L'uomo del labirinto

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Un film di Donato Carrisi. Con Toni Servillo, Dustin Hoffman, Valentina Bellè, Vinicio Marchioni.
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Thriller, Ratings: Kids+13, durata 130 min. - Italia 2019. - Medusa uscita mercoledì 30 ottobre 2019. MYMONETRO L'uomo del labirinto * * - - - valutazione media: 2,19 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
jaylee domenica 10 novembre 2019
nuovo cinema inferno Valutazione 1 stelle su cinque
83%
No
17%

Dopo Il Signor Diavolo di Pupi Avati, ecco un altro thriller di genere (quello psicologico tipo Il Silenzio Degli Innocenti) che affiora in Italia in mezzo al mare magnum delle commedie di diverse qualità. Chissà se sia l’inizio di un rinascimento, in fin dei conti tra gli anni ’70 e ’80 i vari Argento, Fulci, Bava e lo stesso Avati, l’Italia era considerato uno dei Paesi caposcuola.
Quindi una lodevole iniziativa, peraltro Carrisi è uno degli scrittori che in questo momento è assolutamente sull’onda, chissà se la regia sia il suo sogno nel cassetto. In genere sono pochissimi gli scrittori che riescono in questo salto, uno su tutti Stephen King che chi aveva provato, purtroppo -secondo noi - con scarsi risultati. [+]

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pakomachine sabato 9 novembre 2019
facciamo il punto nave Valutazione 1 stelle su cinque
62%
No
38%

Ci sono pellicole nostrane che, pian piano, riescono a riportare fiducia allo spettatore italiano. Storie, mondi, immagini che hanno qualcosa da aggiungere al panorama generale. Di conseguenza capita che, durante una cena o davanti ad una birra, si senta parlare di Indivisibili, Lo chiamavano Jeeg Robot, Dogman, Suburra, Reality, Tito e gli alieni piuttosto che dell’ultima, solita, patinata pellicola statunitense. Bene. Molto bene. Quindi giù a dare spazio al cinema italiano.
Di colpo, ci si trova di fronte a questa pellicola che definirei irritante, pomposa ma soprattutto devastatrice di quanto fin ora detto.
L’uomo del labirinto, a parte essere inconcludente e con una trama che non sposta di una virgola il concetto di twist (il modo grossolano con il quale Hoffman dall’inizio del film tortura la pallina nelle sue mani è a dir poco eloquente, come il fantoccio del piantone dietro la porta della stanza dell’ospedale), è confuso e incede barcollando, costretto in una serie di incroci temporali maldestramente gestiti. [+]

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lizzy domenica 22 marzo 2020
un cerchio più che un labirinto... Valutazione 1 stelle su cinque
90%
No
10%

Partiamo col dire che non ho letto (e non ho nessuna intenzione di farlo) il libro, quindi non ho idea se ci sia qualcosa di diverso, qualcosa di meglio o peggio o qualcosa di inesistente nel romanzo rispetto al film.
Limitandomi alla sola pellicola non posso altro che sottoscrivere la recensione "Nuovo Cinema Inferno": questo film è un accozzaglia di situazioni/citazioni che dovresti schiacciare centomila volte il pulsante "pause" per fermarti a riflettere su chi, come, cosa, quando, perchè...
Tecnologie, appunto, mischiate, luoghi assurdi pur se indecifrabili e situazioni al limite del ridicolo.
Come il Genko che segue la vecchia disturbata in cantina: ma che, veramente un tipo, si suppone, scaltro come lui finisca a terra con la solita botta in testa a sorpresa?
E come mai il "Bunny" scende in cantina così avventatamente?
Perchè quando Genko riesce a stordirlo e corre sopra, dopo aver chiuso la porta a sua volta, bloccando la fuga dell uomo, non si ferma a prendere le sue cose e a telefonare alla Polizia?
Stesso dicasi per il Dottor Green: ma scherzate che vien messo k. [+]

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samanta domenica 10 novembre 2019
lo spettatore nel labirinto ... Valutazione 2 stelle su cinque
67%
No
33%

E' il secondo film di Donato Carisi che ha curato la regia, la scenggiatura la storia è tratta da un suo romanzo. Il film precedente era La ragazza nella nebbia (da me recensito),  nel quale si ravvisava una certa ingenuità e poca scioltezza e professionalità nella regia. Tali difetti, seppure attenuati,  emergono anche nel nuovo film.
La trama riguarda il raèimento di una giovane ragazza di 13 anni Samantha (interpretata adulta da Valentina Bellè) che viene ritrovata dopo 15 anni e ricoverata nell'Ospedale di S. Caterina (California?) curata da un psicologo/profiler il dr. Green (Dustin Hoffman). La ragazza era stata chiusa in un labirinto in cui le veniva imposto un gioco mediante un cubo, se vinceva si apriva una porta che nascondeva un cibo, una bevanda o altro. [+]

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felicity lunedì 22 giugno 2020
quando manca un grande regista... Valutazione 2 stelle su cinque
67%
No
33%

Il film ha una estetica che miscela più generi: dal noir, alla detective story, passando naturalmente per alcuni topoi del genere orrorifico, che trova la sua massima espressione nel gioco sapiente dei toni utilizzati, delle luci e della loro alternanza.
Tutto questo però sarebbe stato più facilmente digeribile se regia e sceneggiatura fossero state all'altezza delle ambizioni di Donato Carrisi, ma purtroppo non è così. 
Alla base c'è un gioco nell’insano rapporto tra rapitore e vittima che viene rievocato dai flashback: il superamento di una prova per poter rimanere aggrappati alla vita. Così come il Genko di Servillo sembra inizialmente barcamenarsi in un ambiente e in una vicenda più grandi di lui, a volte sembrando più un Deckard malridotto a caccia di replicanti, salvo poi trovare la pista giusta. [+]

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elgatoloco martedì 1 dicembre 2020
meglio che"la ragazza nella nebbia" Valutazione 0 stelle su cinque
0%
No
100%

In"L'uomo del labritinto"(DOnato Carrisi, anche autore della sceneggiatura dal suo ormonimo romanzo, 2019) lo scrittore passato anche alla regia dosa più attentatamente il rapporrto parola-immagine, anche see rimane, in qualche modo, una"sovrabbondanza"delle parole, del racconto verbale rispetto a quello per immagini, che è invece più propiro del cinema, il che non toglie(o"taglia")la parola, ovviamnete. La storia della ragazza rapita e della sua"detenzione"durata quindici anni è da rivedere alla luce del finale(sul quale, ovviamente, non si piò entrare)rilevando solo come tale narrazione sia comunque finalizzata alla scoperta della"verità", dove come al solito sono impegnati sia un detecive privato(ancora una volta Toni Servillo)e uno psicologo-profiler(Dustin Hoffman), dove però è da dire che il detective è alla viglia della sua morte per infezione cardiaca, morte peraltro preannuciatagli dai medici. [+]

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uppercut venerdì 5 agosto 2022
sì, davvero inquietante Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
100%

Se il film voleva apparire inquietante, direi che per quanto mi riguarda il risultato è pienamente raggiunto. Davvero inquietante vedere Dustin Hoffman e Toni Servillo arrabattarsi in un contesto (fatico a chiamarlo film) dove il livello è da saggio di scuola primaria di secondo grado (per esser generosi). Inquietante è il fatto che non solo in Italia si investa per una nullità del genere ma che si arrivi pure a riconoscerle una candidatura ai David di Donatello. Inquietante è trovarsi per la prima volta ad abbandonare la visione di un "film" per il disagio di sentirsi in qualche modo complici di una mediocrità così offensiva ad ogni livello: narrativo, recitativo e pure tecnico (scavalcamenti di campo, luci e trucco alla caccia dell'effettazzo più gratuito, montaggio da subito arrangiato senza gusto e rigore. [+]

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nino pellino sabato 2 novembre 2019
affascinante thriller dalla struttura articolata Valutazione 0 stelle su cinque
41%
No
59%

Un thriller che si articola e si sviluppa su diverse situazioni che tendono ad incuriosire, ma a volte anche a disorientare lo spettatore. Il film è ricco di colpi di scena per cui non appena si è convinti di essere giunti alla soluzione dell'enigma, improvvisamente si avvicendano nuovi punti interrogativi e nuove piste da seguire, finché non si giunge al più classico dei colpi di scena in cui si scoprirà il vero volto del serial Killer. Questa pellicola trova il suo punto di forza nella presenza di attori di grande livello, come il sempre carismatico Toni Servillo, una convincente Valentina Bellé e soprattutto un Dustin Hoffman naturalmente sempre molto bravo a livello interpretativo. [+]

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ruben venerdì 8 novembre 2019
mindfuck! Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

Mindfuck movie italiano, girato da un regista che di professione fa lo scrittore. La direzione, solo discreta, riesce a trasmettere la giusta dose di inquietudine e invoglia ad incedere nel racconto, malgrado in alcuni passaggi fatichi a padroneggiare uno script complesso in partenza. Seguìto con attenzione si riesce comunque ad unire tutti i puntini e alla fine tutto (o quasi) torna. Bravo Dustin Hoffman, meno bravi gli altri comprimari (stranamente Toni Servillo non sembra troppo a suo agio nella parte). La fotografia, enfatica, satura nei colori e plumbea nelle atmosfere, a tratti ricorda le graphic Novel di Frank Miller. Nota di merito per la bella colonna sonora e per gli omaggi, più o meno voluti, ai gialli di Dario Argento e al "bunny" di Donnie Darko. [+]

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