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Ultimo aggiornamento giovedì 24 gennaio 2019
Una squadra maschile di nuoto sincronizzato: Bertrand, Laurent, Marcus, Simon e Thierry. Finalmente liberi e utili. Il film ha ottenuto 8 candidature e vinto un premio ai Cesar, In Italia al Box Office 7 Uomini a Mollo ha incassato 1,2 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Bertrand è depresso, non lavora da due anni e si consuma sul divano. Poi un giorno si tuffa in piscina e il mondo finalmente gli sorride. Come Delphine che lo arruola nella sua équipe di uomini sull'orlo di una crisi di nervi. Ex campionessa di nuoto sincronizzato a coppia, Delphine allena una squadra maschile per passare il tempo e chiudere col passato: una carriera interrotta bruscamente dall'incidente della sua partner. I suoi allievi non stanno molto meglio: Bertrand è rassegnato, Laurent è adirato, Marcus indebitato, Simon complessato, Thierry stonato. Ma insieme si sentono finalmente liberi e utili. Partecipare a una gara di nuoto sincronizzato in Norvegia, diventa il loro obiettivo.
Commedia sociale "tra uomini", Le Grand Bain è il terzo film di Gilles Lellouche ma il primo (ben) realizzato da solo.
Affondato in una piscina municipale, l'attore interroga la virilità attraverso un gruppo di uomini non esattamente al meglio della forma e alla ricerca di una briciola di riconoscenza. Lellouche filma corpi imperfetti e cadenti a mollo nell'acqua, uomini alla soglia dei cinquant'anni e sulla soglia dello spogliatoio, dove a turno confessano le insoddisfazioni e le rispettive infelicità. A narrarli fuori campo è la voce di Mathieu Amalric alle prese con la caricatura goliardica del suo soggetto di elezione, la depressione.
Incarnazione irresistibile dello scacco, tra Xanax e Candy Crush, è il suo personaggio a introdurre lo spettatore in piscina e al cospetto di un dream team ostinato a riuscire in una disciplina ad assoluto appannaggio delle donne. Sfidando l'immaginario collettivo, il nuoto sincronizzato non è mai associato agli uomini, Lellouche firma un film generoso e inventivo che non ha paura di fare i conti col corpo che cambia e coi bilanci inclementi dell'età.
Al centro della commedia piazza la vulnerabilità esistenziale e lo specchio d'acqua in cui rifletterla e riflettere i profili dei suoi protagonisti, tutti in ambasce con la gestione dei figli, del lavoro, del matrimonio, delle relazioni, dell'avvenire. Insieme formano una squadra di sirene amorfe che riusciranno nell'impresa grazie alla loro volontà e al potere idealizzante del cloro.
Nonostante una regia a grana grossa e qualche passaggio confuso di sceneggiatura, Le Grand Bain guadagna coi suoi antieroi quella disinvoltura di movimento che gli permette di avanzare e di sfidare la fatica del vivere.
Non è certo la prima volta che Lellouche lavora sulla mascolinità e i suoi contorni imprevisti (Gli infedeli) ma a questo giro di vasca la qualità della materia comica, la perfezione dei suoi tempi e il livello della riflessione sul tempo che passa e ha fatto dei protagonisti quello che vediamo, configurano una ben strutturata commedia di caratteri.
Personaggi identificati con rapidità e leggerezza in una sintesi prodigiosa. I ritratti rivelano una sensibilità di scrittura ma soprattutto un'indulgenza e una comprensione che nascono dall'essere compagni di vita affiatati e fedeli. Da Guillaume Canet a Mathieu Amalric, da Benoît Poelvoorde a Philippe Katerine, passando per Jean-Hugues Anglade, tutti esprimono la storia del loro personaggio fuori e dentro l'acqua, registrando i propri soliloqui e facendo appello al personale arsenale comico. Giocolieri del doppio senso e prestigiatori del significato, si accordano in acqua chiedendo indulgenza e complicità anche quando la sparano grossa. Incarnazione sullo schermo dell'etero babbeo, l'autore corregge il tiro, incrocia le gambe e pesca il queer che è in lui e in ciascuno dei suoi eroi in crisi di mezza età.
Vicino col cuore a Rock'n Roll, storia di un attore quarantenne che prende coscienza della caducità della sua gloria, Le Grand Bain si avvale di un cast memorabile, un bacino di possibilità comiche che donano una base solida a questa commedia in apnea. Gilles Lellouche regola il suo film come un balletto e vince l'oro.
(contiene spoiler) Il film è ben fatto, e pur senza essere un capolavoro si segue volentieri e diverte. Il tema del disagio psicologico degli "esclusi" dalla società dell'apparenza è trattato con una certa leggerezza ma in maniera non superficiale, e la scena della preparazione alla gara finale crea una suspense perfetta: tutto il cinema era nei panni (anzi: nel costume [...] Vai alla recensione »
"7 uomini a mollo" si inserisce in un ampio filone di pellicole che hanno per tema il riscatto finale di un gruppo eterogeneo di sconfitti, che, attraverso l'impegno e lo spirito di gruppo, riescono a tirare fuori da se stessi e dai compagni il meglio delle loro possibilità. Nel caso specifico, un gruppo raccogliticcio di falliti o aspiranti tali si ritrova ad allenarsi sotto la [...] Vai alla recensione »
Commedia convenzionale solo a tratti divertente, 7 uomini a mollo di Gilles Lellouche, punta tutto sul semplice e un po’ banale inserimento del suo cast stellare in una situazione bizzarra. Una commedia per il grande pubblico che si riveste di qualche cliché di troppo nel tratteggiare gli uomini in crisi di mezza età e che alla fine resta un piacevole passatempo senza troppe pretese. D [...] Vai alla recensione »
Sulla scia dei magnifici sette se ne sono fatti di film, questo evoca il filone per il numero dei protagonisti, ma ovviamente non ha niente a che vedere con il capostipite del 7. Un gruppo divertente, ironico alla francese e piacevole anche per un italiano. Mi è piaciuto e sopratutto un alcuni punti mi ha fatto crepare dal ridere... senza nulla a pretendere, ovviamente.
[Contiene spoiler] Il film è godibile in sé e a tratti diverte anche. 7 vite che si riuniscono assieme con un unico scopo e cioè quello di dimostrare che non fanno poi così schifo. Gli allenamenti sono divertenti e i siparietti con i battibecchi tra i componenti di questa malgestita squadra fanno sorridere. Il film, comunque, e quanto meno prevedibile che il partecipare [...] Vai alla recensione »
Adoro il cinema francese, riesce sempre a sorprendermi o quantomeno mettermi di buon umore, riesce sempre a coniugare la semplicità di storie comuni con un’eccellente qualità, così a Gilles Lellouche non rimane che allineare in campo, in questo caso in piscina, buona parte della miglior nazionale del cinema francese e il risultato è garantito.
Piaciuto. Il sorriso amaro di molte commedie francesi rientra nei miei gusti. In questo film Jonas prezzo molto la prima parte, delicata e profonda, la.seconda da trailer è la solita palestra del riscatto, ma nel finale c'è un tocco di regia che ho molto gradto. Bello.
Bertrand si trascina una vita di routine e per darle un senso si butta in piscina. Entra in una squadra di nuoto sincronizzato dove trova altri 7 disperati come lui che tentano un'incosciente scalata al titolo mondiale. Sorta di Full Monty acquatico, il film racconta sette storie viste pure dal lato femminile perché dietro ogni mattacchione in pantaloni c'è un sorriso in gonnella.
Lo sport può essere occasione di riscatto, anche nei modi più imprevisti. Dopo la divertente commedia spagnola "Non ci resta che vincere", con una sorprendente squadra di basket di disabili che insegna a vivere a un allenatore pieno di sé, arriva sugli schermi il francese "7 uomini a mollo" di Gilles Lellouche. Bertrand (Mathieu Amalric) è un quarantenne senza lavoro da due anni e depresso, mantenuto [...] Vai alla recensione »
La questione del respiro è fondamentale quando ci si approccia agli sport acquatici, e la tentazione di trasformarla in una metafora esistenziale ha sicuramente accarezzato chiunque si sia trovato a frequentare le piscine anche solo per qualche tempo: trattenere il respiro, imparare a controllarlo e come sfruttare al massimo i momenti in cui puoi inspirare aria fuori dall'acqua, ma soprattutto conoscerlo, [...] Vai alla recensione »
Full Monty dentro l'acqua. Ancora con personaggi in cerca di riscatto. Però, più che alla popolare commedia inglese, 7 uomini a mollo (l'originale Le grand bain funzionava meglio) fa pensare alla follia e alla contagiosa solidarietà di Quattro pazzi in libertà, un'elettrizzante commedia di Howard Zieff con Michael Keaton. Il secondo film da regista dell'attore Gilles Lellouche sembra infatti riprendere [...] Vai alla recensione »
Simbolicamente, non c'è luogo più adatto dell'acqua per rinascere e al tempo stesso non c'è un genere cinematografico più adatto per raccontare la rinascita che il film sportivo. Gilles Lellouche sceglie un'improbabile squadra di nuoto sincronizzato maschile per raccontare le rinascite dei suoi personaggi. 7 uomini a mollo racconta di questo gruppo di depressi a vario titolo che cercano di ritrovare [...] Vai alla recensione »