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El Royale è un albergo diviso a metà dal confine tra il Nevada e la California, alla fine degli anni '50 uno sconosciuto prende una camera e nasconde sotto il pavimento di legno una borsa pesante (si scoprirà che conteneva una grossa somma di denaro frutto di una rapina), ma viene ucciso da un'altro sconosciuto.
La scena successiva è di 10 anni dopo, quando alcune persone si ritrovano in questo albergo che ha un solo dipendente tuttofare. Non raccontiamo la trama diremo solo che ognuno di questi sconosciuti il prete come la giovane hippie, ha qualcosa da nascondere, ognuno degli ospiti ha due aspetti. Il regista è Drew Goddard sceneggiatore cinematografico e TV, alla sua seconda esperienza di regia. A mio avviso dimostra una grande immaturità di regista, perchè l'idea è buona e anche la trama è interessante, ma il film presenta numerosi difetti.
Innanzitutto è troppo lento, in alcune scene si sofferma troppo, la sceneggiatura è appesantita da troppi riferimenti e citazioni c'entra tutto: la guerra in Vietnam, John F. Kennedy e le sue avventure amorose, (El Royale è un albergo di pervertiti), il capo del FBI Hoover, Manson e la sua setta di psicopatici killer, con una deviazione a Shining e così via. Il film è quindi dispersivo e la durata di 2h e 20 minuti è eccessiva, un robusto taglio di 20 minuti gli avrebbe fatto bene. Inoltre il regista sembra indeciso che taglio dare alle scene: c'é il thriller, il giallo classico, l'horror, la guerra, le scene sarcastiche, le confessioni drammatiche e sentimentali, insomma un vero "fritto misto".
Anche l'interpretazione dei protagonisti lascia a desiderare, fatto salvo l'ottimo Jeff Bridges che interpreta il falso prete con bravura e con una scena finale di compassione e pietà veramente notevole. Per il resto Cynthia Erivo che interpreta Darlene una cantante afro-americana ha una bella voce (in effetti è una cantante e interprete di musical), ma alla sua prima esperienza cinematografica si rivela mediocre, Chris Hemsworth che interpreta il capo della setta, si produce in atteggiamenti ridicoli e grotteschi in contrasto con il racconto, Dakota Johnson (50 sfumature di grigio) è bella ma inespressiva così come la sorellina interpretata da Cailee Spaeney alle sue prime armi e si vede. Per concludere tante buone intenzioni che avrebbero potuto essere sviluppate meglio.
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