
Un insegnante tedesco cerca di favorire l'integrazione dei suoi studenti stranieri. Gran Premio della Giuria alla Berlinale.
di Giancarlo Zappoli
Bachmann è un insegnante prossimo alla pensione in una città industriale di provincia della Germania. La sua classe è formata da alunni di diverse provenienze nazionali e linguistiche e i suoi metodi di insegnamento sono mirati a favorirne l'inserimento. In questo fluviale scorrere del tempo (vengono coperti più di due terzi di un anno scolastico) si avverte la totale confidenza che pervade il rapporto tra Maria Speth e Dieter Bachmann la quale però non è di ostacolo ad uno sguardo più ampio. Perché, pur tenendo al centro i suoi metodi e il suo rapporto con gli allievi, ci si apre anche al lavoro di altri suoi colleghi più giovani che mostrano la stessa convinzione nella necessità di raggiungere obiettivi comuni.
Di fronte a una classe formata da ragazzi e ragazze di origini bulgare, romene, marocchine, italiane e turche (solo per citarne alcune) con livelli di conoscenza della non facile lingua tedesca molto diversi (c'è chi in Germania ci è nato e chi ci è arrivato da pochi mesi) è indispensabile uscire dagli schemi tradizionali dell'insegnamento frontale.