ziocamo
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martedì 16 giugno 2015
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un esperimento fine a se stesso
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Al di lá dell'esperimento il nulla piú assoluto, il vuoto cosmico. Un film piatto, anzi un film di 2.45h piatto, paragonabile solo alla corazziata potiemkim in cecoslovacco con sottotitoli in tedesco. E un film potrebbe essere girato anche in 120 anni, ma se questo é il risultato, rimarrebbe comunque inguardabile.
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fede slevin
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mercoledì 20 maggio 2015
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sfogliare un album fotografico
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La vita di Mason viene raccontata dai sei fino ai diciott'anni, con tutti i cambiamenti somatici e non che porta con sè l'inesorabile trascorrere del tempo. La narrazione si sviluppa attraverso il rapporto con la sorella Samantha, la madre Olivia e il padre Mason Sr. che nonostante il divorzio, gli resterà vicino, per estendersi poi ad uno sguardo d'insieme su tutto il popolo americano e di come appare agli occhi di una famiglia, che più americana non si può.
Che cos'è Boyhood? Un affresco. Se prendessimo un album di foto della nostra vita, nell'età descritta dal regista e lo sfogliassimo, vedremmo tanti istanti, caratteristici, particolari. Vedremmo l'evolvere del modo di vestire, nostro e di parenti immortalati.
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La vita di Mason viene raccontata dai sei fino ai diciott'anni, con tutti i cambiamenti somatici e non che porta con sè l'inesorabile trascorrere del tempo. La narrazione si sviluppa attraverso il rapporto con la sorella Samantha, la madre Olivia e il padre Mason Sr. che nonostante il divorzio, gli resterà vicino, per estendersi poi ad uno sguardo d'insieme su tutto il popolo americano e di come appare agli occhi di una famiglia, che più americana non si può.
Che cos'è Boyhood? Un affresco. Se prendessimo un album di foto della nostra vita, nell'età descritta dal regista e lo sfogliassimo, vedremmo tanti istanti, caratteristici, particolari. Vedremmo l'evolvere del modo di vestire, nostro e di parenti immortalati. Vedremmo le acconciature del periodo, l'evoluzione dei tratti somatici, le compagnie che si frequentavano in quegli anni e sorgerebbero anche delle emozioni nel ricordare tutto questo. Tuttavia, non potremmo vedere come evolve la società da quelle foto. Per questo Boyhood va oltre, regalandoci un album fotografico d'America, immortalato attraverso gli occhi (e la macchina fotografica di Mason, non a caso) di una famiglia ordinaria, che non ha nulla di speciale, nulla di invidiabile, coi suoi alti ma anche i suoi bassi ancora una volta ordinari, come il divorzio, i continui traslochi, l'"orlo della povertà", il patrigno alcolizzato, la fine di un amore adolescenziale. Tutto nella norma, raccontato cercando di mantenere le distanze, come in un documentario, facendo una critica della società che però le distanze non mantiene, calandosi talvolta in uno sguardo più "profondo", manifestato attraverso le parole di un Mason confuso, che oscilla anch'egli tra il voler esser "fico" (come dice spesso Samantha, lato "superficiale" di questa medaglia) e il non aver bisogno dell'opinione altrui, tra il raccontare di finte ragazze, in città lasciate alle spalle e il rifiuto di ogni forma di social network "perchè non mostra chi sei realmente", come non manca di esternare il ragazzo. Un film che ha lo scopo di raccontare il cambiamento (politico, geografico, familiare) e il trascorrere del tempo, con tutte le sue conseguenze prima fra tutte, la crescita dei figli che prima o poi lasceranno "il nido". Per fare ciò, Linklater sfodera gli effetti speciali, ma solo in senso metaforico, perchè gli attori, in Boyhood, invecchiano davvero! Attraverso un esperimento cinematografico che, coi 12 anni di riprese occorsi per la realizzazione, potrebbe essere considerato tra i più innovativi di sempre, il regista riesce a portare il cinema a una nuova forma di arte, approdando a una sorta di "iperrealismo". Tuttavia, meriti a parte, trovo giusto che alla fine Boyhood non sia stato insignito della prestigiosa statuetta, perchè al di là di critiche (anche su temi scottanti, come la guerra e il governo Bush) sull'America e la società in genere, si tratta sempre di "frecciatine", che più che una puntura non lasciano e a poco serve quel sottile tentativo di dire la propria attraverso il pensiero "depresso" di un altalenante Mason. D'altronde, non si può chiedere il mondo a un film che in 165 minuti racconta 12 anni di vita, attingendo peraltro a tutti i temi che possono far parte della quotidianità di una famiglia qualunque. Dunque, benvengano le innovazioni artistiche, ma non come condizioni sufficienti per un prodotto d'eccellenza.
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angelo franco giordi
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lunedì 4 maggio 2015
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un pezzo di vita vero, forte sui dettagli
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"Sai una cosa mamma, ho capito da dove vengono le vespe, beh io dico che secondo me se tiri un colpetto all'acqua presente nell'aria, nel modo giusto, si trasforma in vespa".
Mason ha una vita. La rispettabile vita di un bambino di 8 anni. Una sorellina maggiore che lo sveglia coreografando - Ooops i did it again - di Britney Spears e che a pranzo gli parla attraverso l'alfabeto farfallino. Un compagno di merende con cui imbratta muri e guarda riviste di donne in costume da bagno. Una mamma con mariti improbabili. Un giovane padre musicista a bordo di una Gto nera.
"Sai Samantha devi cominciare a riflettere intensamente su chi vuoi diventare.
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"Sai una cosa mamma, ho capito da dove vengono le vespe, beh io dico che secondo me se tiri un colpetto all'acqua presente nell'aria, nel modo giusto, si trasforma in vespa".
Mason ha una vita. La rispettabile vita di un bambino di 8 anni. Una sorellina maggiore che lo sveglia coreografando - Ooops i did it again - di Britney Spears e che a pranzo gli parla attraverso l'alfabeto farfallino. Un compagno di merende con cui imbratta muri e guarda riviste di donne in costume da bagno. Una mamma con mariti improbabili. Un giovane padre musicista a bordo di una Gto nera.
"Sai Samantha devi cominciare a riflettere intensamente su chi vuoi diventare... Vuoi essere una persona che collabora e che si preoccupa e aiuta gli altri, o vuoi essere una narcisista egocentrica?"
Pensa all'inspiegabile perspicacia dei bambini. Ai musi lunghi per le promesse non mantenute. All'insicurezza adolescenziale fatta di occhi rossi, limonate fugaci, dubbi, picchi dell'umore. Immaginati Mason che si innamora e poi viene lasciato. Vai alla nonna che gli regala la bibbia con le sue iniziali in oro e al nonno che gli regala un fucile (paradosso tutto americano veramente succoso). Ora vai a Mason che sta per partire per il college, una macchina fotografica al collo, sua mamma che piange, la sorellina dell'alfabeto farfallino che intanto è diventata grande e si è tinta i capelli.
Boyhood è stato realizzato in soli 39 giorni di riprese nell'acro di 12 anni, dal 2002 al 2013. Il regista ha riunito lo stesso cast in diverse date, monitorando un pezzo di vita vero, forte sui dettagli.
"Addio giardino, addio lillà delle Indie, addio cassetta delle lettere, addio scatola delle cose che la mamma non ci fa portare ma che noi non vogliamo buttare, addio casa, vorrò meno bene alla mamma per averci fatto trasferire, addio vecchia signora che ascolta Rock e guida la motocicletta".
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dave69
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domenica 8 marzo 2015
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interessante esperimento cinematografico
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Interessante esperimento cinematografico che segue la crescita e la maturazione dei propri personaggi in un arco di ben 11 anni di vita (dal 2002 al 2013). Da questo punto di vista, il film rappresenta un caso veramente unico nella settima arte: colpisce e meraviglia non poco vedere gli attori realmente invecchiare di fronte ai propri occhi, e l'iper-realismo a cui si è soggetti impedisce di annoiarsi, anche se - bisogna dirlo - la vicenda narrata non brilla particolarmente ne per originalità, ne per profondità. Con una sceneggiatura più solida ed ispirata, Linklater avrebbe probabilmente realizzato il proprio capolavoro. Da vedere, comunque. Oscar per Patricia Arquette.
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Interessante esperimento cinematografico che segue la crescita e la maturazione dei propri personaggi in un arco di ben 11 anni di vita (dal 2002 al 2013). Da questo punto di vista, il film rappresenta un caso veramente unico nella settima arte: colpisce e meraviglia non poco vedere gli attori realmente invecchiare di fronte ai propri occhi, e l'iper-realismo a cui si è soggetti impedisce di annoiarsi, anche se - bisogna dirlo - la vicenda narrata non brilla particolarmente ne per originalità, ne per profondità. Con una sceneggiatura più solida ed ispirata, Linklater avrebbe probabilmente realizzato il proprio capolavoro. Da vedere, comunque. Oscar per Patricia Arquette.
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gabrielebaldin
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martedì 3 marzo 2015
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il tempo che scorre
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film originalissimo, un progetto unico nella storia del cinema, un film in cui le riprese sono durate più di 10 anni, e lo spettatore ha potuto vedere il bambino protagonista assieme a sua sorella diventare ragazzi, adulti e maggiorenni, e i genitori invecchiare, insomma non è il classico film che se si svolge in un arco di tempo lungo semplicemnete cambia attori, come in questo caso avrebbero preso un bambino, poi un ragazzino, poi un adolescente e poi un maggiorenne, invece l'unicità di questa opera è proprio che le riprese durano il tempo che trascorre sui volti, sui corpi, sulle vite dei protagonisti, così lo spettatore può vedere la trasformazione delle persone, lo scorrere inesorabile del tempo, e vedere le gioie, le difficoltà di
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film originalissimo, un progetto unico nella storia del cinema, un film in cui le riprese sono durate più di 10 anni, e lo spettatore ha potuto vedere il bambino protagonista assieme a sua sorella diventare ragazzi, adulti e maggiorenni, e i genitori invecchiare, insomma non è il classico film che se si svolge in un arco di tempo lungo semplicemnete cambia attori, come in questo caso avrebbero preso un bambino, poi un ragazzino, poi un adolescente e poi un maggiorenne, invece l'unicità di questa opera è proprio che le riprese durano il tempo che trascorre sui volti, sui corpi, sulle vite dei protagonisti, così lo spettatore può vedere la trasformazione delle persone, lo scorrere inesorabile del tempo, e vedere le gioie, le difficoltà di una famiglia negli anni, per la prima volta il cinema non è finzione ma realtà (almeno per quel che rigarda il tempo, poi ovvio la storia è stata scritta dagli sceneggiatori !)
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etabeta
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domenica 1 marzo 2015
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remake?
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Buongiorno a tutti,
scusatemi se non faccio alcuna recensione,,, (perchè il film non lo visto)..
Ma vidi una paio di anni fa un film molto più lungo di Boyhood, a cui credo Linklater si sia ispirato.
Era piuttosto interessante e affascinante perchè girato dalla fine degli anni 60 nella Germania est, fino alla caduta del muro.
Sto cercando disperatamente di ritrovarlo.. Qualcuno si ricorda come si chiama?
Un aiuto anche alla redazione di mymovies..
grazie!
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aldo marchioni
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lunedì 23 febbraio 2015
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meritava l'oscar
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Al di là dell'esperimento, è un film bellissimo, a mio parere il migliore dell'anno, e avrebbe meritato l'oscar.
Vedo che alcuni non lo hanno apprezzato. Probabilmente, non hanno ancora avuto figli.
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no_data
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domenica 22 febbraio 2015
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niente di che
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La vita di tutti i giorni, vista sullo schermo. Piuttosto noioso, lascia lo spettatore abbastanza perplesso. Non lo consiglio
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beppe baiocchi
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domenica 22 febbraio 2015
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un racconto di formazione ambizioso
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Boyhood è un film ambizioso, tanto ambizioso, un film che vuole raccontare l'arco dell'adolescenza di un ragazzo facendo crescere gli attori che lo interpretano, i personaggi, con il film stesso. Non è molto chiaro? In pratica questa pallicola racconta l'adolescenza di un ragazzo nelll'arco di 12 anni, provincia americana, genitori separati, una mamma che fa sempre le scelte sbagliate, un padre poco presente , una sorella al limite della sopportabilità. Insomma una storia di formazione come tante ne sono state fatte. Ma cosa rende questo film speciale? Acclamatissimo dalla critica di tutto il mondo? Semplice, ogni anno che passa nel film passa nella vita vera, gli attori crescono realmente, un film durato 12 anni dove lo stesso bimbo che abbiamo visto all'inizio,sognante e spensierato guardare il cielo su di un prato ce lo ritroviamo diciottenne pronto ad andare al college, carico del suo vissuto e della sua adolescenza che sta finendo.
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Boyhood è un film ambizioso, tanto ambizioso, un film che vuole raccontare l'arco dell'adolescenza di un ragazzo facendo crescere gli attori che lo interpretano, i personaggi, con il film stesso. Non è molto chiaro? In pratica questa pallicola racconta l'adolescenza di un ragazzo nelll'arco di 12 anni, provincia americana, genitori separati, una mamma che fa sempre le scelte sbagliate, un padre poco presente , una sorella al limite della sopportabilità. Insomma una storia di formazione come tante ne sono state fatte. Ma cosa rende questo film speciale? Acclamatissimo dalla critica di tutto il mondo? Semplice, ogni anno che passa nel film passa nella vita vera, gli attori crescono realmente, un film durato 12 anni dove lo stesso bimbo che abbiamo visto all'inizio,sognante e spensierato guardare il cielo su di un prato ce lo ritroviamo diciottenne pronto ad andare al college, carico del suo vissuto e della sua adolescenza che sta finendo.
Un idea splendida, senza alcun dubbio, che ha stregato tanti spettatori.
Tolta questa magia che Richard Linklater (regista dei vari Prima dell'alba, School of Rock, A Scanner Darkly) ci mostra, Boyhood è un film valido?
Semplicemente si.
Linklater è bravo e soprattutto coerente, nonostante gli anni passano e le idee (anche di regia) possono cambiare riesce ad essere collante perfetto (in poche parole ci regala l'illusione che gli anni siano passati solo nel film e non nella vita vera). Il cast di attori è senza dubbio di buon livello, ma nessuno regala la "prestazione della vita" , è anche vero che quello che il regista ci mostra sono solo e semplici fotografie di periodi (più o meno brevi) della vita del protagonista, pertanto non avendo una "trama solida" non è semplicissimo per i vari attori sviluppare i personaggi. Infatti non c'è troppo spazio all'introspezione (non per forza questo è male), ma quella che abbiamo noi è una visione privilegiata, come se noi spettatori fossimo lì, come un amico di famiglia che vede crescere un ragazzo, lo vede maturare, ma sempre da occhi esterni.
Un racconto in cui è facile ritrovarsi una serie di momenti, di istantanee dell'adolescenza, che un po' abbiamo vissuto tutti. Un film magari non troppo profondo, ma che sicuramente riesce ad emozionare.
Va detto che nonostante la lunga durata del film (2:40 circa) il film passa davvero in fretta e non annoia.
Magari non un capolavoro assoluto, ma un film sicuramente da vedere.
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spock88
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sabato 21 febbraio 2015
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e' l'attimo che coglie noi
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Film che all'apparenza non ha niente di entusiasmante, potremmo dire che durante il film non succede niente.
Ma è proprio questa la magia del regista!
Tratti di vita ordinaria, vengono raccontate tutte le tappe fondamentali della vita: dal rapporto genitori figli, i divorzi, i traslochi, le nuove tecnologie, il college, l'evoluzione politica, culturale e sociale.
Protagonista assoluto è il tempo; in ogni tappa i piccoli dettagli mostrano come esso ci cambi senza stravolgerci del tutto, ci rosica lentamente e ci proietta nel futuro.
Solo alla fine ci accorgiamo di come esso ci abbia "rubato l'attimo".
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Film che all'apparenza non ha niente di entusiasmante, potremmo dire che durante il film non succede niente.
Ma è proprio questa la magia del regista!
Tratti di vita ordinaria, vengono raccontate tutte le tappe fondamentali della vita: dal rapporto genitori figli, i divorzi, i traslochi, le nuove tecnologie, il college, l'evoluzione politica, culturale e sociale.
Protagonista assoluto è il tempo; in ogni tappa i piccoli dettagli mostrano come esso ci cambi senza stravolgerci del tutto, ci rosica lentamente e ci proietta nel futuro.
Solo alla fine ci accorgiamo di come esso ci abbia "rubato l'attimo".
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