carletta-kino
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domenica 26 gennaio 2014
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tutto già visto
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Non un'idea nuova che sia una ....
Le quattro gag tutte viste nel trailer
cosi non va
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melvin ii
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domenica 26 gennaio 2014
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cortellesi e papaleo star
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Un boss in salotto è un film commedia del 2014 scritto e diretto da Luca Miniero, con protagonisti Paola Cortellesi, Rocco Papaleo e Luca Argentero.
Il box office di Capodanno ha premiato il cinema italiano.
Un Boss in salotto ha sconfitto Frozen e Capitan Harlock, guadagnando il primato degli incassi
Miniero dopo i successi di Benvenuti al Sud e al Nord, ci riprova .
Cristina alias Carmela (Paola Cortellesi) è una donna del Sud che si è rifatta una vita ed una famiglia al Nord.
Ha rinnegato le sue origini ed è molto ambiziosa.
Spinge il marito(Luca Argentero) a fare carriera in azienda.
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Un boss in salotto è un film commedia del 2014 scritto e diretto da Luca Miniero, con protagonisti Paola Cortellesi, Rocco Papaleo e Luca Argentero.
Il box office di Capodanno ha premiato il cinema italiano.
Un Boss in salotto ha sconfitto Frozen e Capitan Harlock, guadagnando il primato degli incassi
Miniero dopo i successi di Benvenuti al Sud e al Nord, ci riprova .
Cristina alias Carmela (Paola Cortellesi) è una donna del Sud che si è rifatta una vita ed una famiglia al Nord.
Ha rinnegato le sue origini ed è molto ambiziosa.
Spinge il marito(Luca Argentero) a fare carriera in azienda.
Gli stessi figli, Vittorio e Fortuna sono “spinti” a primeggiare a scuola e nella danza.
L’improvviso “arrivo” del fratello Ciro(Rocco Papaleo) sconvolge l’equilibrio e la pace di Cristina.
Il passato torna ed Cristina è costretta a farci i conti.
Ciro è un “piccolo” delinquente, ma che per una serie d’equivoci, viene scambiato dagli abitanti del paese per un “potente” Boss della camorra e quindi molto “riverito”
Papaleo e Cortellesi confermano d’essere anche due brillanti attori” comici.”
Reggono la scena e dettano i tempi del film in una storia abbastanza banale.
Divertente e graffiante come sempre la presenza di Angela Finocchiaro.
Scialbo ed inutile la presenza di Argentero, giustamente nel film interpreta il ruolo del”Dott Coso”.
Miniero ci racconta, come spesso, l’apparenza sia più importante della sostanza.
Un Boss in salotto regala qualche sorriso e con il finale ci fa capire che la vera ricchezza è nella famiglia.
Un film leggero e semplice e senza pretese, un merito per il nostro”complicato” cinema.
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luca27
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sabato 25 gennaio 2014
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benvenuti nel salotto di miniero
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Speravo di andare al cinema a consolarmi del pessimo cinepanettone indigesto con una bella e sana commedia all'italiana, e invece ne sono uscito ancora più triste! Triste perchè "Un Boss in salotto" è un film con enormi potenzialità comiche mal gestite. Alla fin dei conti si "salva" con 2 stelle di valutazione grazie all'indiscussa bravura della Cortellesi e di Papaleo (per quanto quest'ultimo possa risultare antipatico a qualcuno), mentre le battute comiche talvolta al limite del ridicolo e le solite gag incentrare tra il dualismo (ormai superato nelle nuove generazioni) tra Nord e Sud sono da dimenticare! Questo lungometraggio è l'ennesima dimostrazione che il genere della Commedia in Italia è entrato in una crisi da cui sarà difficile uscire se si resterà ancorati alle tematiche ormai viste e riviste, e se non si apriranno le menti degli sceneggiatori, dei registi e dei produttori verso scenari diversi: i giovani non sono attratti da questi titoli, e nemmeno i più grandi lo saranno in futuro se non cambia qualcosa.
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Speravo di andare al cinema a consolarmi del pessimo cinepanettone indigesto con una bella e sana commedia all'italiana, e invece ne sono uscito ancora più triste! Triste perchè "Un Boss in salotto" è un film con enormi potenzialità comiche mal gestite. Alla fin dei conti si "salva" con 2 stelle di valutazione grazie all'indiscussa bravura della Cortellesi e di Papaleo (per quanto quest'ultimo possa risultare antipatico a qualcuno), mentre le battute comiche talvolta al limite del ridicolo e le solite gag incentrare tra il dualismo (ormai superato nelle nuove generazioni) tra Nord e Sud sono da dimenticare! Questo lungometraggio è l'ennesima dimostrazione che il genere della Commedia in Italia è entrato in una crisi da cui sarà difficile uscire se si resterà ancorati alle tematiche ormai viste e riviste, e se non si apriranno le menti degli sceneggiatori, dei registi e dei produttori verso scenari diversi: i giovani non sono attratti da questi titoli, e nemmeno i più grandi lo saranno in futuro se non cambia qualcosa. Pietro Valsecchi, che sta mettendo sotto contratto i vari Pio e Amedeo, I Soliti Idioti e Checco Zalone dovrebbe insegnare qualcosa, no? Miniero, sull'onda del successo del "remake" Benvenuti al Sud, ha sfornato due prodotti insufficienti qualitativamente e troppo simili fra di loro (mi riferisco ovviamente a "Benvenuti al nord" e a "Un Boss in salotto"). Basta! Che dimostri di saper cambiare registro e portare sul grande schermo un film che faccia ridere senza "prendere spunto" da altro. Lui è il soggetto della mia critica principale, perchè rappresenta un regista che ha dimenticato in fretta la creatività a favore del botteghino...e così non si va da nessuna parte. Anzi, a lungo andare anche al box office se ne risente.
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santospago
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venerdì 24 gennaio 2014
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noiosissimo
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di nuovo banalità tra nord e sud ..... vabbe ... ma la colpa è mia che abbocco.
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melania
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giovedì 23 gennaio 2014
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divertente
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Film divertente,leggero,non banale,nel suo genere.Bravi Rocco Papaleo e la Cortellesi.Mi ha fatto fare quattro risate,anche se di solito preferisco i film drammatici.
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petri
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mercoledì 22 gennaio 2014
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un filmetto
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Noioso.
Non c'è una cosa che non sia già stata vista e rivista.
La scena del gatto è da vergognarsi.
papaleo imbarazzante
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savinoantolini
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lunedì 20 gennaio 2014
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film carino ma un pò demeziale
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Un po' volgare come film ma divertente da vedere gli attori sono stati perfetti.
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franky108
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venerdì 17 gennaio 2014
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brutto,noiso e offensiva per tutti
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Penso che "un boss in salotto" sia il genere di film che non andrebbe mai fatto.
E' stupido, è inutile, non traspette nulla. Non è nè carne nè pesce e riesce a risultare offensivo verso tutte le categorie immaginabili.
Paola Cortellesi, che ormai è l'omba di sè stessa(e che credo scelga i film da intepretare pescandoli da un cilindro,senza leggerne la trama), è la tipica donna del sud che scappa a nord per cercare fortuna(perchè si sà, al Sud sono tutti contadini e chicchieroni). Cambia nome da Carmela a Cristina e si sposa il bel Mario(?), un Luca Argentero che fa quel che può con il personaggio squallido che gli hanno affibiato.
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Penso che "un boss in salotto" sia il genere di film che non andrebbe mai fatto.
E' stupido, è inutile, non traspette nulla. Non è nè carne nè pesce e riesce a risultare offensivo verso tutte le categorie immaginabili.
Paola Cortellesi, che ormai è l'omba di sè stessa(e che credo scelga i film da intepretare pescandoli da un cilindro,senza leggerne la trama), è la tipica donna del sud che scappa a nord per cercare fortuna(perchè si sà, al Sud sono tutti contadini e chicchieroni). Cambia nome da Carmela a Cristina e si sposa il bel Mario(?), un Luca Argentero che fa quel che può con il personaggio squallido che gli hanno affibiato.
Lei cerca la perfezione e il successo in maniera maniacale, lui uno sfigato poco talentuoso spinto dalla moglie a rincorrere il successo(pur senza avere meriti).
Due caricature fastidiose e per nulla simpatiche.
I due figli sono i tipici figli da film italiani, lui(rigorosamente il maggiore) bello e arrabbiato ma dolce e lei piccola e indifesa ma molto simpatica.
La loro perfetta,falsa, armonia viene sconvolta dall'arrivo del fratello di Cristina, brutto,bruzzurro, vestito male e che si comporta anche peggio.
Giungendo dal sud è chiaramente poco inteligente e poco avvezzo alla cultura.
Usa la parola Ricchione una frase sì e una no per offendere suo cognato(Italiano medio: ahahah ricchione, che parola divertente. Poi la dice Papaleo quindi ridere,grande ridere)
cerca di rivoluzionare la famiglia con i suoi modi di fare bruschi(perchè al sud 'educazione non è ancora stata importata) e sporchi.
tutto sembra andare male finchè il paese scopre che lui è sospettato di essere un Boss.
E allora il capo di Mario,con moglie al seguito(clichè dell'uomo nordico freddo,distaccato,doppiogiochista e altezzoso) decide di iniziare un rapporto di "amicizia", lo promuove,gli regala una macchina e li invitano alle serate mondane.
anche la vicina brutta(e quindi gattara) comincia a salutarli,così come l'unica persona di colore che è chiaramente una cameriera e che chiama i propri titolari "padroni".
Insomma una serie di luoghi comuni che potevano far ridere 20 anni fa ma ora risultano solo tristi,penosi e noiosi.
durante il film non si ride, gli sketch sono superati(il gatto che viene ucciso e cercato di nascondere in malomodo), le battute non sono battute e le situazioni non sono divertenti(certo qualche eccezione c'è).
Non è romantico perchè da buoni nordici Carmela e Mario sono freddi e poco amorevoli, non è demenziale perchè si prende fin troppo sul serio e non trasmette nessun messaggio(o perlomeno nessuno che meriti una nuova pellicola per essere trasmesso).
Insomma,un fallimento su tutti i fronti.
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umberto
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giovedì 16 gennaio 2014
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non merita le critiche dei soliti "gatti sapienti"
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Sono andato a vedere questo film con qualche perplessità motivata un po' dalla delusione del film "benvenuti al nord" (dello stesso regista) e dalle critiche espresse da certi critici che sono sempre alla ricerca di non so quali messaggi subliminali anche nei semplici film d'intrattenimento. Qui non siamo di fronte ai soliti cinepanettoni natalizi che puntano tutto solo sulle immagini scollacciate e sulle battutacce triviali.Senza essere un capolavoro il film diverte (e questo è il suo compito) e gli interpreti principali (Paola Cortellesi e Rocco Papaleo) sono veramente bravi. Ciò è quanto ci si aspetta da questo film e che è perfettamente mantenuto.
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Sono andato a vedere questo film con qualche perplessità motivata un po' dalla delusione del film "benvenuti al nord" (dello stesso regista) e dalle critiche espresse da certi critici che sono sempre alla ricerca di non so quali messaggi subliminali anche nei semplici film d'intrattenimento. Qui non siamo di fronte ai soliti cinepanettoni natalizi che puntano tutto solo sulle immagini scollacciate e sulle battutacce triviali.Senza essere un capolavoro il film diverte (e questo è il suo compito) e gli interpreti principali (Paola Cortellesi e Rocco Papaleo) sono veramente bravi. Ciò è quanto ci si aspetta da questo film e che è perfettamente mantenuto.
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lupo67
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mercoledì 15 gennaio 2014
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simpatico, ma trascurabile
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Luca Miniero, regista di Benvenuti al Sud, mette in scena la storia di una famiglia perfetta (in apparenza) che viene travolta dall’arrivo del fratello di lei, sguaiato ladruncolo accusato di associazione mafiosa.
Su di una trama del genere è possibile costruire qualsiasi cosa, magari non originale ma sicuramente divertente. E invece Miniero sembra tira il freno e confeziona un prodotto privo di idee (a partire dal loffio titolo), dalla trama un po’ noiosetta, e con personaggi tanto stereotipati dal risultare in altrettante macchiette, prive di carica emotiva e di spessore.
Gli attori a loro volta non sembrano convinti dell’esperimento, e infatti Paola Cortellesi , pur sfoderando uno strepitoso accento veneto, non riesce ad accendere una Cristina imbalsamata nel suo stesso ruolo; Rocco Papaleo interpreta Ciro, il fratello di lei, ma a parte l’espediente di una risatina idiota e irritante Papaleo non aggiunge nulla al suo solito personaggio di sempre.
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Luca Miniero, regista di Benvenuti al Sud, mette in scena la storia di una famiglia perfetta (in apparenza) che viene travolta dall’arrivo del fratello di lei, sguaiato ladruncolo accusato di associazione mafiosa.
Su di una trama del genere è possibile costruire qualsiasi cosa, magari non originale ma sicuramente divertente. E invece Miniero sembra tira il freno e confeziona un prodotto privo di idee (a partire dal loffio titolo), dalla trama un po’ noiosetta, e con personaggi tanto stereotipati dal risultare in altrettante macchiette, prive di carica emotiva e di spessore.
Gli attori a loro volta non sembrano convinti dell’esperimento, e infatti Paola Cortellesi , pur sfoderando uno strepitoso accento veneto, non riesce ad accendere una Cristina imbalsamata nel suo stesso ruolo; Rocco Papaleo interpreta Ciro, il fratello di lei, ma a parte l’espediente di una risatina idiota e irritante Papaleo non aggiunge nulla al suo solito personaggio di sempre. Luca Argentero ha tra le mani il personaggio di Michele Coso, marito di Cristina e forse la figura più sfaccettata di tutto il cast, ma l’interpretazione è quella di un nasello bollito. Angela Finocchiaro fa come al solito un buon lavoro nell’interpretare Doriana, la cinica moglie del titolare dell’azienda dove Michele lavora, ma non appena cominciate a divertirvi con il suo personaggio Miniero vi riporta bruscamente al pesce bollito. Unica stellina del film è Lavinia De' Cocci, che interpreta la simpaticissima Fortuna, la minore dei due figli della coppia.
Non sarebbe un film da sconsigliare, in sé. Si potrebbe sorvolare su alcune volgarità gratuite, sull’uso intenso di luoghi comuni, di situazioni scontate, di comicità a buon mercato. In alcuni momenti si ride, spesso si sorride, e il film scorre via anche se alcuni passaggi sono un po’ laschi.
Poi, però, arriva il finale. Facile facile, senza grande impegno, e sommamente deludente. Un finale che da solo meriterebbe fosse istituita una categoria di Razzie apposita (Worst ending?). Un finale che vede tutti sconfitti e contenti, appagati della loro mesta mediocrità.
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