Ambientazioni retrò e realismo magico per un film che affronta di petto un grande problema della contemporaneità: la schiavitù del lavoro. Recensione di Paola Casella, legge Veronica Bitto.
di A cura della redazione
Christopher Robin ha lasciato Winnie Pooh e gli abitanti del Bosco dei 100 Acri per la grande Londra. A causa del troppo lavoro è costretto a sacrificare il weekend in famiglia nella casa di campagna dove ha trascorso l'infanzia. Winnie intanto, in cerca dei suoi amici, arriva proprio nel giardino londinese di Christopher.
Marc Forster torna sul terreno di Neverland per raccontare un grande autore di racconti per bambini: là era James Matthew Barry, l'inventore di Peter Pan, qui è A. A. Milne, creatore di Winnie Pooh.
Costumi e scenografie sono di prim'ordine, come eccellente è la recitazione di Ewan McGregor nei panni di Christopher Robin.
Ma se la narrazione resta fedele alle tavole di Milne, il messaggio è politico: se non si concede ai lavoratori il tempo necessario a divertirsi si uccide il mercato. Un messaggio di straordinaria attualità: altro che favola per bambini.
In occasione dell'uscita al cinema di Ritorno al bosco dei 100 acri (guarda la video recensione), Veronica Bitto interpreta la recensione di Paola Casella.