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Raffaele Meale
Quinlan
Allo scorso Torino Film Festival Clorindo Testa, la nuova creatura cinematografica partorita dall'argentino Mariano Llinás, ha ricevuto gli applausi del pubblico e uno dei premi principali nella sezione dedicata ai documentari in cui era stato selezionato. Una scelta meritoria, e che va perfino oltre alle mere qualità del film di Llinás, vorticoso e affabulatorio come la totalità delle sue regie: nello scegliere questo bizzarro omaggio che a un certo punto non si capisce neanche più bene verso chi sia diretto - ed è parte integrante del senso dell'opera, come si vedrà più avanti - la giuria ha anche posto (forse involontariamente, ma non è in fin dei conti un dettaglio così rilevante) un interrogativo a chiunque si occupi di cinema per ciò che concerne il senso che si vuole attribuire oramai al concetto di documentario. [...]
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