winchester_94
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mercoledì 7 novembre 2018
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el royale: pulp e thriller tra due stati
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La pellicola ambientata alla fine degli anni sessanta, narra l’incontro tra sette sconosciuti in un albergo, El Royale, a cavallo tra lo stato del Nevada e la California. Qui i nostri personaggi, spinti da motivazioni personali e immorali, daranno inizio ad uno scontro all’ultimo sangue, fino all’epilogo finale, atto in cui i personaggi caleranno la loro maschera, e mostreranno la loro vera natura.
Sono i personaggi, le pedine della partita, dove il regista, tra mosse e contro mosse, invita lo spettatore ad assistere allo spettacolo e nel mezzo, tra i due stati, il caos e il peccato ne sono i giudici.
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La pellicola ambientata alla fine degli anni sessanta, narra l’incontro tra sette sconosciuti in un albergo, El Royale, a cavallo tra lo stato del Nevada e la California. Qui i nostri personaggi, spinti da motivazioni personali e immorali, daranno inizio ad uno scontro all’ultimo sangue, fino all’epilogo finale, atto in cui i personaggi caleranno la loro maschera, e mostreranno la loro vera natura.
Sono i personaggi, le pedine della partita, dove il regista, tra mosse e contro mosse, invita lo spettatore ad assistere allo spettacolo e nel mezzo, tra i due stati, il caos e il peccato ne sono i giudici.
Dopo Quella casa nel bosco del 2012 e la sceneggiatura di The Martian candidata all’oscar nel 2015, Drew Goddard torna come regista e sceneggiatore per sette sconosciuti a El Royal.
Il film, fin da subito, risente dell’influenza del genere pulp, adottando uno stile tarantiniano, dove la caratterizzazione dei personaggi sono la base della sceneggiatura.
Goddard, attraverso una divisione in capitoli, l’utilizzo di flash back e parallelismi narrativi fa conoscere il background dei personaggi, evidenziandone la morale e i sentimenti che molto spesso sono sfaccettati e controversi.
La narrazione è orchestrata da una padronanza della cinepresa impeccabile, regalando piani sequenza arricchiti da una fotografia, che varia, a livello cromatico, al variare della vicenda, passando da colori caldi a colori sempre più scuri, preannunciando l’epilogo.
Oltre ad una grande prova di regia e costruzione, le musiche anni sessanta, e le note di Michael Giacchino, donano sfumature e ritmo alle sequenze, ambientate in un albergo, colorato e luminoso, una facciata che nasconde la desolazione e la violenza dell’essere umano.
Il Peccato, inoltre è una presenza palpabile durante lo svolgimento della vicenda ed è incarnato da Miles il concierge dell’hotel, unico personaggio consapevole dell’autodistruzione dell’animo umano causata dalla morte e dall’omicidio.
Il Film, può contare su un cast di tutto rispetto, dove spiccano: Jeff Bridges nei panni di un prete, che ha un conto in sospeso con il suo passato, Cynthia Erivo, rivelazione della pellicola, che interpreta una cantante in fuga da una vita fatta di menzogne e infine abbiamo Chris Hemsworth, presente nella parte finale del film, stereotipo di un personaggio manipolatore e egoista, rappresentazione di quella violenza che porta alla distruzione dell’animo umano.
Drew Goddard, porta sullo schermo il miglior thriller del 2018, che poggia su registri registici, solidi, direttamente proporzionali ad una sceneggiatura precisa in tutti i suoi aspetti.
Le inquadrature e le musiche incantano e trasportano lo spettatore, in un albergo a cavallo tra due stati, nell’America degli anni sessata.
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samanta
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martedì 30 ottobre 2018
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tante buone intenzioni
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El Royale è un albergo diviso a metà dal confine tra il Nevada e la California, alla fine degli anni '50 uno sconosciuto prende una camera e nasconde sotto il pavimento di legno una borsa pesante (si scoprirà che conteneva una grossa somma di denaro frutto di una rapina), ma viene ucciso da un'altro sconosciuto.
La scena successiva è di 10 anni dopo, quando alcune persone si ritrovano in questo albergo che ha un solo dipendente tuttofare. Non raccontiamo la trama diremo solo che ognuno di questi sconosciuti il prete come la giovane hippie, ha qualcosa da nascondere, ognuno degli ospiti ha due aspetti. Il regista è Drew Goddard sceneggiatore cinematografico e TV, alla sua seconda esperienza di regia.
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El Royale è un albergo diviso a metà dal confine tra il Nevada e la California, alla fine degli anni '50 uno sconosciuto prende una camera e nasconde sotto il pavimento di legno una borsa pesante (si scoprirà che conteneva una grossa somma di denaro frutto di una rapina), ma viene ucciso da un'altro sconosciuto.
La scena successiva è di 10 anni dopo, quando alcune persone si ritrovano in questo albergo che ha un solo dipendente tuttofare. Non raccontiamo la trama diremo solo che ognuno di questi sconosciuti il prete come la giovane hippie, ha qualcosa da nascondere, ognuno degli ospiti ha due aspetti. Il regista è Drew Goddard sceneggiatore cinematografico e TV, alla sua seconda esperienza di regia. A mio avviso dimostra una grande immaturità di regista, perchè l'idea è buona e anche la trama è interessante, ma il film presenta numerosi difetti.
Innanzitutto è troppo lento, in alcune scene si sofferma troppo, la sceneggiatura è appesantita da troppi riferimenti e citazioni c'entra tutto: la guerra in Vietnam, John F. Kennedy e le sue avventure amorose, (El Royale è un albergo di pervertiti), il capo del FBI Hoover, Manson e la sua setta di psicopatici killer, con una deviazione a Shining e così via. Il film è quindi dispersivo e la durata di 2h e 20 minuti è eccessiva, un robusto taglio di 20 minuti gli avrebbe fatto bene. Inoltre il regista sembra indeciso che taglio dare alle scene: c'é il thriller, il giallo classico, l'horror, la guerra, le scene sarcastiche, le confessioni drammatiche e sentimentali, insomma un vero "fritto misto".
Anche l'interpretazione dei protagonisti lascia a desiderare, fatto salvo l'ottimo Jeff Bridges che interpreta il falso prete con bravura e con una scena finale di compassione e pietà veramente notevole. Per il resto Cynthia Erivo che interpreta Darlene una cantante afro-americana ha una bella voce (in effetti è una cantante e interprete di musical), ma alla sua prima esperienza cinematografica si rivela mediocre, Chris Hemsworth che interpreta il capo della setta, si produce in atteggiamenti ridicoli e grotteschi in contrasto con il racconto, Dakota Johnson (50 sfumature di grigio) è bella ma inespressiva così come la sorellina interpretata da Cailee Spaeney alle sue prime armi e si vede. Per concludere tante buone intenzioni che avrebbero potuto essere sviluppate meglio.
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elgatoloco
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lunedì 15 luglio 2019
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un piccolo(forse neanche piccolo)capolavoro
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Con questo"Bad Times at El Royale"(2018)Drew Goddard, anche autore pienamente del film(soggetto e sceneggiatura)realizza un vero, non solo"piccolo"capolavoro, sette personaggi, i più vari, tra cui alcuni criminali che avevano realizzato colà un colpo, anni prima, si ritrovano"fantasmaticamente"al El Royale, hotel strano con un personale(un giovane ex-soldato)molto"strano", dove l'hotel è tra due stati, California e Nevada(ovviamente penalizzazione per quest'ultimo stato, dove anche il prezzo per la camera è minore), è"mal frequentato", dove poi(siamo nei"rolling Stixties", occhio alle musche), vi si realizzazno violenze, ma anche flash.
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Con questo"Bad Times at El Royale"(2018)Drew Goddard, anche autore pienamente del film(soggetto e sceneggiatura)realizza un vero, non solo"piccolo"capolavoro, sette personaggi, i più vari, tra cui alcuni criminali che avevano realizzato colà un colpo, anni prima, si ritrovano"fantasmaticamente"al El Royale, hotel strano con un personale(un giovane ex-soldato)molto"strano", dove l'hotel è tra due stati, California e Nevada(ovviamente penalizzazione per quest'ultimo stato, dove anche il prezzo per la camera è minore), è"mal frequentato", dove poi(siamo nei"rolling Stixties", occhio alle musche), vi si realizzazno violenze, ma anche flash.backs non da poco, dove anche fotograficamente il fi,m è efficacissimo, con improvvise "redenzioni", inspiefabili "colpi di coda"e altro ancora...,anche perché il cinema, arte appunto(dovrebbe esserlo, non sempre vi riesce, qui senz'altro)fantasmatica e del mistero e anche della sorpresa, non tutto va detto in anticipo... Non.luogo(Augè)l'"El Royale"-luogo fantasmatico, personaggi"extra"; ossia fuori da una normalità acclarata(ma che cos'è"normalità"?Ormai, da almeno mezzo secolo, tutti usano ancora l'espressione, ma non sanno poi in nessun modo definirla), le luci che si spengono rispetto a criteri logico.deduttivi da"detection"stringente, quella che in TV ha fatto (purtroppo) la fortuna di serie come CSI etc. Da rivedere molti criteri, dunque, di valutazione di un film come di qualunque altra opera d'arte. Jeff Bridges enigmatico al massimo, Cynthia Erivo e Dakota Johnson due sorelle(nel film, bien su^r)affascinanti-.inquietanti, in un impasto straordinario, uno dei pochi film che facciano riconciliare con quanto èp stato prodotto dopo il 2000.... El Gato
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inesperto
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lunedì 29 ottobre 2018
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un giallo sul confine
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La vicenda si svolge tutta in poche location: nella hall dell'albergo, all'interno delle singole camere, nel parcheggio e nel corridoio segreto. I personaggi vengono osservati sia quando interagiscono, sia nei loro momenti solitari; la presenza di flashback, inoltre, ci spiega come questi sconosciuti si siano trovati nello stesso giorno all'hotel El Royale. Il film è obiettivamente intrigante e mai noioso. Le interpretazioni di Bridges ed Hemsworth sono ottime, esattamente come quella della splendida Dakota Johnson.
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