L'uomo di neve |
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Un film di Tomas Alfredson.
Con Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, Chloë Sevigny.
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Titolo originale The Snowman.
Drammatico,
durata 119 min.
- Gran Bretagna 2017.
- Universal Pictures
uscita giovedì 12 ottobre 2017.
MYMONETRO
L'uomo di neve
valutazione media:
2,13
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il killer di Nesbø uccide solo quando nevica
di Roberto Nepoti La Repubblica
A prestar fede alla crime-story di Jo Nesbo L'uomo di neve ( ed. Einaudi Stile Libero) e al film che ne è stato tratto, la fauna umana della Norvegia è inquietante: serial killer, poliziotti alcolizzati, medici più che inaffidabili e, soprattutto, folle di gente segnata da traumi infantili. La trama gira intorno al vecchio detto "mater sempre certa, pater incertus", che sembra ossessionare ogni personaggio della storia, buono o cattivo che sia. Ce ne sarebbe abbastanza per diversi trattati di sociologia. Su un simile terreno di coltura, il regista svedese Tomas Alfredson ha costruito un thriller "sporco" e cupo; però con tutti i caratteri del cinema mainstream, a cominciare dal cast divistico internazionale. Michael Fassbender impersona Harry Hole (protagonista di ben undici romanzi di Nesbo), detective della polizia di grandi capacità ma tormentato da certi suoi demoni interni il quale indaga, tra una sbronza e l'altra, su una serie di omicidi sospesi tra cold-case e attualità. Le vittime sono donne separate con figli, che il killer è solito tagliare a pezzi e ricomporre come puzzle, avendo cura di lasciare sulla scena del delitto un uomo di neve. Bisogna fare in fretta a scoprirne l'identità, perché gli efferati delitti avvengono tra una nevicata e l'altra causa necessità di fiocchi freschi con cui modellare il pupazzo. Lo affianca nell'investigazione la giovane collega Katrine, che però cela motivazioni personali (Rebecca Ferguson, verosimilmente scelta per le sue origini scandinave); lo coinvolgono in vario modo l'ex-compagna Rakel (Charlotte Gainsbourg ) e un riccone di nome Arve Stop (J.K. Simmons), che sponsorizza lo svolgimento a Oslo del campionato mondiale di sport invernali. Ovviamente non si dice di più, perché se lo spoiler è diventato il peggiore dei peccati, per un giallo lo è all'ennesima potenza. Sarà che la neve - eccetto a Natale - mette un po' tristezza, ma i paesaggi invernali si prestano bene ad ambientare storie di umana desolazione e delitto. Però il film, pur coinvolgente, soffre di alcuni limiti. Innanzitutto una struttura narrativa non sempre limpida, che intorcina gli eventi in piani temporali diversi con flashback, anticipazioni, ritorni sullo stesso episodio (un'avvertenza per la visione: cercare di memorizzare i nomi dei personaggi, per capire subito chi è la vittima di turno). Allo scopo di aumentare la suspense, il film ricorre più volte alla pratica del cliffhanger, oggi inflazionata dalle serie televisive: due azioni si svolgono contemporaneamente in luoghi diversi, alternandosi e interrompendosi nel momento di maggiore tensione. Qui ce n'è almeno un paio di lunghette, riservate entrambe ai personaggi di Hole e Katrine; ma in nessuna la tecnica ha la stessa efficacia che le aveva dato Jonathan Demme nel Silenzio degli innocenti. Il secondo punto debole riguarda le principali soluzioni narrative; ed è più evidente nella sintesi filmica che nel romanzo. I fedeli del genere non mancheranno di "scoprire" l'assassino assieme al detective, anticipando troppo la soluzione. E il colpo di scena in sottofinale ha l'aspetto di un "deus ex machina" un po' troppo sbrigativo, messo lì per consentire nuove puntate delle avventure del malinconico Hole.
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