marco8
|
lunedì 11 novembre 2019
|
terribile.
|
|
|
|
Noioso.Confuso. Troppa carne al fuoco.
|
|
[+] lascia un commento a marco8 »
[ - ] lascia un commento a marco8 »
|
|
d'accordo? |
|
gianni quilici
|
domenica 10 novembre 2019
|
vuole colpire: non ci riesce
|
|
|
|
Dovrei rivederlo due volte, già ho fatto fatica a vederlo una, ma penso che L’uomo del labirinto sia un film realizzato a freddo, sia pure con molta immaginazione, senza un senso che lo leghi ad una possibile verità o sentimento.
Lo scopo, consapevole o meno, mi è sembrato colpire psichicamente lo spettatore attraverso “colpi di scena", con personaggi diabolicamente bislacchi ( i conigli dall’occhio rosso rubino, la ragazza prostituta dal cuore d’oro, il ragazzo dalla faccia ustionata, il sagrestano sulla via del tramonto) con la grancassa della musica che sovraccarica artificialmente le situazioni e con una scenografia esasperata, che, in altro contesto, potrebbe avere un suo originale, inventivo fascino.
[+]
Dovrei rivederlo due volte, già ho fatto fatica a vederlo una, ma penso che L’uomo del labirinto sia un film realizzato a freddo, sia pure con molta immaginazione, senza un senso che lo leghi ad una possibile verità o sentimento.
Lo scopo, consapevole o meno, mi è sembrato colpire psichicamente lo spettatore attraverso “colpi di scena", con personaggi diabolicamente bislacchi ( i conigli dall’occhio rosso rubino, la ragazza prostituta dal cuore d’oro, il ragazzo dalla faccia ustionata, il sagrestano sulla via del tramonto) con la grancassa della musica che sovraccarica artificialmente le situazioni e con una scenografia esasperata, che, in altro contesto, potrebbe avere un suo originale, inventivo fascino.
Ho l’impressione che la storia arzigogolata finisca per lasciare deluso, o almeno perplesso, anche quello spettatore che va nella sala per passare “due ore bene”, perché nel film manca qualsiasi processo identificativo e d’altra parte non mi pare che, per la difficoltà a seguire gli eventi, possa interessargli tanto cercare di sciogliere il puzzle che il film presenta alla fine.
Bravi soprattutto Toni Servillo, misurato nell’interpretare un investigatore determinato e disperato, e Dustin Hoffman nella sua paterna ambiguità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni quilici »
[ - ] lascia un commento a gianni quilici »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
domenica 10 novembre 2019
|
lo spettatore nel labirinto ...
|
|
|
|
E' il secondo film di Donato Carisi che ha curato la regia, la scenggiatura la storia è tratta da un suo romanzo. Il film precedente era La ragazza nella nebbia (da me recensito), nel quale si ravvisava una certa ingenuità e poca scioltezza e professionalità nella regia. Tali difetti, seppure attenuati, emergono anche nel nuovo film.
La trama riguarda il raèimento di una giovane ragazza di 13 anni Samantha (interpretata adulta da Valentina Bellè) che viene ritrovata dopo 15 anni e ricoverata nell'Ospedale di S. Caterina (California?) curata da un psicologo/profiler il dr. Green (Dustin Hoffman). La ragazza era stata chiusa in un labirinto in cui le veniva imposto un gioco mediante un cubo, se vinceva si apriva una porta che nascondeva un cibo, una bevanda o altro.
[+]
E' il secondo film di Donato Carisi che ha curato la regia, la scenggiatura la storia è tratta da un suo romanzo. Il film precedente era La ragazza nella nebbia (da me recensito), nel quale si ravvisava una certa ingenuità e poca scioltezza e professionalità nella regia. Tali difetti, seppure attenuati, emergono anche nel nuovo film.
La trama riguarda il raèimento di una giovane ragazza di 13 anni Samantha (interpretata adulta da Valentina Bellè) che viene ritrovata dopo 15 anni e ricoverata nell'Ospedale di S. Caterina (California?) curata da un psicologo/profiler il dr. Green (Dustin Hoffman). La ragazza era stata chiusa in un labirinto in cui le veniva imposto un gioco mediante un cubo, se vinceva si apriva una porta che nascondeva un cibo, una bevanda o altro. Due indagini sono partite: una del detective privato Bruno Genko (Toni Servillo) che 15 anni prima non era riuscito a trovare la ragazzina e la polizia locale tra cui l'agente Lumann (Luis Gnecco) e l'agente Berish che cura l'archivio degli scomparsi (Vinicio Marchioni) ufficio in cui lavora Mila Vazquez che è sparita dal giorno del ritrovamento. Il film si dipana (dura oltre 2 ore) con colpi di scena intricati, in un intreccio di ricerche, nonchè con alcuni omicidi, non svelo il finale per l'eventuale spettatore.
La trama si dimostra confusa e con salti logici e lacune nel racconto, un conto è essere un bravo scrittore e un conto essere un bravo sceneggiatore e in questo caso la sceneggiatura, compresi i dialoghi, è carente. Sono non solo improbabili ma inverosimili i poliziotti americani, che di americano non hanno neppure lontanamente l'aspetto, il film girato evidentemente in Italia ha molte riprese in interni che sembrano fondali teatrali di cartapesta. Carrisi indubbiamente scrive romanzi di successo, ma ad essere franchi non è Mario Soldati che scriveva romanzi pregevoli e girava fim di valore, la regia non ha il controllo della situazione lo sviluppo della vicenda è troppo confusa e viene dimenticato un assioma di Hitchcock e cioè lasciare qualche traccia, qui i colpi di scena cadono dal cielo. Così facendo gli eventi non determinano nello spettatore momenti di suspence o tensione che in un film di questo tipo dovrebbero correre per tutta vicenda, il che peraltro non avviene.
Anche l'interpretazione degli attori lascia a desiderare: Toni Servillo è un un detective privato poco credibile si vede che non è in parte, quanto a Dustin Hoffman
la cui professionalità e bravura è fuori discussione, recita la parte sottotono certamente non salva il livello del film il regista non ha saputo sfruttare due assi come loro. Per quanto rguarda gli altri interpreti solo Valentina Bellè fa un'interpretazione buona, gli altri protagonist recitano mediocremente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
jaylee
|
domenica 10 novembre 2019
|
nuovo cinema inferno
|
|
|
|
Dopo Il Signor Diavolo di Pupi Avati, ecco un altro thriller di genere (quello psicologico tipo Il Silenzio Degli Innocenti) che affiora in Italia in mezzo al mare magnum delle commedie di diverse qualità. Chissà se sia l’inizio di un rinascimento, in fin dei conti tra gli anni ’70 e ’80 i vari Argento, Fulci, Bava e lo stesso Avati, l’Italia era considerato uno dei Paesi caposcuola.
Quindi una lodevole iniziativa, peraltro Carrisi è uno degli scrittori che in questo momento è assolutamente sull’onda, chissà se la regia sia il suo sogno nel cassetto. In genere sono pochissimi gli scrittori che riescono in questo salto, uno su tutti Stephen King che chi aveva provato, purtroppo -secondo noi - con scarsi risultati.
[+]
Dopo Il Signor Diavolo di Pupi Avati, ecco un altro thriller di genere (quello psicologico tipo Il Silenzio Degli Innocenti) che affiora in Italia in mezzo al mare magnum delle commedie di diverse qualità. Chissà se sia l’inizio di un rinascimento, in fin dei conti tra gli anni ’70 e ’80 i vari Argento, Fulci, Bava e lo stesso Avati, l’Italia era considerato uno dei Paesi caposcuola.
Quindi una lodevole iniziativa, peraltro Carrisi è uno degli scrittori che in questo momento è assolutamente sull’onda, chissà se la regia sia il suo sogno nel cassetto. In genere sono pochissimi gli scrittori che riescono in questo salto, uno su tutti Stephen King che chi aveva provato, purtroppo -secondo noi - con scarsi risultati.
Ecco, non sappiamo se Carrisi si sia ispirato a King nel scrivere il suo libro (che non abbiamo letto), ma ci sentiremmo di sconsigliarlo a imitare il suo approccio alla regia, dando per assodato che la sceneggiatura, visto che è la sua, lo aveva convinto.
Il film è un guazzabuglio di idee, stili (anche visivi), che attingono a mille fonti senza una vera e propria logica, e in genere nel modo peggiore. Dove si svolge il racconto? Sembra un non-luogo, né Italia né Stati Uniti, ma un po’ lo stereotipo di entrambi. In che anni? Com’è che Genko ha un Mac con Skype installato sopra e la polizia usa il Vic20 e dei classificatori anni ’70 per fare ricerche? Ci sembra una caricatura di David Lynch. Le atmosfere dove i protagonisti si muovono in un noir fatto di luci geometriche, mentre parlano in un italiano caricato e teatrale, dove mangiano salsiccia in umido e bevono vodka e whisky, …. Cosa è, Sin City incontra Bud Spencer? E le atmosfere malate alla Seven con labirinti, topi di fogna, insetti all’ospedale (in una camera tipo il Cardarelli di Napoli) o con i set che sembrano Dario Argento che fa un remake di Blade Runner (vedere per credere, il boudoir della prostituta collezionista di unicorni). Sembra quasi di vedere regista, fotografo e Responsabile della Colonna Sonora al tavolo: “Ma qui non vuoi metterci un po’ di Profondo Rosso?"; “E qui se rifacciamo quella scena di Frank Miller? Pero’ come il fumetto, non come Rodriguez, che è commerciale”; “E la musica in crescendo per trasmettere ansia? è un classico, così anche i 70enni sono soddisfatti” “Anche quel pezzo di Prisoners di Villeneuve, dai, con la vecchietta fortissima”, “e il coniglio demoniaco di Donnie Darko? Figata!” “ah, i numeri 23 che fanno molto onirico”, “ma sai che voglio anche metterci il cesso di Trainspotting”? Neanche Tarantino è così derivativo, e di certo non infila così tanti riferimenti scomposti.
Il tutto reso ancora peggio dal potenziale interpretativo a disposizione di Carrisi: Toni Servillo che sembra sperduto come mai lo avevamo visto, e un Dustin Hoffman, in palese gita italiana, deve aver rimpianto sia Pietro Germi ma anche lo spot del Caffè Vergnano. Lasciamo stare Vinicio Marchioni (Intimidito) e soprattutto Valentina Bellè, che di certo non poteva risollevare dei dialoghi scritti così male, ma ci mette del suo con l’interpretazione così caricaturale.
Magari all’estero sfonda. Oppure, fanno finta di niente, che per il cinema italiano sarebbe molto meglio. Sprofondo Rosso. (www.versionekowalski.it)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jaylee »
[ - ] lascia un commento a jaylee »
|
|
d'accordo? |
|
fab82ant72
|
domenica 10 novembre 2019
|
una noia mortale
|
|
|
|
Due grandi attori e un film nebuloso e soporifero. Il regista è uno scrittore ed è meglio che faccia lo scrittore, né lo sceneggiatore tantomeno il regista. Ho la sensazione che Carrisi si senta Lynch ma ahimè è Bombolo. Lo sconsiglio
|
|
[+] lascia un commento a fab82ant72 »
[ - ] lascia un commento a fab82ant72 »
|
|
d'accordo? |
|
sirgient
|
domenica 10 novembre 2019
|
un labirinto per vedere la realtà
|
|
|
|
Un buon sabato sera, un buona pizza, una bella compagnia e un buon film.
La sala poco gremita, il silenzio eil tepore mi lasciano calare nella storia come se fossi seduto in poltrona con una calda tazza di caffè fumante e una sigaretta ccesa nel posacenere.
La storia inizia rapida e subito ci si cala dentro l'inquietudine dell'incubo di un rapimento, Genko, il dr. Green, samantha, ti coinvolgono in una storia che scivola lentamente tra realtà, sogno e fantasie psicotrope di unamente annebbiata.
I colori a tratti surreali cercano di dare una parvenza di onirica visione, anche se ho come la sensazione che al filmmanchi qualcosa.
Il tempo comunque scivola via lento e la storia si conclude lasciandoti un sacco di idee e qualche dubbio.
[+]
Un buon sabato sera, un buona pizza, una bella compagnia e un buon film.
La sala poco gremita, il silenzio eil tepore mi lasciano calare nella storia come se fossi seduto in poltrona con una calda tazza di caffè fumante e una sigaretta ccesa nel posacenere.
La storia inizia rapida e subito ci si cala dentro l'inquietudine dell'incubo di un rapimento, Genko, il dr. Green, samantha, ti coinvolgono in una storia che scivola lentamente tra realtà, sogno e fantasie psicotrope di unamente annebbiata.
I colori a tratti surreali cercano di dare una parvenza di onirica visione, anche se ho come la sensazione che al filmmanchi qualcosa.
Il tempo comunque scivola via lento e la storia si conclude lasciandoti un sacco di idee e qualche dubbio.
Non so quale esattamente possa essere la chiave di lettura o quello che il regista abbia voluto trasmettere, ma esco dal cinema fumando una sigaretta e ci penso.
Rivedo il film nella mia mente e mi creo una mia chiave di lettura e allora ci penso, penso all'orrore del messaggio che forse ha voluto trasmettere o che io a modo mio ho elaborato.
L'orrore di un uomo qualunque, un dentista, con moglie e figli che si trasforma in un mostro, un rapitore di bambini ed infine un assassino, l'orrore delle cicatrici che un gesto simile lascia nelle menti dei bambini rapiti,menti che rimarranno per sempre racchiuse tra le mura di un labirito oscuro dove gli incubi resteranno terribilmente reali trasformando la loro vita in una prigione da cui non riusciranno pù ad uscire, penso all'orrore di quanto un gioco innocente o l'innocenza di un gioco, si trasformino nelle mani di un uomo malato di mente, perchè la sua mente malata è restata imprigionata in un icubo di quando da bambino a sua volta era stato rapito, si trasformino, dicevo, in una terribile trappola al miele per attirare una vittima innocente in una gabbia oscura, penso all'orrore di chi pur avendone la possibilità non ha voluto ho potuto fare niente e divorato dal senso di colpa e dal rimorso cerca l'espiazione e il perdono, più da se stesso che dagli altri, prima di andarsene da quaesto mondo.
Penso all'orrore di chi pur cercando di salvare quelle vite strappate resti a sua volta imprigionato in quel labirinto oscuro e si senta rapito a sua volta; penso all'orrore di un uomo qualunque che incontri al bar e ti saluta educatamente con un sorriso, magari un semplice pensionato, ma che indossa una maschera sotto la quale si nasconde il suo vero volto, quello che ha le sembianze di un dolce coniglio bianco con gli occhi a forma di cuoricino che inganna il cuore e le menti di un bambino per portarlo nel buoi e non lasciarlo più fuggire.
Forse questo non è un thriller ma un vero film dell'orrore, quell'orrore che fa parte delle nostre vite, un'orrore così reale che a volte nascondiamo dentro quel labirinto in cui spesso ci finiscono le vittime e i carnefici di una inquietante e terribile realtà.
Io comunque ve lo consiglio, è un buon film, poi potete leggerlo come volete.
P.S. l'uso del coniglio a mio parere è degno di approfondimento e non credo ci azzecchi nemmeno lontanamente con donnie darko, forse è più vicino a Uskebasi il signore del silenzio, infatti il coniglio lo portò in un luogo sperduto nel totale silenzio dove vi rimase per una decina di anni o con il bianconiglio di alice... che traghetta alice in un mondo fatto non di sogni, ma di incubi.
così tanto per dire: Il numero 23 ricorrente.. non so a me è venuto in mente il salmo 23...il signore è il mio pastore...nulla mi manca.
La combinazione 23 23 l'uomo, i cromosomi, mi ha fatto pensare all'istinto di sopravvivenza...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sirgient »
[ - ] lascia un commento a sirgient »
|
|
d'accordo? |
|
pakomachine
|
sabato 9 novembre 2019
|
facciamo il punto nave
|
|
|
|
Ci sono pellicole nostrane che, pian piano, riescono a riportare fiducia allo spettatore italiano. Storie, mondi, immagini che hanno qualcosa da aggiungere al panorama generale. Di conseguenza capita che, durante una cena o davanti ad una birra, si senta parlare di Indivisibili, Lo chiamavano Jeeg Robot, Dogman, Suburra, Reality, Tito e gli alieni piuttosto che dell’ultima, solita, patinata pellicola statunitense. Bene. Molto bene. Quindi giù a dare spazio al cinema italiano.
Di colpo, ci si trova di fronte a questa pellicola che definirei irritante, pomposa ma soprattutto devastatrice di quanto fin ora detto.
L’uomo del labirinto, a parte essere inconcludente e con una trama che non sposta di una virgola il concetto di twist (il modo grossolano con il quale Hoffman dall’inizio del film tortura la pallina nelle sue mani è a dir poco eloquente, come il fantoccio del piantone dietro la porta della stanza dell’ospedale), è confuso e incede barcollando, costretto in una serie di incroci temporali maldestramente gestiti.
[+]
Ci sono pellicole nostrane che, pian piano, riescono a riportare fiducia allo spettatore italiano. Storie, mondi, immagini che hanno qualcosa da aggiungere al panorama generale. Di conseguenza capita che, durante una cena o davanti ad una birra, si senta parlare di Indivisibili, Lo chiamavano Jeeg Robot, Dogman, Suburra, Reality, Tito e gli alieni piuttosto che dell’ultima, solita, patinata pellicola statunitense. Bene. Molto bene. Quindi giù a dare spazio al cinema italiano.
Di colpo, ci si trova di fronte a questa pellicola che definirei irritante, pomposa ma soprattutto devastatrice di quanto fin ora detto.
L’uomo del labirinto, a parte essere inconcludente e con una trama che non sposta di una virgola il concetto di twist (il modo grossolano con il quale Hoffman dall’inizio del film tortura la pallina nelle sue mani è a dir poco eloquente, come il fantoccio del piantone dietro la porta della stanza dell’ospedale), è confuso e incede barcollando, costretto in una serie di incroci temporali maldestramente gestiti.
Un po’ di Argento degli anni buoni, un coniglio alla Donnie Darko per strizzare l’occhio agli esterofili, una recitazione grottesca che risulta essere l’unico elemento a fare venire la pelle d’oca in questo sedicente thriller.
Servillo e Hoffman, prevedibilmente, si elevano rispetto al resto del cast, rimanendo comunque in un “limbo” doloroso per chi è avvezzo a ben altre performance dei due attori. Tutto troppo.
Messa in scena, fotografia, scenografie elementi esagerati vista la pochezza del racconto. (Perché in un thriller grottesco qualcuno dovrebbe vivere in un appartamento con carta da parati damascata nera e rossa??)
Il punto debole (tra tutti quelli elencati) resta il twist debolissimo. Toccherebbe ridare un’occhiata a film come una Pura Formalità, The others, Fight Club, i Soliti Sospetti e via così. Parliamo di film cesellati con cura e ricchezza di dettagli e una precisione maniacale. Tutti elementi che mancano ne L’uomo del labirinto.
Un film che terrorizza, terrorizza il cinema italiano.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pakomachine »
[ - ] lascia un commento a pakomachine »
|
|
d'accordo? |
|
joker91
|
venerdì 8 novembre 2019
|
si lascia guardare
|
|
|
|
Classico film di genere diretto in modo mediocre. Servillo e Hoffman favolosi ma sfruttati male dall'improvvisato regista. Storia troppo confusa,troppi intrecci e fotografia scadente. Si lascia comunque guardare grazie a quei due mostri sacri protagonisti della pellicola.
|
|
[+] lascia un commento a joker91 »
[ - ] lascia un commento a joker91 »
|
|
d'accordo? |
|
nadia meden
|
venerdì 8 novembre 2019
|
nebbia
|
|
|
|
Due grandissimi attori, Toni Servillo e Dustin Hoffman per un film che ho trovato molto, molto nebuloso, se si può , ancora più nebuloso de " La ragazza nella nebbia "; a tratti anche un pò noiosetto. Brava la Bellè nella parte di samantha. Per quanto riguarda le "maschere " qui proposte sotto forma di conigli, mi chiedo : ma si voleva copiare Lynch? Oppure si voleva copiare il più famoso regista teatrale italiano che chi come me ama il teatro quanto il cinema, conosce come uomo di di raffinata cultura e insuperabilee eleganza e che fa sfilare sul palcoscenico i suoi attori con maschere di conigli oppure di alligatori ? L'investigatore Genko non ricorda forse il nostro ex investigatore Genchi? Mah.
[+]
Due grandissimi attori, Toni Servillo e Dustin Hoffman per un film che ho trovato molto, molto nebuloso, se si può , ancora più nebuloso de " La ragazza nella nebbia "; a tratti anche un pò noiosetto. Brava la Bellè nella parte di samantha. Per quanto riguarda le "maschere " qui proposte sotto forma di conigli, mi chiedo : ma si voleva copiare Lynch? Oppure si voleva copiare il più famoso regista teatrale italiano che chi come me ama il teatro quanto il cinema, conosce come uomo di di raffinata cultura e insuperabilee eleganza e che fa sfilare sul palcoscenico i suoi attori con maschere di conigli oppure di alligatori ? L'investigatore Genko non ricorda forse il nostro ex investigatore Genchi? Mah...... per quanto mi riguarda, tante domande per poche risposte. Grazie.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nadia meden »
[ - ] lascia un commento a nadia meden »
|
|
d'accordo? |
|
ruben
|
venerdì 8 novembre 2019
|
mindfuck!
|
|
|
|
Mindfuck movie italiano, girato da un regista che di professione fa lo scrittore. La direzione, solo discreta, riesce a trasmettere la giusta dose di inquietudine e invoglia ad incedere nel racconto, malgrado in alcuni passaggi fatichi a padroneggiare uno script complesso in partenza. Seguìto con attenzione si riesce comunque ad unire tutti i puntini e alla fine tutto (o quasi) torna. Bravo Dustin Hoffman, meno bravi gli altri comprimari (stranamente Toni Servillo non sembra troppo a suo agio nella parte). La fotografia, enfatica, satura nei colori e plumbea nelle atmosfere, a tratti ricorda le graphic Novel di Frank Miller. Nota di merito per la bella colonna sonora e per gli omaggi, più o meno voluti, ai gialli di Dario Argento e al "bunny" di Donnie Darko.
[+]
Mindfuck movie italiano, girato da un regista che di professione fa lo scrittore. La direzione, solo discreta, riesce a trasmettere la giusta dose di inquietudine e invoglia ad incedere nel racconto, malgrado in alcuni passaggi fatichi a padroneggiare uno script complesso in partenza. Seguìto con attenzione si riesce comunque ad unire tutti i puntini e alla fine tutto (o quasi) torna. Bravo Dustin Hoffman, meno bravi gli altri comprimari (stranamente Toni Servillo non sembra troppo a suo agio nella parte). La fotografia, enfatica, satura nei colori e plumbea nelle atmosfere, a tratti ricorda le graphic Novel di Frank Miller. Nota di merito per la bella colonna sonora e per gli omaggi, più o meno voluti, ai gialli di Dario Argento e al "bunny" di Donnie Darko. Voto 6/10.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ruben »
[ - ] lascia un commento a ruben »
|
|
d'accordo? |
|
|