luca scialo
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mercoledì 17 novembre 2021
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il dubbio uccide più di un proiettile
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Simon e Robyn sono una coppia senza figli trasferitasi a Chicago perché lui ha trovato un nuovo lavoro. In un supermercato Robyn incontra Gordon, ex compagno di scuola, sebbene inizialmente non lo riconosca. Gli danno il loro numero di telefono per riprendere i contatti, ma sarà un grosso sbaglio. L'uomo inizierà a infastidirli con la sua morbosa presenza, mentre il passato a poco a poco viene fuori, smontando pezzo per pezzo l'integrità di Simon. Discreto esordio alla regia per Joel Edgerton, sceneggiatore australiano, tra gli altri, de Il grande Gatsby. La pellicola inizialmente assume i connotati del solito film thriller: la coppietta felice che si trasferisce in una nuova città per il cambio di lavoro di lui, in una bella casa, con vicini affettuosi.
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Simon e Robyn sono una coppia senza figli trasferitasi a Chicago perché lui ha trovato un nuovo lavoro. In un supermercato Robyn incontra Gordon, ex compagno di scuola, sebbene inizialmente non lo riconosca. Gli danno il loro numero di telefono per riprendere i contatti, ma sarà un grosso sbaglio. L'uomo inizierà a infastidirli con la sua morbosa presenza, mentre il passato a poco a poco viene fuori, smontando pezzo per pezzo l'integrità di Simon. Discreto esordio alla regia per Joel Edgerton, sceneggiatore australiano, tra gli altri, de Il grande Gatsby. La pellicola inizialmente assume i connotati del solito film thriller: la coppietta felice che si trasferisce in una nuova città per il cambio di lavoro di lui, in una bella casa, con vicini affettuosi. Poi arriva il terzo incomodo che inquieta le loro vite. Tuttavia, con lo scorrere della trama, vengono fuori risvolti interessanti. Ma soprattutto un finale originale, che ribalta il canovaccio. Insomma, pur con qualche debolezza e prevedibilità, il thriller è interessante e va giudicato solo alla fine.
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wolvie
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domenica 21 febbraio 2021
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classico tra i classici
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Scritto e diretto da Joel Edgerton e suo primo film, con omaggi dichiarati, anche troppo espliciti, a capolavori che hanno contribuito a creare questo film, sedimentandosi nell' arte del regista ( il dottore che prescrive i farmaci che Robyn ruba, si chiama Sapperstein " Rosemary's Baby", Robyn è ricoverata nella stanza 237, vedi "Shining" ...fonte wikipedia).
Giovane coppia di sposi, Simon e Robyn, si trasferiscono a Los Angeles in una bella casa, grazie al nuovo lavoro di Simon, che si prospetta una carriera di gran successo.
Per caso incontrano un vecchio compagno di scuola di Simon, Gordon "Gordo" Mosley, che inizia a frequentare spesso la casa della coppia, specie quando Simon è assente per lavoro.
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Scritto e diretto da Joel Edgerton e suo primo film, con omaggi dichiarati, anche troppo espliciti, a capolavori che hanno contribuito a creare questo film, sedimentandosi nell' arte del regista ( il dottore che prescrive i farmaci che Robyn ruba, si chiama Sapperstein " Rosemary's Baby", Robyn è ricoverata nella stanza 237, vedi "Shining" ...fonte wikipedia).
Giovane coppia di sposi, Simon e Robyn, si trasferiscono a Los Angeles in una bella casa, grazie al nuovo lavoro di Simon, che si prospetta una carriera di gran successo.
Per caso incontrano un vecchio compagno di scuola di Simon, Gordon "Gordo" Mosley, che inizia a frequentare spesso la casa della coppia, specie quando Simon è assente per lavoro.
Quando la presenza inizia ad essere troppo ingombrante, Simon "sbrocca" e forse la sua vera natura inizia ad affiorare un poco alla volta turbando assai Robyn.
Ma il rapporto "passato" tra Gordon e Simon nasconde segreti reconditi, nascosti nell' oblio, che si riverberanno sul futuro della coppia e dell' inattesa gravidanza di Robyn.
Dramma quasi d' interni che cresce piano piano, senza mai deflagrare inoppurtanamente, ma portando lo spettatore a conoscere lentamente la discesa agli inferi del White Boy in carriera.
Non tutto funziona, forse si vede qualche passo falso da prima regia, ma Edgerton ci crede, anche se forse è proprio il suo personaggio quello che risente di più di un interpretazione mimica, aiutata dalla mise en scene compresa di trucco e parrucco di Edgerton, che però non nasconde la presenza fisica e scenica dell' attore.
Buon prodotto, sulla scia Hitcockhiana, spesso dimenticato.
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alexfioravanti
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martedì 18 agosto 2020
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thriller che mi ha stupito.....in positivo
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Joel Edgerton si conferma anche dietro la macchina da presa con un film thriller originale che tratta di molti temi oggi molto importanti come il bullismo. L'ansia che attanaglia la moglie del protagonista (una bravissima Rebecca Hall) mi ha conquistato, mentre i colpi di scena che riguardano il passato del marito mi ha reso per la prima volta "tifoso" di quello che è alla fine il vero antagonista del film.
Prima ho detto originale perché per la prima volta abbiamo un cattivo atipico. Che cerca la vendetta nei confronti di chi, attraverso atti di bullismo, aveva rovinato la sua vita. Originale perché l'antagonista ha la nostra "comprensione".
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Joel Edgerton si conferma anche dietro la macchina da presa con un film thriller originale che tratta di molti temi oggi molto importanti come il bullismo. L'ansia che attanaglia la moglie del protagonista (una bravissima Rebecca Hall) mi ha conquistato, mentre i colpi di scena che riguardano il passato del marito mi ha reso per la prima volta "tifoso" di quello che è alla fine il vero antagonista del film.
Prima ho detto originale perché per la prima volta abbiamo un cattivo atipico. Che cerca la vendetta nei confronti di chi, attraverso atti di bullismo, aveva rovinato la sua vita. Originale perché l'antagonista ha la nostra "comprensione". Insomma non siamo di fronte allo psicopatico di turno come poteva sembrare dall'inizio. E forze anche con la forzatura del finale, il buon Joel ci vuole mettere di fronte ad un problema molto presente nella nostra società, forse a volte trascurato, ovvero il bullo che se la prende con il più debole. Il messaggio è chiaro: Se crei odio, quell'odio lo genererà ancora, fino a colpire gente innocente. Messaggio su cui riflettere.
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elgatoloco
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lunedì 27 luglio 2020
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grande film d''oggi
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Da contestualizzare nel nostro tempo, decisamente"THe Gift"(Joel Edgerton, 2015, scritto, diretto-esordio alla regia di un lungometraggio di uno sceneggiatore, ma anche interpretato nella parte apparentemente più ingrata dall'autore)è uno dei film USA importanti di questo nostro tempo, diciamo almeno di questi anni. Se è un thriller efficace, lo è soprattutto come thriller psicologico, psychothriller che sconvolge certezze: A)la situazione apparente, del"molestatore", dell'intruso che vuole fare dispetti a chi è più fortunato di lui, viene completamente(viene da dire"dialetticamente", ma è deformazione professional.
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Da contestualizzare nel nostro tempo, decisamente"THe Gift"(Joel Edgerton, 2015, scritto, diretto-esordio alla regia di un lungometraggio di uno sceneggiatore, ma anche interpretato nella parte apparentemente più ingrata dall'autore)è uno dei film USA importanti di questo nostro tempo, diciamo almeno di questi anni. Se è un thriller efficace, lo è soprattutto come thriller psicologico, psychothriller che sconvolge certezze: A)la situazione apparente, del"molestatore", dell'intruso che vuole fare dispetti a chi è più fortunato di lui, viene completamente(viene da dire"dialetticamente", ma è deformazione professional.personale...)rovesciata, s enza che si possa rivelare come stanno le cose , esattamente.; B ) Il vilain è in realtà chi non si supporrebbe poterlo essere, mentre invece...anche qui, gradatamente e con l'ausilio dell'ìintuizione unita alla logica, lo spettatore si renderò conto che"nulla è come sembra", che la situazione è ben diversa da come essa si presenta all'inizio sembrava/poteva embrare, C)Certo l'ausilio di nuove informazioni biografiche, relati ve a un"Passato che non passa", classica espressione invero molto vera, perché assolutamente corrsipondente a quanto avviene in realtà-tracce mnestiche indelebili, che riaffiorano anche quando vogliamo tenerle nascoste nelle"latebre dell'inconscio"per usare un'espressione pesantemente metafotica, che comunque rende il concetto; D)Gli elementi"esogeni"non fanno perdere di vista il nucleo centrale della vicenda, elemento fondamentale in un film thiller psycho e drammatico. Il fatto che poi al centro vi sia anche una maternità cui la moglie del primo aspira in ogni modo non è in alcun modo"accidentale", anzi. Gli/le interpreti, dallo stesso autore.attore a Jason Batmean e Rebecca Hall sono adegauti. El Gato
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r.a.f.
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mercoledì 11 settembre 2019
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la vendetta è un piatto che va consumato freddo
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Nella vita apparentemente perfetta di una giovane coppia piomba dal passato un ex compagno di liceo, deciso a vendicarsi dei torti subiti ai tempi della scuola. Detto così, potrebbe sembrare un banalissimo thriller, già visto e rivisto in tutte le salse. Ma questo film è assolutamente originale, dotato di una suspense sapientemente dosata e di un’analisi psicologica approfondita che rivela i personaggi gradualmente, svelandone le sfaccettature più nascoste e finendo per ribaltare abilmente i ruoli di vittima e carnefice. Quello che all’inizio sembra solo un balordo, con qualche difficoltà a dimenticare il passato, si rivela più intelligente e astuto del previsto, e quello che appare un onesto e realizzato uomo d’affari si svelerà ad amici e colleghi, nonché all’incredula mogliettina, come un meschino vigliacco, imbroglione e opportunista.
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Nella vita apparentemente perfetta di una giovane coppia piomba dal passato un ex compagno di liceo, deciso a vendicarsi dei torti subiti ai tempi della scuola. Detto così, potrebbe sembrare un banalissimo thriller, già visto e rivisto in tutte le salse. Ma questo film è assolutamente originale, dotato di una suspense sapientemente dosata e di un’analisi psicologica approfondita che rivela i personaggi gradualmente, svelandone le sfaccettature più nascoste e finendo per ribaltare abilmente i ruoli di vittima e carnefice. Quello che all’inizio sembra solo un balordo, con qualche difficoltà a dimenticare il passato, si rivela più intelligente e astuto del previsto, e quello che appare un onesto e realizzato uomo d’affari si svelerà ad amici e colleghi, nonché all’incredula mogliettina, come un meschino vigliacco, imbroglione e opportunista. Ma la magia di questo film sta nella sapiente regia dello stesso Edgerton, incredibilmente qui al suo debutto dietro la macchina da presa, che dosa i colpi di scena con il giusto ritmo, senza mai esagerare, e firma una delle più raffinate ed inquietanti vendette della storia del cinema, quasi senza spargimento di sangue, ma infliggendo ferite profonde e insanabili. Il finale in realtà è aperto, ma le alternative che lascia allo spettatore sono comunque drammatiche e terribili. Per i più curiosi, il DVD contiene tra gli extra un finale alternativo che spiega tutto nei dettagli.
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elgatoloco
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mercoledì 15 marzo 2017
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the gift un film eccelso in quanto atipico
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Assolutamente al di fuori dei canoni accettati convenzionalmente quanto consunti del genere"thriller", questo"The Gift"di Edgerton, che non ha scene eclatanti di violenza, né effettacci, né cadute nel"gore"(anche la sequenza dei pesci uccisi-avvelenati viene più raccontata, invero, che"vista"), è appunto un film "de paura"psicologico, che coglie l'interiorità, il vissuto profondo, rimontando non tanto, freudianamente, all'infanzia, ma all'adolescenza, a quell'età liminale in cui si consumano terribili traumi e non pochi"delitti". Così, accettando in pieno quanto detto nella"recensione ufficiale"sottolineerei ulteriormente la dialettica servo-padrone e il suo rovesciamento, dove, ovviamente, non fornisco altri elementi per non togliere la sorpresa a chi non abbia ancora visto il film.
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Assolutamente al di fuori dei canoni accettati convenzionalmente quanto consunti del genere"thriller", questo"The Gift"di Edgerton, che non ha scene eclatanti di violenza, né effettacci, né cadute nel"gore"(anche la sequenza dei pesci uccisi-avvelenati viene più raccontata, invero, che"vista"), è appunto un film "de paura"psicologico, che coglie l'interiorità, il vissuto profondo, rimontando non tanto, freudianamente, all'infanzia, ma all'adolescenza, a quell'età liminale in cui si consumano terribili traumi e non pochi"delitti". Così, accettando in pieno quanto detto nella"recensione ufficiale"sottolineerei ulteriormente la dialettica servo-padrone e il suo rovesciamento, dove, ovviamente, non fornisco altri elementi per non togliere la sorpresa a chi non abbia ancora visto il film...Pellicola al di fuori di particolari"influenze ricevute", ritengo sia però degna di Hitchcock(un valore assoluto, maestro di cinema senza riserve, in quanto tutta la sua produzione, sia inglese-Hitch conservò per tutta la vita il suo passaporto britannico, orgogliosamente e quasi"ostentatamente")- o dei miglior De Palma, senza che siano, però, rilevabili influenze particolari, ossia di un film in particolare, il che appare particolarmente significativo. Decisamente un film in controtendenza, anche perché notevolmente alieno da quella"velocizzazione"che sembra coinvolgere, come moda(rincorsa al genere"action", credo, anzi ne sono convinto, ma anche concessione alla"dromologia"imperante), tutto il cinema d'oggi. Anche gli interpreti, cosa rara nel cinema degli anni presenti, sono particolarmente efficaci, in liniea con un film che, non fosse per la solita"combine"hollywoodiana e per pregiudizi inveterati, godrebbe di premi e di riconoscimenti che invece vanno preferenzialmente ad altri, fill e autori. El Gato
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onufrio
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mercoledì 28 settembre 2016
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uno sconosciuto dentro casa
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Simon e Robyn si sono trasferiti da poco in una nuova città per un nuovo lavoro di Simon che appena arrivato incontra un suo vecchio amico di scuola, Gordo. Quest'incontro riaccende vecchie storie che incuriosiscono la moglie. La presenza dell'amico in casa inizia a diventare inquietante, ma ciò che farà maggiormente paura sarà ben altro. Thriller interessante con finale inquietante e vendicativo.
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francesco55093
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lunedì 16 maggio 2016
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una storia che va oltre i schemi del thriller
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Trasferitisi da Chicago, Simon (Jason Bateman), manager nel campo dei sistemi di sicurezza informatici, e Robyn (Rebecca Hall), designer freelance, cercano di farsi una nuova vita in California. L’ incontro con Gordon detto “Gordo”, ex compagno di liceo di Simon, sarà per la coppia l’ inizio di un rapporto opprimente che presto li obbligherà a prendere la drastica decisione di interrompere ogni legame con quello che in prima istanza sembra chiaramente rientrare nello stereotipo dello stalker dalla personalità disturbata. La scelta dei due però, avrà delle conseguenze infelici.
L’ esordio alla regia di Joel Edgerton (Gordon Mosley), che è anche sceneggiatore ed attore, ci consegna una storia che non si limita a conformarsi agli schemi narrativi del thriller, ma va oltre ampliando lo sguardo su alcuni importanti temi d’ attualità, rinunciando però ad una disamina approfondita della personalità dei personaggi che invece meriterebbero di essere meglio scandagliate.
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Trasferitisi da Chicago, Simon (Jason Bateman), manager nel campo dei sistemi di sicurezza informatici, e Robyn (Rebecca Hall), designer freelance, cercano di farsi una nuova vita in California. L’ incontro con Gordon detto “Gordo”, ex compagno di liceo di Simon, sarà per la coppia l’ inizio di un rapporto opprimente che presto li obbligherà a prendere la drastica decisione di interrompere ogni legame con quello che in prima istanza sembra chiaramente rientrare nello stereotipo dello stalker dalla personalità disturbata. La scelta dei due però, avrà delle conseguenze infelici.
L’ esordio alla regia di Joel Edgerton (Gordon Mosley), che è anche sceneggiatore ed attore, ci consegna una storia che non si limita a conformarsi agli schemi narrativi del thriller, ma va oltre ampliando lo sguardo su alcuni importanti temi d’ attualità, rinunciando però ad una disamina approfondita della personalità dei personaggi che invece meriterebbero di essere meglio scandagliate. Il livello registico è senza dubbio di valore, in quanto la suspense di alcune scene ha un impatto decisamente positivo sull’ attenzione dello spettatore, rivelando anche una certa perizia nell’ uso di taluni tecnicismi del genere; anche la ricerca di alcuni effetti (la sagoma che si allontana dietro il vetro della doccia) risulta rilevante, così come l’ estetica di alcune immagini (l’ alba ripresa mentre Robyn fa jogging) e l’ impiego di una colonna sonora che, sullo sfondo, concorre al pathos che percorre il film dall’ inizio alla fine. Il montaggio merita anch’ esso di essere evidenziato, con una successione scorrevole delle immagini ed una sapiente collocazione di quelle scene che sono funzionali all’ esigenza dello spettatore di tirare il fiato, di prendersi una pausa tra un momento pregno di emotività ed un altro.
Tuttavia, è la sceneggiatura a rappresentare il punto di forza della pellicola: quella che all’ inizio sembra la vicenda di un maniaco ossessionato dalle sue vittime, con il suo tipico decorso narrativo, si trasforma in un racconto sulla meschinità dell’ uomo contemporaneo nella sua corsa verso il successo. Ciò è evidente nei trascorsi adolescenziali di Simon. Il suo passato, infatti, rivela un tratto caratteriale che è anche un aspetto strutturale delle nostre società: il cinismo e la spietatezza applicati come regole di vita, alimentati come sono da una competitività esasperante. Su questo punto, però, il finale sottende una denuncia, una presa di posizione dell’ autore e può finanche essere letto come un invito alla speranza. Tra i temi affrontati vi è pure quello degli effetti che le nostre azioni possono avere sulla vita altrui. Su questo punto, il film sembra esortare a riflettere ed a rinunciare alla leggerezza quando si compiono delle scelte che possono investire la sfera personale degli altri ed avere un impatto sul loro destino; una questione questa che è ben esplicitata dal segreto di Simon che ha origine ai tempi del liceo e che lo stesso Simon tenta di tenere celato, soprattutto nei confronti di Robyn (ma che in realtà tenta di rimuovere anche dalla propria mente). La scoperta di tale segreto da parte di Robyn rappresenta una svolta nel film, poiché dà il via ad una nuova fase pregna di mistero e di inquietudine che, insieme ad altri segmenti della trama, partecipa all’ imprevedibilità di un’ opera che assicura intrattenimento ed allo stesso tempo un’ apertura su rilevanti questioni sociali.
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francesco55093
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venerdì 13 maggio 2016
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una storia che va oltre i schemi del thriller
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Il film si apre con una coppia che, proveniente da Chicago, si trasferisce in California in seguito all' ottenimento di un nuovo lavoro da parte di uno dei due (Simon). L' incontro con un ex compagno di liceo di Simon (Gordon) darà il via ad un rapporto ossessivo che presto obbligherà Simon (Jason Bateman) e Robyn (Rebecca Hall) a prendere la drastica decisione di interrompere ogni legame con quello che in prima istanza sembra il classico stalker dalla personalità disturbata. La scelta dei due, però, avrà delle conseguenze decisamente infelici.
L' esordio alla regia di Joel Edgerton (Gordon detto "Gordo"), che è anche sceneggiatore e attore, ci consegna una storia che non si limita ad attenersi ai tipici schemi narrativi del thriller, ma va oltre allargando lo sguardo su importanti temi di attualità, rinunciando però (e ciò è un punto a sfavore) a compiere una disamina approfondita della psiche dei personaggi che contrariamente meriterebbe di essere meglio scandagliata.
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Il film si apre con una coppia che, proveniente da Chicago, si trasferisce in California in seguito all' ottenimento di un nuovo lavoro da parte di uno dei due (Simon). L' incontro con un ex compagno di liceo di Simon (Gordon) darà il via ad un rapporto ossessivo che presto obbligherà Simon (Jason Bateman) e Robyn (Rebecca Hall) a prendere la drastica decisione di interrompere ogni legame con quello che in prima istanza sembra il classico stalker dalla personalità disturbata. La scelta dei due, però, avrà delle conseguenze decisamente infelici.
L' esordio alla regia di Joel Edgerton (Gordon detto "Gordo"), che è anche sceneggiatore e attore, ci consegna una storia che non si limita ad attenersi ai tipici schemi narrativi del thriller, ma va oltre allargando lo sguardo su importanti temi di attualità, rinunciando però (e ciò è un punto a sfavore) a compiere una disamina approfondita della psiche dei personaggi che contrariamente meriterebbe di essere meglio scandagliata. Il livello meramente registico è senza dubbio di valore, in quanto la suspense di alcune scene (come quella in cui Robyn ritrova il cane) fa sì che l' attenzione dello spettatore rimanga sempre sufficientemente alta, rivelando anche la conoscenza di certi tecnicismi del genere; anche l' uso di alcuni effetti capaci di accrescere la tensione (la sagoma che si allontana dietro il vetro della doccia) risulta rilevante, così come l' estetica di talune immagini (l' alba quando Robyn fa jogging) e la scelta di una musica che, sullo sfondo, concorre all' esasperazione nervosa che percorre il film dall' inizio alla fine. Va evidenziato finanche il montaggio,che presenta una successione di mmagini scorrevole ed una sapiente collocazione di quelle scene che sono strumentali rispetto all' esigenza dello spettatore di tirare il fiato, di prendersi una pausa tra una sequenza carica di pathos ed un' altra.
Tuttavia, è l'evoluzione della sceneggiatura l' aspetto di maggior pregio del film: quella che all' inizio sembra la vicenda di un maniaco ossessionato dalle sue vittime, con il suo solito decorso narrativo, si trasforma in un racconto sulla meschinità dell' uomo contemporaneo nella sua corsa verso il successo. Ciò è evidente scavando nei trascorsi adolescenziali di Simon. Il suo passato, infatti, rivela un tratto caratteriale che è anche un aspetto strutturale delle nostre società: il cinismo e la spietatezza applicati come regole di vita, anche quando essi non sono funzionali al raggiungimento di uno scopo. Su questo punto, però, il finale del film sottende una denuncia, una presa di posizione dell' autore e può finanche essere letto come un richiamo alla speranza. Tra i temi affrontati nel film vi è anche quello degli effetti che le nostre azioni possono avere sulla vita altrui. Su questo punto, c'è una esortazione a riflettere, a rinunciare alla leggerezza quando si compiono delle scelte che hanno un impatto nella sfera personale degli altri. Lo "scherzo" che Simon fa a Gordon ha degli sviluppi che sfuggono alla capacità di previsione dello stesso Simon, mentre invece una maggiore sensibilità avrebbe prodotto effetti certamente diversi. Questo aspetto, a proposito del quale è evidente il rimando ad un tema attuale come quello del bullismo, contribuisce ad impreziosire una trama già ricca ed imprevedibile ed a fare di questa pellicola un' opera che sollecita alla riflessione.
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gianleo67
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venerdì 1 aprile 2016
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dono d'amore...con delitto
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Trasferitosi da Chicago nella piccola cittadina di provincia dov'è cresciuto, il manager di successo Simon vorrebbe iniziare con la bella moglie Robyn una nuova vita ed un nuovo stimolante lavoro, ma la presenza di un episodio scomodo ed ingombrante del suo passato si materializza con la comparsa del suo ex compagno di scuola Gordo, che inizia ad assillare la coppia con regali e visite tanto inattese quanto indesiderate. La realtà però è molto diversa da come appare. Sorpresa finale.
I topoi del thriller psicologico come facili espedienti per un esordio alla regia che vorrebbe apportare al genere il suo contributo di originalità ed immancabili citazioni d'autore (da Hitchcock a Kubrik, da Scorsese ad Haneke solo per citarne alcuni); questo l'assunto principale di un film che fa della scrittura e dei funzionali accorgimenti della messa in scena il suo principale biglietto da visita (al botteghino) con tanto di inquadrature fisse in campo medio (chi ci starà osservando?) e gli insinuanti piano-sequenza negli angusti spazi di una casa-trappola da antologia cinefila.
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Trasferitosi da Chicago nella piccola cittadina di provincia dov'è cresciuto, il manager di successo Simon vorrebbe iniziare con la bella moglie Robyn una nuova vita ed un nuovo stimolante lavoro, ma la presenza di un episodio scomodo ed ingombrante del suo passato si materializza con la comparsa del suo ex compagno di scuola Gordo, che inizia ad assillare la coppia con regali e visite tanto inattese quanto indesiderate. La realtà però è molto diversa da come appare. Sorpresa finale.
I topoi del thriller psicologico come facili espedienti per un esordio alla regia che vorrebbe apportare al genere il suo contributo di originalità ed immancabili citazioni d'autore (da Hitchcock a Kubrik, da Scorsese ad Haneke solo per citarne alcuni); questo l'assunto principale di un film che fa della scrittura e dei funzionali accorgimenti della messa in scena il suo principale biglietto da visita (al botteghino) con tanto di inquadrature fisse in campo medio (chi ci starà osservando?) e gli insinuanti piano-sequenza negli angusti spazi di una casa-trappola da antologia cinefila. Suddiviso idealmente nelle tre parti di una partita a scacchi col passato, questo dramma dell'assedio comincia con la sordina di un incontro apparentemente casuale, prosegue con una parte centrale di polarizzazione dei caratteri per chiudersi un un revenge-ending che ribalta ruoli e situazioni nel classico colpo di scena che ti aspetteresti.
Tutto già visto si dirà, compreso il più classico dei moventi sociali alla base dei sani principi del modello educativo americano (fatto di perdenti e di vincenti, ma anche dell'immancabile occhio-per-occhio della tradizione biblica) e di un'attesa che centellina la tensione utilizzando espedienti narrativi che fanno dell'inverosimiglianza il loro prevedibile ammiccamento ai modelli del cinema noir. Il fatto è che se i meccanismi del genere non sono un pregiudizio alla riuscita del film, lo è invece la capacità di reggere gli onesti 108 minuti del metraggio portando dentro e fuori dalla scena i suoi personaggi senza farci accorgere che uno di questi (il più importante? il più cattivo?) deve per forsa piazzarsi anche dietro la macchina da presa, affrettandosi a girare le proprie scene ed affidando al montaggio l'onere di farlo comparire quando di dovere. Va da sè che a nostro giudizio il compitino è stato svolto poco e male se la presenza minacciosa del Weirdo Gordo più bonario della storia del cinema sembra rinunciare alle sue assillanti ripicche nel finale di una gestazione che prelude ad un parto tanto atteso quanto prevedibile e tutto si riduce all'insidia di un stalking domestico alla 'Cape Fear' dove vittima è aguzzino finiscono per scambiarsi i ruoli in un gioco sporco dove la vera vittima è l'onore ferito ed il dono piu importante può diventare l'assillo di una vita. Dimentichiamoci quindi la doppiezza del male che si traduce in personaggi leggendari per i più appassionati frequentatori del genere (dallo Joseph Cotten di Shadow of a Doubt al Bob De Niro di Cape Fear, dal Michael Caine di Dressed to Kill al Choi Min-sik di Old Boy) come pure delle atmosfere sospese e indecifrabili del Caché di Haneke, in quanto tutto viene normalizzato proprio dalla scontatezza di un finale edificante e mistificatorio che abbozza una soluzione compensatoria al dilemma etico di rito con le formulette retoriche di risaputi adagi: Non si muove foglia che Simon non voglia...Il male che gli uomini fanno...La calunnia è un venticello e... compagnia cantando. Cast azzeccato (Gordo Edgerton a parte) con un Jason Bateman più credibile come buono che falso-cattivo ed una smagliante ed atletica Rebecca Hall che sprizza sensualità da tutti i pori (soprattutto dopo aver fatto jogging!). Successone al box office e riconoscimento a Joel Edgerton come miglior attore al Sitges - Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna. Si sa, alla Spagna piace stran(mb)o!
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