lbavassano
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martedì 2 febbraio 2016
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povertà di budget ricchezza di qualità
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C'é una splendida scena nell'opera prima di Francesco Ghiaccio, quando il padre racconta al figlio cos'é stata l'Eternit, cos'é stata la fabbrica. La speranza, la certezza di una vita migliore, il prezzo altissimo che si è dovuto pagare. Un sogno ed un dramma che ha coinvolto tutta l'Italia, non solo l'Italia, che continua a coinvolgerci, ma che a Casale Monferrato ha tragicamente assunto una dimensione esemplare. L'impostazione teatrale della recitazione, che fino a quel momento mi era sembrata fuori luogo, forzata, diviene forza delle parole, della narrazione che inizia a crescere, ad emozionarci, a commuoverci e farci arrabbiare.
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C'é una splendida scena nell'opera prima di Francesco Ghiaccio, quando il padre racconta al figlio cos'é stata l'Eternit, cos'é stata la fabbrica. La speranza, la certezza di una vita migliore, il prezzo altissimo che si è dovuto pagare. Un sogno ed un dramma che ha coinvolto tutta l'Italia, non solo l'Italia, che continua a coinvolgerci, ma che a Casale Monferrato ha tragicamente assunto una dimensione esemplare. L'impostazione teatrale della recitazione, che fino a quel momento mi era sembrata fuori luogo, forzata, diviene forza delle parole, della narrazione che inizia a crescere, ad emozionarci, a commuoverci e farci arrabbiare. Tanto più debole risulta di conseguenza la cornice della storia d'amore in cui il regista ha voluto incastonare il proprio impegno civile, la propria capacità di fare cinema, grande cinema. Estremamente curata, dall'inizio alla fine, la fotografia, la ricerca dell'immagine, valore aggiunto non indifferente in un panorama italiano troppo spesso tanto più ricco di budget, di sponsor politici e distributori, quanto povero di qualità.
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mairadg
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venerdì 28 aprile 2017
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povertà di dialoghi ma estrema forza espressiva
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Film a mio avviso piuttosto interessante, per pochi intenditori e in specifico, per chi sa cogliere nel profindo ció che vuole comunicare. Inizialmente mi ha spiazzato l'eccessiva lentezza nello sviluppo narrativo, nessun dialogo, niente che spiegasse il perchè degli eventi; monotono in tutti i sensi. Tuttavia aspetto estremamente positivo è l'importanza che si vuole attribuire al silenzio, agli sguardi, alle parole non dette. Un posto sicuro è un film da assaporare con lentezza, senza troppi pregiudizi, senza troppe pretese. Ogni cosa viene poi colta nel cuore della narrazione, che si riscontra proprio nel racconto del padre, riguardo a ció che ha vissuto quando lavorava in fabbrica, a suo figlio Luca, criptico personaggio ma pieno di rabbia a causa di un futuro troppo severo, che non lascia spazio nè speranza ad un buon avvenire.
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Film a mio avviso piuttosto interessante, per pochi intenditori e in specifico, per chi sa cogliere nel profindo ció che vuole comunicare. Inizialmente mi ha spiazzato l'eccessiva lentezza nello sviluppo narrativo, nessun dialogo, niente che spiegasse il perchè degli eventi; monotono in tutti i sensi. Tuttavia aspetto estremamente positivo è l'importanza che si vuole attribuire al silenzio, agli sguardi, alle parole non dette. Un posto sicuro è un film da assaporare con lentezza, senza troppi pregiudizi, senza troppe pretese. Ogni cosa viene poi colta nel cuore della narrazione, che si riscontra proprio nel racconto del padre, riguardo a ció che ha vissuto quando lavorava in fabbrica, a suo figlio Luca, criptico personaggio ma pieno di rabbia a causa di un futuro troppo severo, che non lascia spazio nè speranza ad un buon avvenire. L'amianto e i suoi terribili effetti saranno i principali protagonisti del film, i quali mostreranno in maniera molto cruda, la reale minaccia che essi hanno sulle fragili vite umane, nel film focalizzata su una famiglia, distrutta da una tragica morte e da una terribile malattia: il cancro. Un posto sicuro richiama con grande rigore e profonda amarezza un disastro moderno, parliamo infatti dell'Eternit e delle numerosissime vittime che ha mietuto. In ogni singola parte si possono sentire a fior di pelle le emozioni dei personaggi, pur non essendoci numerosi dialoghi; la rabbia, la tristezza, l'impotenza e la forte angoscia di essere schiavi degli eventi, l'incapacità di cambiare le cose. Un film che forse, si sarebbe potuto sviluppare in maniera diversa, con qualche piccolo taglio a scene forse un po' troppo lunghe che, spesso e volentieri, portavano lo spettatore a distrarsi, a perdere il filo. Apprezzabile é la riflessione che stimola, direttamente proiettata verso una società moderna in cui conta più ormai,un "posto sicuro" in ambito lavorativo, trascurando peró la vera sicurezza, trascurando gli affetti, la famiglia.
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