saverio
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sabato 18 settembre 2021
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bomba
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Visto in Sala Darsena, giudizio finale: molto poco splatter per fortuna, molto yuppy, molto sopralerighe, molto poetico, molto tutto…
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peppinodaniele
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venerdì 17 settembre 2021
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ambiguo e complesso
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Complesso e ambiguo, somiglia più ad un opera visiva che a un film, dividerà di certo perché sfuggente e inadempiente ad alcune regole del cinema odierno, il cinema che Amo è anche questo
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giorgiapiricci
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mercoledì 15 settembre 2021
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impressionante
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Ripensare giorni a un racconto, una scena, uno snodo, e cambiare ogni volta punto di vista, sguardo sulle cose. Questo fanno i grandi film e America Latina è uno di questi. In confronto Favolacce è una commedia ma fidatevi, vale la pena soffrire davanti allo schermo, davanti a UN ELIO GERMANO GIGANTESCO NELLA RECITAZIONE di un uomo che ha smarrito l'identità. Forse i fratelli registi hanno letto Kafka, forse no, non importano le citazioni e le citazioni, non fatevi ingannare dal titolo, che è a quanto pare un depistaggio, o dal poster semplice e commerciale: questo è il film post covid più bello che ho visto. E forse non è un caso che sia l'indagine su una famiglia chiusa in casa dove l'intruso è un pericolo.
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cineglovo
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martedì 14 settembre 2021
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radiografia dell’inconscio
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Attenzione, contiene spoiler, e tutta la produzione del film ha raccomandato la segretezza dell'opera. A ragione. Provo a spiegarvi perché.
Cos'è il cinema? E cos'è il cinema italiano? Ce ne raccontano una parte i fratelli gemelli Damiano e Fabio D'innocenzo, che nemmeno trentenni sfornano in un anno due film che basterebbe a rendere qualsiasi filmografia ammirevole. Sicuro, non è una storia per tutti, anche in sala stampa c'era qualcuno che ha liquidato il film come uno sfoggio di bravura, che c'è, ed è innegabilmente l'unico difetto di tutta la pellicola. Ma il resto è una poesia. America Latina comincia come una fiaba e nemmeno il tempo di familiarizzare con i personaggi che qualcuno ce li porta via.
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Attenzione, contiene spoiler, e tutta la produzione del film ha raccomandato la segretezza dell'opera. A ragione. Provo a spiegarvi perché.
Cos'è il cinema? E cos'è il cinema italiano? Ce ne raccontano una parte i fratelli gemelli Damiano e Fabio D'innocenzo, che nemmeno trentenni sfornano in un anno due film che basterebbe a rendere qualsiasi filmografia ammirevole. Sicuro, non è una storia per tutti, anche in sala stampa c'era qualcuno che ha liquidato il film come uno sfoggio di bravura, che c'è, ed è innegabilmente l'unico difetto di tutta la pellicola. Ma il resto è una poesia. America Latina comincia come una fiaba e nemmeno il tempo di familiarizzare con i personaggi che qualcuno ce li porta via. Di chi si tratta? Di una bambina. Inoffensiva, terrorizzata: il nemico siamo noi. Comincia un rovesciamento dei ruoli nel quale è facile perdersi, non è difficile smarrirsi (ripeto, nella proiezione stampa ci sono state tante domande tra colleghi) ma il viaggio che Elio Germano e i D'innocenzo ci fanno vivere non è uguale a nient'altro, se non per due titoli: Lost Highway di David Lynch, e Gomorra di Matteo Garrone, un loro amico, da cui hanno appreso come ridiscutere e reinventare luoghi italici portandoci altrove tranne che dove ci aspettiamo. Unico neo tecnico, un audio troppo spinto, che a volte tende a aggredire i timpani degli spettatori.
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spikejohn
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martedì 14 settembre 2021
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da brividi
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Elio Germano. Il nostro attore più grande ci regala una performance camaleontica e indimenticabile come il Joker di Phoenix. Ma senza trucco. E senza inganno, perché in america latina (il film) tutto ruota sul concetto di realistico, di plausibile, senza escamotage socio-politiche e pseudo intellettuale, perché la storia è tutta tra la testa e lo stomaco. Inesorabilmente. I fratelli d'Innocenzo al loro secondo film confermano l'attitudine di Favolacce per le storie dure, ma rinunciano alla connotazione romana per un non luogo (america Latina) che non vorremmo mai abitare e che invece si alberga inesorabile nelle nostre vite. Capolavoro. Germano da Oscar.
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marlon
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martedì 14 settembre 2021
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da vedere assolutamente
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Se durasse di più sarebbe 10 su 10. Ho come la sensazione che potrebbero farci il remake in America con Leonardo di Caprio rasato come Elio Germano. Film della purezza di un diamante. Fiero di essere italiano
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sentieroselvaggio
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lunedì 13 settembre 2021
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oltre il capolavoro
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I D’Innocenzo scandagliano in modo sottile l’anima fragile di un uomo comune, servendosi di simbolismi e metafore. I registi realizzano un’opera ambigua e surreale affidando allo spettatore l’importantissimo compito di riempire l’opera con la propria sensibilità.
La messa in scena è sublime.
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I D’Innocenzo scandagliano in modo sottile l’anima fragile di un uomo comune, servendosi di simbolismi e metafore. I registi realizzano un’opera ambigua e surreale affidando allo spettatore l’importantissimo compito di riempire l’opera con la propria sensibilità.
La messa in scena è sublime. La regia regala delle sequenze indimenticabili che culminano in un epilogo da pelle d’oca, riuscendo nel miracolo di risultare funzionale al racconto e al contempo estremamente ambiziosa.
La fotografia di Paolo Carnera è talmente colorata e d’impatto da risultare surreale, dunque perfettamente in linea con il racconto. La scenografia di Roberto De Angelis ed i costumi di Massimo Cantini Parrini sono scelti e curati nei minimi dettagli. La tensione crescente alimenta un ritmo incalzante scandito dal respiro del protagonista (che si fa man mano più affannoso), dalla colonna sonora (realizzata dai Verdena) e dal montaggio di Walter Fasano decisivo nei momenti topici. Le interpretazioni sono tutte molto riuscite, si percepisce che le attrici e gli attori abbiano dovuto scavare nei propri meandri più nascosti per raggiungere questo livello. Impossibile non soffermarsi su Elio Germano che riesce a trasmettere l’ampissima gamma di emozioni e sfumature del suo personaggio.
Insomma, se tutto funziona così bene ed i reparti eccellono in questo modo vuol dire che i direttori d’orchestra dietro la macchina da presa, comunemente noti come registi, sono grandi.
Questo è un’opera libera, che sorvola e trascende gli schemi dei generi per superarli. Ciò non denota mancata conoscenza delle regole, ma al contrario grande consapevolezza e padronanza del mezzo.
Un’esperienza unica, che come tale va vissuta. La visione in sala è imprescindibile.
Astenetevi dal giudizio estemporaneo e lasciate crescere il film dentro di voi, perché vi assicuro che non termina con i titoli di coda.
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[+] una boiata pazzesca
(di giuseppep47)
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pietrofaustinell
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lunedì 13 settembre 2021
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spettacolare
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Visto alla prima di Venezia assieme al cast e agli attori... un film al
cardiopalma, non ti lascia mai. E.Germano pazzesco, regia d'altri tempi
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kurz2003
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lunedì 13 settembre 2021
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vere emozioni
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Anche in questa recensione sarò di parte, già lo ammetto, ma sono una grande sostenitrice dei lavori dei fratelli D’Innocenzo e speravo vivamente di non rimanere delusa dal loro ultimo film. Grazie al cielo non è successo. Parto subito col dire che non ho trovato un singolo difetto a questo lavoro; probabilmente per la motivazione sopracitata. Sulla parte tecnica non abbiamo nulla da dire: la composizione delle inquadrature, la costruzione dello spazio attorno ai personaggi e la scelta di movimenti di macchina ed inclinazioni particolari vanno a braccetto con una fotografia magistrale che usa a suo vantaggio colori accesi e contrasti forti; ciò crea la perfetta chimica per prodotto visuale da togliere il fiato.
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Anche in questa recensione sarò di parte, già lo ammetto, ma sono una grande sostenitrice dei lavori dei fratelli D’Innocenzo e speravo vivamente di non rimanere delusa dal loro ultimo film. Grazie al cielo non è successo. Parto subito col dire che non ho trovato un singolo difetto a questo lavoro; probabilmente per la motivazione sopracitata. Sulla parte tecnica non abbiamo nulla da dire: la composizione delle inquadrature, la costruzione dello spazio attorno ai personaggi e la scelta di movimenti di macchina ed inclinazioni particolari vanno a braccetto con una fotografia magistrale che usa a suo vantaggio colori accesi e contrasti forti; ciò crea la perfetta chimica per prodotto visuale da togliere il fiato. Letteralmente. Sì perché la visione di questa pellicola non è proprio una passeggiata di salute: essendo un thriller, un buon thriller, terrà lo spettatore in sala con i muscoli tesi per tutta la durata. Armatevi di una bella boccata d’ossigeno prima di entrare in sala perchè poi la dovrete trattenere per circa un’ora e mezza; noi vi abbiamo avvertito. La durata è ridotta ma in essa è contenuto tutto ciò di cui il film ha bisogno per essere completo. Sulla linea narrativa si avrebbe sia pochissimo che tantissimo da dire essendo solitamente i film dei due gemelli molto particolari sia dal punto di vista delle tematiche sia dal punto di vista delle trame: non si sa quando avvengano gli accadimenti, non c’è un riferimento temporale preciso, non si capisce in quanto la vicenda si sviluppi perché potrebbero essere giorni o settimane ma ciò non importa. In film come questi la linea temporale si fa da parte perché non necessaria a capire gli eventi narrati. L’unico punto fisso che viene proposto al pubblico è il protagonista, uno stupendo Elio Germano che non sbaglia un colpo; questo film ci offre la descrizione dell’autodistruzione di un uomo mettendo lo spettatore al suo fianco.
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francesca striano
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sabato 11 settembre 2021
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memorabile
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Vedetelo al cinema, sul grande schermo, come ho fatto io (c'erano registi e attori in sala, che emozione) vi trasporterà in un'altra dimensione. Un film che fa paura, provoca terrore anche nelle scene più quiete perché l'atmosfera che crea è malata e malsana. C'è una piscina che è simbolo di tutto il film: qualcosa di calmo e di bello pronto a inghiottire. Germano incredibile.
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