Un boss in salotto |
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Un film di Luca Miniero.
Con Paola Cortellesi, Rocco Papaleo, Luca Argentero, Angela Finocchiaro, Alessandro Besentini.
continua»
Commedia,
durata 90 min.
- Italia 2014.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 1 gennaio 2014.
MYMONETRO
Un boss in salotto
valutazione media:
2,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il vero film di Natale, seppur in ritardo...di Alexcold83Feedback: 1906 | altri commenti e recensioni di Alexcold83 |
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martedì 7 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nonostante la cattiva sorpresa riservatami alla biglietteria dell'UciCinemas (Voucher 2x1 di Mymovies ritenuto non valido, ho scritto una mail alla redazione) ho visto questo film che mi ha subito rimesso di buon umore. Miniero dovrebbe telefonare a Pieraccioni e a Neri Parenti per spiegare come dovrebbe essere il film di Natale per famiglie, leggero e ricco di battute e gag divertenti ma anche capace di far riflettere e con un finale non scontato e soprattutto non necessariamente a lieto fine. E' veramente un peccato che sia uscito per l'Epifania, probabilmente molti lo apprezzeranno nei prossimi mesi quando andrà in giro ad arricchire i palinsesti delle pay tv. Ancora una volta il regista mette in campo il confronto nord-sud, esaltandone gli aspetti più ridicoli e stereotipati. Il quadro è quello di una tipica famiglia dell’estremo nord, apparentemente perfetta e basata sull’ambizione (tipico marchio della voglia di riscatto della donna “meridionale”) della “mater familias” Cristina/Carmela (ottimamente interpretata da Paola Cortellesi, vera star del film) che guida e si impone sul marito belloccio e infantile e di scarsa personalità tanto da avere come cognome “Coso”, ben recitato da Luca Argentero, e sui suoi figli, affinché questi siano “una famiglia per bene” che possa puntare con forza e talvolta “a forza” nell’alta società, fregandosene di come la superficialità e l'apparenza della loro esistenza possa portare al ridicolo o peggio alla distruzione la propria stessa identità. Il quadro viene sconvolto dallo zio Ciro spacciato da tutti i giornali come “camorrista” (Rocco Papaleo), che porta “giù al nord” tutta la sua sincera espressività partenopea costringendo la bolzanina “Cristina” a fare i conti con il proprio passato nascosto e con la sua personalità da “Carmela”. Lentamente lo zio si addentrerà nella vita perfettina della sorella, dapprima come assoluto incomodo, tenendole testa e riportando la famiglia intera alla realtà, fino a riuscire a farle riemergere la voglia di ricordare le proprie origini e a ricucire quel rapporto che si era distrutto, e infine “salvando” i due stessi figli della famiglia che rischiavano di farsi travolgere dal vortice dell’infelicità di certe imposizioni sempre frutto della superficialità dei loro genitori. I due veri “nemici” saranno invece i due coniugi datori di lavoro del marito, tipici rappresentanti della "Kasta" e veri fautori di un “rollercoaster” che porterà la famiglia Coso dalla polvere all’altare fino al colpo di scena finale. Una volta ingranata la marcia, il film (soprattutto nei primi 60 minuti) è un susseguirsi di battute e gag, alcune godibilissime (esempio: la cena con i datori di lavoro), grazie anche all’impegno degli attori che ce la mettono davvero tutta. L’unico leggermente “fuori ruolo” è Papaleo, non è napoletano D.O.C. e si sente, ma compensa la carenza linguistica con tutta l’espressività possibile. Il finale, come detto, non è pienamente a lieto fine, ma è altamente significativo, con la morale: è il volersi bene a fare grande una famiglia anche di fronte alle avversità e non l’apparenza o il merito o la posizione sociale occupata. Nota finale: rispetto agli altri film di Natale (mediocri) di quest’anno, il “product placement” è decisamente più moderato, a parte un 30 secondi di markettone evidente alla Fiat (pubblicità di un modello Alfa Romeo) non mi pare ci siano altri prodotti in mostra. Anche questo fa la differenza.
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