maybenot
|
lunedì 3 febbraio 2014
|
film mediocre figlio di un periodo mediocre.
|
|
|
|
Il film è decisamente mediocre. Ha visibilità solo per mancanza di alternative. Bisio in un ruolo tragico è semplicemente fuori luogo. Un film dove si prova in tutti i modi di ammiccare allo spettatore, simbolico il continuo ripetere che "C'è la crisi" mentre si fa la bella vita nei salotti eleganti. Argomenti SERI come la depressione che porta la moglie di Abatantuono a tagliarsi i polsi raccontata tra una tetta e l'altra che rende il tutto solamente molto triste, una morte che invece che essere tragica sfiora il comico.
Le scene comiche sono di una banalità e di una pochezza infinita. Un film che come cavallo di bataglia ha una suora che si palpa? Veramente!?
Un discorso a parte il finale.
[+]
Il film è decisamente mediocre. Ha visibilità solo per mancanza di alternative. Bisio in un ruolo tragico è semplicemente fuori luogo. Un film dove si prova in tutti i modi di ammiccare allo spettatore, simbolico il continuo ripetere che "C'è la crisi" mentre si fa la bella vita nei salotti eleganti. Argomenti SERI come la depressione che porta la moglie di Abatantuono a tagliarsi i polsi raccontata tra una tetta e l'altra che rende il tutto solamente molto triste, una morte che invece che essere tragica sfiora il comico.
Le scene comiche sono di una banalità e di una pochezza infinita. Un film che come cavallo di bataglia ha una suora che si palpa? Veramente!?
Un discorso a parte il finale. Non è credibile. In un film del genere la credibilità è importante. Ma il finale stravolge tutto. E' la sagra dell'improbabile. E' impossibile che "grazie a poteri nascosti della potenza dei soldi" Bisio riesca a passare indenne da un omicidio colposo. NON E' CREDIBILE. Il che lascia all'uscita della sala l'amaro in bocca per aver perso 2 ore di vita a vedere sto film che è la radiografia perfetta della pochezza del cinema italiano di oggi.
[-]
[+] bella recensione
(di mauro)
[ - ] bella recensione
[+] bisio non è innocente......
(di francesco2)
[ - ] bisio non è innocente......
[+] si tratta di satira
(di aggiò)
[ - ] si tratta di satira
|
|
[+] lascia un commento a maybenot »
[ - ] lascia un commento a maybenot »
|
|
d'accordo? |
|
mauro
|
domenica 16 febbraio 2014
|
un film che non sta bene
|
|
|
|
Credo che questo film si scontri con un limite grosso come una casa: fare la parodia ad una situazione reale che possiamo definire già paradossale, è come se Mel Brooks volesse fare la parodia ad uno dei suoi film, infatti il risultato è quello. Non credo che si possa affrontare un argomento di scottante attualità in un modo così demenziale, ne esce un ritratto impoverito di molte sfaccettature, nel quale i suoi tratti più conosciuti vengono inutilmente sottolineati e quindi si perde la possibilità di raccontare davvero un immaginario epilogo di questa situazione che non è sicuramente ciò che il film ci fa vedere nel finale. Se il raccontare la famiglia odierna è quello che è stato raccontato nel film, beh ne facevamo anche a meno, esistono centinaia di film con la stessa trama, la tragedia all'italiana anche basta, grazie! Margherita Buy poi è sempre la stessa!!! Non se ne può più dei suoi personaggi nevrotici, con questa sorta d'incapacità comunicativa perenne, mi piacerebbe anche vederla in ruoli di donna diversa, magari più sicura di sè ed aggressiva, così mi sembra lo stesso personaggio trasportato ormai in decine di film.
[+]
Credo che questo film si scontri con un limite grosso come una casa: fare la parodia ad una situazione reale che possiamo definire già paradossale, è come se Mel Brooks volesse fare la parodia ad uno dei suoi film, infatti il risultato è quello. Non credo che si possa affrontare un argomento di scottante attualità in un modo così demenziale, ne esce un ritratto impoverito di molte sfaccettature, nel quale i suoi tratti più conosciuti vengono inutilmente sottolineati e quindi si perde la possibilità di raccontare davvero un immaginario epilogo di questa situazione che non è sicuramente ciò che il film ci fa vedere nel finale. Se il raccontare la famiglia odierna è quello che è stato raccontato nel film, beh ne facevamo anche a meno, esistono centinaia di film con la stessa trama, la tragedia all'italiana anche basta, grazie! Margherita Buy poi è sempre la stessa!!! Non se ne può più dei suoi personaggi nevrotici, con questa sorta d'incapacità comunicativa perenne, mi piacerebbe anche vederla in ruoli di donna diversa, magari più sicura di sè ed aggressiva, così mi sembra lo stesso personaggio trasportato ormai in decine di film. Abatantuono invece è proprio bravo, perchè il suo personaggio è tutto sommato credibile e l'interpreta bene. Il personaggio di Bisio invece non è umano, mi pare un Fantozzi rivisitato e ficcato in una situazione reale, non può essere credibile, esiste un limite anche a questo. La pellicola soffre di una sceneggiatura decisamente scadente, nella quale gli avvenimenti vengono concatenati senza che tra loro ci sia un ponte ben articolato, si tenta con qualche stratagemma di tenere alta l'attenzione dello spettatore, con qualche piccolo colpo di scena ma sostanzialmente sembra proprio una sceneggiatura fatta di qualche idea isolata collegata in modo molto raffazzonato alla trama principale del film. Ne esce un prodotto debole perchè non racconta nulla in realtà dei nostri tempi è comunque molto rischioso e quasi sempre fallimentare fare questo genere di film perchè si scontrano con ciò che succede davvero che è molto più brutto, interessante e di qualità enormemente superiore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauro »
[ - ] lascia un commento a mauro »
|
|
d'accordo? |
|
fausta rosa
|
domenica 9 febbraio 2014
|
"la gente che sta bene" fa stare male
|
|
|
|
Se pensavamo di passare 105 minuti in leggerezza e buonumore, tra risate liberatorie e scanzonate battute, come indicato nella presentazione del film: commedia, ci siamo sbagliati di grosso.
"La gente che sta bene"è un dramma cinico in cui le atmosfere esasperate ed esagerate, dai toni cupi e angoscianti di una Milano e di una Berlino senza volto e senza umanità, fanno male più di quanto lo faccia la realtà che cerca in qualche modo di raccontare. Perchè crisi di valori sì, ma senza possibilità di redenzione, così come ci viene proposto,angoscia e tormenta.
Non si riesce a ridere, e se qualche battuta merita, il malessere creato dalle varie situazioni paralizza e gela.
Le tipologie negative si susseguono, s'incontrano, si scontrano.
[+]
Se pensavamo di passare 105 minuti in leggerezza e buonumore, tra risate liberatorie e scanzonate battute, come indicato nella presentazione del film: commedia, ci siamo sbagliati di grosso.
"La gente che sta bene"è un dramma cinico in cui le atmosfere esasperate ed esagerate, dai toni cupi e angoscianti di una Milano e di una Berlino senza volto e senza umanità, fanno male più di quanto lo faccia la realtà che cerca in qualche modo di raccontare. Perchè crisi di valori sì, ma senza possibilità di redenzione, così come ci viene proposto,angoscia e tormenta.
Non si riesce a ridere, e se qualche battuta merita, il malessere creato dalle varie situazioni paralizza e gela.
Le tipologie negative si susseguono, s'incontrano, si scontrano.
Umberto Borlone,( Claudio Bisio), l'avvocato milanese infantile e senza scrupoli, che lascia sconcertati per il suo cinismo sia sul lavoro, licenziando collaboratori poco produttivi su indicazione del capo, come in famiglia: l'arrivo di un terzo figlio non è previsto in tempo di crisi e quindi....
Patrizio Accesi ( Diego Abatantuono), l'avvocato più importante di Milano, che usa gli altri, anche gli affetti, per consolidare la sua posizione. Perfino il Maresciallo dei carabinieri gioca con le miserie umane utilizzando il suo ruolo.
Solo Carla( Margherita Buy ), la moglie dell'avvocato Borlone, senza clamori nè colpi di scena, ha la forza di allontanarsi con i figli e di proteggere la vita che ha in sè.Il regista Patierno sembra voler affidare alla donna il compito di salvare l'uomo dalla caduta finale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fausta rosa »
[ - ] lascia un commento a fausta rosa »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
lunedì 3 febbraio 2014
|
com'è realmente strutturata la società odierna
|
|
|
|
Film in cui si racconta di un affermato avvocato (interpretato da Claudio Bisio) che un giorno inaspettatamente viene licenziato dal titolare dello studio legale presso cui lavora. Da questo momento in cui egli paventa il proprio futuro non più ricco di agi ed all'insegna di una certa sicurezza, il protagonista si adopererà in ogni modo al fine di trovare una degna occupazione che gli consenta di vivere per tutto il resto della propria vita in tutta tranquillità e benessere. Sembrerà trovarla grazie alla conoscenza di un imprenditore (interpretato da Diego Abatantuono) ma numerose avventure e compromessi dovrà affrontare, e per lui non del tutto piacevoli.
[+]
Film in cui si racconta di un affermato avvocato (interpretato da Claudio Bisio) che un giorno inaspettatamente viene licenziato dal titolare dello studio legale presso cui lavora. Da questo momento in cui egli paventa il proprio futuro non più ricco di agi ed all'insegna di una certa sicurezza, il protagonista si adopererà in ogni modo al fine di trovare una degna occupazione che gli consenta di vivere per tutto il resto della propria vita in tutta tranquillità e benessere. Sembrerà trovarla grazie alla conoscenza di un imprenditore (interpretato da Diego Abatantuono) ma numerose avventure e compromessi dovrà affrontare, e per lui non del tutto piacevoli.
La pellicola, che nel complesso è costituita da una comicità brillante e fortemente arguta, in realtà è dotata di una vena alquanto amara, per non dire tragica. Il tema serio e spinoso della crisi odierna del mondo del lavoro viene qui affrontato con un tono lieve ed un pò scanzonato, ma che scopre subito che la vera anima del film è piuttosto nera e molto ben camuffata dietro gli episodi e le scene esilaranti in cui vige uno sguardo appunto disincantato e cinico, atto a dimostrare quanto la società di oggi sia divenuta arrogante e ridotta praticamente al rango di una giungla. Una giungla in cui ciò che conta è solo l'avere una posizione di un certo spicco e soprattutto il fatto di possedere una grande quantità di soldi. Se un individuo, suo malgrado, non possiede nulla di ciò, o solo in minima parte, non viene minimamente considerato e rimane relegato a vivere una vita in secondo piano, come la scelta finale e preferibile da parte del protagonista.
Nel suo insieme il film è piacevole e divertente e, sebbene non riveli nulla di nuovo per ciò che concerne la già ampiamente trattata tematica del mondo del lavoro, soprattutto ad alti livelli, nonchè l'implicito suo giudizio, ha però il pregio di essere ben interpretato e dunque di essere sicuramente apprezzato. Claudio Bisio impersona ottimamente la figura dell'avvocato inizialmente scaltro, cinico ed arrogante ed in seguito untuoso,impacciato ed infine addirittura disgustato e fortemente in crisi. Gli altri attori, da Diego Abatantuono , a Margherita Buy ed a Claudio Bigagli, pur assai meritevoli nei propri ruoli gli fanno da contorno in quanto la scena risulta completamente dominata da lui .
Per riflettere, seppur in maniera leggerezza e con quasi spensieratezza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
mauro.t
|
lunedì 17 febbraio 2014
|
film che non sa in che genere stare
|
|
|
|
Umberto Dorloni (Bisio) è un avvocato d’affari infantile e arrivista, che non esita a fare le scarpe a subordinati e a colleghi, e non ha buoni rapporti né con la famiglia né col capo. A un certo punto Dorloni viene inaspettatamente licenziato. Con l’obiettivo di salire la scala sociale, raccoglierà l’occasione offerta da un boss dell’ordine, l’avv. Piazzesi (Abatantuono), corrotto e arrogante. Ma la nuova strada è piena di imprevisti e ostacoli. In questo mare di amici degli squali della finanza, le mogli si smarcano e giocano un ruolo diverso. La moglie ultraquarantenne di Dorloni (Buy) resta incinta e vorrebbe tenersi il bambino, provocando un conflitto all’interno della coppia.
[+]
Umberto Dorloni (Bisio) è un avvocato d’affari infantile e arrivista, che non esita a fare le scarpe a subordinati e a colleghi, e non ha buoni rapporti né con la famiglia né col capo. A un certo punto Dorloni viene inaspettatamente licenziato. Con l’obiettivo di salire la scala sociale, raccoglierà l’occasione offerta da un boss dell’ordine, l’avv. Piazzesi (Abatantuono), corrotto e arrogante. Ma la nuova strada è piena di imprevisti e ostacoli. In questo mare di amici degli squali della finanza, le mogli si smarcano e giocano un ruolo diverso. La moglie ultraquarantenne di Dorloni (Buy) resta incinta e vorrebbe tenersi il bambino, provocando un conflitto all’interno della coppia. La moglie di Piazzesi, ormai delusa dal marito, cerca la compagnia di Dorloni, e le cose si complicano. Il film parte come una commedia, ma finisce in tragedia. Sul mondo della finanza odierna (che fa da scenario) non si fanno sconti. Se la storia tratta dal romanzo di Baccomo è buona, la trasposizione del regista sembra destreggiarsi male tra il registro leggero e quello drammatico. Forse per questo alcuni attori sembrano avere difficoltà a fare una scelta. Bisio non riesce a dare unitarietà a un personaggio con tratti da commedia all’italiana epigono di Sordi, che mal si accoppiano a momenti di forti travagli interiori. Nel complesso risulta decisamente fuori parte, perché troppo macchiettistico e umile per apparire credibile come avvocato rampante. Perfetto invece Abatantuono, che riesce a fornire una interpretazione eccellente nei panni di un personaggio volgare e senza scrupoli.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauro.t »
[ - ] lascia un commento a mauro.t »
|
|
d'accordo? |
|
melvin ii
|
giovedì 20 marzo 2014
|
un affresco poco riuscito della milano 2.0
|
|
|
|
La gente che sta bene” è un film scritto e diretto da Francesco Patierno, con Claudio Bisio, Diego Abatantuono, Margherita Buy, Jennipher Rodriguez.
Ancora una una volta i produttori e sceneggiatori italiani in perenne crisi di creatività, attingono a piene mani nella letteratura .
Nel caso specifico dal libro onomino di Federico Baccamo edito da Marsilio.
Il protagonista è Umberto Dorloni(Claudio Bisio) un’ ambizioso avvocato cinquantenne in un’importante studio legale.
Sposato con Carla(Margerita Buy)e con due figli, la sua vita scorre via tra affari e impegni mondani, nonostante la crisi.
[+]
La gente che sta bene” è un film scritto e diretto da Francesco Patierno, con Claudio Bisio, Diego Abatantuono, Margherita Buy, Jennipher Rodriguez.
Ancora una una volta i produttori e sceneggiatori italiani in perenne crisi di creatività, attingono a piene mani nella letteratura .
Nel caso specifico dal libro onomino di Federico Baccamo edito da Marsilio.
Il protagonista è Umberto Dorloni(Claudio Bisio) un’ ambizioso avvocato cinquantenne in un’importante studio legale.
Sposato con Carla(Margerita Buy)e con due figli, la sua vita scorre via tra affari e impegni mondani, nonostante la crisi.
Improvvisamente la sua “serena” vita, prende una brutta piega, con un brusco licenziamento dopo un’affare saltato.
La moglie inoltre gli comunica una nuova gravidanza.
Sembra tutto perso per il protagonista, quando a una cena incontra Patrizio Azzesi( Abatantuono), cinico e spregiudicato avvocato che gli propone un nuovo lavoro in una multinazionale.
Bisio farà anche la conoscenza della moglie di Abatantuono, la sinuosa Morgana (Rodriguez)
Il film racconta il travaglio interiore del protagonista e le scelte che sarà chiamato a fare in seguito a drammatici accadimenti.
Non lasciatevi ingannare dal titolo , “La gente che sta bene” è un film amaro, crudo.
Patierno ci racconta quanto sia effimera e vacua la nostra società.
Ben diretto e recitato, la parte debole è nella sceneggiatura e nei dialoghi.
Il film parte bene, ma poi si perde strada facendo, diventando lento e prevedibile.
Bisio, e in particolare Abantuono, danno una discreta profondità ai loro personaggi .
La Rodriguez, anche se con chiari limiti strutturali, riesce a rendere credibile il personaggio della “terza moglie” annoiata e problematica.
La Buy è “la solita” donna malinconica e stressata credibile.
Una volta ci si chiedeva se anche i commercialisti avessero un’anima.
Patierno, con il suo finale ci dà la risposta sugli avvocati.
Alla fine del film, invece rimane allo spettatore la sensazione di un film dignitoso, ma senz’anima
[-]
|
|
[+] lascia un commento a melvin ii »
[ - ] lascia un commento a melvin ii »
|
|
d'accordo? |
|
leone baiaffa
|
domenica 15 marzo 2015
|
bel progetto non riuscito.
|
|
|
|
L'idea del film di realizzare un ritratto verosimile della società odierna, in mano a cinici personaggi senza scrupoli, anche se un po' sfruttata, poteva essere di sicuro realizzata molto meglio.
Forse il lavoro del regista non è riuscito ad affrontare al meglio i tanti temi proposti che vanno dai problemi della crisi economica al mondo del lavoro gestito da personaggi senza morale e rispetto, alla ultrasfruttata tematica dell'incomunicabilità tra genitori e figli, attraversando le pieghe dei rapporti di coppia critici e delle mogli insoddisfatte da mariti troppo impegnati sul lavoro.
Per tale motivo il film non decolla, non chiarisce fino in fondo nessuna delle tematiche che affronta e, pur affidandosi ad un buon cast di attori (Abatantuono su tutti), lascia deluso lo spettatore soprattutto per il finale scontatissimo e banale.
[+]
L'idea del film di realizzare un ritratto verosimile della società odierna, in mano a cinici personaggi senza scrupoli, anche se un po' sfruttata, poteva essere di sicuro realizzata molto meglio.
Forse il lavoro del regista non è riuscito ad affrontare al meglio i tanti temi proposti che vanno dai problemi della crisi economica al mondo del lavoro gestito da personaggi senza morale e rispetto, alla ultrasfruttata tematica dell'incomunicabilità tra genitori e figli, attraversando le pieghe dei rapporti di coppia critici e delle mogli insoddisfatte da mariti troppo impegnati sul lavoro.
Per tale motivo il film non decolla, non chiarisce fino in fondo nessuna delle tematiche che affronta e, pur affidandosi ad un buon cast di attori (Abatantuono su tutti), lascia deluso lo spettatore soprattutto per il finale scontatissimo e banale.
Insomma è una commedia amara, che dovrebbe far riflettere sulle difficoltà della nostra società odierna ma che invece rimane inespressa, troncata a metà, sospesa tra il comico ed il drammatico, personalmente senza quel mordente che mi aspettavo di trovare.
Il nostro cinema ha dimostrato di saper fare di molto meglio ed anche gli attori protagonisti meritavano, forse, una sceneggiatura migliore.
In definitiva non lo consiglio perché non fa ridere e non fa riflettere come dovrebbe...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a leone baiaffa »
[ - ] lascia un commento a leone baiaffa »
|
|
d'accordo? |
|
stefano bruzzone
|
giovedì 28 agosto 2014
|
pessimo
|
|
|
|
Un film povero di contenuti, sceneggiatura molto superficiale e con un cast da dimenticare. Andiamo per ordine....Bisio non è un attore, almeno al cinema...forse a teatro o a Zelig, ma sul grande schermo sfiora il ridicolo come il personaggio che interpreta, un idiota di proporzioni immense che solo degli sceneggiatori burloni, si fa per dire, potevano immaginare come un principe del foro richiesto dai maggiori studi legali d'europa. Se non adorate Bisio evitate di guardarlo perche il 99% del film è fisso sulla sua faccia e sul frasario colmo di idiozie pazzesche che gli autori hanno partorito per lui e alla lunga il povero Claudio diventa persino antipatico.Il resto del cast non incide.
[+]
Un film povero di contenuti, sceneggiatura molto superficiale e con un cast da dimenticare. Andiamo per ordine....Bisio non è un attore, almeno al cinema...forse a teatro o a Zelig, ma sul grande schermo sfiora il ridicolo come il personaggio che interpreta, un idiota di proporzioni immense che solo degli sceneggiatori burloni, si fa per dire, potevano immaginare come un principe del foro richiesto dai maggiori studi legali d'europa. Se non adorate Bisio evitate di guardarlo perche il 99% del film è fisso sulla sua faccia e sul frasario colmo di idiozie pazzesche che gli autori hanno partorito per lui e alla lunga il povero Claudio diventa persino antipatico.Il resto del cast non incide. La Buy ha sempre la stessa interpretazione da stralunata qualsiasi film giri, anche fossero le comiche di Stanlio e Ollio, Abatantuono recita come se fosse diretto da Pupi Avati dimenticandosi dove si trova e il suo personaggio è assolutamente inutile e incomprensibile. Il resto sono meteore. Gli unici 3 minuti divertenti arrivano alla fine con Buccirosso nei panni di un Carabiniere burlone a chiudere una storia fatta di tanti fatti messi insieme male e senza profondità. Ennesimo pessimo film finanziato con i soldi dei contribuenti....quando la finirà il nostro governo di ingrassare le tasche di attori & Co. assolutamente non all'altezza?
Voto: 4
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano bruzzone »
[ - ] lascia un commento a stefano bruzzone »
|
|
d'accordo? |
|
r milone
|
domenica 15 marzo 2015
|
gran film di serie c
|
|
|
|
Eccessivo e sopra le righe...senza motivo. L’ idea, pur scontatissima e assolutamente reale, c’è; ma il “racconto cinematografico” è da barzelletta. Una cosa è il grottesco, un’ altra il ridicolo; una cosa il non sense un’ altra l’ illogica sequenza di fatti, per di più recitati come se si volesse provocare all’ infinito. Se il film fosse il racconto di un sogno (dove chiunque può dialogare con Einstein, andare a cena con Ingrid Bergman o fare affari con Al Capone) non sarebbe male. Banalizzo anch’io: si tratta di una occasione sprecata su una bella, possibile trama.
Mi suona come quelle ricerche o imprese giovanili messe su per farsi finanziare: un bel business plan, due idee messe su con inetlligenza e una presentazione accattivante.
[+]
Eccessivo e sopra le righe...senza motivo. L’ idea, pur scontatissima e assolutamente reale, c’è; ma il “racconto cinematografico” è da barzelletta. Una cosa è il grottesco, un’ altra il ridicolo; una cosa il non sense un’ altra l’ illogica sequenza di fatti, per di più recitati come se si volesse provocare all’ infinito. Se il film fosse il racconto di un sogno (dove chiunque può dialogare con Einstein, andare a cena con Ingrid Bergman o fare affari con Al Capone) non sarebbe male. Banalizzo anch’io: si tratta di una occasione sprecata su una bella, possibile trama.
Mi suona come quelle ricerche o imprese giovanili messe su per farsi finanziare: un bel business plan, due idee messe su con inetlligenza e una presentazione accattivante. Cosa poi verrà fuori, è un dettaglio che non interessa nessuno.
Non mi dilungo sulle ridicolaggini e le illogicità che rendono pessimo il risultato finale. Con il dovuto rispetto per chi “comunque” ci ha lavorato, mi stupisce che – a lavoro montato- né il regista né l’ autore del romanzo se ne siano accorti. Mi piacerebbe proprio parlarne serenamente con quest’ultimo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a r milone »
[ - ] lascia un commento a r milone »
|
|
d'accordo? |
|
rob8
|
sabato 4 agosto 2018
|
un film che cede in vista della conclusione
|
|
|
|
«Ti piace il nuovo uomo italiano?» chiede sul finire del film l’avvocato senza scrupoli (un appropriato Diego Abantantuono) al candidato partner del suo studio prestigioso (un ottimo Claudio Bisio). È la domanda (retorica) che il regista pone al pubblico, dopo aver mostrato - con l’acutezza che fu propria della migliore tradizione della commedia italiana - i vizi di una società che solo all’apparenza sta bene.
Una dark comedy ben centrata ed ottimamente orchestrata narrativamente, ma che purtroppo cede proprio in vista della conclusione ad un lieto fine incoerente e poco credibile.
|
|
[+] lascia un commento a rob8 »
[ - ] lascia un commento a rob8 »
|
|
d'accordo? |
|
|