cinephilo
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domenica 13 aprile 2025
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inquietudine e paranoia
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Un film capace di tenere incollati allo schermo per tutta la sua durata, con un finale magnifico e agghiacciante. Da vedere assolutamente.
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venerdì 11 aprile 2025
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lee chang dong non ne sbaglia uno
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Burning è un film in pieno stile orientale, in pieno stile Lee.
Girato magistralmente (movimenti di macchina sottili ed eleganti), fotografato stupendamente e ben recitato. Il più bel film del 2018 senza dubbio.
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giovedì 10 aprile 2025
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un capolavoro moderno
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Questo film, come sempre accade per tutto ciò che gira il grande Lee Chang Dong, è un capolavoro non solo di cinema ma anche di sociologia moderna. Un film che parla di giovani, di giovani coreani e della società in generale odierna con particolare riferimento all'inquietudine lasciata dal disastro economico sociale e tecnologico nell'anima delle nuove giovani generazioni. Tutto con un'eleganza una capacità narrativa fuori dal comune.
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mercoledì 9 aprile 2025
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capolavoro del cinema coreano
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Lee Chang Dong ancora una volta con maestria assoluta, una tecnica da urlo e avvalendosi anche di grandi attori riesce a tenerci incollati sullo schermo con una storia che parla di inquietudini giovanili, società coreana e impermanenza. Un capolavoro istantaneo che deve essere visto e collezionato in blu ray.
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cinephilo
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venerdì 4 aprile 2025
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film devastante sulla disparit? di classe
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Lee Chang Dong si prende del tempo per caratterizzare i personaggi e rivelarne identità e caratteristiche per poi costruire magistralmente la tensione fino ad un magnifico finale thrilling. Un capolavoro dei giorni nostri.
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cinephilo
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giovedì 3 aprile 2025
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uno dei capolavori di lee chang dong
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Un vero gioiello che parla talvolta in modo macabro e misterioso di argomenti cuciti su misura per la gioventù di oggi: la fugacità delle relazioni sentimentali, l'instabilità dell'animo umano, la solitudine, la natura sfuggevole del presente. Un vero film contemporaneo, un vero capolavoro targato ancora una volta Lee Chang Dong.
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sabato 29 marzo 2025
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un altro capolavoro del maestro lee chang dong
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Un capolavoro di thrilling e costruzione della tensione che parla di ossessioni, ossessività, amore malato, disparità sociali e società coreana. Un concentrato di riflessioni personali e sociali sottoforma di grandissimo cinema.
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figliounico
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martedì 20 giugno 2023
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thiller psicologico di alto livello
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Un thriller psicologico coreano che non rifà il verso agli stereotipati prodotti dello stesso genere del cinema d’oltreoceano. Con uno stile minimalista, che ricorda quello di Ozu, Lee Chang-dong tenta, attraverso la rappresentazione di una storia particolare, di raccontare il malessere di un’intera società. Le inquadrature del paesaggio urbano degradato dalla finestra del minuscolo appartamento della ragazza, a contrasto con i tramonti strazianti della campagna aperta all’infinito e al mistero della vita, richiamano alla mente le ciminiere che Ozu immortalò nei suoi film con la stessa intenzione. Lee Chang-dong lascia l’azione in secondo piano, tutto è già accaduto o inevitabilmente è destinato a compiersi, filma soprattutto le pause, registra i silenzi, inquadra i volti degli attori a lungo per cogliere le espressioni involontarie dei suoi personaggi, ricostruisce il senso tragico di una storia a partire da pochi elementi, da qualche frase buttala lì, apparentemente senza significato, da uno sguardo distratto, da un sorriso appena accennato.
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Un thriller psicologico coreano che non rifà il verso agli stereotipati prodotti dello stesso genere del cinema d’oltreoceano. Con uno stile minimalista, che ricorda quello di Ozu, Lee Chang-dong tenta, attraverso la rappresentazione di una storia particolare, di raccontare il malessere di un’intera società. Le inquadrature del paesaggio urbano degradato dalla finestra del minuscolo appartamento della ragazza, a contrasto con i tramonti strazianti della campagna aperta all’infinito e al mistero della vita, richiamano alla mente le ciminiere che Ozu immortalò nei suoi film con la stessa intenzione. Lee Chang-dong lascia l’azione in secondo piano, tutto è già accaduto o inevitabilmente è destinato a compiersi, filma soprattutto le pause, registra i silenzi, inquadra i volti degli attori a lungo per cogliere le espressioni involontarie dei suoi personaggi, ricostruisce il senso tragico di una storia a partire da pochi elementi, da qualche frase buttala lì, apparentemente senza significato, da uno sguardo distratto, da un sorriso appena accennato. La vita del giovane protagonista è segnata dalla mancanza, l’assenza della madre scappata di casa per sottrarsi alle violenze del marito, la distanza dal padre, prima morale e poi materiale dopo la sua carcerazione, la scomparsa improvvisa della ragazza di cui era innamorato e che lo aveva trasformato guarendolo con l’amore dalla sua abulia. Assenze metaforicamente rappresentate dal gatto fantasma, che c’è ma non si vede mai, se non per rivelare alla fine la terribile verità. Le asettiche aule della giustizia, i giudici come automi, l’avvocato chiacchierone, nel processo a carico del padre, a cui ha assistito il protagonista, non sono per lui sufficienti a ristabilire l’equilibrio rotto dal male, incarnato dal giovane arricchitosi senza lavorare, emblema di una società che tutto compra e distrugge senza rimorso per il solo gusto di farlo. Non a caso nei dialoghi c’è un paragone implicito tra la società capitalistica e la natura che agisce impietosamente sugli uomini, attraverso inondazioni e catastrofi, perché semplicemente non si chiede se sia giusto o non sia giusto farlo.
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mr.rizzus
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lunedì 8 febbraio 2021
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capolavoro!
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sellerone
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domenica 22 novembre 2020
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storia bruciante
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Storie interessanti di persone quasi comuni. Il contrasto fra le vite è il vero fuoco che arde in questa storia e l'epilogo è inaspettato ma una delle cose migliori del film. Non amo le narrazioni orientali del genere, ma comunque è una lezione di cultura e di come vivono l'amore da quelle parti... che non è poi tanto diverso da come funziona da noi.
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