Dall'omonimo romanzo premio Pulitzer di Colson Whitehead, una straordinaria traversata nell'anima nera dell'America. Dal 14 maggio su Prime video.
di Andrea Fornasiero
Cora e Caesar sono schiavi presso la piantagione di James Randall, in Georgia, ma la proprietà passa presto al più spietato fratello Terrence, che obbliga gli schiavi ad assistere alla cruenta esecuzione di un fuggitivo. Questo convince Cora, figlia di Mabel che era riuscita a fuggire, ad accompagnare Caesar nella fuga verso la Ferrovia Sotterranea. Il treno li porterà in Carolina del Sud, uno Stato dove il progressismo la fa da padrone, ma sotto la patina di civiltà emergono presto orrori da cui fuggire, in un'odissea che porterà Cora a spostarsi sempre più verso Nord.
Dal premiatissimo omonimo romanzo di Colson Whitehead, Barry Jenkins dirige interamente una miniserie capolavoro di impressionante intensità. Una traversata nell'anima nera dell'America.
Il regista aveva ottenuto i diritti per adattare "La ferrovia sotterranea" già nel 2016, con la produzione della Plan B di Brad Pitt, e nel 2018 aveva ricevuto il pieno sostegno di Amazon, ma il progetto è così titanico che solo ora ha potuto vedere la luce. Si è trattato del resto di ricostruire diversi scenari: la piantagione in Georgia; l'avveniristica cittadina del South Carolina con tanto di grattacielo; il villaggio in legno del North Carolina; la terra desolata del Tennessee, con l'oasi della tenuta dei Ridgeway; e la bucolica comunità dell'Indiana. Ognuna di queste tappe è quasi un film a se stante, come del resto erano ben divisi anche i capitoli del libro. L'esistenza di una letterale Ferrovia Sotterranea – che storicamente era il nome di una rete clandestina di supporto alla fuga degli schiavi dal Sud degli States – è l'elemento di realismo magico che rende “possibile” la coesistenza di queste situazioni così diverse.
Questi approcci alla schiavitù e alla “razza” nera, per quanto divergenti, hanno tutti una base storica, dagli esperimenti sulla sifilide con cavie afroamericane all'eugenetica degli anni 30 del Novecento, fino alla storia della schiava Harriet Jacobs, che si nascose per anni in un attico dove non poteva nemmeno alzarsi in piedi, e ai discorsi abolizionisti dell'ex schiavo Frederick Douglass.
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