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Ultimo aggiornamento giovedì 5 luglio 2018
Il fondamentale processo che cambiò per sempre le sorti del Sudafrica durante l'Apartheid.
CONSIGLIATO SÌ
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Sudafrica 1963. Sotto il duro regime di apartheid imposto dal governo nel Paese vengono arrestati a Rivonia alcuni appartenenti al Movimento di cui è a capo Nelson Mandela, già in stato di detenzione. Le prove contro di loro sono schiaccianti e testimoniano del versante armato della lotta condotta dagli avversari del regime. Mandela viene comunque ritenuto mandante e processato. A difendere lui e i suoi compagni è il noto avvocato Bram Fischer che, in maniera clandestina, collabora con loro.
Di film su Nelson Mandela ne abbiamo già visti diversi e su tutti spiccano Il colore della libertà ed Invictus ma ciò che determina la specificità e l'interesse in questo caso è dato dalla prospettiva che assume.
Il leader antiapertheid non è al centro della narrazione perché il protagonista è un afrikaner che, come ha scritto lo stesso Mandela in "Lungo cammino verso la libertà" è stato uno degli avversari di maggior valore dell'apartheid dato che mise in gioco una posizione privilegiata per difendere gli uomini dell'African National Congress. Su di lui è stato girato un documentario vincitore di un premio all'Encounters Film Festival Audience Award ma l'opera di Jean van de Velde consente al grande pubblico di avvicinarsi alla sua attività e di trovarsi di fronte anche a un aspetto meno celebrato dell'attività dell'ANC. Conosciamo tutti l'opera di Mandela come pacificatore e uomo di Stato.
Crediamo di conoscere i metodi repressivi degli afrikaner nei confronti della popolazione autoctona e maggioritaria ma questo film ci offre altri aspetti aberranti di quell'azione fino all'ultima inquadratura. Quella che conoscevamo meno è l'ala militare del Movimento, il rapporto che Mandela aveva con essa e quanto contasse nelle sue azioni e progetti l'ideologia marxista. In questo film che ha la struttura classica del cinema processuale tutti questi elementi vengono messi in gioco. Dinanzi allo strapotere di una polizia che può permettersi di arrestare e detenere i neri e i loro sostenitori per un periodo non breve ed in assenza di qualsiasi accusa concreta nonché della negazione delle cure ai detenuti oltre che alla comminazione di pene di morte la possibilità di una reazione armata era da considerarsi terrorismo o resistenza? La risposta è lasciata allo spettatore.
Dall'unità d'azione tra l'ANC di Mandela e i comunisti sudafricani fuorilegge (tra loro molti ebrei), nasce nel '61 l'organizzazione clandestina Lancia della Nazione che, valutata l'impossibilità di lotta legale contro l'apartheid, pratica azioni di sabotaggio. Nel '63 i dirigenti vengono arrestati in una fattoria di Rivonia, sobborgo di Johannesburg: spediti a raggiungere Mandela già in galera, e [...] Vai alla recensione »
Cerca un posto tra i biopic su Mandela, da "Invictus" a "Il colore della libertà" a "Winnie", ma qui Mandela è nello sfondo, già in carcere mentre si prepara una ribellione, armi contro armi. Protagonista è invece l'avvocato Bram Fisher, un ricco «bianco dalla parte dei negri», inammissibile, ma non raro esempio di resistenza afrikaner alla violenza del governo.