enzo70
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giovedì 20 ottobre 2022
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la forza di un uomo
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Il libro di Veronesi mi aveva colpito moltissimo. Con uno stile narrativo forte, inusuale ed asciutto emergeva la storia di un uomo, Marco, in grado di resistere ai tanti colpi della vita. Non basta essere benestanti, belli e affermati sul lavoro; perché durante la nostra esistenza il dolore è sempre dietro l’angolo e serve avere la forza del Colibrì che batte le ali velocissime per rimanere sempre allo stesso posto. E poi il racconto di quella telefonata…. Francesca Archibugi riesce nel più ingrato compito per un regista: rendere al meglio un libro importante sul grande schermo. Lo fa bene, benissimo con il solito Pierfrancesco Favino che dimostra per l’ennesima volta di essere un grandissimo e versatile interprete e con un cast importante.
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Il libro di Veronesi mi aveva colpito moltissimo. Con uno stile narrativo forte, inusuale ed asciutto emergeva la storia di un uomo, Marco, in grado di resistere ai tanti colpi della vita. Non basta essere benestanti, belli e affermati sul lavoro; perché durante la nostra esistenza il dolore è sempre dietro l’angolo e serve avere la forza del Colibrì che batte le ali velocissime per rimanere sempre allo stesso posto. E poi il racconto di quella telefonata…. Francesca Archibugi riesce nel più ingrato compito per un regista: rendere al meglio un libro importante sul grande schermo. Lo fa bene, benissimo con il solito Pierfrancesco Favino che dimostra per l’ennesima volta di essere un grandissimo e versatile interprete e con un cast importante. Nanni Moretti, il ruolo dello psicoterapeuta sembra immaginato da Veronesi per essere interpretato anni dopo da lui, Laura Morante, Kasia Suuniak tra gli altri. Un film duro che dimostra la capacità dell’uomo di trovare nel dolore la coerenza e la forza per andare avanti. Al termine della proiezione un piccolo applauso. Nota dolente, in questo periodo film molti belli nelle sale cinematografiche ma gli spettatori sono un ricordo del passato. Ai tanti che durante la pandemia lamentavano la mancanza del cinema come quella dell’ossigeno un solo invito: fate qualche post in meno e andate al cinema qualche volta in più.
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alessandro
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giovedì 20 ottobre 2022
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dramma e problemi di marco...
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Viene riavvolta la vita del protagonista Marco Carrera, il colibrì, dall'infanzia alla vecchiaia tra amori giovanili, liti familiari, drammi e qualche breve periodo di tranquillità. Ritorna alla recitazione Nanni Moretti,nei panni dello psicoterapeuta della problematica moglie del colibrì, e lo fa alla grande, rappresentando una delle pochissime note positive di un film grigio e cupo. Non è proprio da una stella, ma nemmeno da due. Alcuni episodi drammatici, per un film già di per sè drammatico, potevano essere tagliati.
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giovedì 20 ottobre 2022
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il colibrì
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Non mi trovo d'accordo. Mi sembra che la regista sia stata bravissima a scavare nell'animo e nei sentimenti dei personaggi dove il destino, l'imprevidibilità della vita portano a fare scelte non sempre coerenti e volute dalle persone. Sicuramente un primo tempo più emozionante e meno scontato.
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temat825
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giovedì 20 ottobre 2022
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esorcismi di quartiere
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Condivido l'analisi di Marco Giusti, ennesimo esorcismo di buona parte (mancano tossicodipendenza e devianze) dei terrori del pubblico del quadrante Prati-Pinciano-Salario-Parioli-Nomentano, l'unico mondo che il cinema italiano conosce e che poi andrà a costituire la quota prevalente del box office.
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stefano73
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mercoledì 19 ottobre 2022
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favino bravo ma troppi drammi famigliari
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Anche se apprezzo la bravura di Pierfrancesco Favino si tratta dell'ennesima delusione. Non è la prima volta che vedo un film di Francesca Archibugi e nelle buone intenzioni mi sembra che spesso si perda in toni troppo accesi, forti e discutibili. Film triste e cosparso di complessità psicologiche e drammi famigliari. Anche se la bravura degli attori è robusta la trama è improbabile e deprimente. Voto:5
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stefano73
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mercoledì 19 ottobre 2022
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favino bravo ma troppi drammi famigliari
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Anche se apprezzo la bravura di Pierfrancesco Favino si tratta dell'ennesima delusione. Non è la prima volta che vedo un film di Francesca Archibugi e nelle buone intenzioni mi sembra che spesso si perda in toni troppo accesi, forti e discutibili. Film triste e cosparso di complessità psicologiche e drammi famigliari. Anche se la bravura degli attori è robusta la trama è improbabile e deprimente. Voto:5
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mercoledì 19 ottobre 2022
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per nulla d'accordo
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Mi permetta dal dissentire sull'interpretazione che ha dato vita a questa recensione (tra l'altro scritta molto bene). Trovo che i salti temporali del film siano molto più dolci di quelli netti e divisi in capitoli del libro. È più facile entrare in empatia con Favino e Smutiniak che con i personaggi di Veronesi. Forzature non ne vedo e trovo che la presenza di Nanni Moretti dia al film quel quid in più.
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plebe gianfranc o
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domenica 16 ottobre 2022
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stupendo
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Film stupendo sotto tutti i punti di vista
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paolo
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domenica 16 ottobre 2022
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mi è piaciuto tantissimo
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Un capolavoro. L'intreccio di vite sempre costellate da un senso di poesia con personaggi forti e intensi. Un film che spero possa essere visto all'estero. Bellissima la storicità del film con continui cambiamenti tra passato e presente.Favino è l'attore italiano che più di altri può portare il cinema italiano finalmente ad un livello che merita. Un film favolosoo
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simonetta natalucci
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domenica 16 ottobre 2022
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film triste nostalgico diseducativo privo di valor
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Ieri pomeriggio ho visto il film "Il Colibri" e dico che non mi é piaciuto affatto...oltre la triste e melanconica storia dei passati anni 70'...che ormai sono passati , vissuti e sepolti ed hanno segnato un passo tra la radical chic, mentre l'Italia dei lavoratori viveva la crescita e lo sviluppo degli anni del dopoguerra... i figli dei lavoratori quelli veri, delle fabbriche non potevano permettersi lunghe vacanze al mare, in luoghi d'elite,mentre i figli di quelle famiglie benestanti che invece erano liberi di avere e sognare tutto quello che desideravano... ma anche purtroppo di star male perche' le situazioni inverosimili di indifferenza, di non curanza e di disprezzo dei valori sacrosanti della vita conducevano a scelte estreme da parte di alcuni/e.
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Ieri pomeriggio ho visto il film "Il Colibri" e dico che non mi é piaciuto affatto...oltre la triste e melanconica storia dei passati anni 70'...che ormai sono passati , vissuti e sepolti ed hanno segnato un passo tra la radical chic, mentre l'Italia dei lavoratori viveva la crescita e lo sviluppo degli anni del dopoguerra... i figli dei lavoratori quelli veri, delle fabbriche non potevano permettersi lunghe vacanze al mare, in luoghi d'elite,mentre i figli di quelle famiglie benestanti che invece erano liberi di avere e sognare tutto quello che desideravano... ma anche purtroppo di star male perche' le situazioni inverosimili di indifferenza, di non curanza e di disprezzo dei valori sacrosanti della vita conducevano a scelte estreme da parte di alcuni/e...nel caso del film della giovane ventenne in cui non riusciva a trovare un posto nella famiglia di genitori distratti.
Trovo che anche il personaggio principale, quello interpretato da Favino, non sia riuscito, non per colpa di Favino, a causa di quella infanzia ed adolescenza priva di amore e valori trasmessi dai genitori, a fare scelte di vita e di condivisione con donne sbagliate che lo hanno solo disprezzato.
Le disgrazie nelle famiglie fanno parte della vita...ognuno poi cerca la consolazione dove meglio si sente al sicuro....forse la fede potrebbe essere una ancora di salvezza mai nominata né dall'autore nè dal regista...ma ovviamente non si puo' pretendere da chi conserva in saloto le ceneri di una sorella deceduta ed inviti i familiari a vedere un film della madre deceduta possa essere credente...per quanto riguarda anche l'eutanasia ritengo sia un modo di sfilarsela prima prima che tutto precipiti...al di là della fede...le persone normali e non ricche non possono permettersi questa pratica onerosa ed illegale in Italia...mi dispiace non credo che sia questo il messaggio che serva adesso all?Italia e ai ragazzi che sono il nostro futuro. D.ssa Simonetta Natalucci
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