Titolo originale | My Salinger Year |
Anno | 2020 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Canada, Irlanda |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Philippe Falardeau |
Attori | Margaret Qualley, Sigourney Weaver, Douglas Booth, Seána Kerslake, Colm Feore Jonathan Dubsky, Leni Parker, Yanic Truesdale, Xiao Sun, Gavin Drea. |
Uscita | giovedì 11 novembre 2021 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Academy Two |
MYmonetro | 3,20 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 novembre 2021
Una ragazza è incaricata di rispondere alla posta dei fan di J.D. Salinger. In Italia al Box Office Un anno con Salinger ha incassato 141 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Joanna sogna di poter pubblicare le proprie poesie ma intanto deve fare i conti con la necessità di trovare un lavoro. Viene così assunta in un'agenzia letteraria diretta da Margaret, un'agente che in quel momento ha tra i suoi autori J.D. Salinger. Joanna si ritrova così a rispondere ai fans per conto di uno degli autori più riservati che la storia della letteratura abbia annoverato tra le sue fila. Mentre la sua vita privata sta cambiando insieme alle sue relazioni con i coetanei, questa giovane donna si trova a confrontarsi con un 'fantasma' letterario che ammira ma che appare come irraggiungibile.
Ispirato al romanzo omonimo ed autobiografico di Joanna Rakoff. il film di Philippe Falardeau (che sui nostri schermi abbiamo imparato a conoscere grazie al commovente Monsieur Lazhar) è un coming-of-age animato dall'amore per la letteratura.
Il cercare di adeguare i propri sogni con la realtà, il rapportarsi con una boss di cui si scopre progressivamente il lato più intimo, sono temi che il cinema ha già affrontato innumerevoli volte. Per tornare a proporli diventa indispensabile individuare un elemento di originalità. In questo caso viene offerto dall'assenza/presenza della figura di J.D. Salinger.
L'autore de "Il giovane Holden", nell'anno in cui la vicenda viene ambientata aveva già da moltissimo tempo deciso di sottrarsi alla visibilità dichiarando che "Il desiderio che uno scrittore ha di anonimato e di oscurità è la seconda dote più importante che gli sia stata affidata". Joanna diviene così una sorta di sua ghost mail writer mentre sta cercando la sua strada nella vita.
Margaret Qualley sa offrire alla sua Joanna il giusto mix di concretezza e di innocenza sin dal primo sguardo in macchina. È grazie a lei e alla sempre solida presenza di Sigourney Weaver che il film si salva dal rischio del dejà-vu. Il suo cercare di guardare oltre a un pur interessante presente diventa così modello per chi rischia, già da giovane, di rinunciare a guardare al futuro. Essere 'autori' della propria vita è un compito a cui non si può derogare.
Attrici principali bravissime. Tema trattato: andare alla ricerca della propria strada, lasciare il sicuro per l’incertezza con la consapevolezza di farcela. Parla di una donna indipendente. Ambientazione e costumi meravigliosi. Consigliato
Mi sono annoiato. Lo spunto é interessante, ma sceneggiatura e regia - tutti quei toni fanné ! - sono privi di slancio, riescono a sperperare anche il talento di un colosso come S. Weaver. Dissento dai paragoni con Miranda del Diavolo veste Prada, qui non trovo ironia e sarcasmo. La protagonista Margaret Qualley l'avrei vista meglio a fare Heidi, con tutti quei denti luccicanti [...] Vai alla recensione »
( 3.5 ) Commedia melodrammatica , pensavo che joanna si fosse innamorata di chi scriveva le lettere indirizzate a salinger, e che nel film si sarebbero incontrati...... ma forse la realtà quotidiana incomprensibile e anche questa , mah..... ? Mi ricordava un pò "il diavolo veste praga " forse la morale e sempre quella " fare ciò che ci si sente di fare " essere [...] Vai alla recensione »
Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e come è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne»: i nostri lettori avranno sicuramente riconosciuto l'incipit del formidabile romanzo di J.
New York, 1995. La studente Joanna (Margaret Qualley) trova lavoro in una prestigiosa agenzia letteraria guidata dalla severa Margaret (Sigourney Weaver). Quando il cliente più importante dell'agenzia, J.D. Salinger, decide di pubblicare un nuovo libro, Joanna dovrà affrontare le sfide professionali e personali che ne derivano. Qualley sfodera un'ingegnosità che conquista, e ricorda la prima Greta [...] Vai alla recensione »
Il diavolo pubblica Salinger. Sigourney Weaver dirige una prestigiosa agenzia letteraria a New York, pantaloni a vita altissima e una ciocca bianca di capelli à la Susan Sontag. Siamo a metà degli anni 90, ma lei usa ancora il dittafono. I fan di Salinger e del suo giovane Holden ancora scrivono lettere usando carta e penna. Non sempre hanno le rotelle a posto - potrebbe capitare un altro Mark Chapman [...] Vai alla recensione »
Nel 1995 Joanna (Qualley) è una fresca laureata che lascia la California per trasferirsi a New York e coronare il sogno di diventare una scrittrice: dovrà, però, inizialmente accontentarsi di essere assunta come assistente di Margaret (Weaver), un' agente letteraria che vanta tra i suoi clienti J.D. Salinger, l' autore autorecluso e inavvicinabile del mitico romanzoIl giovane Holden.
Quando un colore definisce un film. Nel caso di Un anno con Salinger è il marrone dei legni di importanti librerie. Lo accompagnano le sfumature calde del bordeaux, del senape, degli arancioni. Negli ambienti e negli abiti. Toni da sottobosco autunnale che ben si amalgamano all'umanità che piano piano affiora nell'agenzia letteraria diretta dalla glaciale Margaret (Sigourney Weaver) con la neo laureata [...] Vai alla recensione »
Un anno con Salinger senza poterlo conoscere di persona e, quando l' incontro avviene, essersi dimessa. Il colmo per un' agente letteraria cui il lavoro cambia la vita più volte. Joanna Rakoff si racconta e la sua autobiografia diventa un film in cui una ragazzina s' imbatte in un mito ma il boss in gonnella le proibisce di conoscerlo. Solidarietà femminile.
A metà degli anni 90, la ventenne Joanna Rakoff si trasferì da Berkeley a New York per tentare la carriera letteraria. Assunta dall'importante agenzia Harold Ober come segretaria della ferrea titolare, fu messa a leggere le centinaia di lettere di ammiratori che arrivavano a J.D. Salinger (com'è noto, scrittore privatissimo e pressoché invisibile) e a rispondere con formule standard fissate una quindicina [...] Vai alla recensione »
Capisco il senso dello strillo di lancio, ma credo che non renda un gran favore a "Un anno con Salinger" il paragone con "Il diavolo veste Prada", benché le dinamiche psicologiche siano, a prima vista, le stesse. In ogni caso bene ha fatto Academy Two ad acquistare e distribuire, da giovedì 11 novembre, la commedia del canadese Philippe Falardeau, che fu regista del pregevole "Monsieur Lazhar".
Non facciamoci fuorviare dal titolo. J.D. Salinger, lo schivo scrittore mito che con una manciata di capolavori divenne il riferimento obbligato di più di una generazione, c'entra sì ma solo tangenzialmente, è quasi un'esca di quello che è sostanzialmente un racconto (quasi una biografia) di formazione. Salinger è il nume, tutelato quasi religiosamente, dell'agenzia letteraria newyorchese in cui viene [...] Vai alla recensione »
Un'aspirante poetessa nella New York degli anni 90 (tanto paradigmatica, tra foglie gialle e Moon River, quanto falsa: è tutto girato a Montréal) si ritrova a smistare la posta del più leggendariamente schivo degli scrittori, J.D. Salinger, e tra un fan di Il giovane Holden e uno di Franny e Zooey trova pure se stessa. Dal romanzo autobiografico di Joanna Rakoff (Un anno con Salinger, Neri Pozza Editore), [...] Vai alla recensione »
Prendete Il diavolo veste Prada, portatelo dal giro fashion a quello letterario, mettete Sigourney Weaver al posto di Glenn Close e otterrete My Salinger Year, il romanzo sostanzialmente autobiografico di Joanna Rakoff prima e ora il film che ne ha tratto il canadese Philippe Falardeau, lanciato in apertura della 70ma Berlinale. Il gioco è tanto evidente che si rincorre come una banalità in ogni discorso [...] Vai alla recensione »
Nella New York anni '90 arriva la giovane Joanna, aspirante scrittrice, che cerca un futuro nella Grande Mela letteraria. Diventa assistente di Margaret, agente di Salinger, da tempo votato alla clausura sociale. Il suo compito è quello di rispondere alla moltitudine di lettere, che arrivano quotidianamente dai fan dello scrittore. Film d'apertura della Berlinale, firmato da Philippe Falardeau, è un [...] Vai alla recensione »
Sono ormai diversi anni che la Berlinale non apre con un film che resterà nella memoria collettiva, ma diciamo così in tono minore. Se non ci fosse Wes Anderson che ha aperto nel 2014 con Grand Budapest Hotel e nel 2018 con Isle of Dogs, gli ultimi anni sono stati all'insegna di film facilmente dimenticabili: da Nobody Wants the Night di Isabelle Coixet, a Django di Ètienne Comar fino al film che ha [...] Vai alla recensione »
«Il terrorismo di destra nascosto» era il il titolo ieri della taz on line. La Germania si è svegliata sotto a un cielo grigio, nonostante l'aria di primavera, e con una nuova, feroce esplosione di razzismo: 9 morti, oltre al killer (e a sua madre), un tedesco quarantenne «qualunque» che ha sparato alla cieca nei due shisha bar di Hanau frequentati dalla comunità turca locale perché «gli stranieri [...] Vai alla recensione »
È stata una partenza rètro quella della 70a edizione della Berlinale che ha aperto con l'atteso My Salinger Year di Philippe Falardeau, interpretato dalla potente coppia femminile Sigourney Weaver e Margaret Qualley. Una scelta poco impegnativa ed elegante adatta a calibrare le diverse anime di questo Festival. Joanna (Margaret Qualley), l'eroina nel film, vuole andare a New York City.
Difficile raccontare con parole degne e sacre quello che possiamo definire il culto di Fabrizio De André e della sua immagine perennemente dannata. Lui che, con il suo modo di dire e di fare, esula per scelta da ogni classificazione di massa. A riuscirci, alla fine dei conti, sono solo le sue canzoni. E l'amico Paolo Villaggio che gli cuce addosso il soprannome "Faber" in riferimento non solo all'assonanza [...] Vai alla recensione »
Selezionato per aprire la settantesima edizione della Berlinale, My Salinger Year è un film sì ambientato nel recente passato - gli anni Novanta in cui e-mail e computer sono eccitanti e misteriose novità - ma capace di rimodularlo e con freschezza di sguardo parlare al presente. A dispetto del titolo, il regista Philippe Falardeau non assume infatti la prospettiva del (o sul) grande artista, ma quella [...] Vai alla recensione »
Il fascino irresistibile della scrittura, la seduzione incomparabile esercitata dai grandi romanzieri, il fuoco creativo che brama di esprimersi nella New York letteraria degli anni '90, dove ancora nulla era dato per scontato e il digitale era un perfetto (quasi) sconosciuto. Da questo, ma anche da una scrittura al femminile (av)vincente, si è fatto attrarre il canadese Philippe Falardeau quando ha [...] Vai alla recensione »