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Buon lavoro di genere, diretto con perizia ed interpretato altrettanto proficuamente.
Opera onesta, con un intreccio non troppo ricercato ma adeguatamente sostenuto, in un crescendo di dinamiche progressivo anche se a tratti un poco stanco, dove forse le quasi due ore di durata vengono a pesare.
Occorre sottolineare, ad ogni buon conto, come Rodrigo Grande conosca a dovere le potenzialità e i rischi del genere, sfruttandone i punti più promettenti, aiutato dalla buona prova attoriale del cast.
Più che gli accadimenti ed i risvolti, piace la costruzione dei personaggi principali ed i rapporti tra questi, in un quadretto di non comune freschezza: il disilluso Joaquin, troverà modo di riscoprire, grazie alla bella Berta ed alla di lei figlia Betty, quella speranza oramai da troppo tempo sopita a causa della perdurante solitudine.
È questo il pregio più significativo dell'opera, la trattazione, brillante e senza sconti, di relazioni difficili ma promettenti, forzose ma necessarie.
Il resto cade sotto l'influenza della cinematografia di genere, in un racconto, come detto sopra, comunque competente ed attento, dove la tensione viene bilanciata con sapienza.
Lungometraggio nel complesso buono, da vedere senz'altro.
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