I bambini sanno |
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Un film di Walter Veltroni.
Documentario,
Ratings: Kids+13,
durata 113 min.
- Italia 2015.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 23 aprile 2015.
MYMONETRO
I bambini sanno
valutazione media:
2,57
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il fanciullino Veltronidi ZararFeedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar |
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mercoledì 29 aprile 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando hanno chiesto al famoso e misterioso graffitista Banksy perché nella Striscia di Gaza avesse dipinto un mega-gattino sulle rovine di una casa per richiamare l’attenzione sulla tragedia del popolo palestinese, ha risposto che aveva notato come su Facebook il numero maggiore di ‘like’ andasse ai cuccioli. E dunque, provocatoriamente, via con il micio per Gaza … Anche lui conscio dell’appeal dei cuccioli, ma assai meno provocatorio, Veltroni ha puntato sui bambini, e nessun spettatore ha il cuore di pietra di negare loro il suo ‘I like’: come non trovarli carini, simpatici, teneri, talvolta sorprendenti, come tutti i loro coetanei? Con tutto ciò ‘I don’t like’ questo film buonista come il suo regista. In realtà si tratta di una sventagliata di interviste a tema a 38 creature tra gli otto e tredici anni, con l’intervistatore Veltroni voce fuori campo e temi tutti megagalattici: amore, Dio, crisi economica, violenza politica, omosessualità, futuro, ecc., temi su cui i bimbi , a buon diritto, ‘non sanno’, e partoriscono tenere banalità e/o frammenti di messaggi che arrivano direttamente dal mondo degli adulti. E naturalmente il tocco finale e colore complessivo è la selezione del regista, perfettamente riconoscibile. Lasciamoli pure dire qualsiasi cosa – la loro grazia riscatta tutto - ma per favore, non trasformiamoli in coloro che trasmettono veltroniani messaggi di sapienza, per rispetto per loro, soprattutto. Un altro elemento dubbio è lo sforzo piuttosto goffo di dare carattere ‘filmico’ al prodotto, con inserti allusivo-simbolici tesi a rompere le statiche inquadrature degli intervistati e a suggerire grandi antitesi simboliche: rovine/innocenza; disperazione/speranza. Sono le aperture della macchina da presa sulle macerie delle acciaierie Lucchini e di Lampedusa, o alcuni inquietanti primissimi piani sui visi infantili trasudanti innocenza, o corse a perdifiato tra pineta e mare. Vorrebbero essere cariche di significato, ma l’impressione –ahimé- è quella di una giustapposizione forzata nel primo caso, di un sentimental kitsch nell’altro. Tre stelle ai bambini, per solidarietà :)
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