Blonde |
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Un film di Andrew Dominik.
Con Ana de Armas, Julianne Nicholson, Bobby Cannavale, Adrien Brody.
continua»
Biografico,
durata 165 min.
- USA 2022.
MYMONETRO
Blonde
valutazione media:
2,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film intimamente sgradevole, e bellissimodi Giuseppe Marino - slowfilmFeedback: 11234 | altri commenti e recensioni di Giuseppe Marino - slowfilm |
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domenica 8 gennaio 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Blonde di Andrew Dominik è un’opera brutale con al centro Marilyn Monroe, ma non un film su di lei, un film intimamente sgradevole, e un film bellissimo. Blonde è uno sguardo nichilista non solo sugli anni ’50 americani, ma sulla perversione del pubblico di ogni tempo, ed è principalmente questo che a gran parte del pubblico non va giù. La creazione di Marilyn è del tutto estranea alla volontà di Norma Jeane, non è Marilyn a creare il desiderio maschile, sono il desiderio e la violenza a creare lo specchio in cui esaltarsi. La colpa di Dominik è quella di aver svelato di cosa è fatta un’icona, dal desiderio esclusivamente egoistico di chi la costruisce: non c’è nessuna donazione, ma continua sopraffazione.
Dominik fa un cinema aggressivo, riporta l’impossibilità della protagonista di definire sé stessa riservando lo stesso trattamento allo spettatore, cambiando le luci, i formati dell’immagine, sconvolgendo le espressioni dei volti, rendendo il visibile qualcosa di diverso da quello che viene raccontato. Come in Mulholland Drive, la rappresentazione dello star system e l’ambizione di farne parte sono solo l’evidenza più immediata di uno smarrimento molto più ampio, intimo quanto comune a ciascuno, perché nato da pressioni che l’individuo, parte di un incubo condiviso, subisce e genera.
Contribuiscono, non poco, alla sostanza straniante del film le musiche di Nick Cave e Warren Ellis. Dominik è stato il regista dei due film di Cave One More Time with Feeling e This Much I Know to Be True, che sono a loro volta, assieme agli album da cui nascono, qualcosa di quasi ingestibile, un connubio fra dolore e arte che non ha niente di pudìco. Come la regia di Dominik ha dato immagine e movimento all’opera di Cave, le sonorità di diretta derivazione dall’album Ghosteen pervadono ogni scena di Blonde, contribuendo in maniera fondamentale a trasportare tutto in una dimensione impersonale, dove l’unico scopo dell’individuo sembra sia realizzare la propria negazione.
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