.
di Maria Sole Colombo Film TV
Lenzuola spiegazzate, jump-cut, dialoghi sconnessi, sigarette aspirate avidamente: ma i due amanti non si chiamano Jean Seberg e Jean-Paul Belmondo, e fuori dalla finestra non ci sono gli Champs-Élysées di fine anni 50. Eppure potrebbe essere proprio la nouvelle vague la "nuvola" che aleggia nella stanza della ventiduenne Muzi, protagonista dell'opera prima della cinese Zheng Lu Xinyuan premiata a Rotterdam 2020: lo storytelling dissestato, estemporaneo quanto i vagabondaggi di Muzi nella città natale Hangzhou, ne replica infatti l'andamento ondivago, mentre lo spleen che annebbia la protagonista è parente stretto del senso di sbandamento dei tanti "io" frammentati e spaesati del cinema moderno. [...]
di Maria Sole Colombo, articolo completo (1654 caratteri spazi inclusi) su Film TV 10 agosto 2021