geppo
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mercoledì 4 dicembre 2019
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molta estetica , un po' meno sostanza.
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Il film è decisamente bello nei dialoghi, nell'atmosfera e nelle stupende riprese. Traspare il solito fantastico Woody Allen come protagonista, il suo amore per Manhattan, per la bella musica, per le giornate piovose (come non essere d'accordo.....). Manca un po' di sostanza nella storia troppo leggera e scontata, lontana dai capolavori come Manhattan, Match Point, Blue Jasmin ,Café Society ecc.ecc. Comunque consigliato.
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jonnylogan
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venerdì 3 gennaio 2020
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scende la pioggia, ma che fa ...
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Una coppia di studenti universitari decide di trascorrere un fine settimana a New York per consentire a Ashleigh d’intervistare il famoso regista Roland Pollard. I due partono in pullman alla volta della grande mela, ma una serie d’inaspettati eventi, fra cui la famiglia di Gatsby del tutto ignara del suo passaggio in città, creeranno nella coppia un temporaneo allontanamento.
Ennesima perla, non certo indimenticabile, della sconfinata filmografia di Woody Allen che in passato ci ha portato sul lettino dello psicoanalista e nel centro della sua mente labirintica, tormentandoci con ragionamenti a un passo dalla follia per poi finirci con battute in puro stile yiddish.
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Una coppia di studenti universitari decide di trascorrere un fine settimana a New York per consentire a Ashleigh d’intervistare il famoso regista Roland Pollard. I due partono in pullman alla volta della grande mela, ma una serie d’inaspettati eventi, fra cui la famiglia di Gatsby del tutto ignara del suo passaggio in città, creeranno nella coppia un temporaneo allontanamento.
Ennesima perla, non certo indimenticabile, della sconfinata filmografia di Woody Allen che in passato ci ha portato sul lettino dello psicoanalista e nel centro della sua mente labirintica, tormentandoci con ragionamenti a un passo dalla follia per poi finirci con battute in puro stile yiddish. Date queste premesse l’ultima pellicola tanto ostracizzata oltre oceano, causa le accuse di molestia piovute sul regista e che hanno portato il suo ultimo lavoro a essere diffuso solamente a due anni dalla conclusione delle riprese, non aggiunge nulla a quello che già il primo Allen aveva saputo offrirci. Storaro, maestro della fotografia e immancabile collaboratore di Allen, incornicia una splendida New York uggiosa e che cambia aspetto a seconda dei fenomeni atmosferici che la percuotono, anche se è all’interno degli attici e dei grandi appartamenti di Manatthan che si consuma la vera narrazione di un week end da commedia degli equivoci. Allen frattanto ci trascina ancora una volta lungo quello stesso Hudson che tante volte ha fatto da sfondo alle sue pellicole più celebrate, in una metropoli ove piaghe sociali e mendicanti non hanno trovato casa, come se fossimo avvolti in una bolla spazio temporale che proietta i due protagonisti, facoltosi rampolli di famiglie agiate, tra bar fumosi e le strade in pietra vista del Greenwich Village. Impiegando Timothée Chalamet, ventiquatrenne attore dal nome francese ma dai solidi natali newyorkesi, come suo giovane alter ego e dal quale verremo lentamente, ma altrettanto metodicamente, catechizzati su amore, jazz, letteratura e l’ipercriticismo nei confronti di una famiglia che non apprezza. Dall’altro lato Ellen Fenning, ne impersona invece l’antitesi al femminile desiderosa di avvicinarsi alla grande metropoli perchè attratta dalle mille luci che da questa s’irradiano e che il regista impiega per denigrare la vacuità del lavoro di regista e del cinema Hollywoodiano in genere. Nel mezzo un lento peregrinare da un’abitazione all’altra, da una sigaretta alla seguente, sempre incastonati all’interno di una città splendidamente autunnale, fino a un finale prevedibile e che ci fa augurare che alla prossima fatica il regista di Match Point possa tornare in sella stupendoci.
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minnie
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giovedì 9 gennaio 2020
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"la sua risata..."
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Di “Un giorno di pioggia a New York”, fatto salvo il cotè turistico, quello che in sala fa esclamare coppie attempate o meno, sedute accanto a te, a rievocare tutto ciò che hanno visto di New York, ma magari non l’orologio De La corte, in un angolino del Central Park, ho ammirato tantissimo il meccanismo della commedia, degno di Shakespeare. Woody Allen sì che sa trattare un tema delicato come l’amore senza mai sbagliare un colpo, una battuta. Nel mondo ovattato di Manhattan ecco che s’inseriscono delle note stonate, la escort subito riconosciuta dalla madre severa che ha un oscuro passato, il regista dalla voce incantevole (Pino Insegno doppiatore di Leev Schreiber) in crisi d’ispirazione, e la bionda giornalista entusiasta che il protagonista pensa sia la sua ragazza battuta in corso d’opera da una mora perspicace.
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Di “Un giorno di pioggia a New York”, fatto salvo il cotè turistico, quello che in sala fa esclamare coppie attempate o meno, sedute accanto a te, a rievocare tutto ciò che hanno visto di New York, ma magari non l’orologio De La corte, in un angolino del Central Park, ho ammirato tantissimo il meccanismo della commedia, degno di Shakespeare. Woody Allen sì che sa trattare un tema delicato come l’amore senza mai sbagliare un colpo, una battuta. Nel mondo ovattato di Manhattan ecco che s’inseriscono delle note stonate, la escort subito riconosciuta dalla madre severa che ha un oscuro passato, il regista dalla voce incantevole (Pino Insegno doppiatore di Leev Schreiber) in crisi d’ispirazione, e la bionda giornalista entusiasta che il protagonista pensa sia la sua ragazza battuta in corso d’opera da una mora perspicace. A dimostrazione che l’amore è fatto di tante componenti (la risata chioccia di una ragazza può mandare in frantumi un matrimonio…) , non ultima l’intelligenza e questo Woody sono anni che ce lo va ripetendo, senza mai annoiarci. Genio allo stato puro!!!
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elgatoloco
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lunedì 27 luglio 2020
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travolgente woody
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"A Rainy Day in New York"(Woody ALlen, ovviamente autore totale, 2019, insomma il suo più recente capolavoro)è in primis un film sul cinema, nel senso di cinema nel cinema, playing the play e quant'altro, con una studentessa, che scrive per il giornale universitario, che deve intervistare un regista d'avanguardia che lei venera e il suo fidanzato, un altro studente, anche lui di ascendenza ricca, dove la loro love story, appunto in una piovosa domenica newyorkese, porterà a un reincontro breve ma"negativo", dato che il ragazzo ritroverà la sorella minore di una sua ex.fiamma, innamorato da sempre del boy in questione... Tante le storie mirabilmente intrecciate alla prima, con lo humor yiddish straordinario che"sprizza da tutti i pori"(scusate l'entusiasmo, so di essere di parte.
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"A Rainy Day in New York"(Woody ALlen, ovviamente autore totale, 2019, insomma il suo più recente capolavoro)è in primis un film sul cinema, nel senso di cinema nel cinema, playing the play e quant'altro, con una studentessa, che scrive per il giornale universitario, che deve intervistare un regista d'avanguardia che lei venera e il suo fidanzato, un altro studente, anche lui di ascendenza ricca, dove la loro love story, appunto in una piovosa domenica newyorkese, porterà a un reincontro breve ma"negativo", dato che il ragazzo ritroverà la sorella minore di una sua ex.fiamma, innamorato da sempre del boy in questione... Tante le storie mirabilmente intrecciate alla prima, con lo humor yiddish straordinario che"sprizza da tutti i pori"(scusate l'entusiasmo, so di essere di parte...), con la barzelletta sul mendicante che non mangia da tre giorni e che si rivolge a una donna ebrea per l'elemosina, con la considerazione dell'Arizona(solo cactus e rodei, in buona sostanza), con altro ancora e non poco, con la considerazione dlela nevrosi perenne che pevade sempre il mondo del cinema e dello spettacolo, dallo sceneggiatore cornificato, all'attore che vorrebbe possedere carnalmente la ragazza e che la TV propone tout court come"sua nuova fiamma"allo steso regista, sempre insoddisfatto e al tempo spesso speranzoso rispetto a ogni lode possibile, a molto altro ancora. Ma la storia"trainante", otlre alla love story già r accontata p la seguente: credendo(TV complice...)di essere stato scaricato dalla girl.friend, lo studente, che dovrebbe andare al party culturale indetto come sempre dalla madre, finisce con l'andarci con una escort, profumatamente pagata(guadagna molto, perché gioca e vince sempre), ma la madre "Manda via"la ragazza e poi racconta al figlio di avere lei stessa, a suo tempo, catturato il mairto(padre del ragazzo)svolgendo questa"più antica professione dle mondo". Woody ALlen the best, ancora una volta, anche in questo ennesimo woody's movie, without Woody... El Gato
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fabrizio friuli
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mercoledì 1 settembre 2021
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due innamorati e la grande mela
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Nella città di New York , una coppia di giovani fidanzati ha intenzione di trascorrere una romantica giornata senza problemi e senza pensieri , tuttavia, l' aspirante giornalista e il suo giovane ed originale fidanzato vengono divisi da impegni e imprevisti , ma nonostante tutto, la conclusione della vicenda si rivela lieta , ma inaspettata.
Oltre all' inconfondibile stile registico di Woody Allen , la commedia romantica vanta un cast attoriale di un certo livello, anche se il talentuoso Jude Law avrebbe meritato una maggiore presenza scenica, essendo un attore monumentale che renderebbe sbalorditivo anche un sasso, se lo interpreterebbe, ma anche gli altri attori hanno saputo dare il meglio di loro , in particolare l' attrice Elle Fanning , colei che interpreta la protagonista femminile Ashleigh Enright , un personaggio positivo con i suoi pregi e i suoi difetti, infatti viene mostrato che lei intervista il regista tormentato con estrema passione e quando incontra il seducente attore Francisco Vega lei viene assuefatta dalle sue avances, e si fa sedurre nonostante lei abbia già un fidanzato, invece il personaggio di nome Gatsby , interpretato da Timotee Chalamet , è un personaggio più complesso, un eccentrico e intelligente ragazzo che , pur non avendo un' opinione positiva sulla sua genitrice , malgrado abbia una bella vita , egli si ricrede quando scopre che sua madre , oltre ad essere una donna forte, ha dato un cambiamento radicale alla sua vita , grazie all' amore ( infatti , lei esercitava il mestiere di escort , oppure lei era una prostituta al cento per cento , però, dopo aver scoperto di amare suo padre , ha preso un' importante decisione : compiere sacrifici per diventare una persona differente ).
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Nella città di New York , una coppia di giovani fidanzati ha intenzione di trascorrere una romantica giornata senza problemi e senza pensieri , tuttavia, l' aspirante giornalista e il suo giovane ed originale fidanzato vengono divisi da impegni e imprevisti , ma nonostante tutto, la conclusione della vicenda si rivela lieta , ma inaspettata.
Oltre all' inconfondibile stile registico di Woody Allen , la commedia romantica vanta un cast attoriale di un certo livello, anche se il talentuoso Jude Law avrebbe meritato una maggiore presenza scenica, essendo un attore monumentale che renderebbe sbalorditivo anche un sasso, se lo interpreterebbe, ma anche gli altri attori hanno saputo dare il meglio di loro , in particolare l' attrice Elle Fanning , colei che interpreta la protagonista femminile Ashleigh Enright , un personaggio positivo con i suoi pregi e i suoi difetti, infatti viene mostrato che lei intervista il regista tormentato con estrema passione e quando incontra il seducente attore Francisco Vega lei viene assuefatta dalle sue avances, e si fa sedurre nonostante lei abbia già un fidanzato, invece il personaggio di nome Gatsby , interpretato da Timotee Chalamet , è un personaggio più complesso, un eccentrico e intelligente ragazzo che , pur non avendo un' opinione positiva sulla sua genitrice , malgrado abbia una bella vita , egli si ricrede quando scopre che sua madre , oltre ad essere una donna forte, ha dato un cambiamento radicale alla sua vita , grazie all' amore ( infatti , lei esercitava il mestiere di escort , oppure lei era una prostituta al cento per cento , però, dopo aver scoperto di amare suo padre , ha preso un' importante decisione : compiere sacrifici per diventare una persona differente ). Quando si giunge alla fine del film il giovane Gatsby si divide dalla sua fidanzata durante il loro agognato giro in carrozza , avendo compreso di amare Shannon , la raggiunge sotto il cielo che versa la pioggia su di loro ed entrambi riescono a baciarsi sotto la pioggia, come nelle pellicole romantiche . Esso si è rivelato un lungometraggio puramente scorrevole e al tempo stesso dilettevole, provvisto di una sceneggiatura ben assemblata ed è ambientato in una delle città emblematiche del regista statunitense, ovvero la magica e maestosa New York, una città splendida come Parigi e Roma , e non è il primo film del regista ambientato nella città americana. Che corrisponde al suo luogo natio. Forse , una pecca di questo film è la scena inncui Gatsby , dopo aver visto la sua fidanzata insieme ad un altro , ha pensato al tradimento ( ed ecco l' equivoco ) e quindi , partecipa ad un evento familiare proponendo ad una giovane ed incantevole escort di indossare la maschera della sua fidanzata, e quindi , tale scena risulta essere prevedibile, oppure è un ' idea già presente nel film To Rome With Love ( anch'esso un film di Woody Allen ).
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francesco izzo
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domenica 29 dicembre 2019
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solito woody, un pò troppo costruito
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Meno male per il lieto fine, non sempre presente nei film di W.Allen,almeno per quanto riguarda il protagonista.
Ma i tipi umani - in questo ultimo film pìù tendenti al disperato che al meschino (il regista, la madre del ragazzo, forse anche la ragazza) sono sempre gli stessi.
L'essere umano è per il regista in definitiva un miserabile: la ragazza molla senza problemi il fidanzatino, crollando letteralmente al cospetto di uno dei suoi idoli.E solo per caso non consuma il tradimento.La madre del ragazzo non si fa ingannare dalla di lui messinscena, e gli rivela con l'occasione le sue miserie. Ma senza pentimento né sofferenza; quasi volesse solo fargli capire come funziona la realtà.
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Meno male per il lieto fine, non sempre presente nei film di W.Allen,almeno per quanto riguarda il protagonista.
Ma i tipi umani - in questo ultimo film pìù tendenti al disperato che al meschino (il regista, la madre del ragazzo, forse anche la ragazza) sono sempre gli stessi.
L'essere umano è per il regista in definitiva un miserabile: la ragazza molla senza problemi il fidanzatino, crollando letteralmente al cospetto di uno dei suoi idoli.E solo per caso non consuma il tradimento.La madre del ragazzo non si fa ingannare dalla di lui messinscena, e gli rivela con l'occasione le sue miserie. Ma senza pentimento né sofferenza; quasi volesse solo fargli capire come funziona la realtà.
E la sorella della sua ex, che già era comparsa nel film con una scena di ripresa di bacio piuttosto assurda, appare dal nulla (da sotto un ponticello) nella scena finale - dopo che con un colpo di scena il ragazzo aveva improvvisamente deciso di lasciare la fidanzata sulla carrozza- come in una fiaba un pò dozzinale e mal costruita.
Non so se sia supponenza da grande regista ormai affermato, o forse qui solo trascuratezza nel copione: fatto sta che consiglierei a Woody di evitare un eccesso di queste trovate che, se forse nelle sue intenzioni dovrebbero sorprendere positivamente e catturare lo spettatore (ed in certi suoi film ci riescono magari di più, vedi "Midnight in Paris") in realtà altre volte lo sconcertano, lo disorientano e lo lasciano piuttosto perplesso.
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mardou_
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martedì 3 dicembre 2019
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bentornato woody
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A causa dell’odioso processo inquisitorio del #MeToo che ha scatenato la caccia alle streghe, l’ultima fatica di Woody Allen arriva nelle sale del mondo solo in queste settimane, dopo due anni di limbo.
Forse per questo stacco temporale, ma non solo, si ha come la sensazione che la pellicola abbia perso il passo del tempo: all’inizio i dialoghi sono quasi rallentati, forzati, le classiche battute alla Woody strappano appena l’ombra di un sorriso mentre tante situazioni vengono sviluppate frettolosamente ed i personaggi celebri ridotti quasi a comparse, come a voler usare i classici ingredienti delle sue pellicole senza la giusta amalgama.
Anche la Grande Mela è ridotta troppo spesso al cliché: dagli appartamenti da rivista a Soho o sulla Fifth Avenue, passando per il MET, la passeggiata in carrozza e il Delacorte Clock nello zoo di Central Park, fino al piano bar al Carlyle, si respira tutta la nostalgia di Allen per una New York che ha trasformato i suoi luoghi del cuore in spot da turisti.
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A causa dell’odioso processo inquisitorio del #MeToo che ha scatenato la caccia alle streghe, l’ultima fatica di Woody Allen arriva nelle sale del mondo solo in queste settimane, dopo due anni di limbo.
Forse per questo stacco temporale, ma non solo, si ha come la sensazione che la pellicola abbia perso il passo del tempo: all’inizio i dialoghi sono quasi rallentati, forzati, le classiche battute alla Woody strappano appena l’ombra di un sorriso mentre tante situazioni vengono sviluppate frettolosamente ed i personaggi celebri ridotti quasi a comparse, come a voler usare i classici ingredienti delle sue pellicole senza la giusta amalgama.
Anche la Grande Mela è ridotta troppo spesso al cliché: dagli appartamenti da rivista a Soho o sulla Fifth Avenue, passando per il MET, la passeggiata in carrozza e il Delacorte Clock nello zoo di Central Park, fino al piano bar al Carlyle, si respira tutta la nostalgia di Allen per una New York che ha trasformato i suoi luoghi del cuore in spot da turisti.
Il merito di Woody resta quello di ingaggiare ogni volta gli attori più talentuosi di ogni nuova generazione: il classico triangolo amoroso tra giovane alter ego Timothee Chamelet e la bravissima Elle Fanning, perfetta nella parte della bionda ricca, cretina ed ignorante, viene chiuso da una sorprendente Selena Gomez che, tolte le canzoni nostalgiche post relazione con Justin Bieber, conferma le doti di attrice già testate in SpringBreak.
Nella seconda parte tutto torna fluido, facendoci sperare di essere coccolati dai film del regista americano ancora per molti anni.
Di tutto resta il fatto che soltanto a New York, Londra e Parigi vale la pena vivere per essere felici: se non sei qui, non sei da nessuna parte e soltanto il misto di ansia, competizione, adrenalina e poesia urbana che queste metropoli ci regalano possono fare accadere cose straordinarie ed in aspettate.
Anche in un giorno di pioggia.
Elisabetta Baou Madingou
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oclockalex
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mercoledì 11 dicembre 2019
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new york (nel titolo) new york (nella pelle)
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Devo innanzitutto fare alcune premesse.
La prima è che non ero partito per vedermi un film brillante. Avevo la ferma intenzione di comprare il biglietto per l’ultimo Polanski. L’affare Dreyfuss mi ha sempre interessato come mi interessa quella parte di storia, messo sullo schermo da un professionista come il regista di tanti capolavori, mi sembrava un’occasione ghiotta.
La seconda è che difficilmente mi cimento in una recensione dopo aver visto il film una sola volta.
La terza è che reputo Woody Allen il miglior regista statunitense vivente. È un maestro che ha spaziato in vari generi portando sempre il suo bagaglio di esperienza e genialità.
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Devo innanzitutto fare alcune premesse.
La prima è che non ero partito per vedermi un film brillante. Avevo la ferma intenzione di comprare il biglietto per l’ultimo Polanski. L’affare Dreyfuss mi ha sempre interessato come mi interessa quella parte di storia, messo sullo schermo da un professionista come il regista di tanti capolavori, mi sembrava un’occasione ghiotta.
La seconda è che difficilmente mi cimento in una recensione dopo aver visto il film una sola volta.
La terza è che reputo Woody Allen il miglior regista statunitense vivente. È un maestro che ha spaziato in vari generi portando sempre il suo bagaglio di esperienza e genialità. Il suo punto di vista è sempre originale dovuto a una cultura superiore, non solo di cinema.
Il suo periodo migliore credo vada dalla fine anni ’70 alla metà del decennio successivo, quando ha girato capolavori come “Io e Annie”, “Manhattan” “Zelig” “La rosa purpurea del Cairo”. Ma poi ha saputo ripetersi nel tempo.
Vedendo questo suo ultimo film ho avuto un leggero rimpianto, una lieve nostalgia generale mi ha pervaso. Ho notato ancora di più quanto la sua produzione riscatti la sua città. New York appare perennemente nella sua opera, perché New York è di Woody Allen più che di Scorsese e di chiunque altro cineasta, e ultimamente lo accosto sempre di più ad un altro maestro, il francese Eric Rohmer.
Tutti e due sono le guide turistiche della propria città.
Per tutti e due non sono le storie a fare i film, ma le persone. Nei loro film le storie sono inventate ma reali, quindi banali. Sono storie che conosciamo: la quotidianità. Sono le persone a essere originali. Quando una coppia si lascia, ne parla, non ne fa un dramma. Perché in un mondo di 7 miliardi di persone non ce n’è una sola adatta a te. Per cui non mi dispero e mi volto da un’altra parte, con dei rimpianti, magari.
Ecco, l’ultimo film di Woody Allen parla di questo, anche di questo. In fondo non è influente di cosa parli, è importante come ne parla. Il regista statunitense più europeo di sempre ha aggiunto un’altra mattonella al suo muro. A 84 anni non avrà più un prolungato periodo d’oro, ma non abbassa mai la guardia. Un film senza grandi genialità ma di una grande cultura. Un buon film.
Ah, per quanto riguarda la recitazione vale il detto di un altro maestro, in questo caso: non sono gli attori a recitare, ma le telecamere. Per il resto, come da compito, la tecnica è semplicemente perfetta. L’esperienza non è acqua.
Woody Allen invecchia e ci invecchia bene.
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rob8
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domenica 1 dicembre 2019
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non basta evocare manhattan perché si compia un nuovo capolavoro
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Non bastano una New York malinconica ed una colonna sonora di standard immortali; né il consueto omaggio ai maestri del cinema e delle arti; né la fotografia di Storaro e la sapiente mdp di Allen, per emozionare lo spettatore, se la storia e i personaggi peccano di empatia e gli snodi narrativi risultano risaputi o poco credibili - compreso il metaforico finale che, sotto l’orologio girevole di Central Park, sugella in modo prevedibile una gracile ronde sentimentale. Non basta, in poche parole, evocare Manhattan perché si compia un nuovo capolavoro.
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frankmoovie
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martedì 3 dicembre 2019
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un giorno di pioggia a n.y. piacevole romanticismo
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Il ritorno di Woody Allen è veramente di gran livello: con i suoi dialoghi dal ritmo frenetico, le semplici battute che lasciano il segno, scene di una Manhattan che ci fa conoscere sempre di più attraverso le sue pellicole, i colori e la fotografia stupenda di Vittorio Storaro e la colonna sonora pregna di canzoni da piano bar … Ho scritto tutto? No. L’autore e regista conferma la sua bravura attraverso questo suo modo di affrontare l’argomento “amore giovanile” e le sue certezze-incertezze, le forze emotive e le debolezze, l’inesperienza nel prendere decisioni e la volontà di correre dietro la felicità.
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Il ritorno di Woody Allen è veramente di gran livello: con i suoi dialoghi dal ritmo frenetico, le semplici battute che lasciano il segno, scene di una Manhattan che ci fa conoscere sempre di più attraverso le sue pellicole, i colori e la fotografia stupenda di Vittorio Storaro e la colonna sonora pregna di canzoni da piano bar … Ho scritto tutto? No. L’autore e regista conferma la sua bravura attraverso questo suo modo di affrontare l’argomento “amore giovanile” e le sue certezze-incertezze, le forze emotive e le debolezze, l’inesperienza nel prendere decisioni e la volontà di correre dietro la felicità. Sorrisi, tenerezza, riflessioni sulla vita e suoi ruoli assegnati dal destino e dai propri genitori nella società, sull’importanza del matrimonio e i probabili ostacoli (anche il modo di ridere del partner …), sulle scelte di vita. “Una giornata di pioggia a New York” porta lo spettatore in giro per la Città e per locali o Hotel di lusso, sotto un’acqua che fa anche da colonna sonora, non invadente. Alcuni scambi di parole colpiscono, come, se ricordo bene: “Il tempo è come un treno che va … di seconda classe: scomodo …” oppure : “La vita reale è per chi non sa fare di meglio” e, infine, la riflessione del giovane fumatore protagonista sull’aver comprato un bocchino per fumare, “cosi’ allontana l’enfisema e il cancro che prima o poi arriveranno … “. Bravi i giovani attori Timothée Chalamet, Elle Fanning, Selena Gomez, e conferme per Jude Law, Diego Luna, Liev Schreiber … Ottima interpretazione, poi, della pioggia, protagonista importante e legato al “destino” che è il tema base del film. Si torna a casa con una piacevole sensazione di gioventù regalataci da un ottantenne regista – artista che ci fa anche pensare con un semplice dialogo del film: “Piango sia ai matrimoni che ai funerali. Per lo stesso motivo”. Grande, no?
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