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gi.effe.emme.
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giovedì 7 maggio 2015
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pietà.
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Nei suoi infiniti, ingiustificati centotrentasette minuti tuttavia, il film non riesce quasi mai a convincere, ad emozionare, a coinvolgere, risultando nient’altro che la parodia di un kolossal. Se soldi e possibilità non mancavano, vista la mole della produzione e la qualità del cast, è impossibile non inquadrare le colpe in uno script banale e prevedibile, privo di qualsivoglia profondità, segnato da dialoghi insignificanti e da personaggi superficiali, sciatti, anonimi. Non c’è racconto del male patologico dell’assassino, non c’è narrazione del turbamento, dell’ossessione, della sofferenza che dovrebbe essere il vero motore della pellicola.
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Nei suoi infiniti, ingiustificati centotrentasette minuti tuttavia, il film non riesce quasi mai a convincere, ad emozionare, a coinvolgere, risultando nient’altro che la parodia di un kolossal. Se soldi e possibilità non mancavano, vista la mole della produzione e la qualità del cast, è impossibile non inquadrare le colpe in uno script banale e prevedibile, privo di qualsivoglia profondità, segnato da dialoghi insignificanti e da personaggi superficiali, sciatti, anonimi. Non c’è racconto del male patologico dell’assassino, non c’è narrazione del turbamento, dell’ossessione, della sofferenza che dovrebbe essere il vero motore della pellicola. La regia di Espinosa non riesce ad andare oltre un uso spropositato di primi piani, che tolgono respiro ad un film già claustrofobico, e che non aggiungono nulla sul piano del ritmo, relegando ai poveri Tom Hardy e Noomi Rapace il compito di tenere a galla una pellicola alla deriva. Quello che più spaventa nel vedere Child 44 è che sembra crogiolarsi nella convinzione di essere un grande film, un film riuscito, un epico racconto dei mali dell’Unione Sovietica e delle dittature in generale. La retorica eroicità delle musiche, le battute recitate forzatamente – a volte imperiose, altre umane- l’immancabile finale strappalacrime, sono tutti elementi che non possono non pesare sul giudizio complessivo di un film che alla conta conclusiva non sa di niente, non lascia nulla, non ha sapore, ricordando quei panini che nelle accattivanti immagini pubblicitarie sembrano essere squisiti, ma che, una volta provati, non sono nient’altro che polistirolo.
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(di capitano nemo)
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kurosaki
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mercoledì 6 maggio 2015
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non male
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film bello , anche se non deve essere scambiato x storico , è ispirato alla storia del killer , tom hardy è sempre bravo!!
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brian77
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mercoledì 6 maggio 2015
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ma di che cosa stiamo parlando?
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Intervengo su questo film che non meriterebbe nemmeno di perderci tempo per un solo motivo.
Dopo un ottimo film come "American Sniper" leggevo maree di commenti che accusavano Eastwood di aver fatto un film di propaganda: cosa assolutamente non vera, perché pensava innanzitutto a raccontare un personaggio, una storia, e in modo tutt'altro che univoco. Davanti a un prodotto grossolano come questo, in cui una propaganda piuttosto becera viene esibita fin dalla prima sequenza e dalle prime scritte, invece nessuno sembra accorgersene. Ricordiamoci tanto per dire, che nella caccia al killer di Rostov la polizia sovietica si mobilitò eccome, e Mosca mandò a indagare i suoi investigatori: la storia per cui deve occuparsene un agente in modo personale perché non esistono assassini in paradiso è totalmente inventata.
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Intervengo su questo film che non meriterebbe nemmeno di perderci tempo per un solo motivo.
Dopo un ottimo film come "American Sniper" leggevo maree di commenti che accusavano Eastwood di aver fatto un film di propaganda: cosa assolutamente non vera, perché pensava innanzitutto a raccontare un personaggio, una storia, e in modo tutt'altro che univoco. Davanti a un prodotto grossolano come questo, in cui una propaganda piuttosto becera viene esibita fin dalla prima sequenza e dalle prime scritte, invece nessuno sembra accorgersene. Ricordiamoci tanto per dire, che nella caccia al killer di Rostov la polizia sovietica si mobilitò eccome, e Mosca mandò a indagare i suoi investigatori: la storia per cui deve occuparsene un agente in modo personale perché non esistono assassini in paradiso è totalmente inventata. In "paradiso" si indagava normalmente sugli assassini, e il mostro di Rostov fu catturato e processato, e la sua incolumità di detenuto venne difesa in carcere dove tutti volevano farlo fuori. Idem per la questione della carestia ucraina, che era notoriamente una delle tante scusanti addotte dall'imputato, ma era addirittura anteriore alla sua nascita. E così per tutto il resto. Questo è un thriller che può piacere o meno: io lo trovo molto grossolano, ma finisce lì.
Scambiare per quadro storico quella che è semplicemente un'ambientazione ad effetto tirata via malamente mi pare invece sintomatico. Non credo che "Child 44" voglia essere un film di propaganda, perché si limita a combinare una serie di elementi che si pensa possano funzionare sul pubblico: serial killer, matrimoni difficili, russi cattivi... è solo un immaginario da letteratura americana da edicola. Ma che si accusi Eastwood di propaganda e poi ci si bevano queste sciocchezze che scambiano i cliché dozzinali per storia, mah, mi lascia veramente perplesso.
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filippo catani
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lunedì 4 maggio 2015
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non esistono omicidi in paradiso
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Urss anni 50. Un membro della polizia segreta sovietica rimane profondamente scosso dall'uccisione del figlio del suo migliore amico. Le autorità però non possono contemplare l'omicidio ma alla vista di un caso analogo, l'agente inizierà ad indagare con tutte le conseguenze del caso.
Tratto dal romanzo di Tom Rob Smith, questo film cerca di amalgamare insieme una serie di elementi e questo finisce per esserne croce e delizia. Quello che funziona meglio è l'ambientazione e soprattutto la resa del clima di terrore imperante al tempo di Stalin. La polizia segreta poteva intervenire arbitrariamente in qualsiasi momento e aveva un potere pressocchè assoluto.
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Urss anni 50. Un membro della polizia segreta sovietica rimane profondamente scosso dall'uccisione del figlio del suo migliore amico. Le autorità però non possono contemplare l'omicidio ma alla vista di un caso analogo, l'agente inizierà ad indagare con tutte le conseguenze del caso.
Tratto dal romanzo di Tom Rob Smith, questo film cerca di amalgamare insieme una serie di elementi e questo finisce per esserne croce e delizia. Quello che funziona meglio è l'ambientazione e soprattutto la resa del clima di terrore imperante al tempo di Stalin. La polizia segreta poteva intervenire arbitrariamente in qualsiasi momento e aveva un potere pressocchè assoluto. Il film restituisce bene anche le terribili condizioni di vita della maggior parte della popolazione costretta a vivere di stenti come nel caso della grande carestia ucraina di cui si fa breve cenno a inizio pellicola. Ovviamente in questa situazione di perenne precarietà a farne le spese sono gli elementi più deboli della società e cioè i bambini esposti purtroppo alla mercè di chiunque ed è così che per lungo tempo lo spietato serial killer potrà agire indisturbato. Sulle sue tracce si metterà l'agente interpretato da Tom Hardy anche lui segnato da una infanzia difficile e dai combattimenti del secondo conflitto mondiale. Ecco quello che ruota intorno all'ambientazione e alla storia principale funziona un po' di meno finendo con l'appesantire inutilmente la trama. La storia d'amore Hardy (in grande spolvero e perfettamente a suo agio nei ruoli borderline)-Rapace (sottotono) e il conflitto tra l'agente e il suo acerrimo nemico sanno un po' di polpettone o di melodramma così come alcune rocambolesche scene (sia quella del treno che quella finale). Resta comunque una pellicola di efficacia perchè anche nel Paradiso sovietico i delitti c'erano eccome.
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duke59
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domenica 3 maggio 2015
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una storia confusa e poco avvincente
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Sarà che non avevo letto il libro, sarà che mi aspettavo un thriller ... e invece mi sono trovato di fronte ad un film d'azione che descrive lotte politiche ambientate nell'Unione Sovietica Stalinista, ma a me questo film ha deluso parecchio.
Innanzitutto la storia è davvero molto confusa e la ricerca dell'assassino di bambini occupa si e no un 15-20% del tempo del film. I dialoghi li ho trovati spesso caricaturali e le scene di pestaggi e corpo a corpo durano davvero troppo.
Indagini vere e proprie non ce ne sono e l'assassino viene catturato quasi per caso collegando le zone del ritrovamento dei corpi all'attività degli ispettori di una fabbrica (ma come hanno fatto a collegare tra loro queste due cose?).
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Sarà che non avevo letto il libro, sarà che mi aspettavo un thriller ... e invece mi sono trovato di fronte ad un film d'azione che descrive lotte politiche ambientate nell'Unione Sovietica Stalinista, ma a me questo film ha deluso parecchio.
Innanzitutto la storia è davvero molto confusa e la ricerca dell'assassino di bambini occupa si e no un 15-20% del tempo del film. I dialoghi li ho trovati spesso caricaturali e le scene di pestaggi e corpo a corpo durano davvero troppo.
Indagini vere e proprie non ce ne sono e l'assassino viene catturato quasi per caso collegando le zone del ritrovamento dei corpi all'attività degli ispettori di una fabbrica (ma come hanno fatto a collegare tra loro queste due cose?).
La storia si dilunga nella descrizione di crudeli e violente faide interne al Partito Comunista Sovietico che finiscono con il travolgere crudelmente le persone più deboli ma i legami tra i vari personaggi restano poco chiari (ad esempio Raisa che legami aveva con il crudele Vasili visto che l'uomo al telefono la implora di "tornare con lui"?). E poi davvero troppe scazzottate e lotte. In certi momenti sembrava quasi un film di Bud Spender e Terence HIll ... in chiave triste. Di thriller questo film non ha praticamente nulla. Io lo definirei più un action movie a tema politico-
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(di topogrigio)
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davidino.k.b.
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domenica 3 maggio 2015
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poteva essere sviluppato meglio
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film a tratti lento, i dialoghi buoni ma incentrati troppo sul dualismo dei 2 militari (buono e cattivo). Non si approfondisce la storia della persona autore degli efferati delitti. bella la rappresentazione dell'epoca e del periodo della URSS, dove regnava la propaganda.
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maurizio meres
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domenica 3 maggio 2015
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le verità nascoste
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Periodo Sovietico di non facile interpretazione storica negli anni successivi alla seconda guerra in pieno Stalinismo ma nella fase finale ,dove terrorizzare la popolazione era una priorità dello stato, fu definito sinonimo di terrore e oppressione ogni libertà di pensiero era proibita esisteva una dittatura nono partitica ,i criminali che per il governo non esistevano erano un prodotto della dittatura che strumentalizzava gli omicidi in questo caso di bambini ma in quel periodo erano ben altri gli omicidi di tutte le età e ogni ceto, ai soli fini politici accusando innocenti al solo scopo di avere informazione sui dissidenti e su chi si opponeva al regime.
Altissima tensione il film non permette distrazione ,dialogato perfettamente con frasi che lasciano sempre dei dubbi,ambientazione perfetta nel cupo grigiore sovietico riflette nei più piccoli particolari il periodo storico,ottima sceneggiatura da seguire attentamente per i vari passaggi temporali,attori calati splendidamente nella parte,con una fotografia superlativa che esalta le loro interpretazioni fatte soprattutto di sguardi intensi.
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Periodo Sovietico di non facile interpretazione storica negli anni successivi alla seconda guerra in pieno Stalinismo ma nella fase finale ,dove terrorizzare la popolazione era una priorità dello stato, fu definito sinonimo di terrore e oppressione ogni libertà di pensiero era proibita esisteva una dittatura nono partitica ,i criminali che per il governo non esistevano erano un prodotto della dittatura che strumentalizzava gli omicidi in questo caso di bambini ma in quel periodo erano ben altri gli omicidi di tutte le età e ogni ceto, ai soli fini politici accusando innocenti al solo scopo di avere informazione sui dissidenti e su chi si opponeva al regime.
Altissima tensione il film non permette distrazione ,dialogato perfettamente con frasi che lasciano sempre dei dubbi,ambientazione perfetta nel cupo grigiore sovietico riflette nei più piccoli particolari il periodo storico,ottima sceneggiatura da seguire attentamente per i vari passaggi temporali,attori calati splendidamente nella parte,con una fotografia superlativa che esalta le loro interpretazioni fatte soprattutto di sguardi intensi.Espinosa riesce in circa due ore a inquadrare nel migliore dei modi e soprattutto a far capire un periodo storico importantissimo ,tratto da un romanzo thriller con la consapevolezza politica di chi vuole rappresentare cinematograficamente la sofferenza di un popolo ridandogli la dignità perduta,con tutte le verità nascoste.
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irene
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domenica 3 maggio 2015
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scusate ....
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Scusate, non ho ancora visto il film (spero di farlo al più presto), ci tenevo solo a sottolineare il finale della recensione di MyMovies.
"Tom Hardy e Noomi Rapace confermano la faccia di cuoio, la potenza fisica e le cicatrici interiori. Improntate le rispettive carriere sul gesto virile, lo gratificano attraverso l'azione ...... Come se per l'uno fosse l'uni[+]
Scusate, non ho ancora visto il film (spero di farlo al più presto), ci tenevo solo a sottolineare il finale della recensione di MyMovies.
"Tom Hardy e Noomi Rapace confermano la faccia di cuoio, la potenza fisica e le cicatrici interiori. Improntate le rispettive carriere sul gesto virile, lo gratificano attraverso l'azione ...... Come se per l'uno fosse l'unica possibile, come se per l'altro non fosse più possibile".
Lo sapete che Noomi Rapace è una donna, sì?
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alex2044
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domenica 3 maggio 2015
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in paradiso non ci sono delitti e innocenti
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Un film che non ti permette mai di rilassarti . Teso come una corda di violino . Una ricostruzione dell'epoca perfetta . Gli arredi , i vestiti , le facce il modo di parlare , le atmosfere, tutto è costruito per creare nello spettatore la sensazione di vivere quei momenti tremendi e quasi di farne parte . Gli attori , tutti bravissimi e più che credibili con Tom Hardy su tutti . Un vero interprete , uno che non fa se stesso ma che veste i panni del personaggio e lo fa vivere fino a renderlo reale .Il paradiso dove non succedono mai delitti , come Stalin voleva che si dicesse e si pensasse , è un incubo dove non esistono innocenti ma solo persone da perseguitare .
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Un film che non ti permette mai di rilassarti . Teso come una corda di violino . Una ricostruzione dell'epoca perfetta . Gli arredi , i vestiti , le facce il modo di parlare , le atmosfere, tutto è costruito per creare nello spettatore la sensazione di vivere quei momenti tremendi e quasi di farne parte . Gli attori , tutti bravissimi e più che credibili con Tom Hardy su tutti . Un vero interprete , uno che non fa se stesso ma che veste i panni del personaggio e lo fa vivere fino a renderlo reale .Il paradiso dove non succedono mai delitti , come Stalin voleva che si dicesse e si pensasse , è un incubo dove non esistono innocenti ma solo persone da perseguitare . Alcune scene , come l'uccisione dei genitori davanti ai figli, sono memorabili ,un vero pugno nello stomaco, altre , la lotta finale nel fango , forse inutili ma il film regge ,eccome se regge. Alla fine il serial killer dei bambini viene scoperto ed in qualche modo viene fatta giustizia ma la sensazione di ingiustizia che pervade tutto il film rimane ed è la cosa più opprimente . In somma un ottimo film . Da vedere e di cui parlare ed anche utile alla nostra memoria storica sempre un po' claudicante .
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delfinoocchiblu
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domenica 3 maggio 2015
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magnifico
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Vale la pena vederlo...ora capisco perchè è stato vietata la programmazione in Russia
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