartarughe a Benoît Féroumont, già collaboratore di Sylvain Chomet e Tomm Moore) funziona da macchina del tempo. Con i suoi colori tenui e la sua dolce consistenza, il film porta nella New York anni 80 (forse il 1986, anno del [...] Vai alla recensione »
Il soggetto scelto da Pablo Berger nel suo Il mio amico robot (Robot Dreams) è capace di parlare a tutti in maniera universale: ci troviamo in una New York rappresentata in modo realistico, con l'unica differenza che la popolazione è composta da animali e robot. Non stiamo parlando di un doppio piano tra umani e animali antropomorfizzati, ma della trasfigurazione dei tratti caratteriali e fisici umani [...] Vai alla recensione »
Adattamento dell'omonimo fumetto di Sara Varon, il film di Pablo Berger è probabilmente una delle sorprese del cinema d'animazione dello scorso anno. Riflessione sulla solitudine e l'amicizia ambientata in una Manhattan dei primi anni 80. ricreata con attenzione ai dettagli più significativi (le torri gemelle), Robot Dreams è la parabola di un'educazione sentimentale che si fa soprattutto attraverso [...] Vai alla recensione »
Nel Fuori concorso del 41° Torino Film Festival ha trovato posto questa piccola opera di animazione dello spagnolo Pablo Berger, con all'attivo una non copiosa ma già consolidata filmografia, invece esordiente nell'animazione che sperimenta per la prima volta con questo film. Robot Dreams è un prodotto destinato indubbiamente al pubblico dell'infanzia e della prima adolescenza per i sentimenti che [...] Vai alla recensione »
Regista e sceneggiatore che flirta con soggetti indubbiamente singolari, dopo essersi fatto notare con Torremolinos 73 e soprattutto col poco conciliante Blancanieves, versione muta e non disneyana della favola dei fratelli Grimm, Pablo Berger si confronta senza timori con l'animazione: tratto dall'omonimo graphic novel di Sara Varon, Robot Dreams potrebbe quasi sembrare una sorta di spin-off romantico [...] Vai alla recensione »
Cane (perché è un cane) conduce una vita solitaria nel suo piccolo appartamento a New York. Decide così di comprare un robot, per avere finalmente un amico con cui potere fare tante cose divertenti. Come andare al mare, ma proprio durante la loro gita a Coney Island Robot si guasterà e resterà bloccato sulla spiaggia. E a quel punto inzierà a sognare.
Gli androidi sognano pecore elettriche, i robot sognano cani con la faccia di Buster Keaton. Altro che intelligenze artificiali: il primo film d'animazione dello spagnolo Pablo Berger (Blancanieves, Abracadabra), presentato fuori concorso a Cannes, è una malinconica storia d'amicizia che più umana non si può, anche se a viverla sono un robot, appunto, e un cane.