robroma66
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martedì 26 gennaio 2016
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la verità è un prisma dalle innumerevoli facce
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Lo diceva Leibniz e la frase torna utile per questo film. Straniante e inesorabile, il suo corso induce a visuali diverse perchè, se è vero che l'aguzzino è Armando, tuttavia la brutalità del giovane Elder fa oscillare il pendolo dell'emotività dello spettatore (almeno nel mio caso). Armando è viscido ma Elder, ancorché perdente e svantaggiato, appare sovente sgradevole, brutale, irrecuperabile e non attira empatia. Il finale ha una sua irreversibile tragicità e ristabilisce la verità dei rapporti di forza tra i due: Elder ha la peggio e per lui non c'è salvezza. Il film non è male ma è lento ed è come inafferrabile.
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Lo diceva Leibniz e la frase torna utile per questo film. Straniante e inesorabile, il suo corso induce a visuali diverse perchè, se è vero che l'aguzzino è Armando, tuttavia la brutalità del giovane Elder fa oscillare il pendolo dell'emotività dello spettatore (almeno nel mio caso). Armando è viscido ma Elder, ancorché perdente e svantaggiato, appare sovente sgradevole, brutale, irrecuperabile e non attira empatia. Il finale ha una sua irreversibile tragicità e ristabilisce la verità dei rapporti di forza tra i due: Elder ha la peggio e per lui non c'è salvezza. Il film non è male ma è lento ed è come inafferrabile. E' un film che non rivedrei mai in televisione: una volta basta e avanza.
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flyanto
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lunedì 25 gennaio 2016
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quando i rapporti non devono sconfinare
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Vincitore del Leone d'Oro all'ultima Mostra del Cinema a Venezia, "Ti Guardo" segna il felice esordio del regista venezuelano Lorenzo Vigas.
La storia ruota tutta intorno al maturo protagonista (Alfredo Castro), un uomo benestante, odontotecnico e dunque dotato di studi superiori nonchè gay, il quale "abborda" per strada giovani e bei ragazzi di periferia, e dunque poveri e di scarsa istruzione scolastica, al fine di condurli nella propria abitazione e farli spogliare. In realtà egli non consuma mai direttamente rapporti fisici con loro bensì si accontenta di guardarli, ammirarli soprattutto dal di dietro e poi masturbarsi.
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Vincitore del Leone d'Oro all'ultima Mostra del Cinema a Venezia, "Ti Guardo" segna il felice esordio del regista venezuelano Lorenzo Vigas.
La storia ruota tutta intorno al maturo protagonista (Alfredo Castro), un uomo benestante, odontotecnico e dunque dotato di studi superiori nonchè gay, il quale "abborda" per strada giovani e bei ragazzi di periferia, e dunque poveri e di scarsa istruzione scolastica, al fine di condurli nella propria abitazione e farli spogliare. In realtà egli non consuma mai direttamente rapporti fisici con loro bensì si accontenta di guardarli, ammirarli soprattutto dal di dietro e poi masturbarsi. Quando conoscerà il giovane di strada Elder (Luis Silva) al protagonista cambia totalmente la propria esistenza. Dopo un'iniziale contrarietà e diffidenza, nonchè svariate azioni all'insegna della violenza fisica e del furto, da parte del giovane, questi si affezionerà sempre di più al suo maturo compagno quasi incarnasse un poco la figura mancante, in quanto in prigione, del padre naturale. Man mano che i giorni passano e la relazione si consolida sempre di più, si avvicina anche la sua tragica fine....
La pellicola di Vigas può ricordare un poco alcune precedenti di Pier Paolo Pasolini per argomento e soprattutto per situazioni dove, appunto, un uomo più maturo e più ricco approccia giovani aitanti di strada e poveri, ma ovviamente qui vengono a mancare sia l'originalità che e soprattutto la maestria registica del regista bolognese. Il film, comunque, non è assolutamente da sottovalutare : per quanto non sia al livello dei modelli pasoliniani a cui si ispira, per essere un' opera prima e per trattare un argomento assai delicato come quello delle relazioni tra uomini omosessuali, esso risulta quanto mai riuscito e soprattutto molto esplicativo. Testimonianza di una società, quella povera del Sud America, ma rispecchiante anche la nostra italiana delle aree più disagiate, l'opera di Vigas ne è una perfetta e quanto mai realistica nonchè cruda rappresentazione. La riuscita del film poggia anche molto , se non in egual misura alla regia, sull'ottima, disperata e dolente interpretazione di Alfredo Castro, già pregevole nel suo drammatico e fatiscente ruolo del precedente "Tony Manero", e da menzionare è anche il giovane Luis Silva, qui al suo esordio cinematografico, pienamente all'altezza del suo ruolo di giovane sbandato.
Interessante.
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lbavassano
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domenica 24 gennaio 2016
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eccellente
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Ragazzi di vita a Caracas, ma la storia è molto più complessa, e splendidamente narrata tramite l'uso virtuosistico dell'ellissi, raddoppiato dallo sfocato delle immagini altrettanto efficace. Dialoghi coerentemente prosciugati all'essenziale, che esaltano la bravura degli interpreti. Ribaltamento dei ruoli nel finale, assolutamente non riducibile alla categoria del "colpo di scena". Eccellente.
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deadman
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sabato 12 settembre 2015
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ma che c'entra che guevara?
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mi pare un ottimo film, (vedrò di procurarmelo, non vado volentieri al cinema) la mia paura era che i soliti cinefili da salotto facessero vincere il film pacco di sokurov, e cmq ritornando al tema, ma mi dite che c'entra la citazione di che guevara nella recensione? boh
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