A passo d'uomo |
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Un film di Denis Imbert.
Con Jean Dujardin, Joséphine Japy, Izïa Higelin, Anny Duperey.
continua»
Titolo originale Sur les Chemins Noirs.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 95 min.
- Francia 2023.
- Wanted
uscita giovedì 19 ottobre 2023.
MYMONETRO
A passo d'uomo
valutazione media:
3,06
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Partire è un po' guarire
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Per riprendersi da un incidente deva stante, uno scrittore decide di ignorare i medici e attraversare l'intera Francia a piedi, dalla Provenza alla Normandia. Saranno 1300 chilometri di bellezza, pericoli, incontri casuali, fatica estrema. E ininterrotto dialogo interiore. Chi conosce il libro da cui nasce il film, "Sentieri neri" di Sylvain Tesson (Sellerio), sa che oltre al confronto con i paesaggi, tendenti come in ogni vero viaggio a diventare tutt'uno con il viaggiatore, il percorso si nutre anche dei libri citati dall'autore. Nella versione cinematografica resta una frase isolata di Thoreau, offerta dal protagonista a un giovane P. cui condivide per caso alcuni giorni di cammino. Dono tanto più importante che il ragazzo sembra andar fiero della propria ignoranza, o meglio ignora i meccanismi di esclusione sociale che lo con dannano a detestare ogni forma di sapere. Questo confronto fra l'Adulto e il Giovane è anche uno dei non pochi bei momenti di un film affascinante quanto discontinuo, sospeso fra opposte tentazioni. Da un lato il rigore, la solitudine, il silenzio, anche se è un silenzio "abitato" da una voce narrante, convenzione antiquata ma accettabile («Molti sognano di passare alla Storia. Ma c'è chi preferisce sparire nella Geografia»). Dall'altro l'esigenza di chiari re, arredare, abbozzare un personaggio e una piscologia. Ed ecco flashback e spiegazioni in flashback e spie eccesso, ecco altri personaggi, soprattutto femminili, deboli e convenzionali. Peccato perché nella parte con sacrata al viaggio, prevalente, il film, do minato da un Jean Dujardin di asciuttezza minerale, oltre a essere un'ottima introduzione al lavoro di Tesson, scolpisce di versi momenti memorabili. Su tutti l'incontro con quel monaco sensibile, come lo scrittore, «all'esperienza spirituale del la pietra viva». Chi può recuperi il magnifico "La pantera delle nevi", docu tibetano con lo stesso Tesson e il fotografo naturalista Vincent Munier, un gioiello passato in sala come una meteora, un milione di spettatori in Francia, vale largamente la visione.
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