filippotognoli
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domenica 12 luglio 2015
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giovani (non) si diventa
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Dopo aver visto l'ottimo trailer, mi aspettavo tutt'altro tipo di film!Una commedia alla Woody Allen, divertente e intelligente. La pellicola di Noah Baumbach, citando addirittura il famosissimo drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, invece vira fin da subito tra l'ironico e il nostalgico in un genere filosofico esistenzialista troppo serioso e noioso.Il tema di fondo e' quello di una coppia di ultraquarantenni senza figli (Ben Stiller e Naomi Watts) attratti e affascinati dall'incontro con una coppia di ventenni (Adam Driver e Amanda Seyfried) con la paura di invecchiare e il desiderio di rimanere/tornare giovani.Alcune idee e spunti mi sono piaciuti.La libreria stacolma di LP in vinile, le VHS, l'arredamento dell'appartamento, l'utilizzo della bici, tutto il modo di vivere old style della coppia ventenne.
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Dopo aver visto l'ottimo trailer, mi aspettavo tutt'altro tipo di film!Una commedia alla Woody Allen, divertente e intelligente. La pellicola di Noah Baumbach, citando addirittura il famosissimo drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, invece vira fin da subito tra l'ironico e il nostalgico in un genere filosofico esistenzialista troppo serioso e noioso.Il tema di fondo e' quello di una coppia di ultraquarantenni senza figli (Ben Stiller e Naomi Watts) attratti e affascinati dall'incontro con una coppia di ventenni (Adam Driver e Amanda Seyfried) con la paura di invecchiare e il desiderio di rimanere/tornare giovani.Alcune idee e spunti mi sono piaciuti.La libreria stacolma di LP in vinile, le VHS, l'arredamento dell'appartamento, l'utilizzo della bici, tutto il modo di vivere old style della coppia ventenne.Il paradosso dei "vecchi" ipertecnologici, con i giovani "vintage" e' molto ben riuscito.Ma poi, piano piano, il film si trasforma in un altro film.Non piu' una commedia ma una sorta di critica alla societa' moderna e al modo di vivere di oggi.Tutto non e' cio' che sembra, l'apparenza inganna e c'e' sempre un secondo fine.I nobili e spensierati comportamenti del giovane naif, sono in realta' tutta una montatura atta ad aggirare il vero ingenuo Ben Stiller, in nome del successo individuale.Parafrasando la frase di Woody usata dal markentig: "Non ho paura di vedere il film.E' solo che presferisco non partecipare all'evento"
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vanessa zarastro
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venerdì 10 luglio 2015
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il tema dell'anti-eroe
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Giovani si nasce, nonostante presenti una storia un po’ banale, è un film fatto bene, leggero e divertente. Noah Baumbach, già autore dell’alleniano Frances Ha (di cui abbiamo avuto modo di parlare) fa parte di quei filmakers amanti di New York con tematiche tipicamente ebraiche. In questo caso centrale è la narrazione dell’anti-eroe (un bravissimo Ben Stiller) che diventa quasi goffamente onesto in un mondo di “squali”. Si ravvedano temi sulla paranoia (“è un complotto contro di me!”) e soggetti come il successo e il potere e, alla fine, si può dire che il film tratta della perdita di valori quale l’etica professionale e il senso di verità - quasi virtù desuete appartenenti a vecchie generazioni.
La storia parla di una coppia di quarantenni Josh e Cornelia – documentarista lui e produttrice lei, figlia di un famoso regista - che si lasciano sedurre dalla vivacità di un’altra coppia di documentaristi venticinquenni – Jamie e Darby - e cominciano a seguirne le varie pratiche (il santone che fa vomitare il male) e attività disparate (hip-hop scatenato). I due lui delle coppie stringono amicizia e Josh, sentendosi rigenerato, aiuta generosamente il giovane (Adam Driver dal volto intenso) in una regia. Risulterà in finale che tutta la vicenda è stata il frutto di una truffa e che i giovani “spontanei e disinteressati” avevano ben calcolato tutto raggirando il correttissimo e onesto Josh e sua moglie - Naomi Watts.
Le caratteristiche positive del film si ritrovano nei dettagli che Baumbach, osservatore attento, ci mostra come la collezioni di vinili, macchine da scrivere e i vari oggetti vintage che Jamie colleziona in modo maniacale. Inoltre nel film sono descritte varie situazioni divertenti come un'altra coppia di amici coetanei con neonata, la cui vita è stata completamente rivoluzionata da questo parto tardivo.
È raro vedere un film americano dove ci siano pochissime scene girate in esterno nei “luoghi canonici” newyorkesi (ponti, panchine, Central park, Husdon river ecc.) ma ciononostante traspiri così tanto l’atmosfera di una certa Manhattan intellettuale. Solo sul finale, nella serata d’onore dedicata al padre di Cornelia, con una prospettiva dall’alto s’intravvede una strada in asse dalle vetrate interne dal Lincoln Center Theatre.
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(di paolo31)
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brian77
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mercoledì 15 luglio 2015
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esercizio asfittico
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Un sotto-Woody Allen, che ne riproduce molti cliché senza possederne la saltuaria grazia, e nemmeno le spiritosaggini che in fondo nei film di Allen servono spesso a ripagarci le due orette impiegate a vedere i suoi film. Trovo che questo sia un film ideale per critici che possono ritrovarvi tanti temi e ammiccamenti più o meno colti, e così far la ruota nel mostrare di riconoscerli. Trovo però l'esercizio piuttosto tedioso, anche se non sgradevole: la sensazione, come sempre, è che Baumbach cerchi di sopperire alla carenza di talento cinematografico con l'esibizione d'intelligenza, in modo da incantare i suoi corrispettivi in campo critico.
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flyanto
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giovedì 16 luglio 2015
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un'inutile rincorsa contro il tempo che passa
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Invecchiare, si sa, è una brutta sensazione e quando ce ne si rende sempre più conto e non si accetta il naturale e regolare passare del tempo, si vive male il tempo presente e si cercano assurde e ridicole alternative come fa la coppia di coniugi protagonisti di "Giovani si Diventa".
Ben Stiller e Naomi Watts sono infatti due quarantenni, felicemente sposati e dediti ad una più o meno apparentemente serena esistenza di lavoro e di svaghi più o meno culturali. L' improvvisa nascita di una bambina ad una loro coppia di amici li getta inaspettatamente ed improvvisamente nel panico, richiamando alla memoria i loro numerosi e falliti tentativi di procreazione ed il fatto che il tempo stia inesorabilmente per loro passando.
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Invecchiare, si sa, è una brutta sensazione e quando ce ne si rende sempre più conto e non si accetta il naturale e regolare passare del tempo, si vive male il tempo presente e si cercano assurde e ridicole alternative come fa la coppia di coniugi protagonisti di "Giovani si Diventa".
Ben Stiller e Naomi Watts sono infatti due quarantenni, felicemente sposati e dediti ad una più o meno apparentemente serena esistenza di lavoro e di svaghi più o meno culturali. L' improvvisa nascita di una bambina ad una loro coppia di amici li getta inaspettatamente ed improvvisamente nel panico, richiamando alla memoria i loro numerosi e falliti tentativi di procreazione ed il fatto che il tempo stia inesorabilmente per loro passando. In seguito ad un incontro fortuito che il marito ha avuto con una coppia di giovani sposini poco più che ventenni, essi iniziano a frequentare i due poco più che ragazzi e a trascurare i loro amici coetanei, trascorrendo con loro la maggior parte del tempo e cercando di uniformarsi in tutto e per tutto ai loro modi di essere ed al loro stile di vita, peraltro alquanto alternativo. Ma ben presto la coppia di quarantenni si renderà conto di quanto si sia resa ridicola ad assumere atteggiamenti così lontani dai propri e reali gusti ed interessi e come nel corso della frequentazione, soprattutto il giovane alternativo, abbia abbondantemente approfittato del coniuge quarantenne al fine di inserirsi professionalmente nel mondo della regia di genere documentaristico, rivelando peraltro un certo talento, mancante invece a quest'ultimo.
Noah Baumbach con "Giovani si Diventa" rappresenta una storia o, meglio, una condizione quanto mai vera in quanto parla della possibile e giustificata crisi esistenziale che può sorgere in qualsiasi individuo non più giovanissimo e, in certi settori della propria vita, anche un poco frustato. Condizione necessaria a "fare scattare" pertanto nella coppia in questione una penosa e quanto mai ineluttabile corsa contro il tempo, volendo emulare e stoltamente credere di potersi riappropriare di un'epoca ormai passata e lasciata alle spalle. L'ottima interpretazione sia di Ben Stiller che di Naomi Watts, appunto la coppia protagonista di quarantenni, esprime in maniera perfetta e chiara questo desiderio assoluto e ridicolo di volersi riappropriare della gioventù che ala fin fine altro non è che un surrogato della mancata realizzazione della propria esistenza, come genitori e come professionisti. D'altro canto, anche Adam Driver e Amanda Seyfried, la coppia di ventenni alternativi, esprime al meglio la condizione spontanea, egoista ed anche un poco avventata ed incosciente propria dei giovani nell' affrontare la vita di tutti i giorni, senza anche troppo preoccuparsi del futuro. Insomma, due generazioni nettamente a confronto ed un disagio psicologico che qui sono stati molto bene espressi dal regista e, ripeto, dagli attori stessi e che inducono lo spettatore, quello ovviamente non più troppo giovane, a riflettere e ad accettare di buon grado e con più entusiasmo la propria reale età anagrafica.
Consigliabile, sia per l'argomento che per l'interpretazione soprattutto degli attori Ben Stiller e Naomi Watts.
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williamd
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sabato 7 novembre 2015
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voto 6: niente di più e niente di meno!
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Il film di Noah Baumbach con protagonisti Ben Stiller e Naomi Watts è una godibile commedia la cui trama si basa sull'incontro di due coppie di coniugi di età sensibilmente differenti.
Josh (Ben Stiller) e Cornelia (Naomi Watts) sono felicemente sposati da parecchio tempo e sono in buoni rapporti con i loro vecchi amici, con i quali però stanno cominciando progressivamente a perdersi di vista. Ormai superati per tutti i quarant'anni, Josh e Cornelia, l'unica coppia della compagnia che non ha avuto figli, stanno vedendo le vite dei loro amici cambiare, e, nonostante non se ne rendano conto, anche la loro si sta evolvendo.
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Il film di Noah Baumbach con protagonisti Ben Stiller e Naomi Watts è una godibile commedia la cui trama si basa sull'incontro di due coppie di coniugi di età sensibilmente differenti.
Josh (Ben Stiller) e Cornelia (Naomi Watts) sono felicemente sposati da parecchio tempo e sono in buoni rapporti con i loro vecchi amici, con i quali però stanno cominciando progressivamente a perdersi di vista. Ormai superati per tutti i quarant'anni, Josh e Cornelia, l'unica coppia della compagnia che non ha avuto figli, stanno vedendo le vite dei loro amici cambiare, e, nonostante non se ne rendano conto, anche la loro si sta evolvendo. Spaventati di invecchiare (e di morire) Josh e Cornelia fanno amicizia con una giovane coppia di venticinquenni, Jamie e Darby. Sebbene l'evidente divario di età, inizialmente tra i quattro scoppia subito un'intesa piena di fervore e Josh e Cornelia rimangono molto attratti e colpiti dallo stile di vita dei loro nuovi amici più giovani: il modo di pensare e di agire dei novelli sposi risveglia in loro l'avventatezza e la spericolatezza di due imberbi. Successivamente però questo rapporto si fa via via più aspro e diffidente, e questo gap generazionale non viene più inteso come un valore ma come un ostacolo.
Il film mantiene sempre un buon ritmo, e, nonostante non ci siano colpi di scena eclatanti, l'attenzione che si presta nel guardarlo non cala mai. Sufficienti le prove del regista e degli attori, rivedibili invece a mio parare le canzoni utilizzate per la colonna sonora che non è per niente piaciuta, mentre ho apprezzato molto alcune particolari inquadrature.Il punto forte della pellicola sta sicuramente nel suo significato, che evidenzia come, seppure la buona volontà, non sia possibile ringiovanire. Josh nel film per lavoro produce documentari, o meglio ne ha prodotto uno ed ora sta ad un altro da più di otto anni. Quando incontra Jamie egli è molto affascinato dal suo pragmatismo che adopera nell'operare le scelte, ma allo stesso tempo inconsciamente lo invidia; Josh non vuole rendersi conto che è invecchiato, ha l'artrite alle ginocchia, ed anche se può per qualche periodo cambiare il proprio spirito ormai pensa ed agisce in un modo completamente diverso da quando era più giovane. Lo stesso accade anche a Cornelia, ma è in particolar modo suo marito quello che si trova sbigottito quando parla con Jamie, il quale – come tutti quelli della sua età nel pieno delle forze – si sente immortale, mentre Josh si sente sempre più mortale, anche se non lo vuole ammettere.In conclusione reputo il film da 6, certamente niente di meno ma neanche di più. Non annoia ma non esalta, non entusiasma e non deprime, non trasmette molte emozioni ma è scorrevole e ricco di significato.
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gabriella
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mercoledì 2 marzo 2016
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while we're young
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura…. La selva oscura per Josh e Cornelia, coppia ultraquarantenne newiorkese , è il tempo che passa e loro che sentono di essersi fermati , avvertono un senso di sconfitta, incagliati senza via di ritorno. Documentarista lui, con un progetto di lavoro impantanato da oltre dieci anni, produttrice cinematografica lei, sposati e senza figli, mentre i loro amici sono alle prese con pannolini e pappette anche in età tardiva,sembra che abbiano poco o nulla da condividere .
L’incontro con Jamie e Darby, coppia venticinquenne, anche loro documentaristi sembra rivitalizzarli, si lasciano trascinare dall’entusiasmo dei due giovani e finiscono per allontanarsi inevitabilmente dai loro amici, Cornelia si iscrive a un corso di hip hop, Josh si veste come Jamie, frequentano insieme corsi di un santone che fa vomitare il male, insomma condividono il loro stile di vita in tutto e per tutto.
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura…. La selva oscura per Josh e Cornelia, coppia ultraquarantenne newiorkese , è il tempo che passa e loro che sentono di essersi fermati , avvertono un senso di sconfitta, incagliati senza via di ritorno. Documentarista lui, con un progetto di lavoro impantanato da oltre dieci anni, produttrice cinematografica lei, sposati e senza figli, mentre i loro amici sono alle prese con pannolini e pappette anche in età tardiva,sembra che abbiano poco o nulla da condividere .
L’incontro con Jamie e Darby, coppia venticinquenne, anche loro documentaristi sembra rivitalizzarli, si lasciano trascinare dall’entusiasmo dei due giovani e finiscono per allontanarsi inevitabilmente dai loro amici, Cornelia si iscrive a un corso di hip hop, Josh si veste come Jamie, frequentano insieme corsi di un santone che fa vomitare il male, insomma condividono il loro stile di vita in tutto e per tutto. I due quarantenni, super tecnologici, i due giovani, cultori del vintage, VHS, dischi in vinile, cibo e sapone fatti in casa , evidenziano due mondi contrapposti, ma consentono a Josh e Cornelia un nostalgico salto nella loro giovinezza. Anche se poi si scoprirà che Jamie è meno puro e disinteressato di quello che vorrebbe apparire e Josh, che invece “vintage” lo è dentro di sé, nel senso di rigore morale, ecco che le distanze tornano ad allungarsi. “ Non era cattivo, è solo giovane”, dice Josh a Cornelia riferendosi a Jamie, nel finale, perché prende consapevolezza che a quell’età si agisce e si pensa in funzione del presente, senza vincoli e schemi e che tutto può essere e stravolto continuamente, c’è tutta la vita per capirlo e il mondo sembra ti appartenga. Ma Josh e Cornelia appartengono a quello che sono stati e che hanno costruito insieme, ed è ridicolo pensare di essere moderni solo a saper usare un telefono nuovo o fare tardi la sera, o seguire la passione del momento, stare al passo con i tempi significa anche sapersi accettare, lasciare indietro i rimpianti e guardare avanti. Noah Baumbach dirige una commedia agrodolce ben strutturata nei dialoghi con quel pizzico di malinconia e ironia tipica del cinema americano. Un buon lavoro nel complesso, piacevole, con sfumature alleniane.
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sabato 28 gennaio 2017
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giovani e vecchi:quanta carne al fuoco
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Il film è incentrato sul confronto generazionale tra giovani e vecchi,uno dei temi tradizionali del cinema,che tuttavia qui assume contorni e prospettive nuovi(e dunque non sempre condivisibili),rendendo "giovani si diventa" innovativo.Infatti,se all'inizio il maschio adulto ammira la generosità di quello giovane,alla fine invece noterà che questo ha messo da parte il suo idealismo e i suoi valori per raggiungere il successo,cosa che gli farà rivalutare l'importanza di queste cose,frutto dell'esperienza e preferibili anche a una carriera piena di trionfi ma ottenuti con una condotta immorale.Ma se questa contrapposizione tra giovani egoisti e assetati di successo e vecchi portatori dei sani valori può risultare non condivisibile,o almeno non in assoluto(anzi spesso ai giovani è associata l'idea di purezza)tuttavia il film è comunque molto valido,in particolare per i numerosi spunti di riflessione offerti e per le scene divertenti derivanti dal confronto generazionale.
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Il film è incentrato sul confronto generazionale tra giovani e vecchi,uno dei temi tradizionali del cinema,che tuttavia qui assume contorni e prospettive nuovi(e dunque non sempre condivisibili),rendendo "giovani si diventa" innovativo.Infatti,se all'inizio il maschio adulto ammira la generosità di quello giovane,alla fine invece noterà che questo ha messo da parte il suo idealismo e i suoi valori per raggiungere il successo,cosa che gli farà rivalutare l'importanza di queste cose,frutto dell'esperienza e preferibili anche a una carriera piena di trionfi ma ottenuti con una condotta immorale.Ma se questa contrapposizione tra giovani egoisti e assetati di successo e vecchi portatori dei sani valori può risultare non condivisibile,o almeno non in assoluto(anzi spesso ai giovani è associata l'idea di purezza)tuttavia il film è comunque molto valido,in particolare per i numerosi spunti di riflessione offerti e per le scene divertenti derivanti dal confronto generazionale.Tra i temi trattati infatti si va dalla crisi di mezz'età(quasi inevitabile),alla necessità o meno di avere dei bambini per avere una vita felice,all'amicizia(vera o di convenienza),alle varie dinamiche del mondo del lavoro(presentato come spietato e corrotto)alle relazioni(che difficilmente possono funzionare quando uno dei due,come nel caso dei due maschi,é troppo concentrato su di sé per interessarsi dell'altra persona),a quanto il confronto anche e soprattutto con persone diverse possa fare bene ai singoli individui per capire cone sia il mondo, chi davvero si è e chi si vuole diventare.Tra le scene più esilaranti vi sono senza dubbio quella della seduta sciamanica a cui la coppia adulta partecipa e la scena in cui questa balla in casa come se fossero due ventenni.I dialoghi sono spesso acuti e ironici(basta pensare a quello della vacanza a roma)e l'interpretazione degli attori è buonissima(come si nota dall'espressione identica di ben stiller e naomi watts nella scena finale).Nonostante l'intrigo che ha luogo non sia particolarmente chiaro è approfondito,il film è scorrevole e fa sicuramente pensare.Assolutamente consigliato
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tmpsvita
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giovedì 7 dicembre 2017
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nonostante qualche incertezza il film emoziona
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Giovani si diventa, uscito nel 2014, è uno degli ultimi esperimenti di Noah Baumback, regista che ho conosciuto e apprezzato moltissimo grazie a "Il calamaro e la balena", film che ho visto poco tempo fa e che mi ha colpito parecchio. Titolo meno enigmatico ma storia più complessa sotto alcuni aspetti, soprattutto da quello narrativo: un film che si sviluppa molto particolare, un film che cambia spesso faccia, approccio e punto di vista, rivelando, non alla fine ma nel corso di esso, vari significati e diversi contesti.
Questo è sia il lato negativo che quello positivo di questa pellicola perché se da un lato riesce a trattare vari temi dando poi diverse "morali" e, come ho detto prima, significati dall'altro in vari momenti sembra che il film si stia perdendo o che stia divagando in altri discorsi disconnessi tra di loro; il punto è che in alcuni casi questa graduale trasformazione è ben gestita e, quindi, comprensibile, nonché per quanto mi riguarda apprezzabile mentre in altri sembra proprio che il regista non si riesca a decidere su che cosa concentrarsi del tutto cambiando argomento in modo troppo drastico.
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Giovani si diventa, uscito nel 2014, è uno degli ultimi esperimenti di Noah Baumback, regista che ho conosciuto e apprezzato moltissimo grazie a "Il calamaro e la balena", film che ho visto poco tempo fa e che mi ha colpito parecchio. Titolo meno enigmatico ma storia più complessa sotto alcuni aspetti, soprattutto da quello narrativo: un film che si sviluppa molto particolare, un film che cambia spesso faccia, approccio e punto di vista, rivelando, non alla fine ma nel corso di esso, vari significati e diversi contesti.
Questo è sia il lato negativo che quello positivo di questa pellicola perché se da un lato riesce a trattare vari temi dando poi diverse "morali" e, come ho detto prima, significati dall'altro in vari momenti sembra che il film si stia perdendo o che stia divagando in altri discorsi disconnessi tra di loro; il punto è che in alcuni casi questa graduale trasformazione è ben gestita e, quindi, comprensibile, nonché per quanto mi riguarda apprezzabile mentre in altri sembra proprio che il regista non si riesca a decidere su che cosa concentrarsi del tutto cambiando argomento in modo troppo drastico.
Questo crea nello spettatori dei momenti nei quali ci si chiede dove il film voglia andare a parare e che cosa veramente voglia dire.
Perciò questo "lato" del film non mi ha soddisfatto adeguatamente mentre per altri mi ha proprio appagato e appassionato.
Una regia comunque molto curata, che offre una notevole quantità di inquadrature delicate, profonde e molto significative, in alcuni casi proprio metaforiche (come l'ultima) edelle sequenze emozionanti.
Inoltre Baumback dirige in maniera sublime tutti e quattro gli attori protagonisti che hanno saputo confermare la loro bravura a partire da un Adam Driver, che ha già incontrato Noah in "Frances Ha" nel 2012, ancora lontano dal successivo successo riscontrato con "Star Wars - episodio VII", ad un bravissimo Ben Stiller, qui alla sua seconda collaborazione con il regista dopo "Lo Stavagante Mondo di Greenberg" per poi giungere ad una terza arrivata quest'anno con "The Meyerowitz Stories" nel quale troviamo al suo fianco anche Dustin Hoffman e Adam Sendler.
Ottime anche le interpreti femminili ovvero la giovane e talentuosa Amanda Seyfried e la sublime Naomi Watts.
Ultima nota per la splendida sceneggiatura che tra ironia, dramma, problemi generazionali, arte, documentari trova spazio anche per dei dialoghi alle volte quasi indimenticabili e tutto questo in una durata piuttosto contenuta.
VOTO: 7, 5/10
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elgatoloco
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martedì 29 settembre 2020
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sì, un po''di humor"yiddish", ma...
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Humor yiddish, un po'ma... "While We' re Young"(Noah Baumbach, anche autore della sceneggiatura e del soggetto, nonché produttore, 2014)francamente non "tira", oltre la bravura indubbia dei protagonisti Naomi Watts e Ben Stiller(meglio ancora della Watts, diremmo)nonché dei più giovani Adam Driver e Amanda Seyring, per non dire di Charles Grodin, suocerto del protagonista Stiller, nella finzione filmica, ovviamente. E'l'terna tematica dei quarantenni("anta" superati, anzi) senza figli, dove in particoalre il partner maschile si sente poco realizzato professionalmente(anzi qui il suo allievo, poi amico più giovane rischia di rubargli lavoro e carriera.
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Humor yiddish, un po'ma... "While We' re Young"(Noah Baumbach, anche autore della sceneggiatura e del soggetto, nonché produttore, 2014)francamente non "tira", oltre la bravura indubbia dei protagonisti Naomi Watts e Ben Stiller(meglio ancora della Watts, diremmo)nonché dei più giovani Adam Driver e Amanda Seyring, per non dire di Charles Grodin, suocerto del protagonista Stiller, nella finzione filmica, ovviamente. E'l'terna tematica dei quarantenni("anta" superati, anzi) senza figli, dove in particoalre il partner maschile si sente poco realizzato professionalmente(anzi qui il suo allievo, poi amico più giovane rischia di rubargli lavoro e carriera...)e in crisi per la non realizzazione del "sogno d'amore pieno"(ammmesso che sia tale, le coppie senza figli felici ormai non sono poche...)che inizia a provare invidia e rivalità-qui c'è anche lo scambio di coppia, pur se trattato con notevole delicatezza, ma questo elemento non sembra abbia agito troppo"pesantemente"sul film, mancandovi ogni volgarità, il che va onestamente riconosciuto), che viene trattata, in definitiva, in maniera convenzionale e dunque anche abbastanza stantia. Il tema aggiunto del suocerto ,regista-produttore di successo e il fatto che i giovani non"riescano a sfondare"sembra accessorio ma in realtà è dominante-detemrinante. quasi a voler dire(o almeno a suggerire)che le generazioni d'antan "vanno bene"; mentre arrancano coloro che al successo proprio non pervengono, ossia quelli che si muovono verso la"mezza età". Forse è questione anche generazionale(chi scrive ha passato l'età considerata.indicata)ma francamente la trattazione filmica avrebbe potuto e forse dovuto essere più brillante, anche se qui non scadiamo mai(bisogna ammetterlo)nel luogo comune più banale... Decisamente uno di quei film"in mezzo al guado"che, appunto perché tali, rimangono in una sorta di"limbo"filmico che sembra degno di miglior causa, senza perà riuscire ad ottenerla... Dimostrazione del fatto che una xeneggiatura ben scritta e la bravur(indubbia, mi sento in dvere di ripeterlo) degli attori, ma anche un regista decisamente bravo spesso non riescono a creare opere realmnete valide, spesso cioè"non bastano"..... El Gato
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domenico maria
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mercoledì 15 luglio 2015
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agli antipodi
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In una sala semivuota di mattina, in fuga da "Caronte", 7/8 persone davanti a questo film. Fine primo tempo, 5 minuti di pausa,silenzio ipnotico, abissale, rotto da una coppia dietro che non fa mistero della noia mortale e, dopo 2/3 minuti, concordemente lasciano la sala. Ammetto che dopo i primi quindici minuti interessanti, qualche bottarella di "pennica" mi ha toccato, a volte,al primo tempo. Posso riconoscere una certa verve paradossale, in maniera opposta, ai 2 protagonisti maschili. Certo meno a quelli femminili, di fondo incollate a stereotipi piuttosto usurati(la quarantenne che avuto un figlio ripete a macchinetta le emozioni con lo slancio di una tartaruga. Oppure la amica, moglie di Josh incatenata all'altro stereotipo, della quarantenne impossibilitata alla maternità, insoddisfatta e frustrata.
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In una sala semivuota di mattina, in fuga da "Caronte", 7/8 persone davanti a questo film. Fine primo tempo, 5 minuti di pausa,silenzio ipnotico, abissale, rotto da una coppia dietro che non fa mistero della noia mortale e, dopo 2/3 minuti, concordemente lasciano la sala. Ammetto che dopo i primi quindici minuti interessanti, qualche bottarella di "pennica" mi ha toccato, a volte,al primo tempo. Posso riconoscere una certa verve paradossale, in maniera opposta, ai 2 protagonisti maschili. Certo meno a quelli femminili, di fondo incollate a stereotipi piuttosto usurati(la quarantenne che avuto un figlio ripete a macchinetta le emozioni con lo slancio di una tartaruga. Oppure la amica, moglie di Josh incatenata all'altro stereotipo, della quarantenne impossibilitata alla maternità, insoddisfatta e frustrata. O ancora alla giovane compagna del neo giovane amico, anche essa sdraiata, sullo stile intellettual super trash del marito. Figure femminili opache(provate a pensare alla potenza di certe immagini pur totalmente negative e distruttive della Hollywood dei nostri nonni, tipo Bette Davis, Joan Crawford, Gloria Swanson...si dirà altri tempi e altro mondo...ma io insisto, Altmann "America Oggi", 20 anni fa, quale coraggio, quale potenza quale denuncia della polverizzazione del mito americano!). Personalmente certo, i due protagonisti maschili sono più articolati e interessanti: nondimeno la totale, ambigua amoralità del giovane "super trash", che sembra riuscire nel tentativo della scalata al successo, così liquida, fluida e disperatamente inaffidabile, continua a raccontarci di una generazione, negli USA, sprofondata, si direbbe pirandellianamente nella dissoluzione morale dell'individuo. Ma forse ci sta ancora meglio Zeno Cosini(Svevo), perchè davvero questo giovane attore ha strettissime assonanze con il concetto della inettitudine a livello cosmico. Rinuncio a vivere, rinuncio a scegliere, rinuncio a essere. Perdente è anche, di fondo, il Josh di Ben Stiller, che cerca di aggrapparsi a un codice di sentimenti e di regole che già lui stesso vede drammaticamente inattuale e minoritario, ma che, di fondo è ancora qualcosa, uno straccio di personalità e identità. Francamente vedo molto poco di divertente in questa pellicola, a meno di non accettare la constatazione che siamo anche in questo una colonia americana dove generazioni di genitori di mezza età e figli più o meno ventenni si identificano in questo modello "0---". E' vero che l'uso basso e volgare degli strumenti di comunicazione abbrutisce dentro,impoverisce l'animo e ammazza le passioni. Se i giovani stanno così, cosa dire della generazione dei 50, che queste oscenità e povertà d'animo di fatto le ha accettate,rendendosene complice. Potrebbe essere molto istruttivo. Guardate quale sorta di individui anagraficamente giovani, produce la cultura del Super trash, della maionese impazzita, della incapacità di scegliere, del terrore di essere se stessi. Allora diviene giusta, ragionevole e educativa, la conclusione di "Full Metal Jacket", come ce la racconta Joker, con a sfondo la marcetta disneyana ;la Guerra fa schifo, e il mondo fa schifo;ma in questo schifo di mondo questa esperienza da schifo mi ha insegnato il coraggio(che non è affatto una cosa che fa schifo): e anche se vivo una dicotomia isterica tra il mio motto "born to kill" e il simbolo della pace planetaria, almeno cercherò un compromesso di dignità tra queste due utopie. Poco più di 20 anni;cosa è successo?
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