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domenica 1 settembre 2024
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guardato ieri sera
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Bellissima recensione, che riempie i buchi di quello che non avevo capito del film (visto tardi, in tv), esprime quello che confusamente pensavo e molto di più. Grazie
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eligio bologna
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mercoledì 5 gennaio 2022
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non è quello che sembra
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Nessuno ha capito veramente questo film? Oh Gesù! Il padre di Armando violentò sia lui che la sorella, ora entrambi adulti, quando erano piccoli e fu arrestato. Dopo tanti anni uscito di prigione torna a Caracas. La figlia fa finta di nulla ( dirà Bisogna lasciarsi certe cose alle spalle) ma Armando vorrebbe far fuori il padre per vendicarsi soprattutto di averlo fatto diventare quello che non vorrebbe essere un omosessuale. Va alla ricerca di un delinquente che uccida il padre e alla fine lo trova. Questo ragazzo di strada pronto a tutto x una manciata di soldi...decide di uccidere il vecchio . Armando lo farà arrestare per toglierselo dai piedi solo dopo aver ucciso il padre violentatore tornato a Caracas da poco dopo tanti anni.
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Nessuno ha capito veramente questo film? Oh Gesù! Il padre di Armando violentò sia lui che la sorella, ora entrambi adulti, quando erano piccoli e fu arrestato. Dopo tanti anni uscito di prigione torna a Caracas. La figlia fa finta di nulla ( dirà Bisogna lasciarsi certe cose alle spalle) ma Armando vorrebbe far fuori il padre per vendicarsi soprattutto di averlo fatto diventare quello che non vorrebbe essere un omosessuale. Va alla ricerca di un delinquente che uccida il padre e alla fine lo trova. Questo ragazzo di strada pronto a tutto x una manciata di soldi...decide di uccidere il vecchio . Armando lo farà arrestare per toglierselo dai piedi solo dopo aver ucciso il padre violentatore tornato a Caracas da poco dopo tanti anni. Se il ragazzo di strada dirà che è stato assoldato x uccidere il vecchio accusando quindi Armando....non ci saranno prove. Anzi.... sembrerà tutto essere studiato bene affinché sembri un bugiardo. Addirittura Armando si conficcò un coltello nel quadricipite con tanto di referto al ps come prova di aver subito solo danni da un ladruncolo di strada. Un bel film.
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flavioarca
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lunedì 24 giugno 2019
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senza musica
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Mi ha colpito questo film, per l'assenza di musica. Solo i grandi film riescono ad incollarti allo schermo, senza l'uso della colonna sonora. Armando, il taciturno odontotecnico ha avuto un passato doloroso. Lui e la sorella sono state vittime del padre. Questi abusi evidentemente hanno scatenato in lui una sessualità perversa. Diventa voyeur di giovani uomini, che recluta nelle periferie di Caracas, dove qualche banconota è sufficiente a comprare il corpo di alcuni ragazzi. La messa in scena è sorprendente e il ritmo lento, avanza incessante, senza causare noia allo spettatore più attento. Si richiede però, una bella dose di complicità del pubblico, che deve accettare la sviluppo compassato del film.
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Mi ha colpito questo film, per l'assenza di musica. Solo i grandi film riescono ad incollarti allo schermo, senza l'uso della colonna sonora. Armando, il taciturno odontotecnico ha avuto un passato doloroso. Lui e la sorella sono state vittime del padre. Questi abusi evidentemente hanno scatenato in lui una sessualità perversa. Diventa voyeur di giovani uomini, che recluta nelle periferie di Caracas, dove qualche banconota è sufficiente a comprare il corpo di alcuni ragazzi. La messa in scena è sorprendente e il ritmo lento, avanza incessante, senza causare noia allo spettatore più attento. Si richiede però, una bella dose di complicità del pubblico, che deve accettare la sviluppo compassato del film. Il Leone d'oro a Venezia suggella il film e lo cataloga tra i più grandi capolavori degli ultimi 10 anni.
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pier delmonte
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giovedì 12 maggio 2016
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bene in sala
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Denso e coraggioso, coinvolgente pur se lento, i rumori di Caracas, il suo traffico, nessun sorriso, nemmeno uno, in un paese dove il popolo sorride nonostante tutto, e un pregio, parlare del lato dell’omosessualita’ piu’ oscuro, la masturbazione e la convenienza. Due difetti, il tema della differenza di classe non mi sembra chiarito bene e il Leone a Venezia … vorrei vedere gli altri.
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jack beauregard
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venerdì 8 aprile 2016
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confine invalicabile
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Venezuela, Caracas, un odontotecnico, cinquantenne e solitario, nel tempo libero adesca ragazzi emarginati, li invita a casa sua e si masturba in loro presenza, senza però avere nessun contatto fisico. Un giorno, uno di questi, si ribella e reagisce violentemente. In seguito, attraverso varie vicende, nasce tra di loro una sorta di legame.
Film duro, parlato pochissimo, dove però si capisce tutto: bastano brevi cenni infatti per comprendere che la figura paterna (o forse la sua mancanza) hanno influito negativamente sui due protagonisti. Questo diventerà sia il vero trait d'union tra i due, che la causa della tragedia, a cui peraltro non assistiamo direttamente (è visualizzata solo attraverso 3 bossoli e un breve accenno).
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Venezuela, Caracas, un odontotecnico, cinquantenne e solitario, nel tempo libero adesca ragazzi emarginati, li invita a casa sua e si masturba in loro presenza, senza però avere nessun contatto fisico. Un giorno, uno di questi, si ribella e reagisce violentemente. In seguito, attraverso varie vicende, nasce tra di loro una sorta di legame.
Film duro, parlato pochissimo, dove però si capisce tutto: bastano brevi cenni infatti per comprendere che la figura paterna (o forse la sua mancanza) hanno influito negativamente sui due protagonisti. Questo diventerà sia il vero trait d'union tra i due, che la causa della tragedia, a cui peraltro non assistiamo direttamente (è visualizzata solo attraverso 3 bossoli e un breve accenno).
L'odontotecnico è quasi sempre impassibile, apparentemente apatico e imperturbabile, per tutto il film, eppure riesce a comunicare.
Che cosa? Desiderio, frustrazione, odio? Oppure nessuno di questi sentimenti? E come li comunica?
Soprattutto grazie a un regia efficace e a un montaggio che contrappone lo sguardo a un qualcosa che non sempre si vede, ma che a volte solo si intuisce: emblematica è la scena dell'ascensore, che subito non avevo compreso, ma invece è determinante, per il significato di lontananza tra lui e il padre (non a caso il titolo originale del film è "da lontano"). Ma non solo, anche il continuo (e forse un po' troppo abusato) ricorso al "fuori fuoco" gioca il suo ruolo, creando un senso di disorientamento e lasciando un alone di "incomprensibilità" nei confronti del protagonista (un possibile difetto che però si trasforma anche in pregio, dato che contribuisce a mantenere viva e desta l'attenzione nello spettatore, senza mai cali di tensione). In pratica siamo a una forma di montaggio che va oltre l'effetto Kulesov.
Ma La tensione, appunto, resta costante per tutto il film. Ci sono momenti violenti, altri sgradevoli, in generale è un film molto crudo, praticamente senza nessuna concessione alla dolcezza o alla tenerezza, anche nelle situazioni più intime.
L'ambientazione è fondamentale in questo senso, il degrado civile e morale di Caracas (ma probabilmente potrebbe essere anche Bogotà, Città del Messico o una qualunque altra metropoli, non necessariamente sudamericana) è reso con realismo, rinunciando al commento musicale extradiegetico, ma lasciando solo i suoni e rumori della strada.
Sia le relazioni tra emarginati che i contatti con classi sociali più agiate sono dominati dall'unico dio esistente: il denaro. Sembra quasi non esserci spazio per altri sentimenti.
Forse questa è anche l'unica spiegazione per il finale (che comunque non mi ha convinto del tutto): quando alla fine il ragazzo mostra un vero sentimento nei suoi confronti e l'odontotecnico (che fino ad allora ha sempre e solo "guardato") cede definitivamente e completamente, abbandonandosi al contatto carnale, è come se varcasse una linea, un confine (di classe?), come se si abbassasse di livello, pentendosi subito dopo. L'osservatore, colui che ha sempre guardato (bramato, desiderato) senza mai toccare, si è alla fine sporcato. Chi ha portato per anni rancore e odio verso un padre (colpevole non si sa precisamente di cosa, ma non è questo che importa), senza però mai riuscire a dare sfogo a questa rabbia, si trova improvvisamente spiazzato, scavalcato da un evento troppo rapido e imprevisto, perchè possa controllarlo.
E tutto diventa chiaro all'alba, alla luce livida del mattino dopo, quando seduto a tavola "guarda" il suo possibile futuro: un ragazzo nudo e affamato che cerca nel frigo qualcosa da mangiare, un giovane istintivo e violento, che vive per soddisfare i bisogni primari, la fame, il sesso, il possesso. Una persona difficile, incontrollabile, ma con dei sentimenti. Quelli che a lui mancano, perchè lui è solo uno che "guarda".
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maumauroma
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mercoledì 10 febbraio 2016
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ti guardo
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Nel rapporto tra Armando, meticoloso e solitario odontotecnico con il vezzo di cercare, adescare a pagamento, portare a casa e consumare rapidi e distaccati momenti di piacere onanistico con ragazzi trovati nei bassifondi di Caracas, e Elder, uno di questi. teppistello spiantato abituato piu' al furto che al lavoro saltuario, si coagulano lotte di classe e di cultura e discriminazioni sociali e familiari. Il pugno che Armando riceve al loro primo incontro fungera' da catalizzatore per l'imprevedibile dipanarsi della storia tra i due. Essi si troveranno, forse a loro stessa insaputa,a ricoprire un ruolo recoproco di vittime e carnefici tra sentimenti turbati e il crepuscolo degli affetti.
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Nel rapporto tra Armando, meticoloso e solitario odontotecnico con il vezzo di cercare, adescare a pagamento, portare a casa e consumare rapidi e distaccati momenti di piacere onanistico con ragazzi trovati nei bassifondi di Caracas, e Elder, uno di questi. teppistello spiantato abituato piu' al furto che al lavoro saltuario, si coagulano lotte di classe e di cultura e discriminazioni sociali e familiari. Il pugno che Armando riceve al loro primo incontro fungera' da catalizzatore per l'imprevedibile dipanarsi della storia tra i due. Essi si troveranno, forse a loro stessa insaputa,a ricoprire un ruolo recoproco di vittime e carnefici tra sentimenti turbati e il crepuscolo degli affetti.Armando finira' per utilizzare il fragile Elder,ormai soggiogato, per l'eliminazione della persona che piu' odia e che ritiene responsabile delle sue problematiche esistenziali. Il film di Vigas si fa apprezzare per una regia essenziale e tagliente come un bisturi,attraverso un sapientissimo utilizzo della macchina da presa spesso tenuta fissa a testimoniare gli eventi, per la rappresentazione sbiadita di una Caracas squallida e inquinata dalla poverta' e dai rumori, simbolo di un paese soggiocato da una terribile crisi economica, dove si fa la fila anche per un pezzo di pane. Grande prova degli attori e magnifica assenza di una colonna sonora.E nell'ultimo sguardo di Armando si racchiude il mistero dei suoi sentimenti, tra inquietudine,nostalgia,
tristezza, soddisfazione. rimpianto.
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fabiofeli
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venerdì 5 febbraio 2016
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ti cerco, ma tu stammi lontano
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Armando (Alfredo Castro) è un odontotecnico che conduce una vita solitaria a Caracas. Lo vediamo adescare un ragazzo su un autobus, mostrandogli senza parlare un mazzetto di banconote: nella sua casa lo fa denudare ma non lo tocca e si masturba. L’incontro dell’uomo con un altro ragazzo che vive in strada, Elder (Luis Silva), termina con una aggressione ai suoi danni, perché il giovane, violento e cialtrone, si ritiene un “macho” e disprezza l’omosessualità. Inaspettatamente Armando lo cerca ancora e, pur se tra contrasti, altri gesti violenti e furti, sorge e si sviluppa un legame tra i due, un surrogato di rapporto padre-figlio, che lentamente li porta a conoscersi meglio.
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Armando (Alfredo Castro) è un odontotecnico che conduce una vita solitaria a Caracas. Lo vediamo adescare un ragazzo su un autobus, mostrandogli senza parlare un mazzetto di banconote: nella sua casa lo fa denudare ma non lo tocca e si masturba. L’incontro dell’uomo con un altro ragazzo che vive in strada, Elder (Luis Silva), termina con una aggressione ai suoi danni, perché il giovane, violento e cialtrone, si ritiene un “macho” e disprezza l’omosessualità. Inaspettatamente Armando lo cerca ancora e, pur se tra contrasti, altri gesti violenti e furti, sorge e si sviluppa un legame tra i due, un surrogato di rapporto padre-figlio, che lentamente li porta a conoscersi meglio. Le due solitudini – Elder ha un padre assente ed in carcere e il padre di Armando, responsabile di non chiari abusi nei suoi confronti, è altrettanto lontano –sembrano destinate a solidarizzare nel vociare e nel traffico caotico di Caracas. Elder forza Armando a un rapporto sessuale che nessuno dei due sembra volere: il primo non vuole rinunciare ad una opinione di sé come “macho” e Armando ha orrore di un qualsiasi rapporto con il corpo altrui. Una azione estrema di Elder e il tradimento di Armando concludono la storia in tragedia …
L’opera prima di Vigas, vincitore a Venezia, è un “melting pot” latino-americano: regista venezuelano, protagonista cileno, sceneggiatore messicano. Sembra parlare solo di omosessualità, ma poi sposta l’attenzione e indaga i rapporti umani: il personaggio di Elder, violento e ingenuo, ricorda i ragazzi di vita pasoliniani, ma il rapporto tra lui e Armando rispecchia, come accade spesso nelle vicende di Fassbinder, un conflitto alla ricerca del potere dell’uno sull’altro; nello scontro la spunta, pur se a prezzo di rinnovata solitudine, il più forte dal punto di vista economico e sociale. Il giovane recita in modo credibile; ma il vero valore aggiunto del film è l’interpretazione di Castro, l’indimenticabile Toni Manero di Larrain, con una mimica fatta di “sottrazioni” alla Eduardo nella quale un sopracciglio sollevato è un intero discorso. Anche Caracas, metropoli allucinata, rumorosa e disordinata, fotografata a volte fuori fuoco per lasciare in evidenza i personaggi, è a suo modo co-protagonista. Da non mancare.
Valutazione *** e ½
FabioFeli
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fabiofeli
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venerdì 5 febbraio 2016
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ti cerco, ma tu stammi lontano
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Armando (Alfredo Castro) è un odontotecnico che conduce una vita solitaria a Caracas. Lo vediamo adescare un ragazzo su un autobus, mostrandogli senza parlare un mazzetto di banconote: nella sua casa lo fa denudare ma non lo tocca e si masturba. L’incontro dell’uomo con un altro ragazzo che vive in strada, Elder (Luis Silva), termina con una aggressione ai suoi danni, perché il giovane, violento e cialtrone, si ritiene un “macho” e disprezza l’omosessualità. Inaspettatamente Armando lo cerca ancora e, pur se tra contrasti, altri gesti violenti e furti, sorge e si sviluppa un legame tra i due, un surrogato di rapporto padre-figlio, che lentamente li porta a conoscersi meglio.
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Armando (Alfredo Castro) è un odontotecnico che conduce una vita solitaria a Caracas. Lo vediamo adescare un ragazzo su un autobus, mostrandogli senza parlare un mazzetto di banconote: nella sua casa lo fa denudare ma non lo tocca e si masturba. L’incontro dell’uomo con un altro ragazzo che vive in strada, Elder (Luis Silva), termina con una aggressione ai suoi danni, perché il giovane, violento e cialtrone, si ritiene un “macho” e disprezza l’omosessualità. Inaspettatamente Armando lo cerca ancora e, pur se tra contrasti, altri gesti violenti e furti, sorge e si sviluppa un legame tra i due, un surrogato di rapporto padre-figlio, che lentamente li porta a conoscersi meglio. Le due solitudini – Elder ha un padre assente ed in carcere e il padre di Armando, responsabile di non chiari abusi nei suoi confronti, è altrettanto lontano –sembrano destinate a solidarizzare nel vociare e nel traffico caotico di Caracas. Elder forza Armando a un rapporto sessuale che nessuno dei due sembra volere: il primo non vuole rinunciare ad una opinione di sé come “macho” e Armando ha orrore di un qualsiasi rapporto con il corpo altrui. Una azione estrema di Elder e il tradimento di Armando concludono la storia in tragedia …
L’opera prima di Vigas, vincitore a Venezia, è un “melting pot” latino-americano: regista venezuelano, protagonista cileno, sceneggiatore messicano. Sembra parlare solo di omosessualità, ma poi sposta l’attenzione e indaga i rapporti umani: il personaggio di Elder, violento e ingenuo, ricorda i ragazzi di vita pasoliniani, ma il rapporto tra lui e Armando rispecchia, come accade spesso nelle vicende di Fassbinder, un conflitto alla ricerca del potere dell’uno sull’altro; nello scontro la spunta, pur se a prezzo di rinnovata solitudine, il più forte dal punto di vista economico e sociale. Il giovane recita in modo credibile; ma il vero valore aggiunto del film è l’interpretazione di Castro, l’indimenticabile Toni Manero di Larrain, con una mimica fatta di “sottrazioni” alla Eduardo nella quale un sopracciglio sollevato è un intero discorso. Anche Caracas, metropoli allucinata, rumorosa e disordinata, fotografata a volte fuori fuoco per lasciare in evidenza i personaggi, è a suo modo co-protagonista. Da non mancare.
Valutazione *** e ½
FabioFeli
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lucianyk
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lunedì 1 febbraio 2016
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questo é cinema!
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spesso preferisco dare un consiglio veloce, come se qualcuno incontrandoti all'uscita della sala cinematografica ti chiedesse " come é? " . Be, io direi vai a vederlo di corsa é un ottimo film.
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no_data
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venerdì 29 gennaio 2016
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quando i rapporti non "possono" sconfinare.
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Aggiungerei alla recensione più importanza alla figura paterna, vero motore, a mio avviso, dell'irreparabile.
Al termine del film si rimane un po' come Armando. Di poche parole.
Una piccola perla, nera.
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