roberto marinig
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lunedì 19 ottobre 2020
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zero calcare tra roma e tolosa
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Trasposizione cinematografica non facile di una nota graphic novel di Zero Calcare del 2011. Narra le vicende di Zero che attraversa le periferie romane con il suo amico Secco (Castellito jr) e con il suo grillo parlante personale sottoforma di Armadillo ben interpretato da Valerio Aprea. Più che una rielaborazione di un lutto (la scomparsa di una amica di infanzia di Zero della quale aveva perso i contatti ma della quale conserva il rimorso per un amore mai espresso) è una vicenda che tratta il distacco dall'adolescenza e il divenire adulto, con finale scontato (di trainspotting memoria). Tema non nuovo. Zero si muove fra i suoi lavoretti precari (disegni, ripetizioni) e gli scazzi tipici della generazione nata fra gli anni 70 e 80 che trova difficoltà a staccare il cordone che lo lega all'adolescenza vissuta negli anni 90.
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Trasposizione cinematografica non facile di una nota graphic novel di Zero Calcare del 2011. Narra le vicende di Zero che attraversa le periferie romane con il suo amico Secco (Castellito jr) e con il suo grillo parlante personale sottoforma di Armadillo ben interpretato da Valerio Aprea. Più che una rielaborazione di un lutto (la scomparsa di una amica di infanzia di Zero della quale aveva perso i contatti ma della quale conserva il rimorso per un amore mai espresso) è una vicenda che tratta il distacco dall'adolescenza e il divenire adulto, con finale scontato (di trainspotting memoria). Tema non nuovo. Zero si muove fra i suoi lavoretti precari (disegni, ripetizioni) e gli scazzi tipici della generazione nata fra gli anni 70 e 80 che trova difficoltà a staccare il cordone che lo lega all'adolescenza vissuta negli anni 90. Purtroppo lo spirito del fumetto si perde non tanto a causa della regia quanto della recitazione. Ma ammettiamolo non era cosa facile. Si salvano come detto Aprea e anche il Castellito Jr, mentre stentano sia i giovani attori dei flashback giovanili, sia gli inutili camei dei quali non si coglie l'utilità (a parte quello di Panatta che pare essere una scena realmente vissuta da Zero Calcare). Il fatto che il fumettista si sia durante la lavorazione del film distaccato è un segnale di quanto questa opera cinematografica sia una sorta di occasione persa e non riuscita.
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gufetta76
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lunedì 31 dicembre 2018
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una piccola perla
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Le avventure di Zero, romano di Rebibbia, appartenenente alla generazione x, sfortunata disorientata, specchio di una generazione. Il film è ben girato, veloce originale, a volte pesante nella tematica , a volte leggero
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kimkiduk
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martedì 2 ottobre 2018
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film divertente e poco più
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Dove andiamo? che c'è al cinema? poco ... e se andassimo a vedere la Profezia dell'armadillo?
Film piacevole per fare due risate, all'inizio sicuramente tanto.
Qualcuno aveva letto il fumetto ed io come sempre no (prima o poi devo prepararmi con questi film legati a libri o fumetti, anche per avere un paragone).
Le risate dell'inizio con il passare della storia diventano più fiacche, ripetitive, il romanesco dopo un pò direi annoia se ripetuto spesso per ridere e sinceramente l'armadillo diventa quasi patetico.
Ho trovato la storia così, sicuramente anche nel fumetto, calante e anche tanto, alla ricerca di un finale che .
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Dove andiamo? che c'è al cinema? poco ... e se andassimo a vedere la Profezia dell'armadillo?
Film piacevole per fare due risate, all'inizio sicuramente tanto.
Qualcuno aveva letto il fumetto ed io come sempre no (prima o poi devo prepararmi con questi film legati a libri o fumetti, anche per avere un paragone).
Le risate dell'inizio con il passare della storia diventano più fiacche, ripetitive, il romanesco dopo un pò direi annoia se ripetuto spesso per ridere e sinceramente l'armadillo diventa quasi patetico.
Ho trovato la storia così, sicuramente anche nel fumetto, calante e anche tanto, alla ricerca di un finale che .... poca roba direi.
Mi ha colpito la simpatia del figlio Castellitto, già quasi più bravo del padre (ce la può fare sicuramente a sorpassarlo a differenza di Gassmann).
Meno incisivo Simone Liberati, sempre belloccia e uguale la Morante, mentre la Pandolfi o prende tre chili o fa venire fame e basta.
La Smutniak sta diventando come il sale, una particina dal produttore del film la trova sempre.
Fantastico Panatta.
5,5 direi e tutti contenti.
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flyanto
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lunedì 24 settembre 2018
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la difficoltà di crescere
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Tratto dall’omonima graphic novel di Zerocalcare, “La Profezia dell’Armadillo” racconta il naturale ed inevitabile percorso di crescita che il protagonista fa per giungere alla maturità vera e propria.
Talentuoso disegnatore, il giovane in questione non ha ancora un’occupazione stabile e, pur vivendo da solo in un appartamento, si mantiene svolgendo svariati lavoretti quali, ad esempio, disegnare sui muri di qualche locale determinati soggetti commissionatigli o dando ripetizioni di letteratura italiana ad uno studente adolescente. Nel frattempo, mentre attende anche il giorno in cui dovrà sostenere un colloquio per un lavoro a tempo indeterminato, il protagonista attraversa un periodo di profonda crisi creativa e di smarrimento interiore e trascorre le proprie giornate insieme ad un amico dei tempi della scuola con cui, peraltro, alla notizia della morte prematura di una loro compagna delle scuole medie di cui egli era profondamente innamorato, egli si appresta ad andare a presenziare alla cerimonia funebre.
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Tratto dall’omonima graphic novel di Zerocalcare, “La Profezia dell’Armadillo” racconta il naturale ed inevitabile percorso di crescita che il protagonista fa per giungere alla maturità vera e propria.
Talentuoso disegnatore, il giovane in questione non ha ancora un’occupazione stabile e, pur vivendo da solo in un appartamento, si mantiene svolgendo svariati lavoretti quali, ad esempio, disegnare sui muri di qualche locale determinati soggetti commissionatigli o dando ripetizioni di letteratura italiana ad uno studente adolescente. Nel frattempo, mentre attende anche il giorno in cui dovrà sostenere un colloquio per un lavoro a tempo indeterminato, il protagonista attraversa un periodo di profonda crisi creativa e di smarrimento interiore e trascorre le proprie giornate insieme ad un amico dei tempi della scuola con cui, peraltro, alla notizia della morte prematura di una loro compagna delle scuole medie di cui egli era profondamente innamorato, egli si appresta ad andare a presenziare alla cerimonia funebre.
Un film sulla difficoltà a crescere ed, addirittura anche sulla scarsa volontà a farlo e ad abbandonare la spensierata età giovanile, in cui il protagonista vive le proprie giornate diviso tra le sue aspirazioni e le sue preoccupazioni che, attraverso la figura immaginaria dell’appunto grosso armadillo del titolo, a guisa di “grillo parlante” che lo rimprovera ed allo stesso tempo lo mette in agitazione, si fanno per lui sempre più ostiche ed insormontabili.
Reso, dal punto di vista della regia, in maniera piuttosto soddisfacente, “La Profezia dell’Armadillo” si dispiega all’insegna della stralunatezza e di un’atmosfera quasi ‘sospesa’ che ben riflette lo stato ancora di continua incertezza e delle varie paure ed ansie del protagonista e del suo amico.
L’opera di Emanuele Scaringi, il regista, non è certamente da annoverarsi tra i capolavori cinematografici, ma, rivolta per lo più ad un pubblico giovanile, ha una sua dignità e sicuramente incontrerà il plauso di quest’ultimo.
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flyanto
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lunedì 24 settembre 2018
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la difficoltà di crescere
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Tratto dall’omonima graphic novel di Zerocalcare, “La Profezia dell’Armadillo” racconta il naturale ed inevitabile percorso di crescita che il protagonista fa per giungere alla maturità vera e propria.
Talentuoso disegnatore, il giovane in questione non ha ancora un’occupazione stabile e, pur vivendo da solo in un appartamento, si mantiene svolgendo svariati lavoretti quali, ad esempio, disegnare sui muri di qualche locale determinati soggetti commissionatigli o dando ripetizioni di letteratura italiana ad uno studente adolescente. Nel frattempo, mentre attende anche il giorno in cui dovrà sostenere un colloquio per un lavoro a tempo indeterminato, il protagonista attraversa un periodo di profonda crisi creativa e di smarrimento interiore e trascorre le proprie giornate insieme ad un amico dei tempi della scuola con cui, peraltro, alla notizia della morte prematura di una loro compagna delle scuole medie di cui egli era profondamente innamorato, egli si appresta ad andare a presenziare alla cerimonia funebre.
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Tratto dall’omonima graphic novel di Zerocalcare, “La Profezia dell’Armadillo” racconta il naturale ed inevitabile percorso di crescita che il protagonista fa per giungere alla maturità vera e propria.
Talentuoso disegnatore, il giovane in questione non ha ancora un’occupazione stabile e, pur vivendo da solo in un appartamento, si mantiene svolgendo svariati lavoretti quali, ad esempio, disegnare sui muri di qualche locale determinati soggetti commissionatigli o dando ripetizioni di letteratura italiana ad uno studente adolescente. Nel frattempo, mentre attende anche il giorno in cui dovrà sostenere un colloquio per un lavoro a tempo indeterminato, il protagonista attraversa un periodo di profonda crisi creativa e di smarrimento interiore e trascorre le proprie giornate insieme ad un amico dei tempi della scuola con cui, peraltro, alla notizia della morte prematura di una loro compagna delle scuole medie di cui egli era profondamente innamorato, egli si appresta ad andare a presenziare alla cerimonia funebre.
Un film sulla difficoltà a crescere ed, addirittura anche sulla scarsa volontà a farlo e ad abbandonare la spensierata età giovanile, in cui il protagonista vive le proprie giornate diviso tra le sue aspirazioni e le sue preoccupazioni che, attraverso la figura immaginaria dell’appunto grosso armadillo del titolo, a guisa di “grillo parlante” che lo rimprovera ed allo stesso tempo lo mette in agitazione, si fanno per lui sempre più ostiche ed insormontabili.
Reso, dal punto di vista della regia, in maniera piuttosto soddisfacente, “La Profezia dell’Armadillo” si dispiega all’insegna della stralunatezza e di un’atmosfera quasi ‘sospesa’ che ben riflette lo stato ancora di continua incertezza e delle varie paure ed ansie del protagonista e del suo amico.
L’opera di Emanuele Scaringi, il regista, non è certamente da annoverarsi tra i capolavori cinematografici, ma, rivolta per lo più ad un pubblico giovanile, ha una sua dignità e sicuramente incontrerà il plauso di quest’ultimo.
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no_data
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giovedì 20 settembre 2018
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sceneggiatura banalizzante
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La trasposizione del fumetto di Michele Rech-Zerocalcare nel film di Emanuele Scaringi riesce solo in parte, a causa di una sceneggiatura che non raggiunge appieno l'obiettivo di comunicare al pubblico l'ironia tagliente e dissacrante che si coglie nel fumetto. L'atmosfera che vi si respira, infatti, è assai più complessa, vasta, articolata e non si può sintetizzare con un semplice "molto divertente" come fa joecondor nella sua recensione del film
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tiziana
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domenica 16 settembre 2018
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zero e secco: due eroi contemporanei
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Film garbatamente surreale,piacevole a vedersi,dialoghi eccezionali.forse troppi flash back ma ben collegati alla storia.
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joecondor
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domenica 16 settembre 2018
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film originale e divertente sulla periferia di roma
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Finalmente un film sulla periferia di Roma con una storia originale e divertente.Bella storia caratterizzata dai 3 protagonisti brava da Aprea l'armadillo ai personaggio di Zero e del Secco interpretati bene da Simone Liberati e Pietro Castellitto ,i 2 cani randagi del film che si muovono in una bella Roma periferica sorretti da un'ottima sceneggiatura,Regia attenta e vivace.Un film nuovo ,bello azzeccato ed assolutamente originale per ragazzi ed adulti.Molto divertente,
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