amanitaphalloide
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sabato 18 febbraio 2017
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poteva essere meglio
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Bella idea,anche se non originale, e molto avvincente fin dalle prime battute. Belle scene , soprattutto quella della piscina in assenza di gravità e l'emozionante passeggiata spaziale. Via via però che si va avanti nella narrazione del film, è tutto un susseguirsi di luoghi comuni e battute scontate, fino al finale , dove trionfa l'amore e dove ci si aspetta persino di trovare pargoletti che scorrazzano felici nell'Eden. Da vedere, ma non vi aspettate niente di chè, è soltanto una romanzetto rosa proiettato nel futuro...
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nicoladc89
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martedì 14 febbraio 2017
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un film senza troppe pretese... e meno male
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Alla fine della fiera Passenger è un film godibile.
Il rischio quando si affronta un film di fantascienza è quello di esagerare, di voler fare a tutti i costi il capolavoro di fantascienza, di stupire. Passengers il rischio non lo corre, la trama è semplice, perfino scontata, una sorta di Titanic verisione iperspaziale con un mash up di altri film a riempire 116 minuti non esaltanti ma piacevoli. Numerose, infatti, le citazioni ad altri film, 2001: Odissea nello Spazio, Gravity, Interstellar, Shining, The Martian oltre a Titanic.
Il risultato finale è un sci-fi godibile, molto più del ben più pretestuoso Arrival, proprio perché non è un "vorrei ma non posso" che nella fantascienza è a mio avviso un errore imperdonabile.
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Alla fine della fiera Passenger è un film godibile.
Il rischio quando si affronta un film di fantascienza è quello di esagerare, di voler fare a tutti i costi il capolavoro di fantascienza, di stupire. Passengers il rischio non lo corre, la trama è semplice, perfino scontata, una sorta di Titanic verisione iperspaziale con un mash up di altri film a riempire 116 minuti non esaltanti ma piacevoli. Numerose, infatti, le citazioni ad altri film, 2001: Odissea nello Spazio, Gravity, Interstellar, Shining, The Martian oltre a Titanic.
Il risultato finale è un sci-fi godibile, molto più del ben più pretestuoso Arrival, proprio perché non è un "vorrei ma non posso" che nella fantascienza è a mio avviso un errore imperdonabile.
Una storia d'amore come se ne vedono tante, senza però risultare troppo sdolcinata, ambientata in un contesto fantascientifico, manca un po' di patos e suspense, ma forse non avrebbe nemmeno senso metterceli, visto che è roba già vista.
Ottima la scenografia, che poi in un sci-fi del genere fa mezzo film.
In ultima analisi, Passengers è un po' come The Martian, un sci-fi mediocre se lo si considera sci-fi, un film discreto se lo si considera per quello che è: The Martian una commedia, Passengers un dramma romantico. Riesce pure ad essere un qualche cosa di diverso dal solito, pur essendo tutta roba già vista.
La Lawrence brava come sempre, Pratt meno ma comunque passa un bel po' di tempo da solo sullo schermo e non gli vorresti dare due randellate ed è già tanto, molto bravo Sheen nel ruolo dell'androide Arthur.
Voto 3/5, ho passato un paio d'ore gradevoli e a volte basta accontentarsi di questo (non tutti i film possono essere Interstellar, basterebbe capirlo prima di farli).
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roby82
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domenica 12 febbraio 2017
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cast away nello spazio
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Allora cosa si può dire su Passengers?? Dunque, 5000 anime sono ibernata su una navicella spaziale da chi, come e perché non è dato sapersi, si sa solo che 30 anni dopo la partenza (da dove è un mistero) per colpa di un campo di meteoriti (cosa che di norma dovrebbe essere scontata nello spazio) uno dei passeggeri Jim Preston esce dall'ibernazione e si sveglia, accorgendosi ben presto di essere l'unica persona sveglia in tutta l'astronave. Dopo un iniziale spaesamento, comincia ad adattarsi all'idea di essere il solo essere umano e senza la minima compagnia....o quasi. E si perché se in Cast away il buon Tom Hanks aveva trovato Wilson, qui il compagno virtuale è Arthur un cameriere andraide che si comporta come un umano.
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Allora cosa si può dire su Passengers?? Dunque, 5000 anime sono ibernata su una navicella spaziale da chi, come e perché non è dato sapersi, si sa solo che 30 anni dopo la partenza (da dove è un mistero) per colpa di un campo di meteoriti (cosa che di norma dovrebbe essere scontata nello spazio) uno dei passeggeri Jim Preston esce dall'ibernazione e si sveglia, accorgendosi ben presto di essere l'unica persona sveglia in tutta l'astronave. Dopo un iniziale spaesamento, comincia ad adattarsi all'idea di essere il solo essere umano e senza la minima compagnia....o quasi. E si perché se in Cast away il buon Tom Hanks aveva trovato Wilson, qui il compagno virtuale è Arthur un cameriere andraide che si comporta come un umano. Inviare messaggi alla terra è impossibile di vogliono 20 anni, comunicare idem. Ma dopo UN ANNO...eh si ci ha messo un anno per capire che forse era meglio svegliare qualcun'altro, pensa di svegliare una passeggera facendo fare corto circuito alla capsula. Cosi si ritrovano in due...e cosa possono fare due persone sole, senza nessuno??? Sesso...semplice. Finché lei scopre che è stato lui a svegliare lei e scoppia il putiferio. Ma arrivano i problemi...la nave è in pericolo, e cosa che più fa ridere, è che come se nulla fosse....trovano sveglio un membro dell'equipaggio....e niente...nessuno si sbalordisce, o fa salti di gioia, come se nulla fosse. Ma la cosa dura poco....il risvegliato muore poco dopo, e si ritrovano ancora soli, e li svegliare l'equipaggio non gli viene in mente no! E qui passiamo in Titanic dove lui cerca di salvare lei sacrificandosi, ma lei questa volta non rimane sulla porta e lascia morire lui, anzi si da da fare e lo salva, e in 5 minuti risolvono magicamente anche tutti i problemi della nave. Ri addormentarsi è impossibile e cosi accettano il crudele destino di finire le scorte alimentari per le 5000 anime che rimangono che quando si sveglieranno si accorgeranno di non avere viveri a sufficenza, e come se nulla fosse compare anche un inutile cameo MUTO di Andy Garzia travestito da Star Trek.
Film imbarazzante, da TV e non da cinema, per un film che nella prima ora è Cast Away, nella mezz'ora Titanic, nell'ultima mezz'ora è una commediola da film estito. Voto al film ....5!
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cristian
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mercoledì 1 febbraio 2017
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passengers. un film che non si lascia ricordare.
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Sesta opera da regista per Morten Tyldum da cui ci si aspettava non poco, visto l’ottimo riscontro avuto con il precedente The Imitation Game, pellicola che gli è valsa anche la candidatura all’Oscar come miglior regista. Invece, la delusione per la sua ultima fatica, Passengers, è parecchia. La sceneggiatura di Jon Spaihts (primo sceneggiatore di Prometheus; Doctor Strange; il prossimo La Mummia) è piatta, con dialoghi (non molti in realtà, vista la natura del film) abbastanza banali e di scarso impatto. Alla fotografia Rodrigo Prieto (La 25esima ora; 21 grammi; Alexander; I segreti di Brokeback Mountain; Argo; The Wolf of Wall Street; e il prossimo all’uscita Silence) e alle musiche Thomas Newman (Le ali della libertà; L’uomo che sussurrava ai cavalli; Vi presento Joe Black; American Beauty; Il Miglio Verde; Il ponte delle spie) vanno di pari passo con regia e sceneggiatura (almeno la coerenza si salva!), concorrendo a creare un film senza carattere.
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Sesta opera da regista per Morten Tyldum da cui ci si aspettava non poco, visto l’ottimo riscontro avuto con il precedente The Imitation Game, pellicola che gli è valsa anche la candidatura all’Oscar come miglior regista. Invece, la delusione per la sua ultima fatica, Passengers, è parecchia. La sceneggiatura di Jon Spaihts (primo sceneggiatore di Prometheus; Doctor Strange; il prossimo La Mummia) è piatta, con dialoghi (non molti in realtà, vista la natura del film) abbastanza banali e di scarso impatto. Alla fotografia Rodrigo Prieto (La 25esima ora; 21 grammi; Alexander; I segreti di Brokeback Mountain; Argo; The Wolf of Wall Street; e il prossimo all’uscita Silence) e alle musiche Thomas Newman (Le ali della libertà; L’uomo che sussurrava ai cavalli; Vi presento Joe Black; American Beauty; Il Miglio Verde; Il ponte delle spie) vanno di pari passo con regia e sceneggiatura (almeno la coerenza si salva!), concorrendo a creare un film senza carattere. Apprezzabile invece la scenografia di Guy Hendrix Dyas (X-men 2, Inception, Steve Jobs) che ci lascia qualche spunto di riflessione interessante. Il mini-super cast (Chris Pratt, Jennifer Lawrence) a poco o nulla è servito nel tentativo di risollevare le sorti di un’opera che solo all’inizio pare mostrare buone intenzioni.
L’astronave Avalon, che ospita a bordo più di 5.000 coloni in sonno criogenico, deve compiere un viaggio interstellare di 120 anni per raggiungere, dalla terra, il pianeta Homestead II, nuova futura casa per i terrestri. Durante il viaggio un impatto con uno sciame di meteoriti provoca diversi danni all’astronave, uno dei quali causa il risveglio anticipato, di circa 90 anni, di uno dei passeggeri, Jim Preston (Chris Pratt). Jim quasi subito si arrende ad un atroce destino di solitudine, con la sola compagnia del barista/robot Arthur (Michael Sheen) a confortarlo. L’eremitismo involontario del protagonista non tarderà (diciamo così) a terminare dal momento che un’altra passeggera, Aurora Lane (Jennifer Lawrence), si sveglierà dal criosonno e diventerà compagna (a tutti gli effetti) d’avventura del buon Jim. I due, insieme, dovranno cercare un modo per riparare i danni provocati all’astronave e, se possibile, tornare in sonno criogenico per potersi risvegliare stavolta al momento prestabilito, 90 anni dopo.
Il film del Norvegese Tyldum inizia con spunti interessanti che potrebbero rappresentare dunque i punti chiave attorno cui far girare la prossima ora e passa di pellicola. Purtroppo non è così! La parte coinvolgente, tutti in sala lo sanno, non può durare a lungo perché si sa che prima o poi l’entrata in scena della Lawrence romperà l’interessante solitudine di Chris e la piega che potrà prendere la storia, da quel momento in avanti, è facilmente e troppo banalmente immaginabile. Nessuna critica alla Lawrence, sia chiaro, sempre brava a calarsi nei personaggi che interpreta, ma allo svolgimento della trama. Quindi siamo giunti alla storia d’amore: lunga, matrimoniale, sdolcinata, armoniosa, egoista e noiosa! La fantascienza (o avventura, come qualcuno ha definito il genere a cui questo film apparterrebbe), ci si rende conto, fa solo da sfondo ad una storia d’amore non convenzionale soltanto per l’ambientazione. C’è l’ovvio tentativo, con il prosieguo della storia, di ritornare a qualche faccendina lasciata in sospeso. “Moriamo noi e tutti gli altri 5.000 passeggeri, oppure mettiamo un attimo da parte le smancerie, cerchiamo di riparare il possibile in questa maledetta astronave e facciamo un tentativo per arrivare in qualche modo a destinazione?”. “Ma si dai”. Anche qui delusione! Nessun colpo di scena. Tutto va come deve andare. Manca la tensione nelle scene chiave e non sono assenti, e accettabili per lo spettatore, ingenue (fin troppo!) e assurde imperfezioni nella costruzione della supermega tecnologica astronave. Imperfezioni accettabili se non fossero state decisive nello svolgersi della trama. Ma lo sono. A ciò si aggiungono le incongruenze che riguardano il processo stesso di criogenesi. In definitiva, il film scorre lento, manca di verve e alla fine è sembrato che fosse durato di più rispetto ai suoi 95 minuti ca. Pratt e Lawrence, complici molte cose che non funzionano intorno a loro, risultano bravi ma non eccelsi. Non si riesce a creare un legame tra i protagonisti e lo spettatore, il quale invece si annoia per gran parte del film. Piccola nota di merito per la scenografia di Guy Hendrix Dyas che ci consegna un’ambientazione super tecnologica, artificiale, lussuosa, fredda, in cui predomina un bianco senza sentimenti. Certo, è tutto temporaneamente meraviglioso sulla Avalon, con i suoi comfort ecc., ma resta pur sempre una macchina creata dall’uomo che mai potrà ideare qualcosa di tangibile che possa essere paragonata o che addirittura possa sostituire la Natura, a cui l’uomo non deve mai rinunciare e, come suo ospite, non deve mai dimenticarsi di prendersene cura (ad un certo punto Jim, pienamente annoiato dalla false bellezze della Avalon, pianta un verde albero al centro di un salone enorme e triste). Le banali ma decisive imperfezioni dell’astronave, infine, sono il frutto della superficialità umana che cresce proporzionalmente al migliorare della tecnologia a cui ci affidiamo sempre più, spesso dimenticandoci, a carissimo prezzo, chi ne è l’artefice.
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etabeta
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mercoledì 1 febbraio 2017
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noioso
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A parte la curiosità nei primi 10 minuti, il film è assolutamente noioso per la prima metà
Dopo, un mix tra commedia d'amore con pathos di basso profilo e un action movie con il solito immancabile sacrificio tipico degli eroi americani.
Sconsigliato
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roby
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domenica 29 gennaio 2017
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una voce fuori dal coro
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Sono le due del mattino...appena tornato dal cinema in compagnia di mia figlia...12 anni . M'interessa poco esprimere una recensione, una critica , un commento al film ... la cosa più bella che desidero condividere , meglio ricordare di questa esperienza è l'intensità delle emozioni regalate da mia figlia al termine della pellicola... e... fuori dalla sala, le sue incalzanti domande... sui viaggi interstellari, le distanze infinte degli spazi siderali pressoché inavvicinabili alla comprensione di un adulto... men che meno di un bambino/a, i suoi interrogativi sul "criosonno"...a quell'incomprensibile.
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Sono le due del mattino...appena tornato dal cinema in compagnia di mia figlia...12 anni . M'interessa poco esprimere una recensione, una critica , un commento al film ... la cosa più bella che desidero condividere , meglio ricordare di questa esperienza è l'intensità delle emozioni regalate da mia figlia al termine della pellicola... e... fuori dalla sala, le sue incalzanti domande... sui viaggi interstellari, le distanze infinte degli spazi siderali pressoché inavvicinabili alla comprensione di un adulto... men che meno di un bambino/a, i suoi interrogativi sul "criosonno"...a quell'incomprensibile... mancato battito del cuore che...divide l'uomo dall'eternità...
"...ma papà, quell'astronave viaggiando alla metà della velocità della luce...quanta distanza può aver percorso..., davvero non capisco...!"
Poco fa...prima d'infilarsi sotto le coperte l'ho scrutata di nascosto...assorta nei pensieri con la calcolatrice in mano... nella vana ricerca di un'improbabile quanto inafferabile soluzione matematica...
Questo dunque...mi piace pensarlo... vuole essere per me, idealmente, "il commento"... la vera chiave di lettura a questo film che questa notte ha fatto e sta facendo sognare una bambina!
Buona vita a tutti.
Roberto e... Gloria
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(di liuk!)
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venerdì 20 gennaio 2017
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jennifer colpisce ancora
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Per quanto non sia il mio genere preferito, è un bel film. Fatto bene, soprattutto grazie agli attori: Jennifer Lawrence continua a non sbagliare un colpo e rende qualsiasi film degno di essere visto anche più di una volta. E' bellissima, coinvolgente, passionale e arriva sempre dritta al punto. Anche stavolta è stato così, e nonostante il finale abbastanza banale, la storia è carina e la sua presenza dà il tocco di classe.
Le immagini sono meravigliose e sembrano quasi reali, lasciano senza fiato.
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giovedì 19 gennaio 2017
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televisivo,melassoso,disgustosamente composto
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Dopo il pessimo The Imitation Game,Morten Tyldum torna alla ribalta e credo che mai nome fu più azzeccato in quanto siamo di fronte a uno che uccide senza pietà ogni parvenza di tecnica e di profondità sia nel campo che nella composizione dell'immagine.
Passengers è un film che pretende di sviluppare la propria trama,un film che pretende di costruire una storia d'amore interessante e che pretende di sembrare un kolossal,tuttavia non riesce a rientrare in nessuna di queste aspettative in quanto: registicamente siamo davanti ad una composizione elementare,infantile e quasi televisiva,la lunghezza elevata della pellicola non aiuta affatto e contribuisce a rendere il tutto ancor più tedioso e pesante.
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Dopo il pessimo The Imitation Game,Morten Tyldum torna alla ribalta e credo che mai nome fu più azzeccato in quanto siamo di fronte a uno che uccide senza pietà ogni parvenza di tecnica e di profondità sia nel campo che nella composizione dell'immagine.
Passengers è un film che pretende di sviluppare la propria trama,un film che pretende di costruire una storia d'amore interessante e che pretende di sembrare un kolossal,tuttavia non riesce a rientrare in nessuna di queste aspettative in quanto: registicamente siamo davanti ad una composizione elementare,infantile e quasi televisiva,la lunghezza elevata della pellicola non aiuta affatto e contribuisce a rendere il tutto ancor più tedioso e pesante.
Come dicevo,registicamente siamo davanti ad un'opera costruita senza nemmeno un'idea,Tyldum non riesce a rendere amabili i personaggi o quantomeno non riesce a fare empatizzare lo spettatore con i due protagonisti.
La fotografia è patinata e artificiosa e non rende quasi mai l'idea di solitudine che permea l'intero film,aggiungendo inoltre dei filtri e dei colori che non fanno altro che rendere melassoso e poco originale tutto l'impasto,mancando anche di aggiungere la giusta tensione,certamente dei filtri vertenti più sull'atmosfera horror,se coadiuvati da una trama scritta con cura e una regia originale e ricercata,avrebbero potuto cozzare con la romance e dare vita ad un prodotto che non fosse solamente figlio degli assegni e dello star system.
La colonna sonora nel mucchio è l'unica cosa che si salva presentando dei brani veramente banalissimi ma comunque funzionali.
Jennifer Lawrence è una delle maggiori incognite della sua generazione,un'attrice che dimostra una bravura che sembra latente in alcuni suoi atteggiamenti,al di là dell'indole goffa e disincantata che dalla sfera personale la ragazza può sprigionare,attorialmente parlando la Lawrence è di una discontinuità clamorosa,dalle pessime performance in Hunger Games,veramente infantili e banali,passa a film in cui si comporta decisamente meglio se pur sempre mediocri come Joy,Silver Linings Playbook e quella semi vaccata di American Hustle,la stessa Lawrence però era stata capace di stupirmi in X Men Days of Future Past.
In questo film la Lawrence,così come la sua controparte maschile su cui tornerò,è spenta,o dormiente a seconda dei punti di vista,l'alchimia tra gli attori non esiste e l'abilità recitativa se n'è andata da molto tempo.
Chris Pratt offre la sua peggiore performance dopo quella in Everwood e incredibilmente se in altri film era stato accettabile,qui come la sua collega irrita in ogni scena.
Passengers è l'ennesima prova che Morten Tyldum è un fuoco di paglia e basta. Un regista incapace che probabilmente abbassa la testa e serve i produttori e che non offre un proprio punto di vista sui fatti o sulle pellicole da lui girate,mestierante che per altro non è nemmeno capace di comporre l'immagine in maniera convincente in quanto ogni dettaglio,ogni scenografia e ogni personaggio è messo in scena in modo casuale,senza soluzioni di continuità che abbiano un senso e con forzature logiche ed estetiche che farebbero invidia ad un qualsiasi shooter di quarta categoria,c'è chi considera questo mediocre di Tyldum come un autore perchè ha fatto The Imitation Game,film bugiardissimo storicamente e mediocre,ma mai tanto brutto quanto questo Passengers che entra di diritto tra i film più brutti dell'anno.
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cmnilo
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martedì 17 gennaio 2017
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bel film, anche se con qualche pecca
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è molto interessante osservare come certi individui, quando criticano un film fantascientifico, si travestono da fisici quantistici. Iniziamo da questo: il film è stato ampiamente criticato per le sue presunte inesattezze scientifiche, la maggior parte delle quali sono facilmente smontabili da chi ha un minimo di conoscenze in materia. Inesattezze e forzature ci sono, sono anche irritanti, ma sono molte meno di quelle che si leggono in certe recensioni. Passiamo al resto del film. era subito chiaro che questa pellicola sarebbe stata più romantica che fantascientifica. La qualità finale dipendeva dall'equilibrio tra queste due sfere, che è stato trovato perfettamente. La storia tra Pratt e la Lawrence è in primo piano, ma anche gli elementi fantascientifici, pur secondari, hanno la loro importanza e non si limitano al contesto e all'arredamento.
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è molto interessante osservare come certi individui, quando criticano un film fantascientifico, si travestono da fisici quantistici. Iniziamo da questo: il film è stato ampiamente criticato per le sue presunte inesattezze scientifiche, la maggior parte delle quali sono facilmente smontabili da chi ha un minimo di conoscenze in materia. Inesattezze e forzature ci sono, sono anche irritanti, ma sono molte meno di quelle che si leggono in certe recensioni. Passiamo al resto del film. era subito chiaro che questa pellicola sarebbe stata più romantica che fantascientifica. La qualità finale dipendeva dall'equilibrio tra queste due sfere, che è stato trovato perfettamente. La storia tra Pratt e la Lawrence è in primo piano, ma anche gli elementi fantascientifici, pur secondari, hanno la loro importanza e non si limitano al contesto e all'arredamento. La storia già si intuisce in buona parte dal trailer, ed ovviamente non brilla per la sua originalità, tuttavia riesce a tenere sulle spine fino alla fine e non lascia quella sensazione di "già visto" tipica dei film di questo genere degli ultimi tempi. La recitazione di Chris Pratt convince solo quando ha la barba lunga, brava invece la Lawrence (le critiche nei suoi confronti fanno parte della sfera dell'irrazionale). L'interpretazione migliore resta comunque quella del barman. Le reazioni dei personaggi sono credibili, anche se non sempre lo spettatore riesce a immedesimarsi nella loro disperazione. Molto meglio comunque di The Martian, dove le costanti battute del personaggio principale danno la sensazione di trovarsi su una grande spiaggia, anziché su Marte.
In conclusione, il film è godibile e svolge perfettamente il suo ruolo di intrattenimento. Ovviamente non è una pietra miliare della fantascienza e difficilmente lascerà tracce nelle future produzioni del genere.
è da vedere? sì. Poteva essere meglio? Sì
Voto: 3,5/5 (ho arrotondato al rialzo per compensare le critiche ingiustificate)
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ovettombk
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giovedì 12 gennaio 2017
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bellissimo film
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MI è PIACIUTO TANTO QUESTO FILM SE VI PIACE LA FANTASCENZA / AMORE ANDATELO A VEDERE
[+] ma quale fantascienza..
(di etabeta)
[ - ] ma quale fantascienza..
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