thomas
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sabato 2 ottobre 2021
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pretenzioso
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Un tempo c'era James Bond, un ironico, donnaiolo, disincantato e superficiale agente segreto al servizio di sua Maestà britannica. Attorno a lui gravitavano svariati personaggi tratteggiati in maniera gustosa: M, Q, le immancabili Bond's girls, Moneypenny, tutti avevano la funzione di interagire simpaticamente col protagonista, creando un amalgama coerente con quella leggerezza che costituiva il tono di fondo dei vari film. E poi c'erano sparsi a piene mani tutti gli stereotipi del British style: la sottile ironia, il dissimulato stupore, il self control, l'attitudine ad utilizzare espressioni minimali per esprimere concetti relativi a questioni estremamente importanti. Tutto era ignobilmente falso, ovviamente, ma funzionava perché divertiva lo spettatore e non lo obbligava ad utilizzare più di tanto l'intelligenza nello svago della visione.
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Un tempo c'era James Bond, un ironico, donnaiolo, disincantato e superficiale agente segreto al servizio di sua Maestà britannica. Attorno a lui gravitavano svariati personaggi tratteggiati in maniera gustosa: M, Q, le immancabili Bond's girls, Moneypenny, tutti avevano la funzione di interagire simpaticamente col protagonista, creando un amalgama coerente con quella leggerezza che costituiva il tono di fondo dei vari film. E poi c'erano sparsi a piene mani tutti gli stereotipi del British style: la sottile ironia, il dissimulato stupore, il self control, l'attitudine ad utilizzare espressioni minimali per esprimere concetti relativi a questioni estremamente importanti. Tutto era ignobilmente falso, ovviamente, ma funzionava perché divertiva lo spettatore e non lo obbligava ad utilizzare più di tanto l'intelligenza nello svago della visione. Poi arrivò Sam Mendes che, da regista autoriale, conferì rilevante spessore psicologico al protagonista; Daniel Craig dal canto suo privilegiava il registro interpretativo dell'introversione e così, progressivamente, James Bond si trasformò da personaggio in persona. Anche i comprimari seguirono il suo processo evolutivo, sicchè da sostanziali macchiette diventarono un po' alla volta non dissimili da quegli anonimi lavoratori che, nella realtà, agiscono al servizio dell'intelligence. In "No time to die" il processo di maturazione di Bond giunge al suo termine e, dal prossimo film in poi, nulla sarà più come prima. Ma se 007 diventa "vero", ci si aspetterebbero storie capaci di raccontare la complessità del mondo odierno, la maggiore difficoltà di distinguere il bene dal male, la ragione dal torto, soprattutto la verità dalla menzogna; ci si aspetterebbero storie idonee ad assecondare la sempre maggiore capacità degli spettatori di valutare le questioni non più utilizzando le inadeguate categorie del bianco o del nero, bensì filtrando il tutto attraverso la vasta gamma di sfumature che i colori (e cioè la diversità culturale) oggi ci mettono a disposizione. Ma quest'ultimo capitolo della saga ci ripropone il trito armamentario della banalità: i soliti russi cattivissimi, il classico malvagio vendicativo che vuol distruggere il mondo, i buoni da un lato ed i cattivi dall'altro, il tutto tagliato con l'accetta e diluito in oltre due ore e mezza inframezzate da scene d'azione da videogames e dialoghi che proprio non riescono ad andare in profondità. In definitiva Bond diventa persona, ma le sue storie rimangono favole. E se almeno in "Skyfall" c'era stato il guizzo geniale dell'Ulysses di Tennyson letto da Judy Dench, in "No time to die" James Bond è costretto ad attraversare un'avventura che scorre via senza un vero acuto capace di rimanere nella mente, proprio come una nave destinata alla rottamazione che si dirige per l'ultima volta lentamente in porto
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[+] il lungo addio di un agente segreto
(di tom87)
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gustibus
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sabato 9 ottobre 2021
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un tramonto affascinante
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Per capire bene i 160 minuti di questo quinto Bond di D.Craig tutti dovrebbero vedere gli altri 4 film precedenti della serie.Lo script e la sceneggiatura erano talmente vaste che il regista Fukunaga poteva fare un racconto di 4 ore diviso in due parti.E'sicuro che questo "No time to Die"avra'un enorme successo nel mondo.Uscito con quasi 2 anni di ritardo per la pandemia ora ha pure la fortuna del 100% di capienza nelle sale cinematografiche.A fare i pignoli il racconto si riallaccia a "Spectre"il film precedente di James Bond...furbi!..Mallory...Q...M.Penny sono onnipresenti in questo quinto capitolo di Craig.Il loro ruolo e'marginale.Ce'Lea Seydoux l'ultima fiamma di Bond che qui avra'un ruolo molto importante e il villaine e'Ramy Malek non eccezionale a mio parere.
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Per capire bene i 160 minuti di questo quinto Bond di D.Craig tutti dovrebbero vedere gli altri 4 film precedenti della serie.Lo script e la sceneggiatura erano talmente vaste che il regista Fukunaga poteva fare un racconto di 4 ore diviso in due parti.E'sicuro che questo "No time to Die"avra'un enorme successo nel mondo.Uscito con quasi 2 anni di ritardo per la pandemia ora ha pure la fortuna del 100% di capienza nelle sale cinematografiche.A fare i pignoli il racconto si riallaccia a "Spectre"il film precedente di James Bond...furbi!..Mallory...Q...M.Penny sono onnipresenti in questo quinto capitolo di Craig.Il loro ruolo e'marginale.Ce'Lea Seydoux l'ultima fiamma di Bond che qui avra'un ruolo molto importante e il villaine e'Ramy Malek non eccezionale a mio parere.La scena aperta e'tutta per Bond che domina il film.Non il migliore,(Skyfall e'imbattibile!)ma con molte sorprese e un finale travolgente.La parte iniziale a Matera e'bellissima.Per il resto la visione di un 007 cosi'complesso va vista solo in poltrona al cinema.Da vedere senza rimpianti e fare troppo i pignoli.Connery e'stato un eccezionale Bond anni 60..questo il migliore nel 2021!
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loland10
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domenica 10 ottobre 2021
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fragore (in)fine...
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“(007)No Time to Die“(id., 2021) è il quarto lungometraggio del regista-sceneggiatore californiano Cary Fukunaga.
James Bond vive, raddoppia, si ripensa, ci ripensa, si salva, si mummifica e oniricamente si cuce addosso il vestito della quiescenza smoking-amente, dell’eterno umano.
Epilogo forviante, voluto e stoicamente immolante per un personaggio che beve drink a destra e sinistra e con le rughe con polveri e sangue si accomoda tra i mortali del passato che ritorna.
Una bambina sotto il ghiaccio che tende le mani, si salva solo in un modo, dopo anni esce fuori dall’acqua una donna-girl mentre si avvicina l’eroe creato da Ian Flemimg.
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“(007)No Time to Die“(id., 2021) è il quarto lungometraggio del regista-sceneggiatore californiano Cary Fukunaga.
James Bond vive, raddoppia, si ripensa, ci ripensa, si salva, si mummifica e oniricamente si cuce addosso il vestito della quiescenza smoking-amente, dell’eterno umano.
Epilogo forviante, voluto e stoicamente immolante per un personaggio che beve drink a destra e sinistra e con le rughe con polveri e sangue si accomoda tra i mortali del passato che ritorna.
Una bambina sotto il ghiaccio che tende le mani, si salva solo in un modo, dopo anni esce fuori dall’acqua una donna-girl mentre si avvicina l’eroe creato da Ian Flemimg.
Solita domanda: ‘Tutto a posto?’. Ci mancherebbe … tranne il passato.
Il corso degli eventi si snoda per oltre centosessanta minuti tra ricordi, parole, fughe e desideri nascosti e confessioni rimandate per un nome ricorrente che da ‘Spectre’ arriva in ogni posto fino all’isola ultima. Il posto di Safin dentro una base della Seconda Guerra Mondiale.
L’effetto ‘Squalo’ (1975) e ‘Poseidon’ (1972, remake 2006) con l’ansia del respiro sott’acqua, il bosco-scenografico di ‘ET’(1982), la caccia de ‘Il mondo perduto. J.P.’(1997) è evidente anche ai più sprovveduti. Infatti ad un certo punti la successione degli inseguimenti, le virtuose movenze sceniche e il gioco terra-aria sembra ricalcare in tutto e per tutto il ‘parco’ pieno di dinosauri con la caccia-grossa dell’uomo pieno di sè e il ‘tirannosauro-aereo’ che domina la ripresa. Poi quando Bond entra in auto con Madeleine e la bambina ....manca solo John Hammond (in regia) a tenere il ‘gioco’ miliardario per i discoli che pensano di scherzare senza farsi un graffio e avere un minimo di paura. Basta ‘non toccare niente’ ….’..vero piccola?
‘Ti racconto una storia.......il suo nome è James Bond’.
Epilogo e incipit diversi e uguali, contrastanti e simmetrici.
L’incipit, oramai consolidato (lungo e attraente) prima dei titoli di testa e l’immancabile ‘canzone’ sotto disegni, cartoon, figure digitali e forme sinuose, arriva di corsa e di fretta in una ‘Matera’ dolcissima e appetitosa, antica e forte dei sassi che furono, delle vie e scalinate di corse furibonde (tra un gregge e una santa processione). Un Bond che s’intaglia tra le mura e i visi del Sud (patrimonio unico). Luci e cieli ammantano le riprese con una fotografia ‘nitida’ e ‘scolorita’. Una tomba, uno scoppio e tutto ‘ricomincia’.
In un finale rabbuiato dove il contorno è una sparatoria continue, le folgori delle luci che si aprono a chiosa di un fuoco distruggente, annienta il mito o innesca la mitologia di attesa. I nove minuti quasi di reale attesa dal lancio dei missili. Il vice ministro approva, M da l’ordine ma è lo 007 in pensione (o quasi) a ordinare (e a dirci) che tutto sta per finire.
Il fragore biancastro e lucente dello schermo, il brindisi (immancabile) mesto con un bicchiere al centro (ancora a metà da sorseggiare), l’auto che sfreccia (in un meridione sfavillante) con la mamma che racconta alla figlia o meglio che inizia a raccontare ‘la storia di un uomo’. Ecco li finisce o inizia? E’ solo dejavu? O il virus ha colpito la sceneggiatura monca? Un baro destino per il venticinquesimo? Troppe domande come la vita di un Bond ansiogeno, stressato, contrastato. Si può pensare al trasferimento di modi e vezzi per un personaggio ‘alla James Bond’. Impensabile!?!? Il doppio 007 nella ultima ora può dire tutto e il suo contrario. D’altronde M appena vede il redivivo 007 (in pensione) dice ‘Pensavamo fissi morto’. (O no?).
Cast:
Daniel Craig(James Bond): ha impresso al ‘bondismo’ una svolta esistenziale e ha idealizzato il (suo-craig) marchio di fabbrica; Sean e Daniel lontani ma essenziali nella ‘licenza di uccidere’; lo sguardo dell’attore di Chester ha rigenerato il ‘Martini’ drink e reso tenebrosa l’esistenza (della bella vita); come sempre bravissimo, vale il biglietto; Rami Malek (Lyutsifer Safin): inespressivo trucemente nero, cattivone sagoma e viso che si ricorda; lo sguardo che ha pazientato una vita per la vendetta; Léa Seydoux (Madeleine Swann): sguardo ammiccante e dolcezza di mamma, si riparte da lei?; Lashana Lynch (Nomi): uno/a 007 cheforse (non) aspettavi, sguardo deciso e corpo bionico; Cristoph Waltz (Franz Oberhauser / Ernst Stavro Blofeld): attore di razza, recitazione di sostanza e postazione esatta; Ralph Fiennes (Gareth Mallory / M): difficile personaggio (nonostante tutto) ereditato con un corpo non certamente vigoroso, quasi flaccido e uno sguardo toracico; il Ralph ‘sornione’ e ‘deciso’; Bem Whishaw (Q): il detonatore degli inghippi ‘informatici’, il romantico ‘bondismo’ mai perdente che aspetta l’ospite (gradito); Naomie Harris (Eve Moneypenny): persuasiva e filtrante, quasi un braccio destro; Rory Kinnear (Bill Tanner): giusto piglio e salomonico; Jeffrey Wright (Felix Leiter): l’amico di ritorno per l’ultima rimpatriata non senza pericoli; Ana de Armas (Paloma): a Cuba un incontro non casuale, decisamente ‘scaccia-nemici’ e veloce.
Musiche di Hans Zimmer: risvegliano e corroborano millimetri-camente la pellicola; fotografia di Linus Sandgreen: folgorante ma incupita, polverosa, ocracea, grigia, titubante.
Regia: altalenante, pop-maniaca, rituale.
(Sceneggiatura e regia hanno avuto traversie e passaggio di mano, con cambi e rifiuti; ne è valsa la pena?).
Voto: *** (7-) -cinema meta.linfatico-
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(di icutino)
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stefano t.
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domenica 10 ottobre 2021
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la fine di un''era
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No Time To Die non è tanto la conclusione del ciclo di film della saga interpretati da Daniel Craig, quanto piuttosto la fine di James Bond quale agente 007. La fine di un'era.
Sì, perché in questo film James Bond muore inequivocabilmente, e a meno di future circonvoluzioni narrative che sarebbero senza dubbio un insulto all'intelligenza dello spettatore, vi potrà essere nuovamente sullo schermo un agente 007, ma non potrà più trattarsi di James Bond.
La produzione viene pertanto meno a un tacito obbligo con il fedele affezionato della saga: lasciare vivo e vegeto Bond alla fine del film.
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No Time To Die non è tanto la conclusione del ciclo di film della saga interpretati da Daniel Craig, quanto piuttosto la fine di James Bond quale agente 007. La fine di un'era.
Sì, perché in questo film James Bond muore inequivocabilmente, e a meno di future circonvoluzioni narrative che sarebbero senza dubbio un insulto all'intelligenza dello spettatore, vi potrà essere nuovamente sullo schermo un agente 007, ma non potrà più trattarsi di James Bond.
La produzione viene pertanto meno a un tacito obbligo con il fedele affezionato della saga: lasciare vivo e vegeto Bond alla fine del film. E di fatto il contratto tra le parti viene stracciato ipso facto.
E' da dubitare che l'uccisione della gallina dalle uova d'oro, benché ormai cinematograficamente sessantenne in quanto nata con il primo film del 1962, sia stata una idea avveduta da parte della produzione Broccoli & Co.
Il processo di smantellamento dell'agente segreto per antonomasia era comunque in corso sin dall'inizio dell'epoca Craig, e già dal principio si era rivelato voler andare ben oltre il sacrosanto adeguamento del personaggio al mutare dei tempi.
Lo stereotipato, scanzonato e affascinante playboy sessista, che usciva sempre incolume dalle situazioni più improbabili, ma ciò nondimeno amato da un pubblico che al cinema cerca evasione e intrattenimento e certamente non realismo, era infatti stato progressivamente trasformato in un individuo dall'interiorità sofferta e combattuta.
In No Time To Die questa metamorfosi giunge all'apice: Bond padre, Bond vulnerabile, Bond che muore.
No Time To Die distrugge sistematicamente tutti gli elementi della narrazione tipici della saga, dopo averli fatti sfilare sul palcoscenico uno ad uno, in una celebrazione del passato che è preludio solo al suo annientamento. Un calice di champagne (Bollinger) prima del plotone di esecuzione.
L'Aston Martin armata con i tipici gadget, la Giamaica e le sue atmosfere, l'isola rifugio del nemico folle di turno, attrezzata con l'occorrente per distruggere il mondo.
C'è proprio tutto: Felix Leiter, Blofeld, la Spectre. Ma sono nel film soltanto per essere annientati sistematicamente e definitivamente. L'ultimo a subire questa sorte non può che essere lo stesso Bond, questa volta non in grado di salvarsi dalla distruzione che come sempre ha provocato.
Indimenticabile la prova di Daniel Craing, romantico e tragico, intensa Lea Seydoux, mentre Rami Malek viene compresso da una sceneggiatura che non ne valorizza le doti.
Ottima la regia di Cary Fukunaga, bella la fotografia, spettacolari gli effetti speciali.
Ma la storia è un assoluto tradimento ai danni degli amanti della saga, con un epilogo degno di un polpettone-tragedia cinese, dove è inevitabile che alla fine l'eroe muoia sempre.
Anche il titolo è sbagliato: Time To Die sarebbe stato più appropriato e in definitiva più onesto.
In sintesi, un bel film viziato da un imperdonabile errore: non avrebbe dovuto avere come personaggio James Bond.
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[+] se i supereroi sono anche umani
(di gbavila)
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maramaldo
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sabato 30 ottobre 2021
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007, evoluzione o estinzione?
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Non rispondete subito. Prima, le piccole gioie della vita: veder liquidare dalla saga Daniel Craig. Chi lo "reggeva" più? Dopo di che subentrino le riflessioni. Le apprensioni. Pessimismo di fondo, accuratamente messo sotto traccia tra le commemorazioni del Caro Estinto. Per rinfrancar lo spirito ripassiamo insieme il lavoretto del bravo... Fukunaga.
Serio, alieno da facezie (patetici i conati di parodia) ma è anche un tipo che "consegna". Agli sponsor, spot efficaci e perfino divertenti. Alla produzione, l'intero assortimento dello 007: inseguimenti, immersioni, acrobazie, marchingegni e quant'altro.
Joji prende pure l'incarico di addentrarsi in culture.
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Non rispondete subito. Prima, le piccole gioie della vita: veder liquidare dalla saga Daniel Craig. Chi lo "reggeva" più? Dopo di che subentrino le riflessioni. Le apprensioni. Pessimismo di fondo, accuratamente messo sotto traccia tra le commemorazioni del Caro Estinto. Per rinfrancar lo spirito ripassiamo insieme il lavoretto del bravo... Fukunaga.
Serio, alieno da facezie (patetici i conati di parodia) ma è anche un tipo che "consegna". Agli sponsor, spot efficaci e perfino divertenti. Alla produzione, l'intero assortimento dello 007: inseguimenti, immersioni, acrobazie, marchingegni e quant'altro.
Joji prende pure l'incarico di addentrarsi in culture. Visita un "luogo" della nostra civiltà. Bolidi sgommano per viuzze, glissano su scalinatelle. quando incrociano una processione si librano in volo. Ma c'è pure il fascino del rupestre, del primordiale. Problematico il contatto con i nativi, non proprio buon selvaggi.
Alcune figure. L'agente segreto degli anni avvenire... in pectore, la rigogliosa Lishana Linch (Nomi), impenetrabile nel mistero del suo pensiero.
Poco o nulla il Nostro può contro l'evanescenza di Léa Seydoux (Madeleine), impalpabile.
In compenso, tira fuori Ana de Armas. Si prodiga Paloma, con ambo le mani centra i cattivi, scatto e precisione. Impellente per natura, superflui quegli spacchi, quando gli occhi le si fan grandi, ti divora.
Figlia del Caribe mitico. Ultima della gloriosa Tribù delle Girls di Bond. Serbatela in cuore.
P.S. Tempo fa, cercando di sfuggire ai talk show, mi sono imbattuto in Dalla Russia con Amore. Mi ci sono intenerito. Non c'è da vergognarsi. Anche a te, James, ti si inumidirono gli occhi in quel malinconico addio. Un trend: sfatare il pregiudizio che attribuisce il piagnucolio solo alle femminucce.
"No time...", lo so, povero 007, da un pezzo vogliono farti la festa di farewell, hai resistito più o meno decorosamente. Adesso, rassegnati: "IT'S HIGH TIME TO CRY, MACHO!"
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[+] controcorrente coraggioso
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lizzy
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sabato 4 dicembre 2021
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the things that dreams are made of
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Siamo alle solite: chi la vuole cotta, chi la vuole cruda, chi bollita e chi rifritta...
Ma non c'è battaglia, non ci sono speranze, non c'è remissione di peccati.
Come la giri la giri ogni film di Bond, specie gli ultimi, è un capolavoro autonomo.
Qua non puoi contestare parti della trama, alcune pecche della sceneggiatura o delle inquadrature, la scelta di certi attori/comparse o la loro recitazione.
007 è una macchina da spettacolo: una macchina (quasi del tutto) perfetta in ogni suo punto.
Dalle incredibili sigle iniziali, alla scelta delle musiche, financo ai titoli di coda con il perentorio "James Bond will return".
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Siamo alle solite: chi la vuole cotta, chi la vuole cruda, chi bollita e chi rifritta...
Ma non c'è battaglia, non ci sono speranze, non c'è remissione di peccati.
Come la giri la giri ogni film di Bond, specie gli ultimi, è un capolavoro autonomo.
Qua non puoi contestare parti della trama, alcune pecche della sceneggiatura o delle inquadrature, la scelta di certi attori/comparse o la loro recitazione.
007 è una macchina da spettacolo: una macchina (quasi del tutto) perfetta in ogni suo punto.
Dalle incredibili sigle iniziali, alla scelta delle musiche, financo ai titoli di coda con il perentorio "James Bond will return".
Anche quando lui sembra morire sotto una pioggia di cento missili.
"No time to die" è una di quelle cose per la quale (ancora) andare al cinema: tu spendi bene i tuoi soldi per un fantastico spettacolo.
E torni a casa cercando qualche bottone particolare da schiacciare nella tua auto, qualche funzione strana del tuo orologio, qualche cimice nella tua stanza...
FInanco la vicina di casa ti sembra sempre interessata a te, magari chissà per quale (spionistico) motivo.
In fondo questo è quel che vogliamo: intrattenimento per farci sognare.
E con 007 ogni volta... i sogni sono assicurati.
007 è morto (?): Lunga vita a 007.
Con buona pace chi pretende di addormentarsi alla visione di questo film.
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[+] siamo o vorremmo essere un po'' james bond
(di gbavila)
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gbavila
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giovedì 23 dicembre 2021
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i super eroi non possono avere famiglia
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Più di due anni di attesa per la nuova avventura di 007, sì perchè eravamo in vacanza a Matera nel settembre del 2019 quando trovammo la enorme macchina della lavorazione del film che in larghe parti della città era transennata e inibita al transito. Ma era un vero presagio di quanto stava per accadere in tutto il mondo: il covid 19 ha minacciato l'esistenza umana più o meno come accade nella storia del film che, proprio per il covid19, ha dovuto ritardarne l'uscita per quasi due anni. Ebbene l'attesa meritava tutte le sorprese che questo film ci regala.
Cominciamo con l'incipit che racconta subito l'origine dell'immanente tragedia epidemiologica ad opera di un vendicatore dello sterminio della propria famiglia che, dopo aver ucciso la moglie dello sterminatore e dopo aver inseguito la figlia adolescente di questa per completare lo scempio, inopinatamente la salva da uno sprofondamento in un lago ghiacciato.
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Più di due anni di attesa per la nuova avventura di 007, sì perchè eravamo in vacanza a Matera nel settembre del 2019 quando trovammo la enorme macchina della lavorazione del film che in larghe parti della città era transennata e inibita al transito. Ma era un vero presagio di quanto stava per accadere in tutto il mondo: il covid 19 ha minacciato l'esistenza umana più o meno come accade nella storia del film che, proprio per il covid19, ha dovuto ritardarne l'uscita per quasi due anni. Ebbene l'attesa meritava tutte le sorprese che questo film ci regala.
Cominciamo con l'incipit che racconta subito l'origine dell'immanente tragedia epidemiologica ad opera di un vendicatore dello sterminio della propria famiglia che, dopo aver ucciso la moglie dello sterminatore e dopo aver inseguito la figlia adolescente di questa per completare lo scempio, inopinatamente la salva da uno sprofondamento in un lago ghiacciato.
Guarda guarda, questa si ritrova adulta e moglie amorosa del pensionato 007 (Craig) in Aston Martin verso la magnifica Matera dove comincia un dramma esistenziale che ricorda molto da vicino la storia shakespeariana dell'Otello, solo con un finale diverso.
Otello 007 ha scoperto un presunto tradimento della moglie nientedimeno che con la Spectre,che lo ha messo in pericolo grave mentre era in mistico pellegrinaggio. L'idillio è finito e il ripudio inevitabile. La storia riprende dopo cinque anni intrecciandosi con la CIA che lo vuole disperatamente per salvare il mondo dalla catastrofe di un pazzo che si propone di utilizzare un'arma biologica micidiale ad opera di uno scienziato che dai tempi del dopoguerra mondiale studiava per conto della MI6 ma, sfuggitole di mano il progetto, si ritrova in quelle del vendicatore misterioso con prospettive apocalittiche.
Non è proprio il caso di raccontare il resto della storia che si intreccia credibilmente fra le due organizzazioni spionistiche in collaborazione forzata e che lasciano intuire vecchie incomprensioni fra M e James Bond: "La sua scrivania è più grande o lei è più piccolo?" che poi chiude "E' decisamente la stessa scrivania!". Il neo Otello ritrova la moglie ripudiata come chiave essenziale per risalire al folle catastrofista ma scopre anche che ha una figlia di cinque anni presumibilmente sua. Collaboreranno per risolvere le due catastrofi, del pazzo distruttore e la loro vita sentimentale e famigliare, ormai in una competizione terribile.
Si chiuderà con un finale tragico che fa dire a 007: "Hai messo al mondo la cosa più bella che abbia mai visto!" che condividiamo alla lettera anche se con destinatari diversi, lui verso la moglie e noi verso gli autori dei film di 007.
Le novità di questo film sono tantissime con ruoli inaspettati, con personaggi più reali che non nascondono difetti, ambizioni, errori, smarrimenti, come potremmo dire di noi tutti che un po' vorremmo essere James Bond ma che spesso siamo Fantozzi. Bellissima performance di Craig che sa vestire bene l'eroe solitario e melanconico che guarda la vita con paure e coraggio, che sa discernere nella scala dei valori assumendone tutte le responsabilità e le conseguenze.
Il film che apre con le scene di Matera si chiude ancora con Matera, sempre con l'Aston Martin che ci accompagna nei nostri viaggi alla ricerca di chi siamo o vorremmo essere. Le musiche sono bellissime, soprattutto quella di coda. Da apprezzare anche le citazioni qua e là disseminate nel film che fanno intravvedere la lunga scia delle storie passate. Incantevoli tutti gli altri attori e particolarmente il cattivo Rami Malek che non rinuncia ad essere anche lui come James Bond.
G. Bavila
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felicity
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lunedì 17 gennaio 2022
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azione pura e totalizzante e nuovo romanticismo
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No time to die sembra – a tratti – privo di unità organica, probabilmente vittima di tagli di sceneggiatura che ne avrebbero dilatato ancora di più la sua durata, ma l’opera di Fukunaga ha dalla sua un’attraente commistione di generi e omaggi cinematografici che vi faranno dimenticare ogni possibile défaillance. È infatti al direttore della fotografia che va un gigantesco plauso, che con una creatività del tutto personale imprime l’opera nella memoria, regalando composizioni degne di film d’azione, horror e thriller, non dimenticando mai la poetica delle sequenze “sentimentali”, sempre tutto accompagnato dall’ottima colonna sonora di Hans Zimmer.
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No time to die sembra – a tratti – privo di unità organica, probabilmente vittima di tagli di sceneggiatura che ne avrebbero dilatato ancora di più la sua durata, ma l’opera di Fukunaga ha dalla sua un’attraente commistione di generi e omaggi cinematografici che vi faranno dimenticare ogni possibile défaillance. È infatti al direttore della fotografia che va un gigantesco plauso, che con una creatività del tutto personale imprime l’opera nella memoria, regalando composizioni degne di film d’azione, horror e thriller, non dimenticando mai la poetica delle sequenze “sentimentali”, sempre tutto accompagnato dall’ottima colonna sonora di Hans Zimmer.
Perfettamente integrato in una logica marketing aggressiva, incredibile come No time to die riesca a essere estremamente commerciale e curiosamente autoriale, alternando azione adrenalinica a leggenda, dramma e humour, virilità e dolcezza, armonia e stordimento. L’unica vera nota stonata di un blockbuster spettacolare che ci permette di salutare Daniel Craig in maniera egregia, è il villain della storia. Povero Rami Malek! Arrivare dopo Christoph Waltz e Javier Bardem non è cosa semplice, e l’attore di Bohemian Rhapsody non regge il confronto nemmeno per un secondo, protagonista di una performance tiepida e priva di appeal, sempre oscurato dalla magnificenza, dall’eleganza e dall’intensità di Craig. Un personaggio dimenticabile e per nulla attraente, incapace di farsi temere, odiare o con cui empatizzare.
Fortunamente, ad accompagnare con brio l’Agente Bond ci pensano tre fanciulle di tutto rispetto, un po’ Bond-girl, un po’ colleghe e un po’ compagne di vita. Lashana Lynch, tosta più che mai e grintosa come una pantera; Ana de Armas, sensuale e ribelle, complice buffa, agile e seducente; Léa Seydoux, delicata e ferita, emotiva e piena di segreti. Tre figure femminili potenti, tratteggiate con astuzia da una mano che di racconti forti ne ha di certo esperienza: Phoebe Waller-Bridge.
Nulla diremo sul finale del film, emozionante tanto quanto l’addio di Craig sul set della pellicola. Ma ciò che ancora diremo, perché è ciò che caratterizza Bond dai suoi esordi, è quel sapore inebriante di azione pura e totalizzante che l’esperienza di vedere quest’opera al cinema lascia, sequenze da urlo che solo grazie al grande schermo brillano di luce propria.
No time to die mette in scena un divistico Daniel Craig, pronto ad accentrare fisicamente ogni scena del film. Ma ciò che sorprende sopra ogni cosa è che No time to die non punta tutto sul genere, emanato con granitica grazia dalla regia e dai protagonisti, ma raggiunge quel guizzo romantico che non ci si aspettava.
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dandy
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domenica 12 febbraio 2023
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it is,time to die...
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Il 25esimo capitolo della serie è l'ultimo che vede la presenza di Craig come 007.Per la prima volta la regia è affidata ad un americano,che pur riproponendo tutti gli ingredienti classici(Vodka Martni,gadget di Q ed Aston Martin compresi) li ribilancia attraverso la lettura dolente e introspettiva del personaggio iniziata con "Casino Royale",proseguita con "Skyfall" e qui destinata alla conclusione definitiva.Le parentesi action vengono concentrate nella prima parte(il prologo sul lago ghiacciato,l'inseguimento nell'immaginaria Civita Lucana ricreata a Matera,Maratea,Gravina di Puglia e Sapri)mentre nella seconda Bond deve fare davvero i conti col proprio passato così come col futuro tanto di se stesso quanto di chi lo circonda.
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Il 25esimo capitolo della serie è l'ultimo che vede la presenza di Craig come 007.Per la prima volta la regia è affidata ad un americano,che pur riproponendo tutti gli ingredienti classici(Vodka Martni,gadget di Q ed Aston Martin compresi) li ribilancia attraverso la lettura dolente e introspettiva del personaggio iniziata con "Casino Royale",proseguita con "Skyfall" e qui destinata alla conclusione definitiva.Le parentesi action vengono concentrate nella prima parte(il prologo sul lago ghiacciato,l'inseguimento nell'immaginaria Civita Lucana ricreata a Matera,Maratea,Gravina di Puglia e Sapri)mentre nella seconda Bond deve fare davvero i conti col proprio passato così come col futuro tanto di se stesso quanto di chi lo circonda.E se il cattivo può apparire poco incisivo e risaputo,la sua micidiale arma di distruzione è una sconvolgente sintesi della maledizione che avvolge il protagonista(da sempre destinato a far morire chiunque entri in contatto con lui siano avversari coloro che ama o amici come il fedele Felix Leiter)e fa di Lyutsifer la proiezione negativa dello stesso Bond.E come in "Al servizio di sua maestà" la prospettiva di una vita normale e di una famiglia è destinata a svanire in una realtà di dolore e solitudine dove ogni valore è perduto.Non tutto è azzeccato,come il nome eccessivamente simbolico del cattivo(e l'interpretazione manierata di Malek) o l'inconsistenza delle nuove Bond Girl tipica degli ultimi film della serie(la splendida ma troppo poco sfruttata De Armas e la rigida e insipida Lynch)ma l'epilogo ha un'innegabile potenza straziante.Più lungo è più costoso dei film precedenti,ha riscosso un'ottimo successo di pubblico a dispetto del ritardo nell'uscita causa pandemia.Le Aston Martin utilizzate da Bond sono la DB5 di "Missione Goldfingher" e la V8 di "Zona Pericolo".La canonica canzone dei titoli di coda(premiata con l'Oscar) è cantata da Billie Eilish.
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umberto
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venerdì 8 ottobre 2021
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perplesso.... soprattutto sul finale.....
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007 - NO TIME TO DIE... Come noi tutti sappiamo, ogni film su James Bond parte da un voto alto solo per la parte iniziale che culmina con i titoli di testa e la canzone portante della colonna sonora. In questo caso ancora di più, visto che come scenografia c'è la splendida Matera. Ovviamente anche quest'ultimo capitolo è molto ricco di azione e di spettacolarità, aspetti che sono stati molto enfatizzati in tutti i film che hanno visto come protagonista Daniel Craig, ma quì abbiamo qualcosa in più: il lato più intimo e umano di 007. E quì il giudizio prende due strade opposte. Se da una parte apprezzo molto l'aver creato una storia che collega tutti i film interpretati da Craig, in cui il personaggio viene quasi stravolto, dall'altro questi cambiamenti gli tolgono molto del suo "fascino classico" che ce lo ha fatto amare nel corso degli anni.
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007 - NO TIME TO DIE... Come noi tutti sappiamo, ogni film su James Bond parte da un voto alto solo per la parte iniziale che culmina con i titoli di testa e la canzone portante della colonna sonora. In questo caso ancora di più, visto che come scenografia c'è la splendida Matera. Ovviamente anche quest'ultimo capitolo è molto ricco di azione e di spettacolarità, aspetti che sono stati molto enfatizzati in tutti i film che hanno visto come protagonista Daniel Craig, ma quì abbiamo qualcosa in più: il lato più intimo e umano di 007. E quì il giudizio prende due strade opposte. Se da una parte apprezzo molto l'aver creato una storia che collega tutti i film interpretati da Craig, in cui il personaggio viene quasi stravolto, dall'altro questi cambiamenti gli tolgono molto del suo "fascino classico" che ce lo ha fatto amare nel corso degli anni. Per non parlare del finale che mi ha lasciato molto perplesso. Per cui il voto non è altro che la media tra un 9, se lo si considera solo nel contesto degli ultimi 4 film, e un 7 se invece allarghiamo il campo a tutta la filmografia sull'agente a servizio di Sua Maestà.
Voto: 8
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(di icutino)
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