everest72
|
lunedì 5 ottobre 2015
|
appassionante e realistico
|
|
|
|
Trattare di una storia vera non è mai facile, si rischia di esaltare i personaggi più del dovuto e di rendere così la storia poco credibile, qui il lavoro che è stato fatto è quello di tenere i personaggi con un profilo basso e di far risaltare invece la montagna con tutto quello che rappresenta: sfida, utopia, meta agognata e spesso irraggiungibile, fatica, dolore, gioia, e spesso, ahimè, morte.
Il film ti fa entrare in tutti questi stati d'animo, nella passione e nella natura di quei scalatori, spesso improvvisati, che per un motivo o per l'altro, scelgono di sfidarsi e di sfidare la natura fino a spingersi oltre quelle che sono le loro reali capacità/possibilità.
La ciliegina è, appunto, che si tratta di una storia vera, e ciò rende il tutto ancora più entusiasmante.
[+]
Trattare di una storia vera non è mai facile, si rischia di esaltare i personaggi più del dovuto e di rendere così la storia poco credibile, qui il lavoro che è stato fatto è quello di tenere i personaggi con un profilo basso e di far risaltare invece la montagna con tutto quello che rappresenta: sfida, utopia, meta agognata e spesso irraggiungibile, fatica, dolore, gioia, e spesso, ahimè, morte.
Il film ti fa entrare in tutti questi stati d'animo, nella passione e nella natura di quei scalatori, spesso improvvisati, che per un motivo o per l'altro, scelgono di sfidarsi e di sfidare la natura fino a spingersi oltre quelle che sono le loro reali capacità/possibilità.
La ciliegina è, appunto, che si tratta di una storia vera, e ciò rende il tutto ancora più entusiasmante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a everest72 »
[ - ] lascia un commento a everest72 »
|
|
d'accordo? |
|
gabrykeegan
|
giovedì 15 ottobre 2015
|
un film che toglie il fiato
|
|
|
|
Il regista islandese Baltasar Kormákur gestisce due elementi che conosce bene: la macchina da presa e il freddo. La pellicola prende ispirazione dal saggio di Jon Krakauer, giornalista che prese parte alla spedizione e poi descrisse gli avvenimenti l'anno successivo.
Con un cast di stelle e ottimi attori (Josh Brolin, Jake Gyllenhaal, Emily Watson tra gli altri) la trama prende forma con disciplina e un'ottima costruzione della suspense.
[+]
Il regista islandese Baltasar Kormákur gestisce due elementi che conosce bene: la macchina da presa e il freddo. La pellicola prende ispirazione dal saggio di Jon Krakauer, giornalista che prese parte alla spedizione e poi descrisse gli avvenimenti l'anno successivo.
Con un cast di stelle e ottimi attori (Josh Brolin, Jake Gyllenhaal, Emily Watson tra gli altri) la trama prende forma con disciplina e un'ottima costruzione della suspense.
Un'orchestra recitativa in cui ognuno suona perfettamente il proprio strumento e in cui il direttore sa sempre come leggere lo spartito e accarezzare le orecchie (e gli occhi) prima di dare colpi decisi nell'ultima parte dell'opera, quella più dura e cruda.
Anche allo spettatore sembra di scalare la montagna, quando piano, piano ci si avvicina sempre di più ai vari campi-base posti ad altezze già così importanti da togliere il fiato. La preparazione che attuano i personaggi è sfiancante, resa reale da gente che sa fare il proprio lavoro attoriale con puntigliosità e precisione chirurgica.
La mancanza di ossigeno è sempre in agguato e, se ci si immerge troppo nel film, sembra quasi di perdere il respiro. Tra valanghe, corde e picchetti, la sensazione di un affascinante pericolo viene resa con maestria da un'ottima regia, che non manca di primi piani sulla pelle bruciata dal freddo e che indugia sulle ferite che un sogno così rischioso può provocare.
Le uniche scene senza un contorno bianco che acceca - ma a cui ci si abitua presto - sono quelle ambientate nel campo base o delle due mogli (Keira Knightley e Robin Wright) che a casa aspettano le chiamate dei mariti per poter avere belle notizie, con uno spirito completamente opposto l'una dall'altra.
È il racconto di una storia vera, di una sfida ai limiti dell'impossibile, dove l'uomo cerca di contrastare la natura e raggiungere quegli 8.848 metri per poter dire di essere arrivato in cima al mondo, non solo metaforicamente.
È il racconto di quanto il corpo umano possa spingersi fino all'estremo, ma anche di come la montagna, il freddo e gli agenti atmosferici non abbiano pietà di chi è disposto a pagare anche 75mila dollari e rischiare la vita pur di raggiungere l'obiettivo più alto.
Non male, dunque, il lavoro di Kormákur, che senza troppi fronzoli registici ci porta in uno dei luoghi più impervi del nostro pianeta e con la fotografia di Salvatore Totino ci permette di vivere un'esperienza unica, che è sicuramente rimasta nella storia come una tragedia, ma da cui bisogna trarre insegnamenti importanti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gabrykeegan »
[ - ] lascia un commento a gabrykeegan »
|
|
d'accordo? |
|
michele martelossi
|
martedì 20 ottobre 2015
|
la cima dell'everest come il fuso mortale
|
|
|
|
Narrano le cronache che nel maggio del 1996 otto alpinisti siano rimasti uccisi durante una spedizione sulla famosa montagna ai confini tra il Nepal e la Cina. Tra loro si contano anche le due guide esperte a capo degli escursionisti: Rob Hall e Scott Fischer. In Everest accade lo stesso. Non credo di fare grandi rivelazioni nel dirlo, considerando che il film vuol'essere una ricostruzione emotiva e sensazionalistica di fatti già risaputi. A segnare il passo è tuttavia il modo in cui una sciagura ormai ghiacciata e sepolta nella neve da almeno vent'anni prende vita attraverso il calore dell'alito e del sangue pulsante di un cast a dir poco eccezionale.
[+]
Narrano le cronache che nel maggio del 1996 otto alpinisti siano rimasti uccisi durante una spedizione sulla famosa montagna ai confini tra il Nepal e la Cina. Tra loro si contano anche le due guide esperte a capo degli escursionisti: Rob Hall e Scott Fischer. In Everest accade lo stesso. Non credo di fare grandi rivelazioni nel dirlo, considerando che il film vuol'essere una ricostruzione emotiva e sensazionalistica di fatti già risaputi. A segnare il passo è tuttavia il modo in cui una sciagura ormai ghiacciata e sepolta nella neve da almeno vent'anni prende vita attraverso il calore dell'alito e del sangue pulsante di un cast a dir poco eccezionale. Quella primavera maledetta, Rob Hall (Jason Clarke) e Scott Fisher (Jake Gyllenhaal) si trovarono a gestire un nutrito traffico di ambiziosi scalatori. Troppi uomini da gestire e troppa inesperienza da curare. Arrivare in cima alla montagna era per ciascuno dei partecipanti un obiettivo dettato dalle più svariate motivazioni. Riscatto sociale, completamento di un record mondiale, completamento del proprio ego. L'ascensione montana significava la conquista di un distacco dalle umane cose e la proiezione verso una trascendenza olimpica. Il problema è che si resta esseri umani anche a ottomila metri. Esseri che non possono fare a meno dell'ossigeno, della forza carnale, del calore degli affetti. Il percorso ascensionale diviene dunque una scommessa divisa per scali in diversi campi base. A coordinare il tutto vi è una materna Emily Watson la cui voce ai contatti radio rappresenta il cordone ombelicale tra il riparo di un accampamento sicuro e la natura inospitale e matrigna. E' un legame forte, che non si spezzerà neppure alle quote più alte e sotto l'annunciata tempesta di neve. Non fosse stato per il ritardo nella salita dovuta alle mancanze nell'orchestrare mezzi e persone, quegli alpinisti probabilmente ora sarebbero qui, a supervisionare il racconto che Baltasar Komàkur ci tramanda in loro nome. Ma gli Dei che spesso irridono le nostre speranze tramutano l'agognata vetta dell'Everest nel fuso di quell'arcolaio che punse mortalmente la bella addormentata della celeberrima favola. Doug, Yasuko, Rob e Scott cadono vittime ad uno ad uno dell'incantesimo di una montagna stregata e violata nella sua cima dall'umana sfrontatezza. Il loro sarà un sonno senza ritorno, cullato dal gelo di una irrituale sepoltura. Criticato perché colpevole di una eccessiva glaciazione dei sentimenti, il film sembra invece mostrare un rispetto dell'umana disperazione che un documentario solitamente non possiede, indugiando sulle relazioni domestiche e sulla solidarietà reciproca dei protagonisti. Forse, come nella fiaba, gli escursionisti sono ancora là e sono solo addormentati. E fra cent'anni si desteranno per raccontarci che osare, in fondo, non è mai sbagliato se si conoscono i propri limiti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a michele martelossi »
[ - ] lascia un commento a michele martelossi »
|
|
d'accordo? |
|
dave c.j.
|
sabato 31 ottobre 2015
|
gelido, crudo, vero
|
|
|
|
Everest, film del 2015 per la regia di Baltasar Kormàkur, è la ricostruzione dell'escursione/impresa/tragedia del 1996, durante la quale 8 persone morirono sui pendii del monte Nepaliano. Con un cast ricco di stelle (Jake Gyllenhall, Keira Knightely e Josh Brolin) e buoni attori sottovalutati (Jason Clarke su tutti), la pellicola si presenta con alte aspettative che in parte vengono mantenute: in primis, la recitazione di ogni personaggio è centrata ed abbastanza coinvolgente nonostante una prima parte introduttiva tecnica (neanche troppo) e un pochino dispersiva; ogni individuo è spinto da diverse motivazioni tra cui l'ambizione, l'amore per la scalata, la competizione con gli altri scalatori e, magari, poter diventare un modello per il prossimo.
[+]
Everest, film del 2015 per la regia di Baltasar Kormàkur, è la ricostruzione dell'escursione/impresa/tragedia del 1996, durante la quale 8 persone morirono sui pendii del monte Nepaliano. Con un cast ricco di stelle (Jake Gyllenhall, Keira Knightely e Josh Brolin) e buoni attori sottovalutati (Jason Clarke su tutti), la pellicola si presenta con alte aspettative che in parte vengono mantenute: in primis, la recitazione di ogni personaggio è centrata ed abbastanza coinvolgente nonostante una prima parte introduttiva tecnica (neanche troppo) e un pochino dispersiva; ogni individuo è spinto da diverse motivazioni tra cui l'ambizione, l'amore per la scalata, la competizione con gli altri scalatori e, magari, poter diventare un modello per il prossimo. Ciò che più colpisce (almeno personalmente) è la freddezza con cui la montagna non fa sconti a nessuno: i corpi si piegano, cadono.. Muoiono lentamente o in un inastante; troppo più forte la natura e anche lo spettatore riesce a percepirlo rimanendo schiacciato dalla potenza delle immagini, fino a commuoversi (ma non troppo). La fotografia riesce a regalare ottimi primi piani, ma ahimè anche poche inquadrature degne di tale paesaggio se non in alcuni istanti; per quanto riguarda la colonna sonora quest'ultima risulta forse un po' troppo leggera ma ciò che fa la differenza in questo caso sono il sonoro e il rumore della tormenta. Rimane il rammarico e la sensazione che a questo film manchino la mano di un regista esperto e un po' di epica nei momenti clou. Per il resto la pellicola rimane gradibile, un'esperienza funambolica che ci porta dentro una delle tragedie dei tempi moderni.. Dove a farne da padrone sono i sentimenti, i respiri affannosi e una natura maligna.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dave c.j. »
[ - ] lascia un commento a dave c.j. »
|
|
d'accordo? |
|
1234567890987654321
|
sabato 31 ottobre 2015
|
mediocre
|
|
|
|
Il film parla della missione di Rob Hall e la sua squadra nel 1996 e la tragedia che si è consumata: come potete capire la trama è semplice, lineare e coincisa, forse più concreta di tanti film di oggi che raccontano di missioni o eventi verificati in passato. Anzi, diciamo più di tanti altri film.
Sarò breve: Everest ha una grosse pecca: l'aver messo insieme due film in uno solo. 2 ore divise perfettamente a metà:
La prima parte non è altro che la descrizione di tutta la fase preliminare della scalata: noiosa, lunga, con alcune parti decisamente inutili che potevano essere risparmiate. Con tanto di solita presentazione di tutti i personaggi: e come potete immaginare, in un film di avventura c'è sempre il solito individuo che si atteggia a Indiana Jones (Beck Weathers) o l'immancabile alternativo fuori dal coro (Scott Fischer).
[+]
Il film parla della missione di Rob Hall e la sua squadra nel 1996 e la tragedia che si è consumata: come potete capire la trama è semplice, lineare e coincisa, forse più concreta di tanti film di oggi che raccontano di missioni o eventi verificati in passato. Anzi, diciamo più di tanti altri film.
Sarò breve: Everest ha una grosse pecca: l'aver messo insieme due film in uno solo. 2 ore divise perfettamente a metà:
La prima parte non è altro che la descrizione di tutta la fase preliminare della scalata: noiosa, lunga, con alcune parti decisamente inutili che potevano essere risparmiate. Con tanto di solita presentazione di tutti i personaggi: e come potete immaginare, in un film di avventura c'è sempre il solito individuo che si atteggia a Indiana Jones (Beck Weathers) o l'immancabile alternativo fuori dal coro (Scott Fischer). Senza risparmiare nemmeno una scena di puro sentimentalismo come quella della telefonata di Weathers alla moglie. Deludente, perché un personaggio valido c'è, ed è proprio il protagonista Rob Hall, che è ben riuscito e ben costruito, ma ci si concentra - come sempre - sulle figure di spicco prima sopraccitate: pazzesco che il protagonista venga messo in secondo piano. E questo è un punto veramente molto a disfavore.
La seconda ora doveva finalmente essere la parte bella del film: pensando di essere giunti alla parte decisiva, invece anche qui entusiasmo pari a zero. Almeno un po' di suspense, almeno un po' di azione: è tutto piatto e senza sentimenti. Quella che dovrebbe essere la parte bella invece è qualcosa di inesistente. Peccato. Perché la colonna sonora che aggiungeva un tono drammatico, e tutti i presupposti per creare una parte finale come si deve, c'erano.
Consigliato solo quando ve lo passerano su sky cinema e la sera non sapete cosa fare o dove andare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a 1234567890987654321 »
[ - ] lascia un commento a 1234567890987654321 »
|
|
d'accordo? |
|
the beast
|
lunedì 16 novembre 2015
|
buon prodotto, m non raggiunge la vetta.
|
|
|
|
Di film sul tema ne han girati, e questo ha il merito di rinunciare ad unirsi alle fila delle epopee del passato, ricercando una dimensione più intimista. Ma proprio per questo avrei gradito più verticalità dell'anima, più energia emotiva, e più spazio ai moventi interiori, che invece si risolvono in poche battute. Dopo aver accumulato una certa tensione e aspettativa, non la rilascia adeguatamente nella seconda parte. Comunque godibile, fotografia impeccabile, colonna sonora nella media.
|
|
[+] lascia un commento a the beast »
[ - ] lascia un commento a the beast »
|
|
d'accordo? |
|
fabio 3121
|
lunedì 5 aprile 2021
|
la montagna ha sempre l''ultima parola
|
|
|
|
Il monte Everest, a confine tra Cina e Nepal, è la vetta più alta del mondo con i suoi 8.848 metri di altezza ed il film racconta la tragica scalata avvenuta il 10 maggio 1996 in cui persero la vita alcuni alpinisti professionisti ed altri amatoriali. Al campo base si ritrovano 20 gruppi ma la pellicola si sofferma sulla vicenda di 2 gruppi, il primo con a capo Rob Hall (Jason Clarke), il secondo guidato da Scott Fischer (Jake Gyllenhaal). Dopo alcuni giorni per far abituare il corpo e l'apparato respiratorio a determinate altezze e temperature, i 2 gruppi iniziano la salita verso la vetta non senza che qualcuno dei partecipanti rinunci per sopravvenute difficoltà fisiche.
[+]
Il monte Everest, a confine tra Cina e Nepal, è la vetta più alta del mondo con i suoi 8.848 metri di altezza ed il film racconta la tragica scalata avvenuta il 10 maggio 1996 in cui persero la vita alcuni alpinisti professionisti ed altri amatoriali. Al campo base si ritrovano 20 gruppi ma la pellicola si sofferma sulla vicenda di 2 gruppi, il primo con a capo Rob Hall (Jason Clarke), il secondo guidato da Scott Fischer (Jake Gyllenhaal). Dopo alcuni giorni per far abituare il corpo e l'apparato respiratorio a determinate altezze e temperature, i 2 gruppi iniziano la salita verso la vetta non senza che qualcuno dei partecipanti rinunci per sopravvenute difficoltà fisiche. Una volta giunti sulla cima del monte Everest nella fase di discesa si consumerà la tragedia causata da un improvvisa e potente bufera di neve. Il film presenta delle immagini spettacolari della montagna illuminata sia da uno splendido sole che successivamente avvolta da vento, pioggia e neve rappresentando la vera protagonista della pellicola immortalata dalla frase detta da uno dei scalatori "la montagna ha sempre l'ultima parola". Le oggettive difficoltà dell'impresa sono ben delineate dalle perfomance drammatiche degli attori, cui meritano una particolare menzione Jason Clarke e Josh Brolin che interpreta Beck Weathers che fu uno dei sopravvissuti alla tragedia e che ha poi scritto un libro "Left for Dead" che costituisce il soggetto di questo film tutto sommato interessante. Voto:7/10.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio 3121 »
[ - ] lascia un commento a fabio 3121 »
|
|
d'accordo? |
|
hosh
|
sabato 9 luglio 2022
|
difficile ma nonostante è comunque film.
|
|
|
|
Sembrava fosse la scalata loro dirompente all'apparenze
e invece al verificarsi della natura imponente altrettanto sono
rotolati malgrado non fosse la prima occasione, pensando con
la chiusura apparente e proloro di avere forse sistemato delle
vicende dal saracco sospeso a qualche chiodo semplicemente a
torto vs la natura, a reclamare quel pò di suo avere,
depontificando e naturalizzandoli a suo modo in altre situazioni,
villains (inn)naturali con scene di
scarpinamento assurdo quando raccontate
poi da troppe persone in cordata e fiduciosi forse è
un discorso d'incapacità, e quando se ne convincono troppo la
disgrazia, possono essere comunque
opinioni come altre, a 7.
[+]
Sembrava fosse la scalata loro dirompente all'apparenze
e invece al verificarsi della natura imponente altrettanto sono
rotolati malgrado non fosse la prima occasione, pensando con
la chiusura apparente e proloro di avere forse sistemato delle
vicende dal saracco sospeso a qualche chiodo semplicemente a
torto vs la natura, a reclamare quel pò di suo avere,
depontificando e naturalizzandoli a suo modo in altre situazioni,
villains (inn)naturali con scene di
scarpinamento assurdo quando raccontate
poi da troppe persone in cordata e fiduciosi forse è
un discorso d'incapacità, e quando se ne convincono troppo la
disgrazia, possono essere comunque
opinioni come altre, a 7.000 metri dove la natura s'è preannunciata
evidente, il rispetto e la responsabilità dovrebbe essere
di ciascuno secondo la condivisione e consapevolezza comunque
e di fare qualsiasi cosa per rendere le avvisaglie, alle prime avvisaglie,
quello è quel che si vorrebbe dire a chiunque in quel caso fosse
all'inseguimento in salita della natura,
e di rendersi conto del contesto, comunque in questo caso films,
e senza credersi di raccontarsele beffando la storia e mettersi nelle
mani di numeri e somme di danaro anche
se consistenti scommettendo perfino contro natura, per il gusto di
snaturalizzare la realtà sino a cercare ancor più quell'impossibile, tanto da
trovare la disgrazia ancor prima d'ottenere quelle altrui, in tutte le sue
sfaccettature virulensi a similitudini per credersi cosa, sino alle
incredibili piaghe de... lla natura e di arido conforto, e malgrado comunque
riguardino chiunque, senza condividere a sufficienza. Comunque spetttacolo nel film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a hosh »
[ - ] lascia un commento a hosh »
|
|
d'accordo? |
|
dannys
|
martedì 29 settembre 2015
|
l'ascesa al trionfo
|
|
|
|
Basato su una storia vera Everest narra l'impresa di alcuni scalatori (non tutti professionisti) intenti a scalare il monte.A parte le varie difficoltà incontrate nel tragitto la sceneggiatura del film si basa essenzialmente sulle due righe di trama scritte all' inizio il che significa che non è facile farci un film da due ore,in altre parole ci sono dei tempi morti ma che sinceramente non ho disprezzato in quanto attraverso la lentezza del racconto è più facile calarsi dentro i personaggi . Quello che manca è la forza dei dialoghi,il tutto poteva prendere anche una vena filosofica , uomini che spendono migliaia di euro per rischiare la vita ,perché? in questa domanda potevano esserci una miriade di spunti narrativi e invece viene affrontata solo superficialmente, ci sono solo degli accenni.
[+]
Basato su una storia vera Everest narra l'impresa di alcuni scalatori (non tutti professionisti) intenti a scalare il monte.A parte le varie difficoltà incontrate nel tragitto la sceneggiatura del film si basa essenzialmente sulle due righe di trama scritte all' inizio il che significa che non è facile farci un film da due ore,in altre parole ci sono dei tempi morti ma che sinceramente non ho disprezzato in quanto attraverso la lentezza del racconto è più facile calarsi dentro i personaggi . Quello che manca è la forza dei dialoghi,il tutto poteva prendere anche una vena filosofica , uomini che spendono migliaia di euro per rischiare la vita ,perché? in questa domanda potevano esserci una miriade di spunti narrativi e invece viene affrontata solo superficialmente, ci sono solo degli accenni. Potevano essere inseriti altre tematiche uomo/natura,sacrificio\ricompensa ecc.. ma non vengono affrontate bene,al regista interessa far vedere la sofferenza degli scalatori, tuttavia questa sofferenza diventa pedante.
Detto questo i paesaggi sono meravigliosi e il finale commovente.
Un buon film ma che aveva il potenziale di essere qualcosa in più.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dannys »
[ - ] lascia un commento a dannys »
|
|
d'accordo? |
|
mavez
|
giovedì 1 ottobre 2015
|
bello e coinvolgente
|
|
|
|
Certo questo film non sarà un blockbuster con incassi miliardari , però è un bel film , godibile che si fa guardare senza stancare , non ci sono eroi come non ci sono i buoni ed i cattivi ( come nella vita reale del resto ) . Al massimo ci si può lamentare che non ispira lo spettatore a particolari riflessioni , non in modo diretto , limitandosi a raccontare questa storia vera e cercando di trasmettere le senzazioni di quel momento . Ci riesce abbastanza , non in modo perfetto , ma in modo accettabile . Sicuramente supera di gran lunga tanti film fuffa del periodo , e sicuramente vale la pena di vederlo, soprattutto se amate la montagna e vi appassionano le storie relative
|
|
[+] lascia un commento a mavez »
[ - ] lascia un commento a mavez »
|
|
d'accordo? |
|
|