Ti guardo |
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Un film di Lorenzo Vigas.
Con Alfredo Castro, Luis Silva, Jericó Montilla, Catherina Cardozo.
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Titolo originale Desde allà.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 93 min.
- Venezuela, Messico 2015.
- Cinema
uscita giovedì 21 gennaio 2016.
- VM 14 -
MYMONETRO
Ti guardo
valutazione media:
3,56
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ti cerco, ma tu stammi lontanodi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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venerdì 5 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Armando (Alfredo Castro) è un odontotecnico che conduce una vita solitaria a Caracas. Lo vediamo adescare un ragazzo su un autobus, mostrandogli senza parlare un mazzetto di banconote: nella sua casa lo fa denudare ma non lo tocca e si masturba. L’incontro dell’uomo con un altro ragazzo che vive in strada, Elder (Luis Silva), termina con una aggressione ai suoi danni, perché il giovane, violento e cialtrone, si ritiene un “macho” e disprezza l’omosessualità. Inaspettatamente Armando lo cerca ancora e, pur se tra contrasti, altri gesti violenti e furti, sorge e si sviluppa un legame tra i due, un surrogato di rapporto padre-figlio, che lentamente li porta a conoscersi meglio. Le due solitudini – Elder ha un padre assente ed in carcere e il padre di Armando, responsabile di non chiari abusi nei suoi confronti, è altrettanto lontano –sembrano destinate a solidarizzare nel vociare e nel traffico caotico di Caracas. Elder forza Armando a un rapporto sessuale che nessuno dei due sembra volere: il primo non vuole rinunciare ad una opinione di sé come “macho” e Armando ha orrore di un qualsiasi rapporto con il corpo altrui. Una azione estrema di Elder e il tradimento di Armando concludono la storia in tragedia … L’opera prima di Vigas, vincitore a Venezia, è un “melting pot” latino-americano: regista venezuelano, protagonista cileno, sceneggiatore messicano. Sembra parlare solo di omosessualità, ma poi sposta l’attenzione e indaga i rapporti umani: il personaggio di Elder, violento e ingenuo, ricorda i ragazzi di vita pasoliniani, ma il rapporto tra lui e Armando rispecchia, come accade spesso nelle vicende di Fassbinder, un conflitto alla ricerca del potere dell’uno sull’altro; nello scontro la spunta, pur se a prezzo di rinnovata solitudine, il più forte dal punto di vista economico e sociale. Il giovane recita in modo credibile; ma il vero valore aggiunto del film è l’interpretazione di Castro, l’indimenticabile Toni Manero di Larrain, con una mimica fatta di “sottrazioni” alla Eduardo nella quale un sopracciglio sollevato è un intero discorso. Anche Caracas, metropoli allucinata, rumorosa e disordinata, fotografata a volte fuori fuoco per lasciare in evidenza i personaggi, è a suo modo co-protagonista. Da non mancare.
Valutazione *** e ½ FabioFeli
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