felicity
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venerdì 10 agosto 2018
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vietati i confronti con il libro capolavoro
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Storia di un gruppo di tredicenni, una storia di amicizia, di crescita, di dolore, di razzismo, di bullismo, di molestie.
Una storia di mostri e di incubi ambientata nel 1989.
Il film è godibile, ma il libro da cui è tratto è inarrivabile, come spesso accade, ma qui più che altrove.
Sophia Lillis (Beverly) è bravissima e diventerà una grandissima attrice. Guardatela!
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francismetal
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mercoledì 1 agosto 2018
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una delle più grandi porcherie mai viste
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No davvero, non mi aspettavo moltissimo, ma i pareri positivi mi hanno fatto sperare, ma era solo illusione.
L'unica cosa positiva è la qualità delle immagini (ma non degli effetti speciali).
Già i due film originali non erano il massimo (soprattutto la seconda parte), ma questi hanno proprio rovinato tutto.
A partire dalla scena della barchetta, la scena simbolo del film, che rasenta il ridicolo, ma è solo penosa. Puntano tutto su effetti "spettacolari", non sui contenuti, non sulla tensione, non sull'inquietudine.
I capelli della ragazza erano palesemente incollati, ma poi glieli hanno dovuti tagliare per nessuna ragione, cosa che non ha proprio senso, per quale ragione hanno dovuto rovinare l'immagine di quella ragazza? Era molto più bella e affascinante con i capelli lunghi, nonostante fossero finti.
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No davvero, non mi aspettavo moltissimo, ma i pareri positivi mi hanno fatto sperare, ma era solo illusione.
L'unica cosa positiva è la qualità delle immagini (ma non degli effetti speciali).
Già i due film originali non erano il massimo (soprattutto la seconda parte), ma questi hanno proprio rovinato tutto.
A partire dalla scena della barchetta, la scena simbolo del film, che rasenta il ridicolo, ma è solo penosa. Puntano tutto su effetti "spettacolari", non sui contenuti, non sulla tensione, non sull'inquietudine.
I capelli della ragazza erano palesemente incollati, ma poi glieli hanno dovuti tagliare per nessuna ragione, cosa che non ha proprio senso, per quale ragione hanno dovuto rovinare l'immagine di quella ragazza? Era molto più bella e affascinante con i capelli lunghi, nonostante fossero finti.
E poi, i due film originali duravano circa tre ore insieme, perché questo remake della prima parte dura oltre due ore e dieci minuti? Hanno allungato il brodo con un sacco di cretinate.
Molte cose, come i palloncini o il tormentone "galleggerete" hanno senso solo per chi ha visto i due film originali, non si capisce che significano nel remake.
Tutta la narrazione ha più senso nell'originale, in questo remake hanno fatto tutto malissimo.
Questo clown non è credibile, Tim Curry era formidabile. Qui non fa altro che jumpscare o easter egg, dovrei avere paura di un clown sorridente nascosto da qualche parte? E poi quel sorriso non è inquietante, quel trucco è ridicolo, la testa è palesemente fatta di cartapesta, gonfia in modo innaturale.
Insomma, non mi è piaciuto NIENTE di questo film, sono contento di non averlo visto al cinema.
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gimbe_
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domenica 22 luglio 2018
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ampio spazio ai rapporti umani
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Pellicola davvero interessante, che va oltre l'aspetto prettamente orrorifico del romanzo di Stephen king, analizzandone invece i rapporti umani: l'amicizia, il bullismo, le violenze domestiche. Dispiace vedere tutti 'sti bambini che scrivono recensioni (non su MyMovies per fortuna) del tipo: "it non mi a fatto paura", svalorizzando completamente la pellicola; incoscienti di ciò che può insegnare a chi la guarda con un occhio più maturo.
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frank
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sabato 28 aprile 2018
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delusione su tutti i punti
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In primo luogo gli effetti speciali deludenti siamo nel 21 secolo facciamoli bene, effetti sonori da prendere a pugni il regista spezzano la tensione horror, terzo battute stupide e fuori luogo per questi generi di film e quarto scelta dei personaggi ridicoli da serie c senza un minimo di preparazione alla sceneggiatura. Ho messo due stelle per incoraggiamento e speriamo che nel secondo film aggiustino questi aspetti.
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lunedì 12 marzo 2018
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it
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Penso che it sia troppo bello
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greatsteven
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giovedì 22 febbraio 2018
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un affronto quasi imperdonabile alla dialettica di king.
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IT (USA, 2017) di ANDRÉS MUSCHIETTI. Con BILL SKARSGARD, FINN WOLFHARD, SOPHIA LILLIS, JAEDEN LIEBERHER, CHOSEN JACOBS, JEREMY RAY TAYLOR, JACK DYLAN GRAZER, WYATT OLEF, NICHOLAS HAMILTON, JAKE SIM Maine, 1958. Nell’immaginaria cittadina di Derry, frequentano il primo anno di scuola media sette ragazzi (sei maschi e una femmina) che finiranno per diventare amici dandosi come gruppo il nome di Perdenti: il balbuziente Bill Denbrough, l’obeso Ben Hanscom, la bionda Beverly Marsh, il socialmente frustrato Stanley Uris, il nero Mike Hanlon, l’occhialuto Richie Tozier e Eddie Kaspbrak, sofferente d’un leggero malanno ai polmoni. Hanno come rivali tre giovani mascalzoni di qualche anno più grandi di loro che spesso li tiranneggiano e arrivano anche ad alzare le mani, e si tratta di Henry Bowers, Belch Huggins e Victor Criss (il primo dei tre, che capeggia gli altri due grazie alle sue carismatiche ma strafottenti doti di leader virulento, ha per padre un odiato sceriffo che lo ricambia).
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IT (USA, 2017) di ANDRÉS MUSCHIETTI. Con BILL SKARSGARD, FINN WOLFHARD, SOPHIA LILLIS, JAEDEN LIEBERHER, CHOSEN JACOBS, JEREMY RAY TAYLOR, JACK DYLAN GRAZER, WYATT OLEF, NICHOLAS HAMILTON, JAKE SIM Maine, 1958. Nell’immaginaria cittadina di Derry, frequentano il primo anno di scuola media sette ragazzi (sei maschi e una femmina) che finiranno per diventare amici dandosi come gruppo il nome di Perdenti: il balbuziente Bill Denbrough, l’obeso Ben Hanscom, la bionda Beverly Marsh, il socialmente frustrato Stanley Uris, il nero Mike Hanlon, l’occhialuto Richie Tozier e Eddie Kaspbrak, sofferente d’un leggero malanno ai polmoni. Hanno come rivali tre giovani mascalzoni di qualche anno più grandi di loro che spesso li tiranneggiano e arrivano anche ad alzare le mani, e si tratta di Henry Bowers, Belch Huggins e Victor Criss (il primo dei tre, che capeggia gli altri due grazie alle sue carismatiche ma strafottenti doti di leader virulento, ha per padre un odiato sceriffo che lo ricambia). Ma il nemico peggiore dei Perdenti è un mostro che vive nelle fogne di Derry, e che ritorna in città una volta ogni ventisette anni a seminare il panico fra gli adolescenti, nutrendosi delle loro paure. A farne le spese è già stato George Denbrough, fratello minore di Bill, che ha incontrato questa creatura proteiforme, dalle sembianze abituali di un clown Pennywise dolce e burlone, che gli ha strappato un braccio azzannandoglielo in cambio della falsa promessa di un palloncino e della barchetta di carta di George scivolata per colpa dell’acqua piovana in un tombino. Uno dopo l’altro, i ragazzi conoscono il loro temibilissimo ed estremamente pericoloso avversario perché egli (chiamato "It", che in inglese, com’è noto, è pronome personale neutro) si mostra a loro ogni volta sotto un diverso aspetto, ma infine riescono a respingerlo affrontandolo dopo esser scesi nei bui e ristagnanti sotterranei di Derry e capendo che, se loro smetteranno di averne paura, lui morirà di inedia. It scompare nel cratere d’un pozzo con la testa che gli si sfalda e ridacchiando malignamente in faccia ai Perdenti, in un finale che lascia senza ombra di dubbio presagire un sequel che rivedrà, nel 2019 presumibilmente, il ritorno dei sette ragazzi una volta divenuti adulti per una resa dei conti conclusiva e che li vedrà trionfare. Dopo la miniserie televisiva in due puntate andata in onda nel 1990, questo primo adattamento per il cinema del più grande capolavoro di Stephen King (fra l’altro, anche uno dei suoi romanzi più voluminosi, visto che perfino le edizioni più brevi contano non meno di millecento pagine) era assai atteso, e il botto d’incassi in patria lo si deve attribuire più che altro a scelte produttive, come quella di rendere It il nuovo Freddy Krueger, intervento riuscito sotto ogni punto di vista, ma con ogni probabilità sgradito agli appassionati del cinema horror che vedono nel genere una certa quintessenza della settima arte nella versione derivante dal romanzo gotico, e forse sgradito pure a chi ha la più ampia passione per il cinema in generale poiché vi nota un mezzo efficace per trasporre sul grande schermo testi letterari degni di farsi suoni e immagini. E il libro di King lo merita, non solo perché lo scrittore (nato a Portland nel 1947) è un osservatore arguto e acuto dei cambiamenti della società statunitense dagli anni ’70 – epoca in cui iniziò a pubblicare – ad oggi, ma anche perché la pagina scritta del romanzo in questione ha una sua precisa dimensione politica che la pellicola trascura, volutamente o meno. Non si rivela troppo felice la scelta di Muschietti come regista, che si fece apprezzare nel suo esordio con in lungo La madre, mentre il personaggio di Pennywise affidato a B. Skarsgård (figlio di Stellan, il Bill Sputafuoco di Pirati dei Caraibi, comparso anche in Amistad e Will Hunting – Genio ribelle, entrambi questi ultimi del 1997) sortisce effetti appena appena più positivi, anche perché, dopo qualche sequenza, la bocca con tre file di denti del mostro che si spalanca a scopo intimidatorio o aggressivo diventa stucchevole e ridondante. E che dire del gruppetto dei sette giovanissimi protagonisti? Qui la fedeltà nei confronti del libro è stata messa da parte con più spudoratezza possibile: Bill balbetta molto più pesantemente e ciononostante la sua capacità di comando non ne risente (tutto quanto segue parla prima del libro e poi del film, nota dell’autore di questa recensione); Beverly dovrebbe essere bionda, e invece ha i capelli fulvi; Stanley è l’unico dei sette a morire prima di raggiungere l’età adulta, mentre nell’opera di Muschietti sopravvive, e tiene la testa saldamente attaccata al collo (parlo per chi ha letto tutto il faldone); Richie sembra un povero idiota, uno che fa battute sceme e non l’intelligente barzellettiere che King descrive con dovizia di efficienti particolari; Eddie non si frattura il braccio cadendo da un soffitto e sfondando un tavolo, ma perché glielo rompe Henry Bowers, dopo la lotta a colpi di sassi che l’ha visto sconfitto e della quale ancora gli brucia; quanto a Ben e a Mike, sono gli unici due ragazzini cui l’adattamento preferisce affidarsi in parte (e figuriamoci se si spingeva oltre, date le premesse!) a quanto narra il romanziere, mentre per quel che concerne Criss e Huggins, non si fa il minimo cenno al fatto che It incontra anche loro e li decapita sotto gli occhi ammutoliti e terrorizzati del loro feroce capobanda. Altro handicap, o meglio, duplice handicap consiste nel mancato appello all’esistenza ultra-millenaria di It sotto le fogne di Derry e che è lo stesso mostro mutaforma ad avere paura degli adolescenti intenzionati a combatterlo e ammazzarlo, non vale solo il contrario. Molti luoghi comuni del genere (pozzi oleosi, case abbandonate, sottoscala polverulenti) non mancano di aggiungersi ad una già lunga lista di difetti la cui assenza, se sostituita con gli intenti dell’autore e un superiore rispetto alla natura introspettiva dell’opera letteraria, avrebbe consegnato a pubblico e critica un prodotto più appetibile e attendibile, anche da un punto di vista figurativo. Vedremo se il seguito, già preannunciato nei titoli di coda dopo due ore e un quarto di reiterate infedeltà, se la caverà nell’impresa di bissare il suo predecessore. Ma se gli sceneggiatori e il regista rimarranno gli stessi, la vedo dura.
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domenica 18 febbraio 2018
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una porcheria
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Chiamarlo film è una bestemia Inoltre è fatto davvero male non corrisponde al vero it !!!!!
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stormy1k77
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giovedì 25 gennaio 2018
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no.. il. film del 2016 no
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Triste. Questo è un film per bambini... I goonies fanno più paura.... Non si può vedere.... Tensione zero.... Sembra un film della Disney con un po' di sangue in più..... Ho letto il libro, ho visto il primo film.... Questo.... No.... È decisamente poco coinvolgente... È tenete presente che sono clown fobica
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jacky95
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sabato 20 gennaio 2018
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it - poco orrore tanta crescita
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Prima trasposizione cinematografica del capolavoro letterario di King, dopo una serie televisiva diventata cult (sopratutto per Tim Curry) il film aveva l'onere di far tornare a parlare di Pennywise e secondo il mio punto di vista ci riesce in pieno. Non è certo l'horror più spaventoso di sempre, non si cerca di far venire incubi allo spettatore, ma lo si vuole accompagnare assieme ai protagonisti in un percorso di crescita. Buona la regia e la fotografia, il clown grazie ad effetti digitali e non risulta essere molto inquietante
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pizza81
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giovedì 7 dicembre 2017
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buon horror ma....
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Buon Horror, ma a mio parere niente a che vedere con il film del 1990. La tensione che metteva il vecchio film qua è inesistente. In generale però molto bravi i ragazzini attori e molto bravo l'interprete di IT.
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