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Un Travolta stanco e poco motivato impersona con scarsa efficacia un imprenditore famoso per la costruzione di motoscafi, ma anche per la morte, capace di svelare i suoi legami con la mafia.
Una sceneggiatura con un grande potenziale non riesce a catturare lo spettatore, tutto è debole e molto didascalico.
La regia piatta non fa mai uscire l’opera dalla mediocrità.
La messa in scena è grigia, casalinga, amatoriale, raffazzonata e probabilmente rispecchia tutti gli aggettivi che ruotano intorno al concetto di approssimazione.
Il film nella pratica mostra evidenti limiti in ambito non solo narrativo, ma soprattutto dal punto di vista meramente tecnico: tutto l'impianto filmico è risicato.
La sceneggiatura purtroppo fa acqua da tutte la parti non solo dal punto di vista dell'intreccio, anche da quello dei dialoghi, che al loro meglio sembrano slogan già visti, già sentiti, che al loro peggio scadono nell'imbarazzante.
Tutti questi elementi confluiscono in un film svogliatamente ambizioso, erroneamente impegnato e privo di una qualsivoglia coerenza tonale o di un minimo fulcro narrativo.
Un film brutto, quasi inguardabile, che si prende sul serio e manca di rispetto agli stessi drammatici fatti che si prende l’onere di raccontare.
Non resta che un imbarazzante film biografico che non è nemmeno abbastanza buono da stupire.
John Travolta purtroppo è ancora una volta protagonista di un film che non merita il suo talento.
Speed Kills non solo non riesce a raccontare una storia, ma depista pure i tentativi degli spettatori di interpretare la narrazione.
Un film incollato di scene insensate, privo di tensione e persino di logica.
Una storia confusionaria, senza logica o punti di riferimento, crea una pellicola che rimanda più al cinema di serie B piuttosto che ai film biografici.
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