Goddard nel labirinto di Tarantino la spy story è onirica e surreale
di Valerio Caprara Il Mattino
Amato da moltissimi e detestato da qualcuno, Quentin Tarantino ha il suo pregio più grande nel generare schiere d'imitatori senza permettere a nessuno d'assomigliargli veramente. Sembra molto semplice, infatti, attingere alle sue inclinazioni e al suo linguaggio, ma poi i registi imitatori si ritrovano in mano soltanto un repertorio dei suoi tic più vistosi. La Festa del cinema di Roma si è appena inaugurata con «7 sconosciuti a El Royale» in cui l'autore, l'americano Goddard che aveva esordito dopo ottime prove da sceneggiatore con l'horror del 2012 «Quella casa nel bosco», non tenta neppure di camuffare il suo fervido omaggio al marchio del maestro: ci si trova, infatti, alle prese con un torvo neo-noir a più voci e più piani che non smette mai di alternare le acmi feroci al virtuosismo compositivo e agli scarti imbizzarriti nell'onirico e il surreale. [...]
di Valerio Caprara, articolo completo (3279 caratteri spazi inclusi) su Il Mattino 25 ottobre 2018