Un'opera intelligente che cerca una strada diversa, non scontata, facendo passare in secondo piano il puro cinema di cronaca. In anteprima alla Festa del Cinema di Roma e da lunedì 23 ottobre al cinema.
di Simone Emiliani
Dopo un lungo processo e 22 mesi di prigione, Veronica torna in libertà; è stata infatti scagionata dall’accusa di aver ucciso la madre e il suo amante. La ragazza cerca di tornare a vivere una vita normale ma quello che le è successo a ha lasciato dei segni che non si possono cancellare. Holiday ricostruisce la cronaca di un massacro alternando il passato e il presente il prima e il dopo. Ma i fatti diventano rilevanti solo nella parte processuale, per il resto invece il film evita la ricostruzione visiva dell’omicidio.
Non ha importanza se Holiday è ispirato a un fatto realmente avvenuto oppure no. È solo uno dei possibili punti di partenza di un film a cui invece interessa mettere a fuoco le conseguenze nella vita di Veronica e della sua amica Giada: un coinvolgente impeto nel mostrare desideri, turbamenti, apatie e la voglia impossibile di fermare quel tempo, restare ‘forever young’ proprio come nel cinema di Luca Guadagnino, tra i produttori del film.
Anche se a volte può rischiare d’incartarsi, il film conferma non solo la maturazione di Gabbriellini regista ma dimostra anche che il suo cinema, anche rischiando, cerca strade diverse e non scontate.