The Divergent Series: Insurgent

Insurgent,secondo capitolo di "The Divergent Series" di Veronica Roth irrompe sul grande schermo con un compito oltremodo difficile:consolidare i pareri contrastanti derivati dalla prima trasposizione cinematografica dello scorso anno e convincere gli spettatori di non trovarsi di fronte a una copia di Hunger Games. Ci sarà riuscito?
Le sequenze ripartono da dove si erano interrotte con Tris,Quattro,Caleb e Peter in fuga dalla città che trovano rifugio presso un insediamento rurale dei pacifici,purtroppo il clima di serenità è destinato a durare poco:Jeanine,la malvagia governatrice è infatti entrata in possesso di una mistsriosa scatola contenente informazioni segrete che puó essere aperta solo da un divergente. [+]

Insurgent,secondo capitolo di "The Divergent Series" di Veronica Roth irrompe sul grande schermo con un compito oltremodo difficile:consolidare i pareri contrastanti derivati dalla prima trasposizione cinematografica dello scorso anno e convincere gli spettatori di non trovarsi di fronte a una copia di Hunger Games. Ci sarà riuscito?
Le sequenze ripartono da dove si erano interrotte con Tris,Quattro,Caleb e Peter in fuga dalla città che trovano rifugio presso un insediamento rurale dei pacifici,purtroppo il clima di serenità è destinato a durare poco:Jeanine,la malvagia governatrice è infatti entrata in possesso di una mistsriosa scatola contenente informazioni segrete che puó essere aperta solo da un divergente.Il gruppo di ragazzi è quindi braccato incessantemente dai suoi soldati. 
Se nel primo capitolo la somiglianza e il paragone con  il più riuscito Hunger Games erano inevitabili,bisogna dare atto a Insurgent della distanza sempre più maggiore che prende dalla ghiandaia imitatrice e della capacità di ritagliarsi una propria,seppur ancora migliorabile,personalità.Insurgent procede senza troppi intoppi e giunge al suo finale ancora fresco e senza alcuna forma di pesantezza,merito di una storia semplice e lineare ma ibridata con sapienti colpi di scena sparsi nell'arco del film che hanno l'effetto di un petardo esploso in mezzo alla strada.Purtroppo a penalizzare la qualità del prodotto troviamo un comparto tecnico sottotono:Robert Schwentke gira le sequenze come il più scolastico dei manuali e la personalità nel regista appare solo nella scena della simulazione di Tris che è appunto la migliore del film,la fotografia è scadente:l'alternanza continua tra luce e buio è invasiva e più di una volta vi ritroverete accecati da un bianco opprimente quando un attimo prima vi stavate trovando in una scena al buio. La colonna sonora invece è nella media con un picco alto nella parte finale. 
Parliamo del cast:Shailene Woodley(Tris) anche se penalizzata dalla regia si dimostra un'attrice espressiva e brava nel nascondere i sentimenti per poi riversare tutto all'improvviso,la sua Tris Prior regge la parte senza incertezze,portando sullo schermo la sua bellezza letale.Theo James(Quattro) rimane invece troppo atraccato al copione e anche se con poche eccezioni il suo personaggio soffre di scarsa credibilità e soprattutto di quasi assente espressività;meglio Miles Teller che con una personalità più scoppietante regala un personaggio degno di nota.Kate Winslet invece è a suo agio nella maligna Jeanine.
Insurgent nel complesso è un buon film,più distante da Hunger Games (e meno riuscito) e migliore del suo predecessore,sta a voi decidere se dare la possibilità o meno ai divergenti di irrompere tra i vostri film.Io comunque ve lo consiglio. [-]

A mio avviso meno riuscito del primo film, resta comunque un degno seguito. Qui si approfondiscono finalmente le altre fazioni che compongono il mondo di Divergent e si svelano le meccaniche di funzionamento della città; si cominciano a intravedere i primi spiragli di verità che stanno alla base della società, gli avvenimenti e i colpi di scena si susseguono freneticamente e forse, un po' troppo velocemente, troppo "corri-corri" condensato insieme,la cosa positiva è che sicuramente il livello di azione rispetto a Divergent è duplicato. Naturalmente non poteva mancare il risvolto romantico ma niente di troppo melenso e l'immancabile finale che termina proprio sul più bello!!

Nella Chicago post-apocalittica di Veronica Rouch, Tris e Quatro continuano la loro fuga dagli Eruditi, alla ricerca di risposte che solo rievodando artefatti del passato potranno avere risposta...

Dopo il primo episodio, probabilmente non entuasiasti dei risultati al botteghino, Red Wagon Entertainment e Paragon Studios cambiano molte pedine sulla scacchiera a partire dal regista, ora Robert Schwentke, decisamente piu’ votato a film “introspettivi” che action (Flightplan, la serie Lie to Me) ma qui irriconoscibile. [+]

Nella Chicago post-apocalittica di Veronica Rouch, Tris e Quatro continuano la loro fuga dagli Eruditi, alla ricerca di risposte che solo rievodando artefatti del passato potranno avere risposta...

Dopo il primo episodio, probabilmente non entuasiasti dei risultati al botteghino, Red Wagon Entertainment e Paragon Studios cambiano molte pedine sulla scacchiera a partire dal regista, ora Robert Schwentke, decisamente piu’ votato a film “introspettivi” che action (Flightplan, la serie Lie to Me) ma qui irriconoscibile.

Resta il cast conosciuto nel primo Divergent e continuano a persistere tutti i problemi evidenziati nel corso dall’opera prima, ma procediamo con ordine:

Insurgent e’ il secondo dei quattro film previsti per chiudere la trilogia in quanto l’ultimo sara’ ripartito in due parti (un copycat di Hunger Games… nuovamente) e in questa Chicago a tinta unica, fotografia deplorevole al pari di Automata, narra le gesta di un manipolo di diversi, alla ricerca di una propria identita’. Nel secondo capitolo ci saremmo aspettati il chiarimento di molti punti rimasti in sospeso, un’analisi introspettiva piu’ accurata dei personaggi, un approfondimento di quelli che sono i legami, e i non legami, tra una casta e l’altra ponendo enfasi laddove i titoli di coda avevano bruscamente tagliato tutto.

Il risultato, invece, e’ un action movie che ricorda molto la serie GJ Joe (meglio non scomodare il film… fortunamente non si raggiungono tali abissi) in cui si corre e si spara, ogni tanto ci si ferma a riflettere ma nel momento in cui si sta creando quell’intimita’ spettatore/attore, quel feeling necessario a far innamorare o immedesimare, accade qualcosa e si torna nuovamente a correre, chiarendo anche il perche’ i nostri abbiano tutti corpi da 100metristi.

Il regista, quindi, sembra essere solo omonimo del film-maker dietro l’inquietante Flightplan ma anche del profondo Lie to Me, una serie che piu’ di ogni altra ha mostrato come nei dettagli, nei micro-movimenti, si insidino le differenze… e nel nostro caso le divergenze.

Gli attori hanno una resa identica al primo episodio, come se avessero girato entrambi nello stesso periodo: i cattivi sono cattivi e basta, niente storie passate a giustificare la loro indole e una reale motivazione a validare la loro profonda “bastardaggine”, i buoni invece sono tutti gli altri, alcuni ascrivibili al periodo dei figli dei fiori (come un Steve Jobs in epoca Nirvana) altri meno buoni ma pur sempre giusti rispetto a chi vuole imporre un regime dittatoriale.

Non e’ necessario fare l’appello dei singoli protagonisti, purtroppo la mediocrita’ e’ una parametro spalmabile ovunque e quella sensazione di film tanta azione e poco cervello finisce per infastidire troppo.

L’opera quindi fallisce miseramente laddove i “competitors” hanno invece creato una solida base su cui costruire seguiti e spin-off. Giunti quindi al giro di boa viene da chiedersi: sarebbe il caso di un terzo capitolo subito o… saggiamente, di concedersi qualche anno sabbatico, e sondare/capire come renedere al meglio un best seller di caratura internazionale? Alla seconda, la nostra risposta.