paperinik
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venerdì 9 ottobre 2015
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zero originalità ma ben fatto
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Confezionato bene, soprattutto curatissimo l'abientazione audio.
Benicio come sempre grandissimo.
Nella protagonista ci si immedesima come nelle parole di miss italia.
Presentazione di Ciudad Juarez meravigliosa.
Tanta forma, pochissima sostanza.
Provaci ancora Villeneuve
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capxxx
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venerdì 9 ottobre 2015
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121 minuti buttati
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Un film sopravvalutato.
La trama è scontata e lineare, i colpi di scena assenti. Gli attori hanno lo spessore di un foglio di carta velina e sono espressivi come il peggior Nicholas Cage.
Ci sono ottimi spunti per dare un senso al film, ma vangono puntualmente lasciati cadere nel vuoto.
Dopo un inizio sfavillante ed adrenalinico, il film si perde nella banalità dei clichè. I buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi, nessuno esce dal proprio ruolo, nessuno si evolve. Anche se nominalmente è questa "la morale" della pellicola, è come se questo risultato fosse raggiunto per caso piuttosto che intenzionalmente.
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Un film sopravvalutato.
La trama è scontata e lineare, i colpi di scena assenti. Gli attori hanno lo spessore di un foglio di carta velina e sono espressivi come il peggior Nicholas Cage.
Ci sono ottimi spunti per dare un senso al film, ma vangono puntualmente lasciati cadere nel vuoto.
Dopo un inizio sfavillante ed adrenalinico, il film si perde nella banalità dei clichè. I buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi, nessuno esce dal proprio ruolo, nessuno si evolve. Anche se nominalmente è questa "la morale" della pellicola, è come se questo risultato fosse raggiunto per caso piuttosto che intenzionalmente.
La regia è buona, purtroppo gli "effetti speciali" sono carenti. Probabilmente il budget è stato speso interamente per la (unica?) esplosione iniziale. Gli effetti tridimensionali sono degni di un novizio di After Effects.
I dialoghi sembrano usciti da un compendio di luoghi comuni sui film d'azione americani. Il fil si regge sulle "frasi ad effetto" e sulle "americanate", senza riuscire costruire nulla di solido.
Se lo spettatore rimane incollato alla poltrona, è per la noia e la malriposta speranza che un avvenimento improvviso dia un senso a questa noiosissima pellicola.
Anche il finale è scontato ed inutile. Si sarebbe potuto chiudere il film almeno 15 minuti prima, senza nulla aggiungere o togliere a questo incredibile spreco di tempo.
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nanni
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giovedì 8 ottobre 2015
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sicario
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Il confine Messicano, uno dei più caldi del pianeta, è il set ideale per raccontarci la guerra senza esclusione di colpi tra narcos e polizia.
il ritmo e l'espediente narrativo creano subito un clima ad alta tensione.
Nella prima scena, durante la quale la polizia, intervenendo,pronuncia,risultando incongrua rispetto al contesto, la frase "abbiamo un mandato di perquisizione" si intuisce subito che avremo a che fare con una sorta di doppio livello di intervento poliziesco.
Quello legale ma inefficace e quello illegale, dove mercenari contractors si mescolano disinvoltamente agli agenti della CIA, ma anche l'unico in grado di un certo contrasto.
Josh Brolin e Benicio Del Toro (irresistibile) a capo di quel gruppo misto di "secondo livello" si scontreranno con un'altrettanto agguerrita banda di narcos.
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Il confine Messicano, uno dei più caldi del pianeta, è il set ideale per raccontarci la guerra senza esclusione di colpi tra narcos e polizia.
il ritmo e l'espediente narrativo creano subito un clima ad alta tensione.
Nella prima scena, durante la quale la polizia, intervenendo,pronuncia,risultando incongrua rispetto al contesto, la frase "abbiamo un mandato di perquisizione" si intuisce subito che avremo a che fare con una sorta di doppio livello di intervento poliziesco.
Quello legale ma inefficace e quello illegale, dove mercenari contractors si mescolano disinvoltamente agli agenti della CIA, ma anche l'unico in grado di un certo contrasto.
Josh Brolin e Benicio Del Toro (irresistibile) a capo di quel gruppo misto di "secondo livello" si scontreranno con un'altrettanto agguerrita banda di narcos.
l'operazione sarà seguita dalla poliziotta Emily Blunt che sarà costretta a misurersi con la "disinvoltura",ingenuamente imprevista e per lei inaccettabile, con la quale il gruppo evita pastoie burocratiche per muoversi sul territorio , stabilisce autonomamente regole d'ingaggio.....etc.....etc....
Il bel film d'azione di Villeneuve ci ripropone (in un momento storico disseminato significativamente da innumerevoli microconflitti con ripercussioni globali e che per questo ci riguardano) l'importante riflessione intorno all'inevitabile imbarbarimento che quei conflitti producono su tutti quelli che ne sono coinvolti.
Non importa essere dalla parte "giusta" della Storia, perchè la griglia di convenzioni con cui cospargiamo il campo di battaglia per proteggerci è solo una formalità, mentre è l'abomio che il pragmatismo feroce della guerra ci impone, pena la sopravvivenza stessa.
Insomma, la guerra fa schifo e quando ci sei dentro la perdita dell'anima è il prezzo da pagare per tutti, nessuno escluso.
IMPERDIBILE per tutti quelli che pensano di potersi misurare con lo scontro senza sporcarsi le mani e tantomeno la coscienza.
Ciao Nanni
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no_data
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giovedì 8 ottobre 2015
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non coinvolge!
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L'unica cosa positiva di questo film è Benicio, che riesce sempre a interpretare al meglio ogni personaggio. Per quanto riguarda il resto, film che non cattura l'attenzione, non ti rende partecipe delle vicende, sia dei singoli personaggi che della storia principale. Ti lascia indifferenze anche nelle scene più crude. Non c'è patos, passione, nè voglia di finirlo di vedere.
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fabiofeli
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mercoledì 7 ottobre 2015
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alla fine capirai!
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SICARIO di Denis Villeneuve. Kate (Emily Blunt) e un'agente dell'F.B.I. con i fiocchi: con l'aiuto di Reggie (Daniel Kaluuya) guida una operazione anticrimine non chiara che riserva macabre sorprese. La casa, nella zona americana al confine con il Messico, è una base, un avamposto dei narcos in uno stato USA: nelle pareti della casa c'è un cimitero di uomini e donne, sgozzati e messi in involucri di plastica trasparente; un doppio fondo di cadaveri in posizione verticale, che non può non provocare il vomito. Cercare nella rimessa per scoprire altri segreti è un pericolo mortale. Kate è il suo vice vengono convocati da un superiore per un vertice con la CIA per partecipare ad una operazione contro i narcotrafficanti della quale sanno poco o nulla, nonostante le continue richieste di chiarimento al responsabile della CIA, Matt (uno scanzonato e pericoloso Josh Brolin).
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SICARIO di Denis Villeneuve. Kate (Emily Blunt) e un'agente dell'F.B.I. con i fiocchi: con l'aiuto di Reggie (Daniel Kaluuya) guida una operazione anticrimine non chiara che riserva macabre sorprese. La casa, nella zona americana al confine con il Messico, è una base, un avamposto dei narcos in uno stato USA: nelle pareti della casa c'è un cimitero di uomini e donne, sgozzati e messi in involucri di plastica trasparente; un doppio fondo di cadaveri in posizione verticale, che non può non provocare il vomito. Cercare nella rimessa per scoprire altri segreti è un pericolo mortale. Kate è il suo vice vengono convocati da un superiore per un vertice con la CIA per partecipare ad una operazione contro i narcotrafficanti della quale sanno poco o nulla, nonostante le continue richieste di chiarimento al responsabile della CIA, Matt (uno scanzonato e pericoloso Josh Brolin). Alla missione partecipa anche un sudamericano, Alejandro (l'inquietante Benicio Del Toro), un tipo taciturno ed ermetico tormentato da sogni spaventosi, ma che si rivela determinato e spietato. I delinquenti del cartello corrompono poliziotti messicani e statunitensi violando il confine a loro piacimento. Ma anche la CIA e Alejandro saltano regole e violano confini dai quelli non si sa se e come si tornerà indietro. Alla fine Kate capirà a cosa serve la sua presenza ...
All'inizio del film una scritta spiega che i Sicari erano gli Zeloti, agenti speciali in Giudea, incaricati di uccidere i soldati romani occupanti . La storia è costruita con una escalation dell'orrore , profondo come quello visto dall'agente impersonato da Sheen incaricato di porre fino al comando del colonnello impazzito (Marlon Brando) nel Vietnam di Apocalypse now di Coppola. Scene di calma apparente, come l'avvicinarsi di un ciclone, sono alternate a sequenze di azione secche e velocissime; la sequenza notturna con i visori a raggi infrarossi ricorda l'angosciosa scena de Il silenzio degli innocenti, quando la protagonista penetra nel covo dell'assassino. Una storia nella quale c'è una guerra non dichiarata, nella quale si torturano i prigionieri e la sola regola di ingaggio è "Fuoco libero e buona fortuna". Vale a dire nessuna regola, con tanti saluti a Legalità e Diritto. il film è un urlo contro i giustizieri che si arrogano il diritto di ergersi a giudici divini. Calibrate le interpretazioni. Buona la fotografia, mai sprecata. Da non mancare.
Valutazione *** e 1/2
FabioFeli
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flyanto
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mercoledì 7 ottobre 2015
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quando il male governa tutto
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Ennesima pellicola sulla questione dei cartelli della droga che regolano la vita ai confini tra Stati Uniti e Messico, "Sicario" si distingue però per la sua resa e per un cast di tutto rispetto assai preparato.
La vicenda ruota intorno ad una poliziotta dell'FBI (Emily Blunt) molto abile e ben addestrata che viene scelta da alcuni suoi superiori (Josh Brolin) al fine di prendere parte ad una difficile e pericolosa operazione in cui deve essere arrestato un potente e temibile boss messicano il quale regola la maggior parte del traffico di droga al confine tra Stati Uniti e Messico e che semina morte ovunque vada, anche e soprattutto attraverso i propri sicari.
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Ennesima pellicola sulla questione dei cartelli della droga che regolano la vita ai confini tra Stati Uniti e Messico, "Sicario" si distingue però per la sua resa e per un cast di tutto rispetto assai preparato.
La vicenda ruota intorno ad una poliziotta dell'FBI (Emily Blunt) molto abile e ben addestrata che viene scelta da alcuni suoi superiori (Josh Brolin) al fine di prendere parte ad una difficile e pericolosa operazione in cui deve essere arrestato un potente e temibile boss messicano il quale regola la maggior parte del traffico di droga al confine tra Stati Uniti e Messico e che semina morte ovunque vada, anche e soprattutto attraverso i propri sicari. In un mondo del tutto nuovo e costituito da agenti e vari personaggi corrotti e violenti ed uno stile di vita dove non esiste alcuna regola, se non quella della prevaricazione e della violenza, la giovane poliziotta assoldata dovrà fare i conti con la propria inesperienza ed ingenuità e soprattutto con la propria retta morale che si discosta ampiamente da quella vigente e con cui si trova ora in contatto. Nel corso delle giornate che la impiegheranno nell'operazione di cattura del potente boss, ella si renderà anche conto che non tutti gli individui affiancati a lei nel compito di arresto appaiono come sembrano (ben presto scoprirà il vero ruolo assunto da un abile consulente dell'operazione) e di essere stata lei stessa manovrata come una semplice pedina dell'operazione. Quest'ultima sarà brillantemente portata a termine non senza però lo sconcerto, il disgusto e la profonda delusione da parte della protagonista.
Ciò che viene maggiormente apprezzato in "Sicario" è, ripeto, la sua regia che è all'insegna di un ritmo sferrato ed incalzante e pertanto sempre più avvincente. Inoltre, la scelta di bravi protagonisti, quali Emily Blunt, Josh Brolin e soprattutto Benicio Del Toro nella parte dell'ambiguo consulente dell'operazione, contribuisce in maniera notevole alla resa ed al successo del film che, al di là di una trama sicuramente già trattata in molte opere cinematografiche precedenti e dunque non troppo originale, possiede tutti i numeri ed una direzione di tutto rispetto.Insomma un'incursione ed un'analisi del mondo del male che qui ancora una volta il regista canadese Denis Villeneuve fa, analizzandolo a fondo ed in tutte le sue sfaccettature come, del resto, aveva già compiuto nelle sue precedenti e riuscitissime opere"La Donna che Canta" e "Prisoner" , sebebne in una forma più privata ed in un contesto più contenuto.
Avvincente ed altamente consigliabile.
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vincenzo ambriola
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lunedì 5 ottobre 2015
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all'inferno e ritorno
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Una squadra dei servizi segreti americani ha bisogno di un agente federale, una donna in questo caso, per operare sul suolo nazionale in un'azione di contrasto ai narcotrafficanti messicani. Film violento e crudo, rappresenta ancora una volta le missioni incredibili delle squadre SWAT, questa volta anche in territorio messicano. La variante è costituita dalla presenza di un sicario, membro clandestino della squadra, che si occupa di torturare, interrogare, uccidere mentre gli altri si preoccupano del rispetto delle regole di ingaggio. In tutto questo inferno un briciolo di legalità, non di umanità, nell'agente dell'FBI che cerca di capire, chiede e ottiene risposte sprezzanti e maschiliste. Ottima la sceneggiatura e la fotografia, con stupende immagini del deserto messicano ma anche della desolazione e della povertà delle città di frontiera.
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Una squadra dei servizi segreti americani ha bisogno di un agente federale, una donna in questo caso, per operare sul suolo nazionale in un'azione di contrasto ai narcotrafficanti messicani. Film violento e crudo, rappresenta ancora una volta le missioni incredibili delle squadre SWAT, questa volta anche in territorio messicano. La variante è costituita dalla presenza di un sicario, membro clandestino della squadra, che si occupa di torturare, interrogare, uccidere mentre gli altri si preoccupano del rispetto delle regole di ingaggio. In tutto questo inferno un briciolo di legalità, non di umanità, nell'agente dell'FBI che cerca di capire, chiede e ottiene risposte sprezzanti e maschiliste. Ottima la sceneggiatura e la fotografia, con stupende immagini del deserto messicano ma anche della desolazione e della povertà delle città di frontiera. La morale, ben nascosta in una battuta di Matt (il leader della squadra, ben interpretato da Josh Brolin), è l'uso e l'abuso di stupefacenti: se i nostri cittadini ne facessero a meno, tutto questo non accadrebbe.
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brian77
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lunedì 5 ottobre 2015
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villeneuve sempre meglio
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Il tempo renderà giustizia a questo gran bel film che i critici, i cinefili e gli studenti da Dams non si sono minimamente accorti a Cannes e lo hanno snobbato perché inseguivano le pretenzione opere pseudoartistiche. Questo è un gran bel film, nella tradizione americana, diretto da un canadese che sta facendo progressi enormi sul piano del puro cinema. Qui si esprime attraverso le immagini, racconta con le immagini, fa insomma quello che deve fare un regista. Ottimo.
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carlo02
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domenica 4 ottobre 2015
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occhio al regista
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Ammiro il regista dai tempi della donna di canta , un vero gioiello , e lo aspettavo al varco con una grossa produzione : non sono rimasto deluso. Film teso che non ricorre all'action forse deludendo gli amanti del genere . Benicio una spanna sopra gli altri e Josh Brolin in una parte fotocopia di quella di Everest . Emilia Blunt non convincentissima
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jaylee
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domenica 4 ottobre 2015
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oltre ogni confine
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Benicio Del Toro in una storia di Messico & Droga? impossibile non pensare a quel gioiello che fu Traffic di Steven Soderbergh ormai 15 anni fa, in un’interpretazione a dir poco monumentale del grandissimo attore portoricano.
Kate Macer (E. Blunt), agente FBI prestato in un’operazione anti-droga, ben presto si scoprirà sconfinare in ambiti molto ambigui, e non solo perché si tratta del confine tra USA e Messico. Kate è affidata a Matt Graver (Brolin) e appunto Alejandro (Del Toro), Influenti, misteriosi e poco ortodossi, la scorteranno in angoli molto oscuri della giustizia e della ragion di stato: obiettivo snidare il potentissimo capo del Cartello di Juarez. Ma chi sono veramente questi due?
Sicario è un film che, pur nei canoni del police movie, fa della tensione più che dell'azione il suo vero punto di forza: impossibile non rimanere incollati allo schermo, anche perché le soluzioni narrative scelte da Villeneuve sono spesso imprevedibili e sempre inquadrate da un punto di vista anomalo, visto che la protagonista, pur essendo un’ottimo poliziotto, spesso si trova in vere e proprie situazioni di guerra urbana dove è realmente un pesce fuor d’acqua (in mezzo ai “lupi” parafrasando Alejandro).
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Benicio Del Toro in una storia di Messico & Droga? impossibile non pensare a quel gioiello che fu Traffic di Steven Soderbergh ormai 15 anni fa, in un’interpretazione a dir poco monumentale del grandissimo attore portoricano.
Kate Macer (E. Blunt), agente FBI prestato in un’operazione anti-droga, ben presto si scoprirà sconfinare in ambiti molto ambigui, e non solo perché si tratta del confine tra USA e Messico. Kate è affidata a Matt Graver (Brolin) e appunto Alejandro (Del Toro), Influenti, misteriosi e poco ortodossi, la scorteranno in angoli molto oscuri della giustizia e della ragion di stato: obiettivo snidare il potentissimo capo del Cartello di Juarez. Ma chi sono veramente questi due?
Sicario è un film che, pur nei canoni del police movie, fa della tensione più che dell'azione il suo vero punto di forza: impossibile non rimanere incollati allo schermo, anche perché le soluzioni narrative scelte da Villeneuve sono spesso imprevedibili e sempre inquadrate da un punto di vista anomalo, visto che la protagonista, pur essendo un’ottimo poliziotto, spesso si trova in vere e proprie situazioni di guerra urbana dove è realmente un pesce fuor d’acqua (in mezzo ai “lupi” parafrasando Alejandro). La lunga sequenza del primo viaggio a Juarez, in mezzo a corpi mutilati esposti nelle strade, un traffico perennemente congestionato e che si conclude con uno scontro (incredibilmente chirurgico) proprio alla frontiera è assolutamente straordinaria e fa intuire in quale abisso Kate sta per immergersi.
Tutto davvero di alto livello in Sicario: trama, interpretazioni, fotografia (alcune davvero di pregio… i soldati che si immergono nell’oscurità del crepuscolo sono un gioiellino) e musica (tesissima, appropriata e mai invadente). Insomma, Villeneuve fa ancora centro.
Ancora monumentale la prestazione di Benicio Del Toro, che riempie piano piano il film fino a diventarne il protagonista: bello come parta come figura di contorno ( la prima inquadratura sembra casuale, semplicemente di sbieco), poi via via cresce, occupa lo spazio anche emotivo della storia ed infine ne diviene sempre più la colonna portante fino a diventarne l’elemento risolutore. Quando arriverà allo scontro finale la pistola sarà appoggiata un ultimo secondo sul cuore per sentirne il rinculo, prima di un sospiro quasi definitivo. Ancora un oscar in arrivo?
Proprio l’orrore della normalità in cui si muove Kate è la cifra stilistica scelta dal regista per connotare Sicario: soldati che combattono una guerra dove la guerra non è mai stata dichiarata, poliziotti che lottano o a volte lavorano a fianco di quelli con cui dovrebbero lottare, potenti boss che vivono, ammazzano e vengono ammazzati in tranquillità, persone che vivono la loro vita in mezzo al traffico di auto e proiettili come se fossero la stessa cosa. Non a caso, Villeneuve sceglie un fil rouge molto particolare nel film, il poliziotto corrotto Silvio che alterna il servizio (dall’una e dell’altra parte) con le partite di calcio del figlio, e una scena finale di questa partita tra bambini in un campetto polveroso (e la polvere permea tutto il film sporcando la luce del sole ovunque, chissà forse un riferimento a quella polvere per cui si combatte in queste terre di confini piuttosto selettivi) che in qualche modo richiama proprio quello di Traffic. Solo che li, negli Stati Uniti, al di là del confine, era tutto bello, di qua, in Messico, ci si ferma un attimo quando si sentono gli spari. (www.versionekowalski.it)
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