mario nitti
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domenica 27 settembre 2015
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alla ricerca di una luce sprofonda nelle tenebre
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Un’ordinaria operazione antidroga porta allo scoprimento di venti cadaveri occultati nei muri di una casa. La donna che ha condotto l’indagine vuole scoprire in colpevoli e le viene proposto di entrare in una squadra interforze di lotta contro il mercato della droga. Le sembra una buona idea, ma è un patto con il diavolo.
Il film avanza, quasi con centri concentrici, alternando momenti di tensione a quelle che sono solo apparentemente pause narrative, e ci porta dentro i meccanismi con cui la giustizia viene difesa in un paese che nella lotta contro il male ha deciso di accettare molto più di un compromesso. Un viaggio che conduce la protagonista a sprofondare pian piano nelle tenebre, infilandosi in un tunnel che la porta molto lontano da dove avrebbe voluto giungere.
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Un’ordinaria operazione antidroga porta allo scoprimento di venti cadaveri occultati nei muri di una casa. La donna che ha condotto l’indagine vuole scoprire in colpevoli e le viene proposto di entrare in una squadra interforze di lotta contro il mercato della droga. Le sembra una buona idea, ma è un patto con il diavolo.
Il film avanza, quasi con centri concentrici, alternando momenti di tensione a quelle che sono solo apparentemente pause narrative, e ci porta dentro i meccanismi con cui la giustizia viene difesa in un paese che nella lotta contro il male ha deciso di accettare molto più di un compromesso. Un viaggio che conduce la protagonista a sprofondare pian piano nelle tenebre, infilandosi in un tunnel che la porta molto lontano da dove avrebbe voluto giungere.
Alla fine un invito inquietante per il suo realismo: Benicio del Toro dice alla protagonista, e un po’ a tutti, noi di trovarsi una cittadina piccola dove lavorare, un posto in cui l’idea di giustizia abbia ancora un senso, perché il mondo ormai è in mano a lupi e lei lupo non è.
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38ogeid
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sabato 26 settembre 2015
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crudo, vero e spietato
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Ottimo film. Veramente ben fatto. Inquadrature e colonna sonora da grande cinema.
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flaw54
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sabato 26 settembre 2015
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un gran bel film
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Un film vecchio stile, tosto, duro, realistico e recitato in modo perfetto. Violenza, inganno e corruzione dominano in un mondo che la Blunt cerca di comprendere e drammaticamente capirà. Ottima la performance di Benicio del toro che progressivamente si rivela per quello che è dando un significato compiuto al titolo.
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luciano46
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sabato 26 settembre 2015
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ottimo film
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Non ho esagerato con le stelle perché è stato effettivamente un film molto ben fatto. La storia è interessante, la recitazione di tutti è stata notevole, le inquadrature, specialmente quelle aere di primissima qualità ed anche la colonna sonora mi ha colpito moltissimo. Non dico nulla della trama perchè potrei rovinare il piacere della visione e del finale molto significativo e che spiega molte cose.
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compos sui
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sabato 26 settembre 2015
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l'invisibile confine tra bene e male
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L'agente della CIA Matt Graver compone una task-force per combattere un cartello del narcotraffico operativo sull'asse Colombia/Messico/USA. Il canadese Villeneuve sa bene come girare un film dalla narrazione composita in cui tutti i suoi ingranaggi funzionino a dovere e Sicario ne è la conferma, laddove Prisoners avesse lasciato ancora qualche dubbio. Il cast è potente e azzeccato, troviamo un freddissimo Benicio Del Toro (Alejandro), misterioso procuratore di origine colombiana i cui occhi semichiusi e nevrotici nascondono un passato di sofferenza, quest'ultima vedremo lo porterà a svolgere con ossessiva solerzia i suoi compiti, Emily Blunt (Kate Macer), la protagonista a cui attorno si svolge tutta la vicenda, è un agente dell'FBI devoto alla sua bandiera che esegue gli ordini con ingenua efficienza e che ha eletto il protocollo a suo intimo credo, infine Josh Brolin (Matt Graver), che dire di lui, basta la sua presenza davanti ad una cinepresa perchè il suo personaggio funzioni, senza contare che riesce a dare perfino sfumature naive in un film come questo.
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L'agente della CIA Matt Graver compone una task-force per combattere un cartello del narcotraffico operativo sull'asse Colombia/Messico/USA. Il canadese Villeneuve sa bene come girare un film dalla narrazione composita in cui tutti i suoi ingranaggi funzionino a dovere e Sicario ne è la conferma, laddove Prisoners avesse lasciato ancora qualche dubbio. Il cast è potente e azzeccato, troviamo un freddissimo Benicio Del Toro (Alejandro), misterioso procuratore di origine colombiana i cui occhi semichiusi e nevrotici nascondono un passato di sofferenza, quest'ultima vedremo lo porterà a svolgere con ossessiva solerzia i suoi compiti, Emily Blunt (Kate Macer), la protagonista a cui attorno si svolge tutta la vicenda, è un agente dell'FBI devoto alla sua bandiera che esegue gli ordini con ingenua efficienza e che ha eletto il protocollo a suo intimo credo, infine Josh Brolin (Matt Graver), che dire di lui, basta la sua presenza davanti ad una cinepresa perchè il suo personaggio funzioni, senza contare che riesce a dare perfino sfumature naive in un film come questo. Per chi fosse reduce della seconda stagione di True Detective non può evitare di riconoscere l'affinità che li lega, ovvero la cruda rappresentazione di quella parte dell'istituzione americana più marcia dipinta con un tale realismo da poterne percepire il vipereo miasma che emana, oltre che a un esatto quadro del nevrotico caravanserraglio della rete dei vari corpi di polizia che si bloccano nell'elefantiasi burocratica. Bellissima la fotografia, applausi a Roger Deakins che ci regala in più momenti delle bellissime riprese aeree, panoramiche orizzontali a campo lunghissimo o verticali a piombo che inquadrano la frontiera tra i due Paesi. Belli anche i primi piani sempre di due terzi e i cambi di focale che accompagnano il progressivo smarrimento di Emily e dello spettatore. Cornice sonora appropriata. La pellicola riesce nell'intento di mostrare il più fedelmente possibile la situazione geopolitica di quella parte di terra tra El Paso e Ciudad Juarez, le cui sofferenze e atrocità mettono in forte dubbio morale la distinzione tra il bene e il male, tema a cui la pellicola ruota tutt'attorno; dove finisce l'uno e dove inizia l'altro? Accettare dei compromessi per poter credere almeno di fare la cosa giusta.
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[+] l'innocente alice nel paese dell’orrore…
(di antonio montefalcone)
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brian77
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venerdì 29 maggio 2015
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notevole
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Di certo tra le cose migliori viste a Cannes 2015, in un concorso per il resto quasi sempre modesto se non mediocre. Villeneuve sa sempre come caricare di senso e dei emozione ogni singola inquadratura, ogni movimento di macchina, ogni dettaglio. Perfino le auto che sfilano verso il Messico sono filmate con intensità espressiva. Poi la storia ha qualche caduta nella seconda parte, ma quello che interessa è il cinema: e qui, grazie al cielo, ce n'è in abbondanza. Ottima conferma per Villeneuve, bene Del Toro, imperdibile Josh Brolin alla riunione con le infradito. Che bello vedere un po' di cinema vero, non certo eccelso ma vero; e per di più a un festival, dove di solito sfilano solo pastrocchi pretenziosi a caccia di premi.
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