lizzy
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domenica 30 gennaio 2022
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soldini...in soldoni.
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Il solito film di Soldini con le solite solitudini, i soliti misteri del ciuffolo, le solite incomprensioni e le solite città dipinte come luogo di disaggregazione.
Personalmente mi sono stufata di vedere Milano (qua fin troppo riconoscibile) sempre raffigurata come fredda, distante, insensibile come i suoi abitanti.
Non è vero e ne ho avuto prova più volte.
Non si deve dare la colpa ad una città se due persone "non in regola" finiscono per fare un danno e ne devono piangere le conseguenze.
La situazione che vive l'attrice mi ricorda tanto la (presunta) presa di coscienza della protagonista di "Cuore Sacro" col suo volersi "immolare per la causa".
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Il solito film di Soldini con le solite solitudini, i soliti misteri del ciuffolo, le solite incomprensioni e le solite città dipinte come luogo di disaggregazione.
Personalmente mi sono stufata di vedere Milano (qua fin troppo riconoscibile) sempre raffigurata come fredda, distante, insensibile come i suoi abitanti.
Non è vero e ne ho avuto prova più volte.
Non si deve dare la colpa ad una città se due persone "non in regola" finiscono per fare un danno e ne devono piangere le conseguenze.
La situazione che vive l'attrice mi ricorda tanto la (presunta) presa di coscienza della protagonista di "Cuore Sacro" col suo volersi "immolare per la causa".
Ma qua le cose sono anche più inverosimili: la Smutniak dovrebbe essere una signora tutta d'un pezzo, invece è molto fragile psicologicamente, dovrebbe sapere sempre cosa fare, invece inanella una cavolata dopo l'altra (tipo quella di chiudere in casa l'extracomunitario sconosciuto).
Ma anche dal lato istituzioni ci son cose che non hanno senso: la Smutniak che non paga le conseguenze dei suoi errori con la Polizia, sempre lei che si permette di far il bello ed il cattivo tempo all'obitorio finendo addirittura a far tumulare la salma come e dove vuole lei (ma dove si è mai visto...).
E tante altre cose.
Perfino il farsi schiaffeggiare dalla figlia dopo aver saputo della sua "prodezza" all' università non sta in piedi.
A me piace da sempre Soldini, devo ammetterlo, e ho seguito la sua carriera abbastanza, ma qua siamo lontani da cose come "Un'anima divisa in due" o da "Il comandante e la cicogna".
Soldini, come Sorrentino, non è costante e passa da lavori notevoli ad altri tranquillamente ignorabili.
E non basta una Smutniak ormai "adulta" che dove la metti fa la sua porca figura, sia esso un film comico o un lungometraggio triste come questo.
Ci vorrebbe qualche idea, a volte, per fare un buon film.
E se proprio vogliam parlare di derive di sentimenti e di buoni propositi... beh... almeno cambiamo città.
Perchè forse è proprio più nelle "colorate e chiassose" località del sud Italia che c'è più strafottenza verso il prossimo e meno coerenza di comportamento rispetto alle realtà nordiche prese in esame.
Da vedere, ma a tempo perso.
Non però da collezionare.
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loland10
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domenica 21 novembre 2021
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numeri e volti
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“3/19” (2021) è l’undicesimo lungometraggio del regista milanese Silvio Soldini.
Un film sulle distanze, le relazioni, la vita distaccata, il bene dimenticato e la città spenta. Senza rumori e frastuoni, con uffici e riunioni in escalation, voci ferme e metalliche,
L’ultimo film di Soldini appare diviso, strutturato, schematizzato e non sempre le parti ad integrarsi e ad unirsi in una storia fatta di brusche deviazioni e familiarità dimenticate (tra inseguimenti, litigi e incontri con la figlia)
Una donna avvocato in carriera e di successo (e senza tentennamenti sul lavoro) ha dei punti fermi che franano miseramente dopo un incidente.
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“3/19” (2021) è l’undicesimo lungometraggio del regista milanese Silvio Soldini.
Un film sulle distanze, le relazioni, la vita distaccata, il bene dimenticato e la città spenta. Senza rumori e frastuoni, con uffici e riunioni in escalation, voci ferme e metalliche,
L’ultimo film di Soldini appare diviso, strutturato, schematizzato e non sempre le parti ad integrarsi e ad unirsi in una storia fatta di brusche deviazioni e familiarità dimenticate (tra inseguimenti, litigi e incontri con la figlia)
Una donna avvocato in carriera e di successo (e senza tentennamenti sul lavoro) ha dei punti fermi che franano miseramente dopo un incidente. Improvviso e inaspettato. Un ritorno a casa, un taxi, una fuga dal presente, la pioggia scrosciante, un attraversamento, un semaforo, uno scooter che arriva, un caduta. Camilla si trova sull’asfalto senza forze, il cellulare a pochi centimetri dalla sua mano tremante, lo scooter a pochi metri, un ragazzo sulla strada, l’altro ragazzo alza lo scooter e sgommando scappa di fretta senza guardare indietro. L’oscurità , l’acqua sul corpo della donna. il rumore del mezzo che rompe quello delle gocce cadenti sono l’insieme (alla voce bloccata per un aiuto) di un’inquadratura ferma.
Lo schermo diventa nero. Tutto dopo un certo tempo. Si vede Camilla con una gessatura ad un braccio. Frastornata e sovrappensiero. Ritorna in ufficio cambiata. Chiedono della gessatura e lei minimizza come fa con sua figlia a casa. In poche ore le cose cambiano improvvisamente. Tutto diventa labile e incerto.
Una donna forte che ha da fare un piccolo passo, che ha uno sguardo sottotono, ha la propria casa che non conosce e l’ufficio con le persone diventano per lei automi su cui ‘scontrarsi’ quotidianamente. Superflui o molto importanti? Non semplice decidere dopo lo shock interiore e il cadavere visto e sconosciuto. Un numero. Solo un numero. Ecco il titolo del film.
Camilla e i suoi dubbi, i ricordi, l’ansia, gli incubi, il ritrovarsi sul luogo dell’incidente, un cellulare ritrovato, le indagini e un ragazzo che non ha nome. Da qui, parte una seconda parte del film: quasi un’inchiesta personale, una redenzione sul passato, le scarpe rosse, una mensa degli ultimi, un cimitero degli sconosciuti, una sepoltura lontana e due mani che si incontrano.
L’obitorio, luogo di morte e di parole inutili, diventa un posto di incontro, di confronto, di introspezione e di speranze sopite. Camilla e Bruno, così lontani in tutto, si incrociano e si incontrano senza un vero motivo. La vita non può essere solo un numero come la morte di un ragazzo che nessuno cerca.
I temi cari al regista ritornano tutti: i silenzi, la solitudine, l’assenza, il vuoto dell’esistenza, la difficoltà nelle relazioni, l’oblio della città (si identifica Milano), i palazzi sfumati verso l’alto. Un mondo fatto di distanze tra interni da vivere e un esterno svuotato della routine e dal fracasso del traffico e del movimento. Le vie sono asettiche e prive di ‘modernità luccicante’. Vie asciutte, circolazione quasi assente e attività diradate. Il notturno e l’oscurità scompensano una vita che non si vede. Una finestra lontana e illuminata fanno assistere a qualche scena di sapore antico: due persone anziane che vogliono ‘mostrare’ la propria vita con un cambio-lampadina e un dolce ballo quasi ammirevole. Camilla scruta e osserva un mondo ‘semplice’ che non conosce.
La sceneggiatura non è sempre adatta ai personaggi; e alcune scene paiono riempitive. Il finale non ha quel forte impatto come da intenzione (almeno così viene letto).
Messa in scena e ambienti partecipativi alla storia e non facilmente persuasivi.
Cast:
Kasia SmutniaK Camilla): grande interpretazione e intensità; riesce a sopperire a sbavature nella sceneggiatura con efficacia e sicurezza.
Francesco Colella (Bruno): il suo volto e i suoi modi si fanno ricordare; ruba la scena ‘al film’ stesso quasi volesse raccontarsi in un altro ’film’. Con semplicità e umanità la sua vita familiare (con pochi momenti) conquista e allieva la storia di Camilla.
Regia: attaccata ai personaggi e sempre funzionale.
Voto: 6½/10 (***) -cinema di confini-
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tzum
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martedì 16 novembre 2021
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temi profondi trattati poeticamente
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Un film profonto, una storia originale, uno sviluppo ben congegnato. Un film da cui farsi travolgere pensando alla vita
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tzum
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martedì 16 novembre 2021
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storia originale intrisa di profondità
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L'ho trovato poetico come sempre, originale nella storia, bello nei temi e nelle immagini. Lo consiglio, è un film in cui lasciarsi trasportare
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tzum
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martedì 16 novembre 2021
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storia originale intrisa di profondità
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L'ho trovato poetico come sempre, originale nella storia, bello nei temi e nelle immagini. Lo consiglio, è un film in cui lasciarsi trasportare
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flaw54
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domenica 14 novembre 2021
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film riuscito
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Pur su un argomento scontato il film si snoda con una certa profondità grazie alla recitazione veramente pregevole di tutto il cast. Non capisco perché il film sia stato così poco pubblicizzato.
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athos
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giovedì 11 novembre 2021
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buon film
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Un film di solitudini. Dico che è un buon film perchè l'interpretazione degli attori è semplice e misurata, e il regista tiene la giusta tensione per quasi tutto il film. Dico che è un buon film perchè ai titoli di chiusura mi trovo affezionato ai personaggi.
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