Leonora Addio

Gianni Canova

Ci voleva l'intelligenza di un Maestro ultranovantenne come Paolo Taviani per portare sugli schermi un film che - finalmente - non assomiglia a nessun altro film visto in precedenza. Un film arcano e misterioso, buffo e solenne, bizzarro e sfuggente. Un film - soprattutto - tramato di assenze, di morti, di vuoti, di salme, di addii. Tre anni dopo la morte dell'inseparabile fratello Vittorio (a cui Leonora addio è quasi fatalmente dedicato) Paolo Taviani rimette occhi e testa su Pirandello (da cui i Taviani avevano già tratto due film, Kaos e Tu ridi), ma questa volta lo fa con un approccio e uno sguardo sorprendentemente sperimentali, volutamente caotici e dissoluti, con la libertà e perfino la spudoratezza che solo un giovane incosciente o un vecchio saggio possono permettersi. [...]

di Gianni Canova, articolo completo (5378 caratteri spazi inclusi) su We Love Cinema 22 febbraio 2022