jonnylogan
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martedì 18 maggio 2021
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quanto è bella giovinezza
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Dopo quasi trent’anni di carcere, nel quale non ha mai confessato complici e crimini, Val, un vecchio gangster affiliato alla cosca del boss Claphands, esce di galera e ad accoglierlo trova il suo fraterno amico Doc al quale proprio Claphands ha dato l’ingrato compito di giustiziarloentro le dieci del giorno seguente.
Il ricordo dei vecchi tempi declinati in una commedia dalle tinte drammatiche e noir, questa la veloce sintesi della pellicola scritta da Noah Haidlee diretta dal regista e attore Fisher Stevens, noto per essere stato fra i protagonisti dei due Corto circuito. Sulle spalle solide di tre attori di grande classe e fama: i tre premi Oscar Christopher Walken e Al Pacino, amici di vecchia data che ricordano come sia stata appagante una vita trascorsa assieme, e il terzo sodale Hirsch, ormai ospite fisso di una casa di cura, impersonato da Alan Arkin, caratterista che ancora una volta colpisce per l’indolenza con la quale affronta le ultime curve di una vita criminale, ci si specchia nei ricordi di tre operai del crimine che non rinnegano nulla di quello che hanno fatto in passato e che rivendicano non solo i tempi andati ma anche la morale con la quale la loro generazione era capace di muoversi.
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Dopo quasi trent’anni di carcere, nel quale non ha mai confessato complici e crimini, Val, un vecchio gangster affiliato alla cosca del boss Claphands, esce di galera e ad accoglierlo trova il suo fraterno amico Doc al quale proprio Claphands ha dato l’ingrato compito di giustiziarloentro le dieci del giorno seguente.
Il ricordo dei vecchi tempi declinati in una commedia dalle tinte drammatiche e noir, questa la veloce sintesi della pellicola scritta da Noah Haidlee diretta dal regista e attore Fisher Stevens, noto per essere stato fra i protagonisti dei due Corto circuito. Sulle spalle solide di tre attori di grande classe e fama: i tre premi Oscar Christopher Walken e Al Pacino, amici di vecchia data che ricordano come sia stata appagante una vita trascorsa assieme, e il terzo sodale Hirsch, ormai ospite fisso di una casa di cura, impersonato da Alan Arkin, caratterista che ancora una volta colpisce per l’indolenza con la quale affronta le ultime curve di una vita criminale, ci si specchia nei ricordi di tre operai del crimine che non rinnegano nulla di quello che hanno fatto in passato e che rivendicano non solo i tempi andati ma anche la morale con la quale la loro generazione era capace di muoversi.
Un inno alla vita che fu, vista attraverso tre attori, all’epoca, over 70 che sanno rappresentare anche un inno alla vita e soprattutto a un’amicizia dura e inscalfibile come una roccia.
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jules_winnfield
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sabato 25 ottobre 2014
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i grandi attori non muoiono mai
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Al Pacino, Christopher Walken, Alan Arkin. 3 nomi sono tutto ciò che serve a questo film per mandare al pubblico un messaggio ben più importante di quello che belle macchine,grandi sparatorie o semplice senso di amicizia possono dare."E' proprio come ai vecchi tempi vero? No, è meglio" E' il senso di rivendicazione, la voglia di rifarsi anche dopo quei 28 anni trascorsi in prigione(Al Pacino) , è la forza di dimostrare che lo stile e la bravura che si aveva un tempo, non si perde e resta anche se si è costretti a vivere in una casa di riposo (Alan Arkin), e capire che "non è mai troppo tardi per sistemare le cose"(Christopher Walken).
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Al Pacino, Christopher Walken, Alan Arkin. 3 nomi sono tutto ciò che serve a questo film per mandare al pubblico un messaggio ben più importante di quello che belle macchine,grandi sparatorie o semplice senso di amicizia possono dare."E' proprio come ai vecchi tempi vero? No, è meglio" E' il senso di rivendicazione, la voglia di rifarsi anche dopo quei 28 anni trascorsi in prigione(Al Pacino) , è la forza di dimostrare che lo stile e la bravura che si aveva un tempo, non si perde e resta anche se si è costretti a vivere in una casa di riposo (Alan Arkin), e capire che "non è mai troppo tardi per sistemare le cose"(Christopher Walken).Un film piacevole da guardare , dotato di una sceneggiatura quasi tarantiniana, che difficilmente riuscirà ad annoiare il pubblico,e con un cast da oscar che non smentirà le aspettattive di chi conosce questi mostri del cinmena, dando cosi' un ultimo messaggio molto chiaro :"Lasciamo che siano le "nuove leve"a masticare le gomme, che a spaccare i culi, ci pensiamo noi".
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stefano bruzzone
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lunedì 1 settembre 2014
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curioso
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Nonostante la storia sia interessante, seppur banale, la sceneggiatura appare superficiale per dare esclusivamente spazio ad una performance teatrale pazzesca da parte di Pacino e Walken entrambi straordinari. Certo quando si danno le chiavi della scena a due mostri sacri del cinema c'è poco da sceneggiare... è come dare la palla a Maradona e vedere che combina. Il film a tratti rallenta al punto da viaggiare in equilibrio tra noia e curiosità nel vedere che faranno questi due, ma nel complesso è un'esibizione da palcoscenico di alta classe. Peccato per il poco, pochissimo, spazio dato a A.Arkin, altro mostro sacro del grande schermo.
Voto: 7
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loquaxale
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venerdì 14 marzo 2014
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bellissima commedia. ma il finale...
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Davvero una commedia molto carina, a tratti commuovente e profonda. Magistrale interpretazione di Al Pacino che riesce a mescolare tratti di una demenzialità senilite ad atteggiamenti "fighi" quasi da man of Bronx. Grande cast in generale. Unica pecca il finale troppo socntato e molto scenografico. Sarebbe stato meglio un finale più profondo nei contenuti e nei dialoghi, in luogo di una cinematrografica, solita, sparatoria (tra l'altro poco credibile visto l'età dei personaggi). In generale una commedia leggera, con un cast d'eccezione, che sa strappare qualche sorriso in alternanza a momenti più tristi.
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onufrio
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domenica 15 dicembre 2013
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una notte da (vecchi) leoni
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Val, sconta i suoi 28 anni di carcere, appena uscito viene accolto dall'amico Doc, amico che è pronto pistola alla mano per farlo fuori, secondo le direttive del boss che lo tiene in scacco da 30 anni. Val ha avuto la sfortuna di aver ucciso per errore il figlio di quel boss, che ora vuole la sua vendetta a 360°. Val sembra capire tutto sin da subito, ma primo che Doc faccia il suo "dovere" i due si concedono una notte al quanto pazzerella, fra prostitute e pillole blu, fra locali e tavole calde, fra rimpatriata tra vecchi amici ed il ritorno alle lontane abitudini, il film che si presenta come una commedia, diventa interessante, grazie anche ad un cast di tutto rispetto in cui sono proprio i singoli personaggi ad esaltare una trama che scavando a fondo non è poi così irresistibile.
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liuk!
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mercoledì 20 novembre 2013
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grande trio
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Validissimo noir con un trio di eccezione che, se pur attempato, sa farsi rispettare. Niente di nuovo, ma una storia semplice e divertente, raccontata in maniera scanzonata che non puó non affascinare.
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eugenio
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martedì 5 novembre 2013
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uno strampalato trio in un noir riuscito solo a me
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D’accordo, il periodo è quello estivo e la qualità delle pellicole, è noto, generalmente tende a essere di livello inferiore a quelle in programmazione da settembre in poi, fatta eccezione di alcune rare eccezioni (Blood e Il fondamentalista riluttante ne sono buoni esempi). “Uomini di parola” purtroppo non è la mosca bianca in questo triste panorama malgrado costituisca il ritorno di una coppia “forte” e consacrata come gigante del cinema: Al Pacino e Chistopher Walken. Il primo sembra aver rimesso in campo movenze e caratteristiche che il pubblico si augurava avesse abbandonato dopo il deludente Righteous skill (Sfida senza regole con Robert De Niro) mentre il secondo, autorevole vampiro ed ex agente di Prova a prendermi, si trova invece invischiato in un personaggio a tratti poco convincente e scarsamente denotato in una vicenda che dovrebbe richiedere un certo grado di attenzione e precisione come il genere noir.
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D’accordo, il periodo è quello estivo e la qualità delle pellicole, è noto, generalmente tende a essere di livello inferiore a quelle in programmazione da settembre in poi, fatta eccezione di alcune rare eccezioni (Blood e Il fondamentalista riluttante ne sono buoni esempi). “Uomini di parola” purtroppo non è la mosca bianca in questo triste panorama malgrado costituisca il ritorno di una coppia “forte” e consacrata come gigante del cinema: Al Pacino e Chistopher Walken. Il primo sembra aver rimesso in campo movenze e caratteristiche che il pubblico si augurava avesse abbandonato dopo il deludente Righteous skill (Sfida senza regole con Robert De Niro) mentre il secondo, autorevole vampiro ed ex agente di Prova a prendermi, si trova invece invischiato in un personaggio a tratti poco convincente e scarsamente denotato in una vicenda che dovrebbe richiedere un certo grado di attenzione e precisione come il genere noir.
Noir che il cast stellare cui fa parte anche Alan Arkin, altro bel tomo, non fa emergere ma anzi contribuisce a compromettere pesantemente la fama che i due attori avevano giustamente guadagnato con illustri esempi passati, sfruttando un insieme di gag dal dubbio gusto aventi come comune divisore l’uso di Viagra,collante della prima mezz’ora della pellicola la cui trama sembra essere stata scritto da uno sceneggiatore di scarsa inventiva ( e ci si stupisce visto che Noah Haidle è abbastanza famoso in ambito teatrale ma poco convincente, cosi’ pare negli action-movie).
Il soggetto muove i suoi passi in una prigione dalla quale, dopo ventotto anni di espiazione, Val (Pacino), è tornato ad essere finalmente un uomo libero. Lo attende Doc, suo migliore amico ex galeotto, assoldato segretamente dal vecchio boss allo scopo di eliminarlo a causa di un antico torto mai scontato legato alla morte di suo figlio boss ad opera dello stesso Val. I due decidono di festeggiare il ritorno dell’antica banda ripercorrendone prosaicamente le tappe in un crescendo di follia tra bordelli, rapine e imbrogli a mafiosi polacchi, il tutto con la complicità del terzo elemento (il sopraccitato Arkin) fatto evadere dall’ospizio per l’occasione. E’ chiaro dunque che il contesto si fa rilassato,lontano dai classici noir d’annata (un esempio? Touch of evil di Welles del 1956 che andrebbe insegnato alle scuole di regia specie ai cineasti che intendono affrontare tematiche poliziesche), venato di una comicità che almeno esula da squadre speciali, muscoli da body-guards o patetismi da melò con classica belloccia da salvare. In Uomini di parola si descrive la corsa verso l’ignoto mare dell’annegamento dei sensi di un trio scoppiato e purtroppo prossimo alla fine di cui Al Pacino ne è metaforicamente degno esponente.
I temi del genere sono presenti (onore dei malandrini, solidarietà tra bande di quartiere, unione verso un nemico comune) anche se confusamente inseriti all’interno di una cornice farsesca ma acquistano solidità grazie alla bravura di Walken che recitando sopra le righe riesce a comunicare la sofferta amicizia, la durezza di un microcosmo, quello della criminalità in cui sembra non esserci possibilità di redenzione, dove le taverne malfamate sono in non luoghi di un habitat americano privo di riferimenti e sentimenti. Sotto questo punto di vista, l’assoluta mancanza di doveri, la sporcizia psicologica che ognuno dei tre si porta dentro (permeata da una vena di ironia macabra nel caso di Alan, di comica farsa in Val e di finta dignità in Doc), lo squallore e la fatiscenza dei bordelli, sono lo spettro di un’America abbandonata a cui gli stessi delinquenti sentono purtroppo di non appartenere più. Resta soltanto vivo il furto di farmacie di quartiere per accaparrarsi quante più pillole blu e antiipertensivi possibili per cercare di guadagnare una frazione di quell’esistenza oramai totalmente dissipata. Stand up guys!
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pensierocivile
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lunedì 2 settembre 2013
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camminare sul nulla
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Dategli un pretesto e "loro" reciteranno senza fine. Vorresti non finisca mai UOMINI DI PAROLA e non perché sia un film indimenticabile, ma perché è un pretesto: una notte, una strada e attori ormai già ascesi a leggenda a illuminare il tempo del cinema. Entrano in scena Walken, Pacino, Arkin, ma potrebbero aggiungersene molti altri così, con una storia che non varrebbe la pena di essere raccontata, essenziale palcoscenico per onore e talento. Il viso segnato di Walken, i suoi brevi sorrisi fra occhiate mai insicure; l'inquietudine recitativa di Pacino sempre al limite; la solidità di Arkin, l'ironia e la malinconia, i pregi di un film inesistente, di una sceneggiatura che si limita all'abbozzo di un racconto (brevi rivoli appena accennati come la rapina o l'omicidio di Pacino o la famiglia di Walken) ai piedi dei suoi interpreti.
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Dategli un pretesto e "loro" reciteranno senza fine. Vorresti non finisca mai UOMINI DI PAROLA e non perché sia un film indimenticabile, ma perché è un pretesto: una notte, una strada e attori ormai già ascesi a leggenda a illuminare il tempo del cinema. Entrano in scena Walken, Pacino, Arkin, ma potrebbero aggiungersene molti altri così, con una storia che non varrebbe la pena di essere raccontata, essenziale palcoscenico per onore e talento. Il viso segnato di Walken, i suoi brevi sorrisi fra occhiate mai insicure; l'inquietudine recitativa di Pacino sempre al limite; la solidità di Arkin, l'ironia e la malinconia, i pregi di un film inesistente, di una sceneggiatura che si limita all'abbozzo di un racconto (brevi rivoli appena accennati come la rapina o l'omicidio di Pacino o la famiglia di Walken) ai piedi dei suoi interpreti. Grande idea quella di lasciarli camminare, il passo di Christopher Walken è il cammino immutabile del cinema.
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astromelia
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martedì 27 agosto 2013
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al pacino è il cinema
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SE NON CI FOSSE BISOGNEREBBE INVENTARLO,di attori come il sig, alfredo pacino ne nascono uno ogni 100 anni (forse),capace di trasformare anche le più mediocri sceneggiature in capolavori,mi inchino alla sua maestosità che culmina nei suoi monologhi unici,ma qui la sceneggiatura è ottima e pacino e walken meritevoli di plauso, tutto il cast è superlativo,formidabile giannini nel doppiaggio,binomio pacino/giannini insostituibile.
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alfonso94
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mercoledì 31 luglio 2013
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mancavano da tempo film così!!!
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ottimo film, sceneggiatura e trama... un film che riporta alla riscoperta dei luoghi più tipici della vera America del nord...ironico al punto giusto!!! l'unico problema,,, dura troppo poco!!!!
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